Giovedì prossimo 14 settembre è fissata la nuova riunione della Banca Centrale Europea che è chiamata a decidere se fissare tassi ancora più in alto oppure optare per pausa nella politica monetaria. Una scelta difficile che arriva in uno dei momenti peggiori per l’economia dell’Eurozona, sempre più in bilico tra l’elevato rischio di una recessione – sullo sfondo lo scenario stagflazione (scopri qui cosa è) – e la possibilità che l’inflazione resti al di sopra del target del 2% a lungo (qui gli ultimi dati per l’Eurozona).
Entrambe le scelte nascondono delle insidie. Se l’istituzione di Francoforte decidesse di mantenere i tassi invariati, questo potrebbe essere tradotto come un abbandono troppo prematuro alla lotta contro l’inflazione. Al contrario alzarli rischierebbe di peggiorare l’incombente recessione economica.
Per SocGen ci sarà una pausa
Pur mantenendo la sua posizione aggressiva per combattere l’inflazione, secondo le previsioni di Société Générale la Banca Centrale Europea posticiperà l’aumento dei tassi a dicembre, optando a settembre per una “pausa aggressiva” nonostante i toni da falco che sono stati prevalenti nelle recenti comunicazioni.
Secondo l’istituto di credito francese è probabile inoltre che la BCE noterà crescenti rischi al ribasso per l’economia dell’Eurozona (proprio ieri la Commissione ha tagliato le stime per l’anno in corso). Questi rischi potrebbero avere implicazioni sulle prospettive di inflazione a medio termine. Société Générale non si aspetta che la BCE abbandoni il suo atteggiamento aggressivo a meno che non vi siano prove concrete che il suo obiettivo di inflazione del 2% non possa essere raggiunto entro un arco di tempo prestabilito e dopo l’atteso rialzo dei tassi di dicembre ritiene probabile che Francoforte proceda con un ulteriore rafforzamento quantitativo (QT) nella prima parte dell’anno successivo.
Ma c’è chi scommette ancora su un aumento
ING ha ricordato invece che alla riunione di luglio della Banca Centrale Europea, la presidente Christine Lagarde ha ufficialmente spento il “pilota automatico”, affermando che per la riunione di settembre sono ugualmente possibili un altro rialzo o una pausa.
“Anche se abbiamo sempre pensato che ogni riunione delle banche centrali nel mondo dipenda dai dati, Lagarde ha sottolineato la dipendenza della BCE dai dati in arrivo tra luglio e settembre – si legge nel commento del gruppo bancario olandese –. Quasi due mesi dopo, i dati macro rilasciati a partire dalla riunione di luglio hanno evidenziato una sorta di scenario di stagflazione nell’eurozona, con gli indicatori di fiducia in calo e l’inflazione che rimane elevata. Un miscuglio molto complicato, che renderà la decisione della BCE della prossima settimana tutt’altro che facile”. Secondo ING comunque la BCE alzerà i tassi un’ultima volta questa settimana.
Le critiche alla BCE
Nelle scorse settimane una sonora bocciatura per la BCE è arrivata dall‘Economist. “I responsabili politici sono preoccupati dal possibile emergere di una stagflazione (bassa crescita più inflazione radicata). Ciò nonostante, la BCE preferirebbe di gran lunga un atterraggio duro, caratterizzato da sofferenza economica, piuttosto che non riuscire a ridurre l’aumento dei prezzi”, ha commentato la rivista economica britannica. Il problema secondo l’Economist è che la BCE rischierebbe di far “precipitare l’aereo”. Nonostante l’inflazione dell’Eurozona si stia dimostrando ostinata come quella americana, in Ue la causa principale è lo shock dovuto all’aumento dei prezzi dell’energia, mentre negli Usa il rialzo è stato causato soprattutto dalla domanda. Quindi, conclude la rivista, anche se la recessione fino a questo sembra essere stata evitata, “la tristezza si sta ora diffondendo in tutto il continente”.
BCE, in arrivo un nuovo aumento dei tassi? Cosa aspettarsi - QuiFinanza
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