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Friday, April 7, 2023

Bankitalia: lieve ripresa del Pil nel primo trimestre, consumi delle famiglie stabili nel 2023 - Il Sole 24 ORE

I punti chiave

3' di lettura

Lieve ripresa del Pil dell’Italia nel primo trimestre dopo la stagnazione della fine del 2022. È quanto mette in evidenza Banca d’Italia nel bollettino economico. «Secondo i nostri modelli - si legge nel documento -, in Italia l’attività economica sarebbe leggermente aumentata nel primo trimestre del 2023, sostenuta dal settore manifatturiero, il quale beneficia della discesa dei corsi energetici e dell’allentamento delle strozzature lungo le catene di approvvigionamento. La spesa delle famiglie sarebbe rimasta debole, a fronte di un’inflazione ancora alta» ha aggiunto.

Torna a crescere la produzione industriale

Torna a crescere, dopo due trimestri consecutivi di cali, la produzione industriale. Secondo il bollettino dopo che a gennaio la produzione industriale si è ridotta (-0,7% sul mese precedente, da 1,2 in dicembre) «nella media del primo trimestre la produzione industriale sarebbe tuttavia lievemente salita sul periodo precedente». Rimane ampio il divario tra il livello dell’attività nei settori con elevato impiego di input energetici e quello nel resto del comparto manifatturiero. Dall’aprile del 2022 al gennaio del 2023 l’attività si è contratta di quasi l’11 per cento nei settori energivori, contro l’1 per cento circa in quelli non energivori.

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Consumi delle famiglie stabili a inizio 2023

I consumi delle famiglie sono “stazionari” nei primi mesi del 2023 dopo il deciso calo di fine 2022. La «spesa per consumi - si legge nel documento - è decisamente diminuita nel quarto trimestre, riflettendo l’impatto negativo dell’inflazione sul potere di acquisto delle famiglie, seppure in parte mitigato dagli interventi governativi». Nel quarto trimestre la spesa si è contratta rispetto al terzo (-1,6%), tornando poco al di sotto del livello prepandemico.

Retribuzioni salgono ma crescita resta modesta

Salgono le retribuzioni in Italia a con una dinamica “moderata” che resterà tale anche nel 2023. Questo avverrà «anche per effetto di un tasso di disoccupazione ancora elevato se confrontato con quello delle altre principali economie dell’area dell’euro». L’istituto centrale ricorda come «nel quarto trimestre 2022 la crescita delle retribuzioni orarie di fatto nel settore privato non agricolo si è collocata su un valore relativamente contenuto (1,7 per cento sul periodo corrispondente del 2021), seppure più elevato di quello osservato nel terzo. La dinamica è stata più marcata nel totale dell’economia (4,1 per cento) ed è stata sostenuta dall’erogazione di pagamenti una tantum a compensazione del ritardo nel rinnovo dei contratti del comparto pubblico, dove i salari sono aumentati dell’11,7 per cento rispetto all’anno precedente. Le retribuzioni contrattuali nel settore privato non agricolo sono salite allo stesso ritmo del trimestre precedente, mentre hanno lievemente accelerato nel totale dell’economia (1,5 per cento, dall’1,2). La maggioranza dei contratti della manifattura rimarrà valida nel 2023, giungendo a scadenza tra la fine di quest’anno e la fine del prossimo: gli aumenti previsti per questi contratti sono in linea con le modeste aspettative di inflazione prevalenti nel biennio in cui sono stati siglati (2020-21)».

Tassi frenano prestiti ma depositi banche stabili

Il rialzo dei tassi di interesse frena, nei mesi a cavallo fra il 2022 e il 2023, i prestiti delle banche italiane (ed europee) che però possono contare su un capitale molto più rafforzato e una stabile base dei depositi. Dalla lettura del Bollettino economico della Banca d’Italia si ricava anche come non ci sia un problema di minusvalenze sul portafoglio dei titoli di stato visti anche i buoni numeri sulla liquidità. Inoltre, sottolinea l’istituto centrale, «più della metà dell’ammontare complessivo dei depositi bancari detenuti dalla clientela era protetto dai sistemi di garanzia nazionali».

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