Rechercher dans ce blog

Thursday, April 15, 2021

Caos e ritardi nelle consegne dei vaccini: l’Europa punta tutto su Pfizer - Corriere della Sera

Dopo lo stop alle forniture destinate all’Ue da parte di Johnson & Johnson, in seguito ai casi di trombosi segnalati negli Stati Uniti, e in attesa del parere dell’Ema previsto per la settimana prossima, la Commissione europea rilancia e annuncia una nuova intesa con Pfizer-BioNTech per anticipare al secondo trimestre 50 milioni di vaccini anti-Covid e non rallentare la campagna di immunizzazione.

La presidente Ursula von der Leyen ha anche confermato l’avvio delle trattative con Pfizer-BioNTech per un terzo contratto: «Prevede la consegna di 1,8 miliardi di dosi nel periodo dal 2021 al 2023 — ha spiegato —. E comporterà che non solo la produzione dei vaccini, ma anche di tutti i componenti essenziali, avrà sede nell’Ue». L’Unione cerca la strada dell’autonomia sulla produzione dei vaccini con «un partner affidabile», che «ha mantenuto i suoi impegni ed è sensibile ai nostri bisogni», ha detto von der Leyen, che ha anche indicato su cosa punterà l’Ue per i nuovi richiami di cui ci sarà bisogno per prolungare l’immunizzazione e per fronteggiare le varianti del virus che insorgeranno: i vaccini a mRNA messaggero. «Ne avremo bisogno presto e in quantità sufficienti», ha chiarito. Pfizer-BioNTech è in prima fila, l’Ema il 26 marzo ha autorizzato l’impianto di Marburgo, che produrrà sia la sostanza attiva che il prodotto finito e la Francia ha avviato la produzione nei laboratori della Delpharm. Ma questa tecnologia è usata anche da Moderna, che si servirà dello stabilimento di Lonza, situato a Visp, in Svizzera e della francese Recipharm. È poi atteso nelle prossime settimane il via libera al vaccino Curevax, di produzione tedesca-olandese e all’americano Novavax.

I Paesi Ue, già in ritardo rispetto a Regno Unito, Stati Uniti e Israele, si trovano a dover fare i conti con il venir meno temporaneo delle dosi di Johnson & Johnson, che è un vaccino a somministrazione singola, e con l’uso ristretto agli over 55 oppure over 60, a seconda dei casi, del siero di AstraZeneca, su cui alcuni Stati membri avevano puntato la loro campagna di immunizzazione per il costo inferiore rispetto agli altri prodotti. La Danimarca, prima in Europa, è arrivata a decidere lo stop definitivo ad AstraZeneca, dopo la sospensione il mese scorso in seguito alle segnalazioni di rari coaguli di sangue in alcune persone che avevano ricevuto il siero. A niente sono servite le rassicurazione dell’Ema, l’Agenzia europea dei medicinali, e dell’Oms che hanno ribadito come i benefici del vaccino nella prevenzione al coronavirus siano maggiori dei rischi di effetti collaterali.

Leggi anche

La Repubblica Ceca, in grande difficoltà per il Covid, ha chiesto alla Danimarca di vendergli le sue dosi di AstraZeneca, pari a 2,4 milioni. Mentre alcuni Stati Ue, tra cui la Germania, hanno raccomandato di usare un siero diverso da AstraZeneca per i richiami di chi ha meno di 60 anni, ma che ha già ricevuto la prima somministrazione con il prodotto anglo-svedese. Di fatto regna il caos. Ma la Commissione può soro invitare a un coordinamento tra gli Stati Ue, la salute è competenza nazionale e ogni governo può decidere come vuole. A complicare lo scenario hanno contribuito l’ammissione da parte della Cina dell’efficacia limitata dei propri vaccini (Sinovac è già usato in Ungheria) e le difficoltà di produzione e le ambiguità attorno al siero russo Sputnik V, in fase di rolling review da parte dell’Ema.

14 aprile 2021 (modifica il 14 aprile 2021 | 23:37)

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Let's block ads! (Why?)


Caos e ritardi nelle consegne dei vaccini: l’Europa punta tutto su Pfizer - Corriere della Sera
Read More

No comments:

Post a Comment

Dal Mar Rosso la nuova crisi dei prezzi in Italia: 95 milioni di danni al giorno - Today.it

Lo stretto di Bab el-Mandeb è la porta che da sud conduce al Canale di Suez e al Mar Mediterraneo. Si trova all'imbocco del Mar Rosso  e...