La retribuzione da 7,5 milioni di euro per il primo anno di incarico al banchiere Andrea Orcel, candidato alla carica di amministratore delegato di Unicredit, entra nel mirino dei consulenti dei fondi istituzionali che danno consigli di voto in vista dell’assemblea del 15 aprile. I due consulenti hanno dato suggerimenti ai soci di votare contro la proposta sulla retribuzione perché sarebbe «eccessiva» e anche non chiaramente comunicata ai soci. Si tratta delle opinioni che i cosiddetti «proxy advisor», i consulenti che valutano le proposte di delibere da votare in assemblea, dando suggerimenti di voto. Unicredit il prossimo 15 aprile riunisce l’assemblea per eleggere il nuovo board. Il consiglio di amministrazione uscente ha presentato, come da statuto, una lista di candidati con in testa Pier Carlo Padoan come presidente e Orcel come ceo. Se i fondi istituzionali accogliessero la proposta dei due proxy advisor, il contratto con Orcel dovrà essere rivisto.
Il proxy advisor Glass Lewis in un report si dice «preoccupato dalla struttura del pacchetto di remunerazione del ceo, che comprende un premio in azioni non collegato alla performance e non soggetto a clausole di restituzione». Glass Lewis trova inoltre «molto preoccupante lo scarso livello di divulgazione fornito sul pacchetto retributivo dell’amministratore delegato» che definisce «eccessivo».
La cifra complessiva finale in effetti non è stata comunicata direttamente dalla banca nella relazione sulla remunerazione ma è stata ricostruita dagli analisti di Jp Morgan in un report di inizio marzo. Il banker ex Ubs dovrebbe guadagnare 2,5 milioni di euro a cui si aggiungerà un premio in azioni per un totale di 5 milioni portando il tutto a 7,5 milioni all’anno. L’ex ceo di Unicredit Jean Pierre Mustier, al suo ingresso nel gruppo nel 2016, aveva ridotto del 40% il compenso fisso portandolo a 1,2 milioni e l’anno scorso aveva rinunciato a 2,6 milioni di bonus.
Anche l’altra grande società di proxy advisory, Iss, mette nel mirino lo stipendio di Orcel in vista dell’assemblea. «Questo punto — scrive in un report — merita un voto contrario a causa del problematico pacchetto retributivo del nuovo ceo che potrebbe comportare un aumento significativo rispetto alla remunerazione del precedente ceo e sarebbe caratterizzato da un bonus completamente garantito per il 2021». Per l’anno in corso, ricorda il proxy advisor, è previsto un premio una tantum basato su azioni corrispondente al 200% della retribuzione fissa.
L’arrivo di Orcel è guardato dall’intero mercato come un punto di svolta per il settore bancario. La nuova strategia di Unicredit guidata dal top banker ex Ubs potrebbe comprendere anche operazioni straordinarie, con Mps e Banco Bpm come nomi che circolano maggiormente tra gli osservatori per una fusione. Lunedì 29 c’è stato un cambiamento rilevante nel capitale dell’istituto di piazza Aulenti: Allianz è salita al 3,11% del capitale dal precedente 1,25%.
Secondo il presidente uscente di Unicredit, Cesare Bisoni, «il nuovo amministratore delegato, Andrea Orcel» è «un banchiere di assoluta caratura internazionale con una comprovata esperienza nei processi di trasformazione aziendale e nella gestione del rischio. Crediamo fermamente che saprà fornire a Unicredit un contributo estremamente importante». Bisoni lo ha scritto nella lettera agli azionisti che accompagna la relazione al bilancio in vista dell’assemblea di metà aprile. Bisoni esprime anche apprezzamento per Piercarlo Padoan, «il migliore candidato per assumere la carica di presidente di Unicredit per il prossimo mandato. Sono certo che Unicredit potrà beneficiare della sua straordinaria esperienza e della sua profonda conoscenza del contesto istituzionale e finanziario europeo». Il presidente uscente rileva anche che Unicredit è una «banca paneuropea con un alto livello di patrimonializzazione, che può contare su una eccellente diversificazione geografica e che continuerà a trasformare le sfide in opportunità».
«Anche per Iss l’ex ministro Pier Carlo Padoan non è indipendente. Glass Lewis invece annovera Padoan tra i consiglieri indipendenti unicamente in quanto questa è la valutazione di UniCredit, che tuttavia non lo riconosce tale ai sensi del decreto 169 del 2020». Lo rileva Giuseppe Bivona, fondatore del fondo Bluebell, che ha criticato la candidatura dell’ex ministro dell’Economia alla presidenza dell’istituto. Bivona auspica «che il nuovo cda di Unicredit, una volta eletto dall’assemblea, nomini tra i suoi componenti un presidente che sia indipendente di nome e di fatto. La questione — aggiunge - è tanto più rilevante alla luce del rischio che la nomina di Padoan alla presidenza di Unicredit possa risultare in qualche modo collegata ad un progetto volto a favorire un’operazione con Mps, uno scenario a cui guardiamo con estrema preoccupazione».
Unicredit, «eccessivo» lo stipendio da 7,5 milioni di Orcel: la bocciatura dei consulenti dei fondi - Corriere della Sera
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