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Monday, May 22, 2023

In quale modo importante nuove sanatorie e rottamazione (estese e modificate) incidono su rischi pignoramento - Business Online

Quali sono le nuove regole su pignoramento soldi, case e beni e come nuove sanatorie e rottamazione possono incidere positivamente? Essere soggetti a procedura di pignoramento significa dover saldare un debito in maniera forzosa ma si tratta di un procedimento che può essere bloccato se il debitore segue regole precise e decide di regolarizzare la propria posizione in qualche modo. 

  • Quali sono le nuove regole su pignoramento soldi, case e beni
  • Come possono incidere positivamente nuove sanatorie e rottamazione su pignoramento soldi, case e beni

Quali sono le nuove regole su pignoramento soldi, case e beni

Le nuove regole sul pignoramento attualmente in vigore partono dai nuovi limiti al pignoramento di stipendi e conto correnti, che vengono aggiornati ogni anno perché dipendono dall’importo dell’assegno sociale, a sua volta soggetto a rivalutazione e quindi variabile. 

Nel 2023, per effetto della nuova rivalutazione, l’importo dell’assegno sociale è stato fissato a 503,27 euro al mese per 13 mensilità e il pignoramento dello stipendio dipende dall’importo dell’assegno sociale nella misura in cui, per legge, non si può pignorare il minimo vitale, che è pari appunto al doppio dell’assegno sociale e non può mai essere inferiore a mille euro. 

Se, dunque, l’importo dell’assegno sociale è di 503,27 euro, il minimo vitale 2023 è di 1.006,54 euro. Questo è l’importo impignorabile per tutti e il pignoramento dello stipendio può avvenire in misure differenti oltre tale somma.

E’ possibile pignorare lo stipendio secondo i limiti previsti dalla legge sia presso il datore di lavoro e sia sul conto corrente dove viene accreditato. In particolare, si può pignorare lo stipendio presso il datore di lavoro nel 2023 solo nel limite di un quinto, mentre se il creditore è Agenzia Entrate Riscossione, i limiti per il pignoramento dello stipendio sono di:

  • un quinto per stipendi sopra 5.000 euro;
  • un settimo per stipendi fino a 5.000 euro;
  • un decimo per stipendi fino a 2.500 euro
Per il pignoramento su un conto corrente, le leggi in vigore 2023 prevedono, in base al saldo disponibile sul conto, la possibilità di pignorare solo la parte eccedente il triplo dell’assegno sociale, cioè 1.404,30 euro considerando l’importo dell’assegno sociale, come detto, nel 2023 di 503,27.

Per quanto riguarda le regole per conti correnti condivisi con coniugi, figli, genitori, le regole in vigore prevedono che ogni cointestatario del conto sia responsabile per la sua parte. Nel caso di due cointestatari, per esempio due coniugi, la responsabilità del conto è diviso al 50%. 

Le regole cambiano a seconda che si tratti di un conto corrente condiviso a firma congiunta o a firma disgiunta: il conto corrente cointestato a firme congiunte vincola, infatti, tutti i titolari del conto a mettersi d’accordo su qualsiasi operazione venga effettuata, compresa la possibilità di prelevare soldi. Stando a quanto previsto dalle leggi in vigore, è possibile prelevare soldi da un conto corrente condiviso a firme congiunte solo se tutti i cointestatari danno autorizzazione ad effettuare l’operazione.

Non esiste, invece, alcun limite o vincolo al prelevamento di soldi nel caso di un conto corrente cointestato a firme disgiunte. In questo caso, infatti, tutti i cointestatari del conto corrente possono operare sul conto corrente in maniera autonoma e non serve il consenso di tutti i cointestatari del conto per lo svolgimento delle diverse operazioni. Tuttavia, in generale, quando si ha un conto corrente cointestato, secondo la legge, non si può prelevare mai una somma superiore a quella della propria quota.


Ulteriori nuove regole relative al pignoramento già in vigore riguardano il cosiddetto pignoramento verso terzi, che permette al creditore di procedere al recupero dei crediti presso il debitore ma in possesso di un altro soggetto.

