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Saturday, March 27, 2021

"Arrivano i vaccini. Pronti al cambio di passo". Obbligo per medici in Dl Covid - L'HuffPost

SOPA Images via Getty Images

L’arrivo “imminente” di un quantitativo “importante” di vaccini rappresenta “la premessa di un cambio di passo effettivo” della campagna vaccinale, “sempre nel rispetto delle priorità fissate dal governo”. Lo dice il Commissario per l’emergenza Francesco Paolo Figliuolo al termine della visita in Calabria e Sicilia per verificare come migliorare e incrementare il sistema delle somministrazioni in tutto il paese affinché si arrivi “rapidamente ad un’omogeneità di risultati a livello nazionale e nessuno rimanga indietro”. Figliuolo ha anche ribadito che il ritmo giornaliero delle vaccinazioni si sta assestando su 250mila al giorno.

Sono 9.017.095 mln le dosi di vaccino anti-covid somministrate fino a oggi in Italia, per un totale di 2.862.386 persone vaccinate già con prima e seconda dose. Secondo i dati contenuti sul report vaccini anti-covid19 delle 10.968.780 di dosi consegnate alle Regioni ne sono state iniettate l′82.2%. Sono 7.668.180 le dosi fornite da Pfizer/BionTech, 826.600 quelle inviate da Moderna e 2.474.000 quelle consegnate da AstraZeneca.

Già da lunedì arriveranno in Italia altre 2,8 mln di dosi di vaccino, che saranno consegnate tutte entro i primi giorni di aprile e porteranno il totale dei vaccini arrivati in Italia nel primo trimestre a oltre 14 mln. “La prossima settimana arriveranno oltre un milione di dosi Pfizer, oltre 500 mila dosi Moderna e oltre un milione e 300 mila AstraZeneca, e questo è il preludio ad aprile per avere nel mese un massiccio afflusso di dosi che consenta di utilizzare appieno gli hub che stiamo andando a costruire. Non esiste alcuna disparità tra le regioni” ha affermato Figliuolo, dopo la sua visita all’hub di Messina. 

In Calabria, sottolinea una nota dell’ufficio del Commissario, si procederà al potenziamento della struttura vaccinale già operante a Cosenza grazie all’arrivo di altri assetti sanitari da lunedì prossimo, mentre la capacità del presidio di Taurianova verrà raddoppiata, sempre grazie a personale sanitario della Difesa. Al Pala Fiera di Catanzaro sarà inoltre realizzato insieme alla Protezione Civile un hub vaccinale che verrà gestito dalla Croce Rossa Italiana, la quale opererà anche negli hub di nuova costituzione di Siderno e Corigliano Rossano. In Sicilia invece le capacità vaccinali verranno incrementate con la creazione di un ulteriore hub al Palazzetto dello sport di Messina, oltre all’aggiunta di sei nuove linee presso l’Ospedale militare cittadino, che sarà operativo e aperto alla cittadinanza nella prima metà di aprile. A Catania la visita ha interessato l’Hub San Giuseppe La Rena e il punto vaccinale dell’ospedale San Marco. “E’ stata una due giorni sul campo molto utile - dice il generale - che ha fornito riscontri positivi per ciò che riguarda la soluzione per migliorare le capacità reali e potenziali” dei punti vaccinali. “Visite come queste - ha aggiunto - si svolgeranno a breve anche nelle altre Regioni, per conoscere da vicino gli sforzi in corso nella campagna vaccinale da parte delle amministrazioni e degli operatori, con l’obiettivo di acquisire e condividere buone prassi”.

Nel frattempo il Governo stringe i tempi sulle misure sui vaccini, a partire dall’obbligo per il personale sanitario che finora ha rifiutato l’immunizzazione e dallo ‘scudo penale’ per chi somministra le dosi. I provvedimenti - che oggi incassano il consenso della Federazione nazionale degli Ordini dei medici - dovrebbero rientrare nel nuovo decreto Covid, allo studio del governo e sul quale è atteso il confronto in Consiglio dei ministri a inizio della prossima settimana.

L’annuncio del premier Draghi di un intervento sugli operatori sanitari non vaccinati ha imposto un’accelerazione agli uffici legislativi dei ministeri della Giustizia e della Salute. L’obbligo sarebbe limitato al personale a diretto contatto con i pazienti, ed è forte dell’ancoraggio giuridico delle decisioni della Consulta in materia. Una delle quali firmata proprio dall’attuale ministra della Giustizia, Marta Cartabia, quando era giudice costituzionale. La Consulta nel 2018, giudicando sull’obbligo per l’iscrizione a scuola, ha ritenuto che “a fronte di una copertura vaccinale insoddisfacente” rientri nella “discrezionalità e nella responsabilità politica” del governo agire imponendo un trattamento, anche con la decretazione d’urgenza. D’altra parte quando la circolazione delle malattie è stata limitata, sono state privilegiate campagne vaccinali basate su informazione e persuasione, ma nella primavera precedente c’era stata un’epidemia di morbillo, e la Consulta ha ritenuto legittimo “calibrare variamente le misure, anche sanzionatorie”. E così farà ora il governo per i vaccini anti-Covid: se un medico o un infermiere ha scelto di non sottoporsi alla vaccinazione, gli sarà offerta la possibilità di cambiare mansione. Si potrebbe però arrivare a sanzioni, come la sospensione. La stessa sentenza ricorda anche che un trattamento sanitario è compatibile con la Costituzione se non incide “negativamente sullo stato di salute di colui che è obbligato, salvo che per quelle sole conseguenze che appaiano normali”, e se in caso di “danni ulteriori” sia prevista “una equa indennità”. Ecco quindi che si lavora all’aumento degli indennizzi.

La terza misura è l’annunciato “scudo” per chi somministra i vaccini, limitando la punibilità ai soli casi di colpa grave. Rimane però il nodo delle indagini necessarie a stabilire se una colpa grave c’è stata, tanto che in ambito giudiziario ci si interroga sulla possibilità o meno di evitare l’iscrizione nel registro degli indagati come atto dovuto. “I vaccini sono sicuri - dice la ministra per gli Affari Regionali Mariastella Gelmini - ma chi fa il proprio dovere deve essere messo al riparo da qualsivoglia tipo di rischio”. “Non chiediamo uno stravolgimento delle regole - sottolinea Filippo Anelli, presidente della Fnomceo, la federazione degli Ordini dei Medici, chiedendo di estendere lo scudo ai trattamenti per il Covid - ma un’interpretazione della definizione di colpa grave, che deve riguardare solo le situazioni più eclatanti”. Ben venga, aggiunge, anche l’obbligo, anche se solo “qualche centinaio al massimo i medici del Servizio sanitario nazionale ha rifiutato la vaccinazione”: “Vaccinarsi - ricorda - è, per un medico, un dovere deontologico”.

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