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Wednesday, September 21, 2022

Borse si risollevano prima della Fed, escalation Putin spinge energia e difesa - Il Sole 24 ORE

5' di lettura

(Il Sole 24 Ore Radiocor Plus) - La stretta imminente della Federal Reserve sul costo del denaro negli Stati Uniti e il timore di un'escalation ulteriore della crisi ucraina dopo la chiamata del presidente russo Putin alla mobilitazione dei riservisti hanno spinto in rosso le Borse europee per gran parte della mattinata, ma gli acquisti sul settore dell'energia e delle materie prime insieme all'appeal dell'industria della difesa, proprio a causa della situazione nell'Est Europa, ha portato gli indici in positivo. Anche Francoforte (DAX 40) e Parigi (CAC 40) hanno recuperato terreno mentre Piazza Affari (FTSE MIB) segna addirittura un buon rialzo grazie al balzo di Leonardo - Finmeccanica e dei titoli energetici. La Borsa di Mosca perde oltre il 4% nell'indice Rts.

Una stretta di almeno 75 punti base

Tutti si aspettano un terzo rialzo consecutivo di 75 punti base da parte della banca centrale americana visto che le scommesse di un approccio meno aggressivo da parte dell'istituto sono svanite dopo i dati dell'inflazione Usa di agosto; anzi, tra gli analisti, c'è chi si spinge a ipotizzare anche un possibile rialzo di 100 punti base. «Le nostre attese sono fissate per un rialzo dei tassi di interesse di 75 punti base, portando il nuovo range dei tassi dal 2,25%-2,50% al nuovo 3%-3,25%. Crediamo che la Federal Reserve manterrà tuttavia toni molto hawkish nel comunicato stampa, nella conferenza stampa di Jerome Powell e nel materiale pubblicato (proiezioni economiche e grafico dotplot)» è il commento di Ig Italia.

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Dopo Svezia e Usa, altre banche centrali pronte a muovere

L'alta sensibilità dei mercati al tema tassi in questa fase è emersa da ultimo con la decisione a sorpresa della Banca centrale svedese di aumentare il costo del denaro di 100 punti base e questo si è tradotto in una sessione negativa dei mercati finanziari con vendite sull'azionario e anche sui titoli di Stato da entrambe le parti dell'Atlantico: il decennale Usa è arrivato a superare il 3,5%, quello italiano a sfiorare il 4,2%.

Domani giovedì 22 settembre è prevista la riunione della Banca d’Inghilterra, anch’essa determinata a combattere l’inflazione, che nel Regno Unito è arrivata al 9,4%: il mese scorso la Bank of England ha aumentato i tassi di mezzo punto percentuale - come non faceva da 27 anni - e li ha portati all’1,75%. Anche la Banca del Giappone terrà il suo comitato monetario; però l’inflazione nipponica, salita al 2,8%, è ancora sotto controllo e la politica monetaria della Bank of Japan è tuttora accomodante.

Wall Street, future in rialzo nel giorno della Fed

I future indicano un'apertura in rialzo a Wall Street, dopo i cali della vigilia, nel giorno della Fed. Dalla pubblicazione, la scorsa settimana, del dato sui prezzi al consumo (Cpi), inaspettatamente in aumento, i mercati si sono mossi in anticipo su una politica molto aggressiva della Fed: dall'attuale 2,25-2,5%, i tassi potrebbero arrivare entro la fine dell'anno al 4,5%, contro il 4% ipotizzato prima del Cpi. L'andamento degli indici dipenderà non tanto dalla decisione di oggi, ma dal cosiddetto 'dot plot' - ovvero la rappresentazione grafica delle proiezioni sui tassi d'interesse di ogni banchiere della Fed - che sarà reso noto contestualmente, e dalle successive parole in conferenza stampa del presidente della Fed, Jerome Powell. Se il 'dot plot' e le parole di Powell dovessero rispettare le attese dei mercati, potrebbe esserci un rimbalzo degli indici.

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