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Sunday, April 18, 2021

Iveco, salta la cessione alla cinese Faw Jiefang. Giorgetti: bene lo stop - Corriere della Sera

Ok il prezzo non è giusto e salta la vendita di Iveco a Faw Jiefang. Cnh Industrial, la controllante che fa parte del gruppo Exor, non ha ritenuto l’offerta dei cinesi adeguata dal punto di vista economico, ma anche sotto altri aspetti, e così ha rigettato la proposta che, secondo indiscrezioni, si sarebbe avvicinata ai 3,5 miliardi di euro superando di poco la prima offerta di 3 miliardi, avanzata l’anno scorso.
A darne notizia Bloomberg. Il marchio di veicoli pesanti, assieme a un pezzo dei motori di Fpt Industrial, rimane così italiano. Per ora. Perché Cnhi ha fatto sapere che continuerà a perseguire i piani di spin-off delle due attività nella prima parte del 2022. La società crede che «sussistano significative opportunità per sviluppare il proprio business On-Highway come fattore di accelerazione nell’attuazione di soluzioni e infrastrutture per trasporti sempre più sostenibili — ha scritto in una nota —, in linea con le ambizioni del Green Deal dell’Unione europea».

Interesse strategico

«Accogliamo con favore e valutiamo positivamente la notizia — ha detto il ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti —. Il governo italiano ha seguito con attenzione e attiva discrezione tutta la vicenda perché ritiene la produzione di mezzi pesanti su gomma di interesse strategico nazionale. Il Mise, a questo punto, è pronto a sedersi al tavolo per intervenire per tutelare e mantenere questa produzione in Italia».
Pare comunque che tra le cause del mancato accordo ci sia anche l’azione del governo. Secondo quanto trapela da fonti romane, ancora ieri mattina Giorgetti era pronto ad attivare lo strumento del golden power nel caso fosse proseguita la trattativa tra Cnhi e Faw. Inoltre avrebbe giocato un ruolo anche la moral suasion del ministro e del presidente del Consiglio Mario Draghi su John Elkann, presidente e ceo di Exor, mettendo a disposizione il governo per sostenere la produzione, dato che la costruzione di mezzi pesanti su gomma è ritenuta di interesse strategico nazionale.

I numeri

Iveco conta in Italia oltre 6mila dipendenti e tre stabilimenti tra Brescia, dove si assembla l’Eurocargo, Suzzara a Mantova, dove si costruisce il Daily e Torino, dove ha casa la progettazione.
Soddisfatti i sindacati, che chiedono all’esecutivo di non mollare la presa. «Con o senza Faw è necessario aprire un confronto con azienda alla presenza anche del ministero dello Sviluppo economico», rimarca Ferdinando Uliano, segretario Fim Cisl. Idem il segretario Fiom, Michele De Palma: «È necessaria la convocazione urgente al Mise». Gianluca Ficco (Uilm): «Abbiamo un accordo sul piano di investimenti siglato a marzo 2020 e diventa importante un momento di verifica sulla sua esecuzione».

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