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Friday, May 5, 2023

Alimentari, prezzi alle stelle e i consumi crollano: così l’inflazione ha svuotato il carrello degli italiani - La Stampa

MILANO. Meno spesa nel carrello della spesa ma con scontrini più salati. È il contesto che le famiglie italiane si trovano ad affrontare in questa fase di inflazione elevata che è messo in evidenza dai dati sulle vendite al dettaglio di marzo, diffusi oggi dall’Istat. A preoccupare sono soprattutto le vendite di beni alimentari che calano in volume di quasi il 5% sul 2022 e addirittura del 10% sul 2021.

Secondo i numeri dell’Istituto statistico, «su base tendenziale, a marzo 2023, le vendite al dettaglio aumentano del 5,8% in valore e registrano un calo in volume del 2,9%. Si registrano andamenti di segno analogo sia per le vendite dei beni alimentari (+7,7% in valore e -4,9% in volume), sia per quelle dei beni non alimentari (+4,1% in valore e -1,3% in volume)».

«Prosegue la cura dimagrante degli italiani. Una dieta forzata dovuta ai prezzi lunari, rincari che ora sono ingiustificati, frutto di speculazioni belle e buone – dice Massimiliano Dona dell’Unione Nazionale Consumatori -. Le vendite alimentari in volume precipitano del 4,9% su marzo 2022. Secondo lo studio dell'associazione, se le vendite alimentari in volume scendono del 4,9% su marzo 2022, rispetto a marzo 2021 crollano del 10,8%, -7,7% su marzo 2020, mese già di pandemia». Per l’Unc, «traducendo in euro questa diminuzione di volumi consumati, si può stimare che le spese alimentari sono scese in media di 276 euro annui a famiglia a prezzi del 2021».

«I dati sulle vendite al dettaglio diffusi oggi dall’Istat dimostrano come il caro-prezzi continui ad incidere sulle abitudini degli italiani, con le famiglie che spendono sempre di più per acquistare meno». Lo afferma il Codacons, commentando i numeri forniti. «Anche a marzo le vendite registrano l’ennesimo crollo verticale in volume, con una contrazione su base annua del -2,9% a fronte di un aumento in valore addirittura del +5,8% - analizza il Codacons – Questo significa che, al netto dell’inflazione e considerata la spesa per consumi delle famiglie, gli acquisti calano in volume per complessivi 21,8 miliardi di euro annui, con una minore spesa pari in media a -848 euro a famiglia».

«I prezzi continuano a mantenersi a livelli elevatissimi incidendo sulle vendite al dettaglio e sulle tasche degli italiani - afferma il presidente Carlo Rienzi – Le famiglie spendono sempre di più per acquistare meno, e il Governo deve intervenire con urgenza per adottare misure volte a calmierare i listini, tutelare il potere d’acquisto degli italiani e salvare i bilanci delle famiglie».

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