Gli italiani rimasti esclusi
Da chi è rimasto improvvisamente escluso dopo lo stop alla cessione del credito ai proprietari delle abitazioni unifamiliari, dai forfettari (che non hanno le detrazioni Irpef) a tutti gli incapienti (quelli cioè che hanno un’imposta netta pari a zero dopo le detrazioni oppure ce l’hanno ma non sufficiente a coprire l’intera rata del rimborso annuo del bonus). Sono circa 7 milioni gli italiani, secondo il calcolo fatto dal Sole 24 Ore, rimasti con il cerino in mano dopo gli effetti diretti o indiretti del decreto legge 11/2023, in vigore dal 17 febbraio che ha posto fine alla cessione del credito e allo sconto in fattura, mentre i crediti incagliati ammontano a circa 19 miliardi di euro, già maturati. Questi, se non pagati, metteranno a rischio 115 mila cantieri di ristrutturazione di case già avviati, oltre 32 mila imprese e 170 mila lavoratori, che raddoppiano se si considera l’indotto, arrivando, secondo l’Associazione nazionale costruttori edili, a toccare quota 340 mila. L’Ance all’audizione in commissione Finanza alla Camera, impegnata nell’esame del decreto legge «Misure urgenti in materia di cessione dei crediti», ha espresso «forte preoccupazione per la situazione esplosiva, venutasi a creare dopo l’approvazione del decreto legge sulla cessione dei crediti, perché non risolve in nessun modo il problema dei crediti incagliati legati ai bonus edilizi». Secondo le stime dell’Associazione, «l’effetto complessivo del decreto porterà il Paese in recessione, andando oltre l’annullamento della lieve crescita prevista nelle ultime stime del governo (+0,8%)».
28 feb 2023
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Bonus casa, senza cessione del credito 7 milioni restano senza: chi si salva - Corriere della Sera
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