Il 20 dicembre, dopo mesi di riassetto delle frequenze, verranno spenti i rimanenti canali codificati in Mpeg2, quelli posizionati negli slot dal 501 in poi. Sono già al momento ridondanti, nel senso che dallo scorso 8 marzo sono simultaneamente trasmessi con la nuova codifica Mpeg4 nelle numerazioni iniziali del telecomando, dalla posizione 1 alla 9 e dalla 20.
Di cosa stiamo parlando? Della lunga marcia verso la transizione al nuovo digitale terrestre, il DVB-T2, che dovrà concludersi entro il 2023. Quello che succede il 20 dicembre è che si chiude la tribolata fase propedeutica: da quel giorno Rai, Mediaset, La7 e le altre emittenti spegneranno definitivamente gli ultimi canali trasmessi in Mpeg-2 e definizione standard, appunto quelli parcheggiati dal 500 in poi. Dal 21 dicembre avremo solo trasmissioni in Mpeg-4 alle numerazioni iniziali: se già ora vediamo quelle, siamo a posto. Almeno per il momento.
Chi è coinvolto dallo switch-off
Non sono tante le persone che dovranno fare qualcosa o allarmarsi. Tutti i televisori in commercio almeno dal 2010 supportano l’alta definizione. E se fossero ancora più vecchi, per decodificare il segnale basta un decoder da pochi euro. Questo primo aggiornamento lascerà quindi al buio solo gli apparecchi più vecchi, i primissimi televisori HD Ready con decoder integrato SD. Gli altri, da HD Ready in poi e commercializzati da almeno 12 anni, vanno ancora bene. Tempo fa qualcuno parlò di circa 10 milioni di tv coinvolte, ma è molto più probabile che si tratti di al massimo un paio di milioni di dispositivi.
Quanto al prossimo anno, sono al sicuro quelli che hanno acquistato una nuova tv almeno a partire dal 2018. Ma non è detto che per il passaggio definitivo non vadano bene anche modelli precedenti a quella data: la soglia del 22 dicembre 2018 venne posta un po’ arbitrariamente dall’allora ministero dello Sviluppo economico come discrimine per la rottamazione del televisore che dava accesso al bonus di 100 euro. Un bonus fra l’altro scaduto, per esaurimento di risorse proprio come l’altro (il bonus tv e decoder), lo scorso 12 novembre.
Chi vede solo Mpeg-2 e chi potrebbe non vedere DVB-T2
I problemi sono quindi due: il primo, residuale e relativo al primo switch-off del 20 dicembre, è di chi riesca a vedere i canali Rai e Mediaset solo dalle posizioni 501 (nel primo caso) e dal 104 in poi (nel secondo) e non nelle nuove posizioni: significa che il televisore non supporta Mpeg-4 e bisogna provvedere a sostituirlo o a utilizzare un decoder.
Il secondo riguarda chi abbia acquistato una smart tv prima del 2018: si tratta di apparecchi relativamente recenti e che supereranno senza problemi il mini switch-off di questi giorni ma potrebbero non essere adeguati a quello che si consumerà nel 2023. La ragione? Un tecnicismo: potrebbero essere dotati di decoder DVB-T2 ma senza obbligo di supporto al formato Hevc (H265) con profilo Main 10.
Come testare i televisori
Se già si vedono i programmi sulle numerazioni da 1 in poi, non ci saranno difficoltà per i prossimi mesi. Da questo punto di vista, va ricordato che i canali di test 100 o 200 sono stati invece creati per testare lo switch-off del 2023 allo standard Dvb-T2 con codifica Hevc (H265). In questa fase sono utili soprattutto a chi ha un vecchio televisore per rendersi conto se, dopo avere superato lo scoglio del 2022, sarà destinato a cambiarlo sia a chi ne possegga uno più recente ma pre-2018: se almeno in uno di quei canali compare la scritta Test HeVC Main 10, allora non c’è da preoccuparsi. Altrimenti si può provare a risintonizzare la tv. Per qualsiasi dubbio sono disponibili anche un numero telefonico (0687800262) o una chat WhatsApp (3401206348).
A cosa servono i due switch-off
Come su Italian Tech avevamo spiegato più di un anno fa, oltre a un aggiornamento tecnologico e a un notevole salto di qualità, il DVB-T2 libererà finalmente le frequenze della banda 700 MHz, come previsto dal decreto ministeriale dell’8 agosto 2018, a favore della telefonia 5G. Ma ciò che accadrà dal 20 dicembre è solo la prima tappa di questa marcia: solo il prossimo anno avverrà quello alla nuova generazione del digitale terrestre. Per ora tutti i canali cambiano codifica, passando al formato video al più efficiente Mpeg4 con codifica H264. Una codifica che supporta (ma non necessariamente garantisce) l’alta definizione.
Mpeg-4 consente infatti di raggiungere la risoluzione Full HD 1080i ma non è detto in questo momento che tutte le emittenti trasmettano a quella risoluzione: Mpeg4, di per sé, non è sinonimo di alta definizione. In altre parole, è la codifica che supporta l’HD ma fa risparmiare banda anche alla risoluzione normale. Come avevamo visto, rimane da capire se davvero tutti i canali decideranno anche un salto qualitativo di questo tipo. Il passaggio che si conclude il 20 dicembre è stato dunque un grosso trasloco con l’obiettivo sia di migliorare l’offerta televisiva sia di liberare spazio nello spettro radioelettrico.
Switch-off tv, cosa succede il 20 dicembre e perché non preoccuparsi (per ora) - la Repubblica
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