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Monday, February 21, 2022

Borse europee nella trincea ucraina, a Mosca indici a picco. Milano chiude a -1,7% - Il Sole 24 ORE

4' di lettura

(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Il rinnovato timore di un conflitto armato sul confine ucraino, con gli sforzi diplomatici che per ora non sembrano riuscire a distendere il clima, manda di nuovo in fibrillazione i listini europei che chiudono la prima seduta della settimana con perdite vicine al 2% (si salva solo Londra). Dopo una buona partenza in scia all’annuncio del possibile summit Usa-Russia, infatti, gli indici sono rapidamente passati in “rosso” a causa della presa di posizione del Cremlino, che ha definito «premature» le indicazioni sul possibile incontro. Con Wall Street chiusa per il Presidents’ Day, la situazione sui mercati è poi peggiorata quando il presidente russo, Vladimir Putin, ha spiegato che avrebbe deciso già oggi se riconoscere (o meno) le due autoproclamate repubbliche del Donbass. Tensioni che hanno relegato sullo sfondo, almeno per un giorno, i dubbi degli operatori sui tempi per la stretta monetaria da parte delle banche centrali e il calo degli indici Pmi manifatturieri nell’eurozona, con la Borsa di Mosca che è crollata del 13% a causa dei venti di guerra (e il conseguente rischio di sanzioni internazionali). In questo clima, a Piazza Affari il FTSE MIB perde terreno con quasi tutti i titoli del listino principale in territorio negativo.

Rallenta l'attività manifatturiera in Europa

Intanto sul fronte macro, è emerso che a febbraio nell'Eurozona l'Indice Pmi manifatturiero si è attestato a 58,4 punti, diminuendo rispetto ai 58,7 punti di gennaio, secondo le rilevazioni di Markit. Invece l'Indice Pmi per il settore dei servizi si è portato ai massimi degli ultimi 3 mesi raggiungendo quota 55,8 punti (51,1 a gennaio), cosicché l'Indice Pmi composito è migliorato a 55,8 punti (da 52,3 punti), massimo degli ultimi 5 mesi. Per il momento, comunque, le notizie economiche e le analisi sono relegate in secondo piano, anche se il focus rimane sull'inflazione e sulle future mosse delle banche centrali, che potrebbero alzare il costo del denaro per far fronte al caro-vita.

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A Piazza Affari si salva Nexi, scivola Exor

A Piazza Affari sono poche le blue chips che hanno chiuso la seduta in territorio positivo, tra cui Nexi. Chiude in perdita invece Moncler nell'attesa delle novità sul settore della moda che potrebbero emergere dalle sfilate milanesi che inizieranno il 22 febbraio. Termina in "profondo rosso" la holding Exor, dopo che la holding di casa Agnelli ha venerdì scorso ha annunciato un accordo transattivo da 746 milioni con il fisco italiano per risolvere il contenzioso in merito all`applicazione della Participation Exemption in occasione della fusione tra la società di diritto italiano Exor e la sua controllata olandese Exor Holding N.V. per creare l'odierna Exor. «La notizia è inattesa, anche perché si tratta di una questione sorta nel corso del 2021 e ha un impatto negativo del 3% circa sul NAV», hanno commentato gli analisti di Equita, che ad ogni modo consigliano di acquistare le azioni (giudizio di 'buy'), visto che i titoli hanno uno sconto sul NAV elevato, attorno al 40%. Le vendite hanno penalizzato le principali banche, da Banco Bpm a Unicredit, con la seduta che è stata negativa anche per Saipem, Tenaris e Davide Campari.

Cnh Industrial ha chiuso la seduta in forte "rosso" alla vigilia del Capital Markets Day e dopo le indicazioni fornite dalla concorrente statunitense Deere. Il gruppo Usa ha annunciato i conti del primo trimestre del suo anno fiscale, chiuso il 31 gennaio, e alzato le previsioni sull'intero esercizio grazie al buon andamento della domanda. Notizie accolte tuttavia negativamente a Wall Street, dove il titolo ha perso il 3% dato che gli investitori si aspettavano un miglioramento ancora più marcato degli obiettivi. «Consideriamo i numeri del primo trimestre 2022 di Deere positivi per l'outlook 2022 di Cnh», hanno però commentato gli analisti di Intesa Sanpaolo. «Per una prospettiva più a lungo termine -hanno aggiunto - crediamo che l'attenzione del mercato sarà sul piano industriale che sarà presentato domani e sul confronto tra i target strategici a lungo termine di Cnh e quelli appena introdotti da Deere». Anche gli esperti di Banca Akros hanno mantenuto la raccomandazione "buy" per Cnh.

Seduta pesante per lo spread che sale a 172 punti

Le tensioni geopolitiche si riversano sul reddito fisso con la carta sovrana dei periferici in difficoltà. E' il caso dei BTp che, sulla scia di una corrente di vendite, si deprezzano sul secondario telematico Mts con un balzo dei rendimenti e il conseguente allargamento dello spread con i Bund risultati, invece, in apprezzamento. In chiusura il differenziale di rendimento tra il BTp decennale benchmark e il pari scadenza tedesco segna 172 punti base contro i 166 punti base di stamani dopo i primi scambi, un finale in netto aumento, quindi, rispetto al closing di venerdì 18 febbraio (164 punti base). In tensione anche il rendimento del BTp decennale benchmark che si attesta all'1,92% al closing (1,87% stamani in avvio e 1,85% venerdì nel finale).

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