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Tuesday, January 16, 2024

Istat, l’inflazione frena al 5,7% nel 2023: boom dei prezzi di zucchero, riso e olio - Corriere della Sera

Prosegue il calo dell’inflazione: a dicembre è scesa a +0,6% dal +11,6% di dicembre 2022. Nel 2023 in media i prezzi sono aumentati del 5,7%, in netto rallentamento dall’8,1% del 2022. La flessione risente del venir meno delle tensioni sui prezzi dei beni energetici (+1,2% nel 2023, da +50,9% del 2022) mentre il comparto alimentare registra un’accelerazione della crescita media annua (+9,8%, da +8,8% del 2022), nonostante l’attenuazione della loro dinamica tendenziale durante la seconda metà dell’anno.

Boom dei prezzi di zucchero e olio

Tra i prodotti alimentari a «maggiore tasso di crescita» del prezzo nel periodo 2019 - 2023 ci sono: lo zucchero (64,8%), il riso (+50,0%), l’olio di oliva (42,3%), la pasta secca (40,1%), il burro (36,5%), il latte intero (21,9%). Lo ha illustrato il responsabile del servizio Istat che produce le statistiche sui prezzi al consumo, Alessandro Lunetti, durante la conferenza stampa, spiegando che «cali di prezzo interessano poco meno del 10% del paniere» mentre oltre la metà (5,1%) è costituita da prodotti appartenenti alla categoria degli Altri beni. Tra i prodotti con la «maggiore flessione del prezzo», gli smartphone (-36,7%).

Confimprese: «Bene il calo, ma il quadro è preoccupante»

«La flessione dell’inflazione nel mese di dicembre è in linea con le aspettative registrate nell’ultimo trimestre 2023, ma il quadro è ancora preoccupante - sottolinea Mario Resca, presidente di Confimprese - temiamo l’aumento dei prezzi delle materie prime per il blocco dei trasporti del Mar Rosso». «Preoccupa la mancata decelerazione sui prezzi alimentari, che costringe le famiglie a rivedere le proprie dinamiche di spesa sui beni primari in una corsa al risparmio che impatta sulla marginalità delle aziende.È importante notare come il dato complessivo sia vincolato a quello del paniere delle utenze - abitazione, acqua, elettricità e combustibili - che esprime un confronto tendenziale, dicembre 2023 vs dicembre 2022, al -19,9%. Di conseguenza risulta chiara la dipendenza dell’indice generale da una componente volatile come quella energetica, che rende evidente come tutti i restanti aggregati merceologici restituiscono una variazione tendenziale dei prezzi superiore a quella dell’indice generale» conclude il presidente di Confimprese.

Confesercenti

« Nella componente di fondo, l’inflazione è aumentata infatti nel 2023 al 5,1%, dal 3,8% del 2022. Pesa l’eliminazione delle agevolazioni sulle tariffe dell’energia, che si è tradotta in una spinta aggiuntiva sui prezzi pari allo 0,5% nella media del 2023 e allo 0,3% nel solo mese di dicembre», evidenzia Confesercenti. Secondo l’associazione nel 2024 l’inflazione potrebbe gradualmente risalire nel corso dell’anno, passando dall’1% nel primo trimestre al 2,2% nel quarto trimestre. «Valori che mostrano come il rischio di una risalita dei prezzi non sia al momento del tutto scongiurato, anche in considerazione dell’approfondirsi delle incertezze dello scenario internazionale e del possibile ripresentarsi di tensioni sui mercati energetici», sottolinea Confesercenti in una nota.

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