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Saturday, July 31, 2021

Tivusat in tutta la casa e "ciaone" al digitale terrestre: si può fare. Ecco come. - DDay.it - Digital Day

E se questo benedetto digitale terrestre ci avesse stufato? In fondo, con il rinvio ulteriore dello switch-off, le trasmissioni terrestri non potranno che degradare ulteriormente di qualità: altro che 4K, sul digitale terrestre si va verso una situazione con tanta standard definition e bitrate forzatamente bassi. Insomma una TV a "quadrettoni" che gli attuali televisori 4K a grandissimo schermo davvero non si meritano.

Perché tivusat è una soluzione

Più volte abbiamo raccontato su queste pagine come, ricorrendo a Tivusat (la piattaforma satellitare italiana gratuita), sia possibile chiamarsi fuori da tutta la querelle attorno al digitale terrestre e al passaggio, più o meno remoto, al DVB-T2. Via Tivusat si ricevono - tutti gratuiti - i canali nazionali del digitale terrestre; ben 6 canali in 4k (zero su digitale terrestre), tra cui Rai 4k e la bellissima Nasa TV 4K: e poi ben 60 canali in HD (9 su digitale terrestre); infine, tutti i 23 TG Regionali RAI. Un'offerta che per qualità e quantità il digitale terrestre non offre e, con le attuali premesse, probabilmente non offrirà mai.

Ecco la lista dei canali gratuiti 4k (i primi 6 con sfondo bianco) e HD compresi nell'offerta tivusat

Certo, serve una parabola e la distribuzione del segnale satellitare, oltre che un apparato di ricezione per ogni schermo, ovverosia un TV compatibile o un decoder tivusat esterno. Ma ci sono diverse soluzioni interessanti, e non così conosciute, che possono semplificare la vita e soprattutto rendere possibile la distribuzione del segnale sat a tutti i TV di casa e non solo a quello principale. Ne abbiamo parlato con i tecnici di Auriga, primario distributore di apparati per la ricezione televisiva.

Distribuire il segnale in tutta la casa è molto più facile di prima: gli standard "single cable"

Partiamo apparentemente dalla fine, la distribuzione del segnale a tutti i TV di casa. Negli impianti satellitari tradizionali, dall'illuminatore della parabola escono quattro cavi, che generalmente costituiscono il montante dell'impianto: le due polarità orizzontale e verticale e le bande alta e bassa. Questi cavi entrano (e se necessario escono e proseguono) in un cosiddetto "multiswitch", generalmente a livello di piano, un apparato attivo dal quale parte un cavo per ogni punto di antenna satellitare: sarà il multiswitch a mandare al decoder o al TV le bande corrette a seconda della richiesta del tuner sat.

Da qualche anno, però, ci sono soluzioni anche più semplici, soprattutto per la distribuzione all'interno di casa. Esistono, infatti, degli standard di codifica del segnale su singolo cavo che permettono di collegare più decoder o TV contemporaneamente alla medesima connessione, cosa che prima non si poteva fare: si tratta del sistema SCR (Satellite Channel Router) o del più moderno ed evoluto dCSS (Digital Channel Stacking System).

Ruggiero Digiorgio, product manager di Auriga

"In poche parole - ci spiega Ruggiero Digiorgio, product manager di Auriga - è come poter disporre di una sorta di protocollo a indirizzi: ogni ricevitore ne ha uno riservato e in SCR possono conviverne quattro indipendenti sullo stesso cavo; dCSS è più evoluto ed, oltre a essere retrocompatibile con SCR, può gestire altri 12 segnali sempre sullo stesso cavo".

Questo vuol anche dire che apparecchi compatibili con SCR possono convivere con quelli pronti al più evoluto dCSS sul medesimo impianto.

Uno degli usi di questi standard è per esempio finalizzato a permettere a un decoder di sintonizzare più canali sat contemporaneamente: è quello che accade con Sky Q satellitare, che, proprio grazie a dCSS, con un singolo cavo alimenta i suoi 12 tuner sat integrati che servono per catturare i segnali che servono per alimentare tutti i Q Mini distribuiti in casa e per le attività di registrazione. E questo è il motivo per il quale, normalmente, il tecnico Sky installa un convertitore dCSS nella scatola di piano dell'antenna (se l'impianto è condominiale) prelevando il segnale proprio dai 4 montanti citati prima.

Un esempio di un multiswitch dCSS-SCR

Ma il dCSS (o per lo meno l'SCR) può essere usato proprio per distribuire con facilità il segnale sat in casa, volendo anche ricovertendo al satellite l'impianto di antenna terrestre: "Quello che tanti non sanno - ci spiega Digiorgio - è che un cavo di antenna terrestre, se sufficientemente recente, ha una banda passante adeguata a trasportare anche il segnale satellitare. Se a monte si posiziona un multiswitch dCSS, è possibile usare la predisposizione esistente in casa per l'antenna terrestre per portare in ogni stanza il completo segnale satellitare". Ovviamente sarà poi necessario avere decoder o TV che gestiscano lo standard dCSS o per lo meno quello SCR: fino a quattro SCR possono convivere sullo stesso cavo.  Non solo: se serve in una postazione avere più di un'uscita (per esempio, per un TV e un decoder), basterà splittare il segnale con un partitore passivo (che però faccia passare la corrente necessaria per il controllo dello standard di comunicazione) ed il gioco è fatto.

