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Wednesday, January 25, 2023

Crescono i prezzi di benzina (+0,88%) e gasolio (+0,61%). I consumatori: è l’effetto sciopero - Il Sole 24 ORE

I punti chiave

3' di lettura

Cresce dello 0,88% il prezzo della benzina (1,83 euro circa), così come quello del gasolio che registra un aumento dello 0,61% (1,87 euro circa) mentre è in diminuzione, seppur di uno scarno 0,23%, il costo del Gpl (0,79 euro circa). Secondo le rilevazioni del ministero dell’Ambiente datate 23 gennaio è cresciuto ancora il prezzo medio giornaliero dei carburanti alla pompa rispetto alla rilevazione del 16 gennaio scorso. Per benzina e gasolio la rilevazione fa riferimento esclusivamente ai prezzi self-service, mentre per il Gpl si prende in considerazione solo il carburante per autotrazione. Nello stesso periodo del 2022 - per effetto del taglio delle accise - il prezzo della benzina era di 1,75 euro al litro (rilevazione 17 gennaio), quello del gasolio di 1,62 euro e il Gpl di 0,81 (qui la rilevazione risale al 10 gennaio dello scorso anno). Per i consumatori si tratta dell’effetto sciopero. E invocano l’intervento dei prefetti.

L’ira dei consumatori

«Si assiste all'ennesima speculazione a danno dei cittadini: in concomitanza con l'avvio dello sciopero, i prezzi di benzina e gasolio stanno registrando rialzi in tutta Italia, approfittando dell'esigenza degli automobilisti di fare il pieno per non ritrovarsi a secco nei due giorni di protesta - attacca Furio Truzzi, presidente di Assoutenti -. Una situazione che dimostra ancora una volta come sia necessario intervenire sul fronte della trasparenza e della formazione dei prezzi dal pozzo alla pompa, e anche per questo stiamo studiando le contro-misure da intraprendere contro benzinai e compagnie petrolifere disonesti, con una evasione denunciata di circa 14 miliardi di euro ann». E mentre Confcommercio che per bocca del segretario generale Luigi Taranto in audizione alla Camera getta acqua sul fuoco sottolineando «l'insussistenza di pratiche speculative da parte dei rivenditori all'origine dell'incremento dei prezzi dei carburanti», Assoutenti chiede l’intervento dei prefetti «per precettare i benzinai e costringere i distributori a rimanere aperti». Rincara la dose il Codacons che annuncia di aver presentato un esposto alla Procura della Repubblica per interruzione di pubblico servizio.

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Le associazioni del trasporto passeggeri

Preoccupate anche le sigle che rappresentano il Tpl e i bus granturismo. «Nella situazione attuale, ipotizzando che non vi siano ulteriori rialzi del prezzo industriale del gasolio, né interventi, si stima che nel solo primo trimestre del 2023 resteranno a carico delle imprese di trasporto passeggeri con autobus maggiori costi per l'acquisto di gasolio per oltre 100 mln di euro rispetto al medesimo periodo del 2021», spiega Nicola Biscotti presidente Anav. «Si tratta di più del doppio rispetto all'incremento medio registrato in ciascun trimestre 2022 (rispetto al 2021), allorquando, grazie al taglio lineare delle accise e alle misure compensative previste a favore del trasporto con autobus (complessivamente 250 mln di euro), i maggiori oneri per l'aumento del prezzo del gasolio effettivamente gravanti sulle imprese sono stati in media di circa 48 mln di euro rispetto ai corrispondenti trimestri del 2021. E la stima - conclude - può essere ritenuta prudente».

La protesta Ncc

«Lo sciopero dei benzinai del 24/26 gennaio è un problema serio per tutti e dovrebbe spingere ad alcune riflessioni, prima di tutto da parte del Governo. In questi giorni si vedono tanti attacchi ai benzinai ma in realtà il problema è legato ai continui rincari e all'immobilismo dell'esecutivo» È lo sfogo del presidente di Azione Ncc Francesco Ruoche aggiunge: «Esprimiamo forte preoccupazione, per noi Ncc è l'ennesima mazzata che si aggiunge alla concorrenza sleale dei taxi e ai rincari. Al Governo chiediamo di pensare a un piano serio per contenere i prezzi. Ci sono troppe accise e speculazioni da ogni parte».

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