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Sunday, March 28, 2021

Convocata per il vaccino Pfizer, le iniettano la dose di Moderna - La Nuova Venezia

Il caso di una donna di 80 anni di Peseggia. Si è accorta dello scambio solo in base al caerificato datole dopo la somministrazione

SCORZÈ. La sorpresa si è mescolata all’apprensione e alle mille domande. Certo legittime, anche se sono arrivate le parole tranquillizzanti del medico di base, che sostiene non ci saranno problemi. E sinora non ce ne sono stati. Ma da venerdì, la signora Ines Libralesso, 80enne di Peseggia, si dice poco serena, dopo che le è arrivato il certificato dall’Usl 3 della somministrazione del vaccino Moderna. Tutto bene, se non fosse che nelle carte arrivate a casa in precedenza si parlava dello Pfizer e questo le ha fatto venire alla mente tanti dubbi.

Dubbi, peraltro, che sono gli stessi del marito Pietro Pizzato, che andrà a vacinarsi domani, e della figlia. «Chiediamo solo un po’ di trasparenza» dicono gli anziani coniugi. «Chissà se il presidente Zaia conosce storie tipo le nostre».

Storia nata nelle scorse settimane, quando alla signora Ines è arrivato l’invito a presentarsi il 26 febbraio all’ospedale di Noale per poter avere la prima dosa del vaccino Pfizer. La donna si presenta e torna a casa con un appuntamento per il richiamo, in programma dopo tre settimane. E, infatti, torna senza alcun problema, dato che in quei venti giorni tutto è andato per il meglio. L’altro ieri, però, nella missiva recapitatele a casa non legge che le è stato somministrata la dose di Pfizer, bensì di Moderna. Subito ha preso in mano il telefono per avvertire il suo medico.

«Mi ha detto di stare tranquilla – spiega l’anziana – e mi ha rassicurata. Però, provate a mettermi nei miei panni. Ti dicono una cosa e poi ne leggi un’altra. Sto bene, non ho avuti inconvenienti dopo il vaccino, ma sarebbe bastata maggiore trasparenza. Bastava dirmi già all’inizio che sarebbe stato Moderna invece di Pfizer e poi avrei deciso».

I timori della figlia sono condivisi dal marito della signora, Pietro Pizzato. «Lunedì (domani ndr) – spiega – toccherà a me e questo non mi tranquillizza del tutto. Ci sono stati altri casi come quello di mia moglie?».

In tanti, nelle ultime settimane, hanno preteso di sapere quale vaccino fosse stato loro somministrato e da quale lotto. Una richiesta che si è fatta ancor più pressante dopo la sospensione provvisoria di AstraZeneca decisa dall’Aifa e il ritiro di alcuni lotti su cui c’erano dei sospetti in seguito a casi di trombosi. Tutto rientrato in pochi giorni, dopo il semaforo verde al siero anglo–svedese.

Fatto sta che la richiesta di trasparenza è rimasta intatta. Punto, questo, su cui il dg dell’Usl 3 Edgardo Contato tranquillizza i cittadini: «Finito il ciclo della vaccinazione con prima e seconda dose si avrà un documento di registrazione con il tipo di vaccino e il numero di lotto». —

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