Cosa serve per sintonizzare tivusat sui TV di casa?

OK, ammettiamo di aver portato così il segnale sat a tutte le TV di casa. Ma ora cosa serve? Le trasmissioni tivusat sono sì gratuite, ma per motivi di diritti, limitati al territorio italiano, sono criptate e per decodificarle serve un decoder tivusat (che già contiene l'apposita card) o un una CAM tivusat, cioè il modulo da inserire direttamente nei TV compatibili. Oramai, va detto, la stragrande maggioranza dei TV venduti in Italia, almeno quelli di dimensione medio grande, dispongono di tuner satellitari e molti di essi sono certificati tivusat (per la lista intera, consultare questa pagina).

In presenza di un TV compatibile, ovviamente la soluzione più semplice è quella di comprare una CAM (costa circa 100 euro), che contiene la relativa card e inserirla nel TV. A quel punto il TV è in grado di sintonizzare nativamente tutti i canali tivusat, memorizzandoli automaticamente in una lista numerata in modo da essere facilmente navigabile. Si usa quindi il telecomando del solo TV, proprio come si fa con il digitale terrestre, ma con il vantaggio di avere più canali e soprattutto più qualità.

Se il TV non dovesse essere compatibile con tivusat, magari perché un po' datato, bisogna ricorrere a un decoder esterno: "Non è un grosso problema - ci dice Digiorgio -: noi per esempio distribuiamo il decoder tivusat Diprogress DPS102TV che è compatibile dCSS. Sullo stesso cavo se ne possono collegare fino a 16 (se l'impianto è dCSS, ovviamente, ndr)".

Anche per quello che riguarda i TV, ci sono alcuni modelli, tra quelli con il tuner sat, compatibili con il protocollo dCSS: per sincerarsene bisogna verificare sulle specifiche tecniche. La maggior parte dei TV con tuner sat è comunque compatibile almeno con lo standard SCR, anche se fare la corretta configurazione può comportare qualche grattacapo, soprattutto sugli apparecchi più datati, per una certa disuniformità dei termini usati nei diversi menù. 

E la parabola? Non bisogna per forza avere il "padellone"

Sono in tanti ad avere già accesso a un segnale sat, o condominiale o grazie a una parabola propria posta sul balcone o sul tetto. In fondo il satellite che trasmette i canali del bouquet di tivusat è HotBird, lo stesso utilizzato da Sky Italia e non è così infrequente che l'abitazione sia già servita da questo segnale. 

Se invece la parabola non c'è, va ovviamente installata. Nei casi in cui l'installazione di una parabola tradizionale fosse possibile, questa è sempre la soluzione da preferire, soprattutto per una ragione di costi: i prezzi di una parabola tradizionale da 60 cm, che va bene per ricevere tivusat, costa poche decine di euro e l'installazione, sempreché non ci siano giri clamorosi da fare con i cablaggi, è tutt'altro che proibitiva. 

Ma se non si ha la parabola? O se non si vuole intaccare l'estetica della casa con una parabola? "Ci sono soluzioni - ci racconta Digiorgio di Auriga - anche per chi le parabole proprio non le sopporta dal punto di vista estetico. Per esempio con le antenne sat piatte. Noi distribuiamo le Selfsat, dei parallelepipedi bianchi 57 x 30 cm, spessi meno di 10 cm che hanno un rendimento pari a parabole tradizionali da 75 cm di diametro. Vanno ovviamente orientate nella giusta direzione, ma l'impatto estetico è ridottissimo, neppure si capisce che siano antenne".

Le antenne piatte Selfsat sono disponibili sia in versione con illuminatore tradizionale (uscita a 4 cavi) che in versione dCSS già integrata, con quindi un solo cavo in uscita da distribuire in tutta la casa. Questa soluzione, non ancora così conosciuta, risolve il problema estetico e anche quello funzionale della gestione della distribuzione del segnale in casa.

In questa foto un'installazione satellitare in un trullo ad Alberobello, tenuta a bassissimo impatto estetico grazie all'utilizzo di una parabola piatta (realizzazione a cura di Luca De Tommaso per Calabrese Elettronica SRL - BARI)

E se non voglio spendere in CAM e decoder? 

Nel caso in cui i TV da servire siano diversi, come accade per esempio in hotel, pensionati e comunità, la logica è sempre la stessa? "No - ci spiega Ruggiero Digiorgio di Auriga -, in quel caso i costi di CAM e decoder rischiano di salire troppo, dato che ne serve uno per schermo da servire. A quel punto conviene agire a livello di centrale e distribuire i canali tivusat ricreando dei bouquet digitale terrestre con sistemi in grado di convertire i segnali : in questo modo, non cambia l'impianto di distribuzione del segnale di antenna e i TV, anche quelli non sat e non DVB-T2, sono in grado di sintonizzare correttamente il segnale senza bisogno di null'altro. Questo sistema è anche molto utile a livello condominiale per coprire i “buchi” del segnale digitale terrestre in alcune zone".

Un esempio di un sistema di ricezione tivusat da centrale

Ma questo tema, relativo agli interventi tivusat su centrali condominiali o multiutenza, è un argomento che affronteremo a breve in un altro articolo, nella seconda parte del nostro incontro con Auriga e Digiorgio, a cui vi rimandiamo.

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