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Thursday, September 23, 2021

Riscossione, in fuga dalle rate - ItaliaOggi.it - Italia Oggi

Agenzia delle entrate-Riscossione

Ottocentomila contribuenti in fuga dalla riscossione. Il 6 settembre sono scaduti i termini per il pagamento, dopo molti rinvii causa Covid-19, dei versamenti delle rate delle rottamazioni per il 2020. Il 30 novembre il copione dovrà essere rispettato per le rate del 2021. Ma il rischio di una voragine è dietro l'angolo. Attualmente, secondo quanto ItaliaOggi è in grado di anticipare, i calcoli all'Agenzia delle entrate-Riscossione non tornano. Dai numeri in possesso dell'Agenzia presieduta da Ernesto M. Ruffini dovevano essere 1.800.000 i contribuenti (tra codici fiscali e partite Iva) a saldare i propri conti di cartelle e ruoli con l'amministrazione. Ma tirando le somme mancano all'appello in 800 mila. Un numero enorme di debitori scomparsi. Ora l'Agenzia sta procedendo alle verifiche per depurare il dato da eventuali duplicazioni ed errori, fatto sta che le cifre che potrebbero venire meno alle casse dello stato sono stimate in circa 4 mld di euro. Non solo. L'effetto del mancato versamento delle rate per questi contribuenti è quello di cadere nel girone dei cattivi pagatori, e si traduce nell'impossibilità tra qualche mese di ottenere il documento unico di regolarità contributiva (Durc) e di conseguenza di partecipare a bandi o gare della pubblica amministrazione. C'è poi l'aspetto delle richieste di eventuali finanziamenti o canali di credito di liquidità bancaria.

Insomma il mancato rispetto del versamento rischia di avere nelle prossime settimane un effetto a valanga sul credito.

Mentre nelle commissioni di camera e senato si continua a discutere su quali aspetti non possono mancare nella riforma della riscossione in arrivo e che potrebbe trovare un accenno nella legge delega fiscale attesa ormai post voto delle comunali sul tavolo del consiglio dei ministri. I tempi per la mozione unitaria parlamentare si allungano e il lavoro dei parlamentari rischia di restare un esercizio di stile. Nel cantiere della legge delega della riforma fiscale si vorrebbe dare già una qualche indicazione anche della riscossione che verrà e il Parlamento se non si affretta a chiudere i lavori rischia di vedere non inserite le proprie valutazioni. Il 6 settembre sono scadute le rate della rottamazione ter scadute a maggio 2020. La legge di conversione del decreto Sostegni bis (dl 73/21) ha riscritto i termini per i versamenti delle rate 2020 di rottamazione ter e saldo e stralcio concedendo ai contribuenti la possibilità di effettuare il pagamento in più mesi. Per le rate in scadenza nel 2021 si guarda al 30 novembre prossimo. Il 30 settembre e il 31 ottobre si versano ancora rate per il 2020 ma saltata quella del sei settembre si è fuori dal percorso della dilazione. Nel caso in cui non si dovesse risultare adempimenti nei versamenti si decadrà dalla definizione agevolata ed i versamenti effettuati saranno considerati come acconti delle somme dovute. La decadenza non consente la rateizzazione del carico residuo. Un problema non da poco, dunque, se si considera che proprio l'Agenzia delle entrate-Riscossione la cui attività ordinaria è ancora sospesa per la pandemia ha preventivato una recupero pari a 7,1 mld di euro nel 2021 e di questi 3,3 mld arrivano dalle definizioni agevolate. L'Agenzia nelle note inviate alla commissione del Senato (si veda ItaliaOggi di ieri) ha evidenziato che la decadenza della rateizzazione in Italia è stata oggetto di diversi interventi che ne hanno ridotto la deterrenza. «È evidente», scrivono dall'Agenzia che «per come è strutturato l'istituto della riammissione ad una rateazione dalla quale si è decaduti puo' prestarsi ad un utilizzo meramente strumentale da parte di taluni contribuenti, al solo fine di paralizzare, o comunque di rallentare, il riavvio dell'attivazione delle procedure esecutive nei propri confronti da parte dell'agente della riscossione.»

Per quanto riguarda la rateizzazione poi nei piani dell'Agenzia si punta a essere ancora più celeri nel riconoscere a chi ne fa richiesta la dilazione del debito entro i cinque giorni dal ricevimento dell'istanza.

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