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Thursday, February 3, 2022

Btpei, come funzionano i Btp anti inflazione e cosa cambia per i risparmiatori - Corriere della Sera

Nello scenario di un tasso di inflazione europea che a gennaio ha toccato il livello record del 5,1% — il più alto in assoluto da quando esiste l’euro — e che in Italia si è fermata al gradino leggermente più basso di un aumento del 4,8%, non sorprende il notevole successo della nuova emissione di Btp€i, collocata dal Tesoro martedì 2 febbraio. I Btp€i, sono titoli a lunga scadenza (10-30 anni, anche se non mancano emissioni di durata più breve) il cui rendimento e il cui capitale al momento del rimborso è agganciato al tasso di inflazione europea. Il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha dunque comunicato i dettagli dell’emissione del nuovo BTP a 10 anni, con scadenza 15 maggio 2033 che offre cedola «reale» (al netto dell’inflazione di area euro, per l’appunto) dello 0,10%. Anche grazie alla felice scelta di calendario, subito dopo la comunicazione dei dati dell’inflazione europea e italiana, il successo è stato notevole tanto che all’operazione — destinata agli investitori istituzionali — hanno partecipato oltre 110 investitori per una domanda complessiva che a fronte dei 5 miliardi collocati ha toccato i 19 miliardi di euro, quasi 4 volte tanto. Il risultato è che il prezzo di aggiudicazione ha superato il livello 100 (la parità di rimborso) e di conseguenza il rendimento lordo annuo si colloca in territorio negativo al -0,138%.

La forza della domanda estera

Il 33% dell’emissione — indirizzata come si ricordava agli investitori professionali — è stato assegnato a fund manager, mentre le banche si sono aggiudicate il 34,5% dell’ammontare complessivo. Una quota rilevante, pari al 29%, è stata collocata presso investitori con un orizzonte di investimento di lungo periodo (a fondi pensione e assicurazioni è stato assegnato circa il 21,5%, mentre a banche centrali e istituzioni governative circa il 7,5%). Agli hedge fund è stato allocato il 3,5% dell’emissione. Al collocamento del titolo ha preso parte una platea molto diversificata di investitori, con una presenza rilevante di investitori domestici, pari a circa il 52,8%, mentre quelli esteri si sono aggiudicati il restante 47,2%. Tra gli investitori esteri, la quota più rilevante è stata sottoscritta da quelli residenti nel Regno Unito (circa il 18,2%). Il resto del collocamento è stato distribuito in larga parte in Europa (24,1%), ed in particolare nei Paesi scandinavi (10,8%), in Francia (4,5%), in Spagna (4%), in Germania/Austria/Svizzera (2,3%), e il restante 2,5% in altri Paesi europei. Al di fuori dell’Europa (4.9%), gli investitori nord-americani (USA e Canada) si sono aggiudicati circa il 4,8% dell’emissione, mentre una quota residuale dello 0,1% è stato collocato prevalentemente in Asia. Il collocamento è stato effettuato tramite la costituzione di un sindacato, in cui BofA Securities Europe S.A., Citibank Europe Plc, HSBC Continental Europe, Société Générale Inv. Banking e UniCredit S.p.A. hanno partecipato in veste di lead manager, mentre tutti gli altri Specialisti in titoli di Stato sono stati invitati a partecipare come co-lead manager dell’operazione.

Per i privati meglio il Btp Italia

Se per il Tesoro si è trattato di un collocamento di grande successo, realizzato a costi piuttosto bassi per l’emittente Italia (ovvero noi) occorre osservare che questo strumento non risulta particolarmente attraente per il risparmiatore privato. Alle famiglie infatti il Tesoro propone strumenti dedicati, che incentivano al mantenimento del titolo fino alla scadenza. Si tratta del Btp Italia, il cui rendimento è agganciato al tasso di inflazione italiana (nel caso di questa emissione invece il parametro di indicizzazione è l’inflazione europea) e i Btp Futura con rendimenti i parte collegati alla crescita del Pil. Per rimanere al Btp Italia occorre osservare che si tratta di strumenti di durata più breve (4-8 anni) e che hanno una componente di rendimento fissa che varia tra il mezzo punto e il punto percentuale, rispetto alla cedola dello 0,10% offerta dai Btpei. Un rendimento peraltro molto appetibile per i grandi investitori istituzionali, che, come abbiamo visto, ne hanno fatto incetta.

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