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Thursday, March 10, 2022

La Bce non ha dubbi: "Quali saranno le conseguenze della guerra" - ilGiornale.it

L’impatto della guerra non si avvicina neanche a quello del Covid. Christine Lagarde, presidente della Bce, con la spilla della bandiera ucraina al petto, nella conferenza stampa dopo la riunione del Consiglio direttivo, ha sottolineato come pur avendo“la guerra un impatto materiale sull’attività economica e sull’inflazione”, sarà fondamentale valutare l’evoluzione del conflitto e soprattutto quali saranno gli effetti delle sanzioni o di altre misure che i paesi della Nato intenderanno applicare.

La crescita del Pil, ad esempio, è stata rivista al ribasso per il breve termine, ma le stesse proiezioni prevedono che l’economia crescerà del 3,7% nel 2022, del 2,8% nel 2023 e dell’1,6% nel 2024. L’inflazione, invece, secondo Lagarde, “potrebbe essere considerevolmente più alta nel breve termine”, ma dovrebbe tuttavia calare e stabilizzarsi intorno all’obiettivo del 2% nel 2024.

Ecco perché la numero uno della Bce, rivolgendosi agli economisti più timorosi, ha detto a chiare lettere “come mettere incertezza su una situazione già incerta è sbagliato”. A suo parere, ogni scelta, a partire da quella relativa all’innalzamento dei tassi, dovrà essere presa senza tener conto di programmi a lungo termine. Il suo appello ha, quindi, come priorità mettere da parte l’aspetto temporale e al contrario ragionare secondo i dati che arriveranno giorno per giorno. “In base a ciò – ha detto ai cronisti Lagarde – cercheremo di stabilire un percorso corretto”.

Per il Consiglio direttivo della Bce, l’invasione russa dell'Ucraina, comunque, “segna uno spartiacque per l'Europa”. Ecco perché, intende, assicurare, sin da subito, condizioni di liquidità distese e attuare le sanzioni decise dall'Ue e dai suoi governi. “Il Consiglio – è scritto nel comunicato post riunione - intraprenderà qualsiasi azione necessaria per garantire la stabilità dei prezzi e preservare la stabilità finanziaria”.

A essere ancora più ottimista di Lagarde è il vicepresidente della Bce Luis De Guindos, secondo cui “la Russia è importante per i mercati dell’energia e delle materie prime, ma l’esposizione del settore finanziario europeo non è così rilevante”. Gli effetti della guerra, a suo parere, non sono neanche paragonabili a quelli del Covid. “Ciò che è accaduto all’inizio della pandemia – ha sottolineato – non è neanche comparabile alla situazione attuale. C’è più volatilità sui mercati azionari e sulle obbligazioni abbiamo visto alti e bassi, ma gli spread sono rimasti abbastanza contenuti”.

Quanto detto nella conferenza post Consiglio direttivo, però, non ha mancato di scaturire qualche polemica. Domenico Siniscalco, vicepresidente di Morgan Stanle e responsabile della copertura governativa Emea, ad esempio, ha dichiarato come non si sarebbe aspettato dichiarazioni così confortanti da parte della Bce. “I prezzi dell’energia e del grano – ha evidenziato – si scaricano immediatamente sui prezzi. L’inflazione soffrirà ovunque”.

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