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Monday, January 30, 2023

Risparmio e investimenti, ecco il super portafoglio del 2023: più bond che azioni I consigli dei gestori - Corriere della Sera

La rivincita delle obbligazioni (non di Stato)

Se fino a pochi mesi fa la recessione sembrava inevitabile, ora i gestori sono (quasi) equamente divisi sul futuro dell’economia, e «solo» il 56,5% vede un 2023 in negativo. Segno che lo scenario peggiore potrebbe essere stato evitato, grazie a un’inflazione che non viene più indicata come il rischio principale da cui doversi difendere. E in un contesto in cui la stretta monetaria delle banche centrali è prossima ad arrivare a fine corsa, a offrire i migliori rendimenti dovrebbe essere il mercato obbligazionario. È quando emerge dal sondaggio realizzato da L’Economia del Correre della Sera a cui hanno partecipato 24 società di gestione del risparmio. In particolare, secondo gli esperti, l’attenzione nel 2023 dovrà essere rivolta in primis alle obbligazioni societarie (l’82,6% dei rispondenti) e poi alle azioni (56,5%), con un focus sullo stile value (65,2%) e sulle società a più larga capitalizzazione (73,9%). Dove investire? In primis nei Paesi emergenti (60,9%), con la Cina che cattura l’attenzione del 39,1% dei rispondenti, e poi in Europa (47,8%), dove Germania (39,1%) e Italia (30,4%) potrebbero giocare un ruolo da protagoniste. Tra i rischi da seguire con attenzione, infine, in cima ai pensieri dei gestori ci sono i tassi delle banche centrali (82,6%), seguiti dalla guerra tra Russia e Ucraina (43,5%) e poi dall’inflazione (30,4%). «Il 2023 potrebbe riservarci delle sorprese positive – commenta Maurizio Vitolo, amministratore delegato di Consultinvest sgr –. È vero che il processo di rialzo dei tassi delle banche centrali non è finito, ma è altrettanto vero che le economie si stanno mostrando estremamente resilienti alla stretta monetaria, grazie ad alcuni driver che stanno spingendo la domanda, come le nuove tecnologie e i progetti di ristrutturazione e rinnovamento. Di conseguenza, non vediamo una fase recessiva all’orizzonte – aggiunge –. Ci sarà un piccolo rallentamento, ma sarà salutare e consentirà alle banche centrali di normalizzare la politica monetaria. E i mercati reagiranno positivamente».

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