Ftx, la piattaforma fondata dal 30enne Sam Bankman-Fried per lo scambio di criptovaluta, fallita per crisi di liquidità all’inizio di novembre, deve ai suoi 50 maggiori creditori almeno 3,1 miliardi di dollari. Lo scrive il Washington Post, citando nuovi documenti processuali. L’importo più alto da restituire è di 226 milioni di dollari. Ci sono anche 10 creditori che vantano crediti per almeno 100 milioni di dollari. Tra le società che hanno investito in Ftx ci sono: BlackRock, Sequoia Capital, Tiger Global e il fondo pensionistico Ontario Teachers’ Pension Plan. Prima dello scandalo, Bankman-Fried era considerato un genio del settore, acclamato dalla grande stampa finanziaria, che invitava Bill Clinton, Tony Blair o la stella del pop Katy Perry alle sue convention alle Bahamas.
Cosa sappiamo della bancarotta di Ftx?
La caduta di Ftx è stata veloce ed è iniziata da una fuga di notizie, una vendita di token e una crisi di liquidità. Poi sono cominciate a emergere una serie di irregolarità contabili, amministrative e organizzative. Ftx ha presentato istanza di fallimento lo scorso 11 novembre, dopo che Binance ha deciso di rinunciare all’acquisizione dell’exchange. La decisione è arrivata dopo l’uscita di un articolo sul sito specializzato CoinDesk, in cui veniva rivelato che Alameda Research, società controllata da Ftx, deteneva una parte significativa delle sue riserva in Ftt, ovvero i token creati da Ftx. Il Dipartimento di Giustizia americano e due autorità di regolamentazione federali hanno avviato indagini per verificare se la borsa di criptovalute abbia eluso le regole sulla salvaguardia dei depositi dei consumatori e sui rapporti con gli affiliati di trading. Dopo lo scandalo l’amministratore delegato, Sam Bankman-Fried, si è dimesso.
Ci sono i rischi di un crollo sistemico delle criptovalute?
Dietro il crollo di quella che veniva considerata una delle aziende di criptovalute più stabili al mondo, come ha spiegato Federico Fubini, ci sono tutti gli ingredienti di uno choc sistemico in grado di propagare il contagio a tutto il mondo della finanza digitale e oltre. Dalle prime verifiche del curatore fallimentare alle Bahamas è emerso che i fondi dei clienti della piattaforma Ftx venivano usati per finanziare il trading del fondo d’investimento di Bankman-Fried Alameda Research. John Ray, nuovo amministratore delegato di Ftx, ha dichiarato: «Nella mia carriera non ho mai visto un fallimento così completo della supervisione aziendale e una mancanza così evidente di informazioni finanziarie affidabili come quella che si è verificata». Poi ha aggiunto: «Questa situazione è senza precedenti. Dalla compromissione dell’integrità dei sistemi e dall’imperfetto controllo normativo all’estero alla concentrazione del controllo nelle mani di un gruppo molto ristretto di individui inesperti, grezzi e potenzialmente corrotti».
Dove sono finiti i soldi degli investitori?
Secondo quanto riporta il Wall Street Journal, Bankman-Fried ha ammesso di aver utilizzato miliardi di dollari dei clienti di Ftx per finanziare gli investimenti ultra-rischiosi della propria società di trading, Alameda Research. Un primo esame dei conti di Ftx ha confermato questo trasferimento di fondi ad Alameda Research. Una parte del denaro trasferito sarebbe stato usato per acquistare almeno 19 sontuose proprietà alle Bahamas, per un valore di quasi 121 milioni di dollari. Ma secondo l’avvocato James Bromley di Sullivan & Cromwell, che ha presentato l’attuale situazione di Ftx al processo,«circa 300 milioni di dollari» sono stati usati per acquistare «case e proprietà per le vacanze utilizzate dai dirigenti senior di Ftx» alle Bahamas. Secondo Bromley, Bankman-Fried avrebbe gestito la piattaforma di scambio di criptovalute come un «feudo personale», spendendo «ingenti somme di denaro» per oggetti non correlati all’attività, come le case-vacanza alle Bahamas. Secondo il Wall Street Journal l’improvviso fallimento di Ftx sta avendo pesanti ripercussioni sull’economia del piccolo Stato insulare. L’azienda spendeva oltre 100.000 dollari a settimana solo per il catering e aveva istituito un servizio navetta privato per trasportare i dipendenti in tutta l’isola.
Quali sono gli effetti sul bitcoin e le altre criptovalute?
La bancarotta di Ftx sta trascinando con sé una cascata di collassi, oltre ad aver scatenato la corsa degli investitori al ritiro dei loro attivi dalle piattaforme cripto. La criptovaluta più solida, Bitcoin, è tornata sopra i 16mila dollari, mentre Ethereum viaggia poco sopra i mille. Solo un anno fa, la prima valeva oltre 55mila dollari, la seconda più di 4mila. Il valore del settore è crollato a 850 miliardi, cedendo quasi il 70%. Il crollo di Ftx probabilmente aumenterà la pressione degli investitori e delle autorità di regolamentazione sulle piattaforme di criptovalute, affinché divulghino maggiori informazioni sui loro bilanci, salvaguardino i patrimoni dei clienti, limitino la concentrazione degli asset e promuovano una più attenta gestione del rischio.
Quali sono le società più a rischio?
La crisi innescata dalla società di Bankman-Fried ha finito per travolgere anche BlockFi che ha dovuto sospendere i prelievi. Nei giorni scorsi l’intermediario Genesis Trading, che nel 2021 ha originato circa 50 miliardi in prestiti per investimenti nel mercato delle criptovalute, ha sospeso i rimborsi e la concessione di prestiti. A seguito del crollo di Ftx anche i clienti di Crypto.com, tra le piattaforme di asset digitali sponsor della Serie A, sono corsi a ritirare i loro risparmi dopo che l’ad Kris Marszalek aveva ammesso di aver gestito male una transazione da circa 400 milioni di dollari. Tuttavia, in una recente una comunicazione su YouTube, il manager ha rassicurato sullo stato di salute della piattaforma e in particolare su quei trasferimenti che avevano fatto temere il peggio.
Perché non c’è una regolamentazione adeguata delle criptovalute? E cosa si sta facendo?
Le criptovalute «sono ad oggi prive di una regolamentazione adeguata. Il regolatore europeo e gli organismi internazionali si sono attivativi per cercare di portare questi strumenti all’interno di una cornice regolamentare ad hoc», ha detto Pierfrancesco Gaggi, vice direttore generale dell’Associazione bancaria italiana, nel corso di un seminario dell’Abi a Firenze. Di recente il capo della vigilanza finanziaria della Banca centrale europea, Andrea Enria, ha spiegato al Financial Times che «uno dei maggiori problemi che le autorità di regolamentazione devono affrontare è la difficoltà di individuare la sede di molti fornitori di crypto-asset». «I nostri strumenti si concentrano sulle persone giuridiche e sui territori - ha aggiunto - , ma questo con i fornitori di crypto-asset non funziona». La proposta di regolamento dell’Ue MiCa sui mercati delle cripto attività entrerà in vigore nel 2024. Ma molti esperti ritengono che sarebbe opportuno accorciare i tempi. Anche negli Stati Uniti l’attenzione è alta. La vicepresidente della Fed, Lael Brainard, ha detto a Bloomberg che il mondo cripto deve essere inserito in dei «perimetri normativi».
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Bancarotta Ftx: le case alle Bahamas, i soldi svaniti, cosa c'è dietro la truffa cripto di Bankman-Fried - Corriere della Sera
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