Via libera dal Consiglio dei ministri alla discesa in campo dello Stato nel dossier rete Tim. Il primo Cdm dopo la pausa estiva ha approvato il Dpcm (decreto della presidenza del Consiglio dei ministri) che formalizza la sottoscrizione del memorandum siglato lo scorso 10 agosto fra il ministero dell’Economia e il fondo americano Kkr per mandare avanti il progetto Netco, alias la creazione della newco in cui andranno a confluire gli asset di rete Tim (Sparkle inclusa) nell’ambito del piano industriale presentato dall’Ad Pietro Labriola.
Meloni: “Abbiamo una strategia”
“Difendiamo l’interesse nazionale”, ha dichiarato il presidente del Consiglio Giorgia Meloni. “Sul tavolo del Consiglio dei ministri è arrivato un provvedimento estremamente importante e che riguarda uno dei grandi dossier industriali che questo Governo ha ereditato, che si trascina da decenni e che nessuno ha mai avuto il coraggio di affrontare. Mi riferisco a Tim: non entro nel dettaglio dell’operazione proposta dal Mef, ma voglio sottolineare in questa sede il significato politico delle nostre decisioni. Dopo aver trovato una soluzione seria per Ita con un accordo con Lufthansa, Commissione europea permettendo, e che a volte solleva problemi che difficilmente capiamo, ora è venuto il momento di dare una prospettiva a quello che è stato uno dei campioni internazionali delle telecomunicazioni. La direzione intrapresa dal Governo è quella che il centrodestra ha sempre auspicato e sostenuto: assumere il controllo strategico della rete di telecomunicazioni e salvaguardare i posti di lavoro. Quello di oggi è un primo passo, al quale seguiranno ovviamente logiche di mercato, ma finalmente possiamo dire che in Italia c’è un Governo che su un dossier così importante si attiva a difesa dell’interesse nazionale e dei lavoratori. E che ha una strategia”.
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Per il Mef partecipazione di minoranza per massimo 2,2 miliardi
Il fondo Kkr ha presentato un’offerta che entro fine settembre dovrà diventare vincolante: il valore è fra i 21-22 miliardi. Il Tesoro potrà rilevare fino al 20% di Netco e il ministro dell’Ecomomia Giancarlo Giorgetti ha spiegato in conferenza stampa che l’impegno del Mef sarà “fino a un massimo di 2,2 miliardi”, al fianco di Kkr ed eventuali altri attori anche statali. “La partecipazione del Mef sarà di minoranza e volta ad assicurare la capacità di incidere in termini di strategia e sicutezza su una infrastruttura decisiva per il futuro del Paese. Speriamo che così si possa dare un quadro stabile a una vicenda che da qualche tempo vive una situazione di empasse e che invece a breve potrebbe avere una soluzione definitiva”, ha detto Giorgetti.
In dettaglio il decreto approvato “autorizza a partecipare a un’offerta di acquisto fino al 20% di Netco insieme a kkr e altri soggetti istituzionali eventualmente interessati fino a un importo di 2,2 miliardi. È una partecipazione finalizzata ad assicurare l’esercizio dei poteri speciali cioè la capacità di incidere in termini di sicurezza sula rete che noi riteniamo strategica anche per il futuro del Paese“.
Giorgetti ha aggiunto che “vogliamo assicurare a tutti gli italiani la possibilità di accedere a Internet ad alta velocità. La rete è infrastruttura strategica, inclusa l’infrastruttura di Sparkle, ci sono già miliardi nel Pnrr e lo Stato ci sarà”.
Il ruolo di Cassa depositi e prestiti
Il ministro Giorgetti ritiene “possibile” che Cdp partecipi a Netco, affiancando Kkr e Mef nell’acquisto della rete da Tim, ma “tenendo conto dei vincoli Antitrust”. Cdp è azionista di Tim con una quota alla soglia del 10% e, soprattutto, detiene il 60% di Open Fiber al fianco del fondo Macquarie.
@RIPRODUZIONE RISERVATATim, via libera a ingresso Stato nella rete. Meloni: “Difendiamo interesse nazionale” - CorCom
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