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Tuesday, March 30, 2021

AstraZeneca cambia nome: il vaccino si chiamerà Vaxzevria - Corriere della Sera

Il vaccino anti-Covid di AstraZeneca ha cambiato il nome in «Vaxzevria». Lo ha proposto la casa farmaceutica e il cambio di denominazione è stato approvato dall’Agenzia europea per i farmaci (EMA) il 25 marzo scorso. Lo si apprende dal sito dell’EMA che specifica anche che è stato pubblicato il nuovo bugiardino del farmaco dove, tra gli effetti collaterali, vengono menzionati i rarissimi casi di trombosi. «Dare un nome a un farmaco nuovo è consuetudine. Ed è un processo che avviene in maniera separata dall’approvazione normativa, il vaccino non aveva un nome e ora ce l’ha», ha spiegato l’azienda.

Il nuovo foglietto illustrativo

Per indagare meglio sui rari «eventi avversi», a metà marzo era stata decisa in via precauzionale la sospensione del vaccino AstraZeneca in Italia e in altri Paesi europei. Dopo attenti esami, l’EMA aveva giudicato sicuro il vaccino, affermando che i suoi benefici superano i rischi. Le avvertenze aggiunte sul foglietto illustrativo riguardano la «coagulazione intravascolare disseminata», che, raramente, può determinare una «trombosi venosa cerebrale», dovuta all’occlusione di una vena del cervello. L’invito sul foglietto illustrativo del vaccino AstraZeneca è quello di rivolgersi a un medico in caso di: «respiro affannoso, dolore toracico, gonfiore alle gambe, dolore addominale persistente dopo la vaccinazione. Inoltre, chiunque manifesti sintomi neurologici tra cui cefalea severa o persistente o visione offuscata dopo la vaccinazione oppure ecchimosi (petecchie) in una sede diversa da quella della vaccinazione dopo alcuni giorni».

Aggiornamenti EMA

In ragione del lieve incremento di episodi trombotici osservato in giovani donne (sotto i 55 anni) e non visto nella popolazione più anziana, l’EMA non ha escluso (né acclarato) un legame tra questi casi e il vaccino ed è per questo che gli studi su queste forme di trombosi stanno continuando. L’EMA afferma che pubblicherà un aggiornamento sul vaccino durante la prossima riunione del suo comitato per la sicurezza, che si terrà dal 6 al 9 aprile, incontro che aiuterà a chiarire la frequenza con cui si verifica l’effetto avverso segnalato e se il rischio possa variare in base all’età o al sesso.

In Germania raccomandato sotto i 60 anni

Per lo stesso motivo nella gionata di martedì la commissione sui vaccini in Germania, Stiko, ha deciso di raccomandare la vaccinazione con AstraZeneca solo per le persone sopra i 60 anni. Il vaccino dell’azienda anglo-svedese può sempre essere somministrato a pazienti più giovani a discrezione del loro medico. La Germania indaga ora su 31 casi di rari coaguli di sangue nel cervello, 9 dei quali hanno provocato la morte in persone che hanno ricevuto il vaccino (i numeri sono appena stati aggiornati). All’inizio del mese , dopo circa 1,6 milioni di vaccinazioni AstraZeneca e 7 casi di rara trombosi segnalati, gli esperti dell’Istituto Paul Ehrlich avevano detto che normalmente «ci si sarebbe aspettati circa 1 caso» in quella finestra temporale in quel numero di persone. Finora, la maggior parte dei casi è stata osservata in donne sotto i 65 anni, ma ciò potrebbe essere dovuto alla popolazione vaccinata: molti paesi inizialmente usavano AstraZeneca solo nelle persone sotto i 65 anni. Ciò significava che il vaccino veniva utilizzato in gruppi prioritari come operatori sanitari e insegnanti, la maggioranza dei quali è rappresentata da donne.

Come si spiegano

In attesa di decisioni coordinate da parte dei Land tedeschi dello Stato Federale dopo la sospensione di alcuni, arriva uno studio di un gruppo guidato dallo specialista tedesco della coagulazione Andreas Greinacher dell’Università di Greifswald, che potrebbe aver trovato una spiegazione per le rare forme di trombosi e, soprattutto, un modo per prevenirle e affrontarle.

Somiglianze con un effetto collaterale dell’eparina

I team di ricercatori tedeschi ha esaminato alcuni rapporti e ha scoperto che questa rara combinazione molto insolita di sintomi - coaguli di sangue diffusi e, al contempo, una bassa conta piastrinica, a volte con emorragie - assomiglia a un raro effetto collaterale del fluidificante del sangue eparina, chiamato «trombocitopenia indotta da eparina» (HIT). Identificare somiglianze e decorso può aiutare a prevenire e, nel caso, a curare le manifestazioni delle reazioni avverse. «Sappiamo cosa fare: come diagnosticarlo e come trattarlo», ha affermato Greinacher, parlando del disturbo che ha denominato «sindrome da trombocitopenia immunitaria protrombotica indotta da vaccino» (VIPIT). Anche se si tratta solo di un’ipotesi, lo studio (non ancora pubblicato, nè sottoposto a revisione) del professore, viene preso «sul serio». Due società mediche tedesche hanno diffuso comunicati stampa lodandolo per aver «risolto il dilemma». Nei Paesi Bassi, la Dutch Internal Medicine Society ha esortato gli internisti a studiare le linee guida di intervento raccomandate nella ricerca.

Il meccanismo comune

La meglio conosciuta «trombocitopenia indotta da eparina» (HIT) può manifestarsi appunto in pazienti a cui è stata somministrata eparina come farmaco. Per ragioni che non sono comprese, alcune persone producono anticorpi contro il legame che il farmaco innesca con una proteina chiamata fattore piastrinico 4 (PF4) che innescano, a loro volta, una reazione di coagulazione fuori controllo. Greinacher e gli altri scienziati hanno pensato che qualcosa di simile potrebbe essere accaduto nel caso delle rare trombosi, ma senza l’eparina. Greinacher ha ricevuto i campioni di sangue di 9 pazienti vaccinati che avevano avuto problemi di trombosi per lo studio: tutti avevano sia le piastrine basse che una coagulazione insolita. In quattro campioni, i ricercatori hanno trovato prove di anticorpi contro PF4, un segno distintivo di HIT. Nonostante queste osservazioni, il legame tra vaccino ed eventuale HIT non è dimostrato, nè viene spiegato come il vaccino potrebbe favorirne l’insorgenza, ma Greinacher dice che è fondamentale avvisare i medici della potenziale complicanza.

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Come trattare il problema

Quando riconosciuto in tempo, infatti, l’HIT può essere trattato con immunoglobuline che aiutano a frenare l’attivazione piastrinica. I fluidificanti del sangue (senza eparina) possono aiutare a sciogliere i coaguli. La trombosi rara VIPIT dovrebbe essere trattata in modo simile, afferma lo specialista. In almeno un caso, dice Greinacher su Sciencemag, un medico ha chiesto consiglio al suo team e il paziente si è ripreso. La Società tedesca per lo studio della trombosi e dell’emostasi, di cui Greinacher è membro, ha intanto pubblicato una serie di raccomandazioni per la diagnosi e il trattamento di VIPIT.

30 marzo 2021 (modifica il 30 marzo 2021 | 18:15)

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