Il pignoramento presso terzi, che può interessare soldi, case o altri beni, viene notificato al debitore iniziale del titolo esecutivo e dell’atto di precetto. Il pignoramento presso terzi coinvolge, infatti, tre soggetti che sono: 

  • creditore procedente, parte attiva in senso sostanziale e processuale;
  • debitore esecutato, parte passiva in senso sostanziale e processuale;
  • terzo pignorato, parte solo in senso processuale.
  • Per il pignoramento di beni mobili presso terzi, la competenza è del giudice (dunque il Tribunale) del luogo in cui si trovano i beni, mentre per il pignoramento di crediti la competenza è del giudice (quindi il Tribunale) del luogo in cui il debitore ha la residenza, il domicilio, la dimora o la sede.
L’unica eccezione in tal senso è rappresentata dal caso in cui il debitore sia una pubblica amministrazione: la competenza, infatti, è del Tribunale del luogo in cui il terzo ha la residenza, il domicilio, la dimora o la sede.

Le novità relative al pignoramento presso terzi riguardano anche le procedure: il pignoramento presso terzi deve, infatti, essere notificato al debitore iniziale del titolo esecutivo e dell’atto di precetto e, a partire dallo scorso giugno 2022, la notifica può essere effettuata dall’avvocato anche a mezzo Pec, posta elettronica certificata, o tramite Ufficiale Giudiziario.

Dunque, i nuovi adempimenti per il pignoramento presso terzi sono a carico del difensore del creditore ed è sempre necessario notificare l'avvenuta iscrizione a ruolo sia al debitore esecutato che al terzo pignorato e la prova dell’avvenuta notifica deve essere depositata nel fascicolo della procedura esecutiva entro la data dell’udienza di comparizione indicata nell’atto di pignoramento presso terzi. 

Come possono incidere positivamente nuove sanatorie e rottamazione su pignoramento soldi, case e beni

Evitare le procedure di pignoramento è possibile: basta, infatti, in qualsiasi momento, anche ad avvio della procedura, saldare il proprio debito e regolarizzare la propria posizione. In alternativa, una buona soluzione è quella di ricorrere alla nuova rottamazione o alle nuove sanatorie in vigore.

Per bloccare, infatti, un eventuale pignoramento di casa, soldi o altri beni si può, infatti, ancora aderire fino al prossimo 30 aprile, alla nuova rottamazione 2023 che permette di ottenere la totale cancellazione di un debito fino a mille euro e di pagare in maniera agevolata e ridotta debiti di importi superiori per cartelle e multe dal 2000 al 2022.

L’Agenzia delle Entrate Riscossione ha reso disponibile il modulo da compilare per l’adesione alla nuova rottamazione 2023 di cartelle e multe e relative istruzioni da seguire per la corretta compilazione della domanda per pagare meno i propri debiti, effettuando i versamenti solo della quota capitale dovuta, in un’unica soluzione o a rate, ma senza calcolo di interessi e sanzioni. 

Se si decide di pagare il proprio debito in un’unica soluzione, la data di scadenza di pagamento da rispettare è quella del 31 luglio 2023. Se, invece, si sceglie di pagare a rate, per 18 rate al massimo e fino a 5 anni, le prime due rate pari al 10% delle somme dovute devono essere pagate il 31 luglio 2023 e il 30 novembre 2023 e bisogna rispettare le date successive per il piano di pagamento a rate (16 mancanti) dal 2024.

La nuova rottamazione 2023 è una procedura che permette di bloccare un pignoramento di casa, soldi o altri debiti o anticiparlo prima che avvenga con saldo del debito in maniera agevolata. Quando il pignoramento è già avvenuto e si ha un conto corrente bloccato, bisogna attendere l’ordinanza del giudice per sbloccarlo e, appena saldato il debito, il conto viene sbloccato.

Spetta al creditore sbloccare un conto corrente bloccato per pignoramento, comunicando alla banca di aver ricevuto il proprio credito. Se, invece, è possibile, prima dell’ordinanza da parte del giudice, è possibile si può richiedere al creditore una soluzione alternativa, per il pagamento del debito in maniera scontata o con saldo e stralcio.

Se poi l’ordinanza del giudice non è ancora arrivata fino al 31 luglio, data di scadenza della prima rata di rottamazione o della rata unica, pagando in un’unica soluzione il proprio debito, si può chiedere al giudice di bloccare il pignoramento. 


 

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