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Thursday, July 27, 2023

La Bce alza i tassi al 4,25% e impatta su mutui, prestiti (più difficili) e rendimento dei conti | Patuelli (Abi): "Dubbi sull'effettiva efficacia" - Il Riformista

Il nuovo rialzo dei tassi della Bce comporta una serie di effetti sull’economia, i mercati e la vita quotidiana degli europei. Dai mutui ai conti deposito, agli investimenti e ai bilanci degli stati, la politica di Francoforte riduce l’inflazione e i suoi effetti negativi specie sugli strati più deboli della popolazione ma provoca anche una serie di impatti di diverso tipo.

La corsa ai mutui variabili –  I finanziamenti di questo tipo in Italia oramai sono superiori di 100 punti a quelli fissi e raggiungono il 4,74%. Come si ricava dai dati di Mutuionline.it, per chi ha acceso un mutuo variabile la rata è salita dal 60 al 69% con incrementi di centinaia di euro a seconda della durata del prestito. E’ possibile allungare il finanziamento per far calare la rata pagando però più interessi o, in alternativa, surrogare. Se si è in difficoltà o si è perso il lavoro, si può sempre ricorrere al fondo Gasparrini per sospendere i pagamenti.

Cala la domanda e prestiti più difficili – La trasmissione della politica monetaria all’economia, dopo qualche mese ha iniziato a funzionare e come emerge dai sondaggi della Bce e di Banca d’Italia la domanda da parte delle imprese è scesa ai minimi. Inoltre le banche hanno inasprito le condizioni di concessione dei finanziamenti. Condizioni che contribuiscono a ‘raffreddare’ l’inflazione ma che potrebbero causare un credit crunch, gravi danni al mercato immobiliare ed effetti recessivi duraturi sull’economia, ad esempio negli investimenti sull’innovazione.

Caccia ai rendimenti dei conti – Le banche e le società finanziarie, su pressione dei clienti, stanno adeguando verso l’alto i tassi su conti deposito e gli investimenti finanziari dopo un decennio di tassi zero. L’adeguamento, al principio timido, è ora veloce ma ovviamente non ha interessato l’intero stock del risparmio. In prospettiva questo peserà sui bilanci delle banche con un maggior costo della raccolta.

Costo più salato per le casse pubbliche – I tassi pesano anche per lo Stato, a causa degli interessi che dovrà corrispondere sul debito pubblico balzato a 2.817 miliardi di euro a maggio 2023. La spesa per interessi potrebbe collocarsi intorno ai 100 miliardi di euro (40 miliardi in più rispetto al 2020). Nelle aste di Bot e i Btp i rendimenti medi, come si ricava dall’indice Rendistato calcolato dalla Banca d’Italia, è a giugno al 3,8% contro il 3,6% di gennaio. I Btp a 10 anni sono oramai stabilmente sopra il 4%.

Il presidente dell’Abi, Antonio Patuelli, ha dichiarato che il tempo verificherà l’efficacia e le conseguenze dirette ed indirette del preannunciato aumento di 25 centesimi dei tassi decisi oggi dalla Bce che, a sorpresa, ha deciso anche di azzerare la remunerazione per le banche della riserva obbligatoria che in precedenza era del 3,5%. Questa decisione di oggi della Bce, ha aggiunto Patuelli, “da ora costerà alle banche, così come è stata ed è onerosa la decisione della Bce dell’autunno scorso di rendere significativamente costosa la residua liquidità concessa dalla Bce alle banche attraverso i piani di finanziamento a lungo termine Tltro”.

Lagarde: “Prospettive dell’economia si sono deteriorate”- Secondo il presidente della Bce, Christine Lagarde, che ha preso la parola al termine del Consigilio direttivo, “le prospettive a breve termine dell’attività economica si sono deteriorate molto a causa della domanda più debole che pesa sulla manifattura, e anche gli investimenti mostrano segni di peggioramento. I servizi restano forti ma si sta perdendo slancio. L’economia resta debole a breve termine. Il mercato del lavoro resta robusto, con la disoccupazione ai minimi, ma alcuni indicatori mostrano che il trend può rallentare a causa del calo della manifattura”, ha aggiunto.

“A settembre pausa o rialzo dei tassi, ma di certo non un taglio” – “Ora ci muoviamo in un territorio dove dipendiamo dai dati, e sulla base di quello determiniamo se rialziamo o se ci fermiamo. Ma certamente non tagliamo i tassi – ha proseguito la Lagarde -. A settembre “può esserci un rialzo o una pausa, ma una pausa potrebbe non essere per un periodo esteso, perché dipende dai dati”, ha detto ancora, sottolineando di avere “l’assoluto sostegno del Consiglio direttivo”.

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