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Thursday, April 29, 2021

La nuova Alitalia riparte dagli slot di Linate (con più aerei) - Corriere della Sera

Per conservare il maggior numero di slot all’aeroporto di Milano Linate la nuova Alitalia è «costretta» a prendersi più aerei di quanti sarebbero necessari in questo momento con un mercato che in Europa viaggia attorno al -60%. È quanto emerge dalle parole pronunciate durante l’audizione alle Commissioni riunite Trasporti e Attività produttive da Fabio Lazzerini, amministratore delegato di Italia Trasporto Aereo, la newco pubblica creata per rilanciare la compagnia tricolore. È uno dei nodi nelle discussioni con Bruxelles che chiede il rilascio della metà dei diritti di decollo e atterraggio nello scalo cittadino milanese dal momento che nelle intenzioni iniziali la nuova società dovrebbe partire con il 50% in meno della flotta di Alitalia in amministrazione straordinaria.

Il nuovo piano

«Guardando l’evoluzione del mercato e considerando alcune delle osservazioni anche normative fatte sull’uso degli slot stiamo pensando a un ampliamento della flotta iniziale in modo che ci sia più correlazione tra gli aerei e gli slot a cui siamo interessati soprattutto a Linate», ha detto Lazzerini che è intervenuto assieme al presidente di ITA Francesco Caio. Per questo, annuncia, «stiamo già rivedendo la dimensione possibile del mix di velivoli disponibili, non necessariamente di proprietà». Se nell’ultima bozza di piano industriale i velivoli erano 47 per il trasporto passeggeri e 2-3 per le merci, stavolta la forbice è tra i 50 e i 55, tornando così ai valori di quanto stimato nella prima versione del business plan, dello scorso dicembre, che mirava a decollare con 52 aeromobili.

Il caso milanese

Se l’hub resta Roma Fiumicino, Lazzerini non ha intenzione di cedere più di tante quote di mercato a Linate definendo «eccessive» le richieste dell’Antitrust Ue. L’aeroporto — ha detto l’ad — «è investimento anche per la città: Milano ci sta portando la metropolitana. Il Comune e il gestore (cioè Sea, ndr) devono decidere se vogliono Linate pieno di low cost o offrire un servizio adeguato all’investimento fatto». Il rilascio (solo temporaneo) degli slot per questa stagione estiva (che nel trasporto aereo va da fine marzo al termine di ottobre) ha portato all’ingresso di low cost come Volotea, all’ampliamento delle rotte di easyJet, all’arrivo della romena Blue Air e della bulgaro-siciliana Tayaran Jet. Anche Wizz Air e Ryanair — come rivelato dal Corriere — hanno avuto alcuni diritti di decollo e atterraggio.

La flotta

Nell’arco di piano — quinquennale — cambiano le caratteristiche degli aerei non solo per quanto riguarda la tipologia (la quota di quelli per il lungo raggio sale al 32% rispetto all’attuale 23%) e l’età («l’80% a fine piano sarà di nuova generazione»), ma anche sui contratti: incrementano i velivoli presi a noleggio. È prevista anche un’evoluzione ulteriore sui voli intercontinentali — ha anticipato Lazzerini — per soddisfare la domanda delle imprese italiane e per il turismo. Mentre sull’handling e la manutenzione ITA sta parlando con quattro potenziali partner industriali.

La proposta di acquisto

Lazzerini ha poi affrontato anche la questione della lettera con all’interno la proposta di acquisto del ramo aviation di Alitalia e il contratto di fornitura dei servizi di handling e manutenzione. Lettera che non è stata ancora inviata. «Avevamo una bozza di lettera — ha rivelato —, è un’idea che abbiamo sul tavolo per iniziare una trattativa». Per l’ad però «è più importante prendere il controllo commerciale» per «proteggere la stagione estiva del Paese o si perdono quote di mercato ed è difficile recuperare». Anche perché «l’assenza del vettore nazionale nella programmazione estiva delle crociere e dei villaggi turistici sta impattando anche le loro vendite». «Offriamo la possibilità di stringere da subito un accordo commerciale», ha proseguito. «Se inizieremo a volare l’1 luglio o l’1 agosto o qualsiasi altra data è meno rilevante di quando prendiamo il controllo commerciale dell’azienda».

Il dossier a Palazzo Chigi

Dietro il ritardo nell’invio della proposta — che recava la data del 26 aprile — non c’è soltanto il fatto che il dossier Alitalia-ITA è ora nelle interlocuzioni tra i ministri e la presidenza del Consiglio, ma anche l’intenzione del ministero dell’Economia e delle finanze di far decidere proprio al primo ministro Mario Draghi tutti i prossimi passi. Fonti istituzionali non nascondono al Corriere che c’è anche un allineamento «non proprio perfetto» tra il dicastero dell’Economia (azionista della newco) e il ministero dello Sviluppo economico (che gestisce l’amministrazione straordinaria) su come procedere nelle prossime settimane.

La questione marchio

L’ad di ITA ha poi toccato il tema del marchio Alitalia. Un asset che ha valore economico, oltre che simbolico, e che a differenza dei loghi di Sabena (diventata Brussels Airlines) o Swissair (trasformata in Swiss) che sono sparite «quello di Alitalia resta sul mercato: se non lo prendiamo noi lo prende qualcun altro» per cui «se fossimo impediti di usarlo ci sarebbe il rischio di qualcun altro in giro con quel brand, creando confusione», ha avvertito Lazzerini, non a caso «è uno dei fulcri di negoziazione tra governo e Commissione europea». C’è poi un’altra questione: gli stipendi ai dipendenti di Alitalia. Sul conto corrente della compagnia non c’è stato ancora alcun versamento e al 29 aprile non è stata pagata alcuna retribuzione per il mese in corso.

Le alleanze

Quanto alle partnership Lazzerini ha spiegato che spetta all’azionista di ITA — il ministero dell’Economia — decidere se e chi fa entrare nel capitale della newco. Per il momento l’ad punta a stringere un accordo commerciale o con gli alleati storici di Delta Air Lines-Air France-Klm (e Virgin Atlantic) oppure Lufthansa. Proprio il colosso tedesco, presentando i dati trimestrali, è intervenuto anche sul dossier. «Siamo pronti a una collaborazione commerciale con Alitalia, ma non a un investimento finanziario», ha ripetuto Carsten Spohr, amministratore delegato del gruppo.

Il ricorso di Ryanair

Sul fronte dell’amministrazione straordinaria i ristori per i danni subiti dal Covid-19 — e approvati dalla Commissione europea — finiscono nel mirino di Ryanair, la principale low cost del continente e primo vettore in Italia per passeggeri trasportati. Secondo il sito specializzato MLex la denuncia è stata presentata alla Corte di Giustizia dell’Ue: per Ryanair proprio l’autorizzazione del pacchetto da parte di Bruxelles sarebbe un abuso di potere dal momento che Alitalia è già coinvolta in una doppia indagine europea per aiuti di Stato (pari a 1,3 miliardi di euro) erogati nel 2017 e 2019. Dal vettore low cost confermano al Corriere di aver fatto ricorso. Una mossa simile a quanto fatto già per i pacchetti di salvataggio nei confronti di altre aviolinee europee.

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