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Sunday, July 23, 2023

Banche, in Umbria si intensifica la desertificazione - Umbria 24 News

di Dan.Bo.

C’è l’Umbria tra le regioni italiane nelle quali, in questa prima parte del 2023, è proseguita a un ritmo particolarmente serrato la cosiddetta «desertificazione bancaria». Il dato emerge dall’analisi dell’osservatorio Fiba della First Cisl, secondo la quale nel primo semestre del 2023 l’Umbria ha perso un altro 2,6 per cento di sportelli. In testa alla classifica di questi primi sei mesi ci sono Marche (-5 per cento), in Lombardia (-3,9 per cento), Sicilia (-3,6 per cento), Lazio (-2,9 per cento) e Veneto (-2,6 per cento come l’Umbria).

L’indagine Secondo i dati dell’osservatorio in Umbria sono 44 mila le persone che risiedono in comuni nei quali non è presente neppure uno sportello, e in un caso su cinque il taglio è arrivato negli ultimi tre mesi; 55 mila invece gli umbri che risiedono in comuni dove è presente un solo sportello. Oltre 2.400 invece (erano 1.750 alla fine del 2021) le imprese che hanno la loro sede in aree della regione dove non è presente alcuna banca. Una situazione solo in parte mitigata dalla presenza di uffici postali e dai servizi offerti da questi ultimi.

I numeri L’Umbria è poi una regione dove nel 2022 meno di una persona su due (49 per cento) utilizza l’internet banking, dato lontano dal 61 per cento della Provincia di Trento e dalle altre regioni del Centro-Nord ma in linea con la media nazionale (48 per cento) e in lieve crescita rispetto all’anno prima (+4 per cento). Ventotto poi sono i Comuni che al 30 giugno scorso non avevano più uno sportello, mentre 26 ne hanno solo uno e 18 sono quelli abbandonati dal 2015. A livello provinciale, se si guarda all’Indice di desertificazione assoluta calcolato dalla First Cisl quella di Perugia è al 36esimo posto mentre quella di Terni al 54esimo.

I motivi Molti ovviamente i motivi che hanno portato a una situazione di questo tipo: per citarne alcuni, dalla tecnologia al taglio dei costi fino al progressivo invecchiamento e spopolamento delle aree interne. A livello nazionale secondo l’osservatorio sono 3.200 i Comuni senza sportelli, con un taglio di altri 600 dall’inizio dell’anno. I comuni privi di una presenza bancaria sono saliti al 41,1 per cento del totale mentre un altro 24 per cento ne ha solo una. Oltre 4 milioni i cittadini e 249mila le imprese che non hanno accesso ai servizi bancari fisici nel proprio comune di residenza.

In Italia Un fenomeno che per la First Cisl si starebbe allargando anche alle grandi città. «Trovare uno sportello bancario sta diventando sempre più difficile – si legge nell’analisi – anche nelle grandi città. A Barletta o a Grosseto è più facile imbattersi in una filiale che a Milano o a Roma». E per il segretario della First Cisl Riccardo Colombani «in generale, le realtà che occupano i primi posti si contraddistinguono per il radicamento delle piccole banche, che con il rialzo dei tassi d’interesse vedono premiato il loro modello di business incentrato sulla territorialità e sull’erogazione del credito. È un’ulteriore conferma che la biodiversità bancaria non è un costo, ma una ricchezza».

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