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Saturday, April 3, 2021

Vaccini, la carica dei 1500 nel centro di via Artom: ma ad AstraZeneca c'è chi dice no - La Repubblica

Il sole scalda parecchio nel cortile della palestra di via Artom che da quasi un mese ha scoperto una nuova temporanea vocazione come centro di vaccinazione. Sono 1040 le persone prenotate oggi, vigilia di Pasqua, dalle 8 alle 20. Tutti anziani oltre gli ottant'anni, molti sopra i novanta e anche tre centenari a cui viene somministrata la dose di Moderna. Ed è quasi doppio il numero delle persone che passano dal centro di Mirafiori poiché quasi tutti sono con un accompagnatore, che il più delle volte si mette in fila e compila i moduli al posto loro, mentre i vaccinandi stanno seduti all'ombra aspettando il loro turno.

Il clima di festa si percepisce dagli auguri scambiati con i volontari che dispensano informazioni e dagli ovetti di cioccolato lasciati dagli infermieri ai colleghi che lavoreranno anche domani e Pasquetta. A Pasqua si chiude alle 14 e ci sono 533 prenotati con AstraZeneca. Gli operatori spulciano le liste e iniziano a fare calcoli di quante fiale si dovranno scongelare perché ieri le disdette sono state molte, alcune annunciate e altre no e per un attimo si è temuto che qualcuna potesse andare sprecata.

"Ho fatto tutta la fila e sono stata più di due ore al centro per poi andare via senza vaccino - racconta una signora - Al momento della prenotazione non si viene informati di quale tipo sarà usato. Io ero stata prenotata come caregiver perché mio marito è un soggetto fragile. Ma ho problemi di trombosi e nonostante il medico del centro mi abbia spiegato che non ci sono evidenze scientifiche di correlazione con la trombosi, però io non me la sono sentita e me ne sono andata. Se avessi saputo che era AstraZeneca avrei disdetto prima, così nessuno avrebbe preparato la mia fiala".

Oggi invece con il vaccino Moderna, disdette non ce ne sono e si macinano una puntura dietro l'altra a tambur battente. Nell'attesa una donna segna sulle note del telefono la lista della spesa: "Spero di finire in fretta così faccio un salto al supermercato per comprare quello che manca per il pranzo di Pasqua - dice - Sono venuta ad accompagnare mio padre e, più di tutto, spero che stia bene dopo la puntura".

"Molti anziani invece vengono proprio da soli anche quando avrebbero bisogno di qualcuno e magari non sono neanche in salute perché proprio non hanno nessuno che li possa assistere. Noi li aiutiamo e li seguiamo in tutta la trafila, ma è una pena vederli qui. Così come ci sono anche pazienti fragili che arrivano in ambulanza perché non ci sono le vaccinazioni a domicilio", racconta Riccardo Vernero, allenatore di rugby al Cus ma anche molto attivo nella protezione civile e fino a due anni fa capo scout, mentre distribuisce i numeri all'ingresso del cancello.

Ogni persona che entra si presenta con domande, incertezze, richieste, dubbi, piccoli sfoghi, che i volontari raccolgono cercando di dare un aiuto, dagli anziani che non hanno uno smartphone e hanno difficoltà a leggere il messaggio della prenotazione sui vecchi cellulari a coloro che arrivano con moduli già compilati ma lì scoprono di aver scaricato da internet quelli sbagliati - "Una persona è arrivata con quelli della provincia di Trento", raccontano i volontari - ed è tutto da rifare".

Difficilmente si passa all'ora della prenotazione, tanto più se non si arriva con un po' di anticipo. E un po' di fila si accumula intorno alle due del pomeriggio, quando i medici si danno il cambio. Ilenia Scionti, coordinatrice dei volontari del Cus, si affanna a distanziare la gente in coda, mentre altri controllano orario e prenotazione, spuntano nomi dalle liste.

Ma nessuno viene mandato a casa senza vaccino, soprattutto se è anziano e in difficoltà un modo per farlo passare si trova. In media gli operatori calcolano che ci vogliano 40 minuti dalla registrazione del passaggio all'attesa nella grande sala che indica a quale dei 14 box indirizzarsi, alla puntura nel braccio e all'attesa post vaccino per sicurezza, prima di poter uscire.

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