Nuova impennata dei prezzi delle materie prime energetiche nel giorno in cui i leader europei hanno valutato l’ipotesi di un embargo sulle importazioni di idrocarburi dalla Russia, come auspicato dal segretario di Stato Usa Antony Blinken. I future sul gas di Amsterdam, benchmark per il prezzo nel Vecchio Continente, hanno segnato un nuovo record chiudendo a 227,2 euro al megawattora. Su anche il petrolio, con i prezzi del greggio Wti a quota 116 dollari e quelli del Brent a 120 dollari. E le Borse europee hanno chiuso in rosso, nonostante il tentativo di recupero nelle ore centrali di contrattazione. Piazza Affari ha perso l’1,36%, poco meno di Parigi (-1,31%) e meglio di Francoforte che ha ceduto l’1,98%. Hanno segnato diffusi rialzi i titoli energetici, male invece i bancari, molto esposti sul mercato russo.
Lo stop totale al petrolio russo sembra destinato alla bocciatura, visto che il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha definito “essenziali” quelle forniture. Ma qualche nuova restrizione sembra alle porte. Per martedì è in agenda una riunione della Commissione Ue su nuove sanzioni, riduzione della dipendenza da Mosca e interventi per limitare l’impatto del caro energia su consumatori e imprese. Di questo hanno parlato lunedì a Bruxelles la la presidente Ursula von der Leyen e il premier italiano Mario Draghi. I tre pilastri del piano, ha anticipato von der Leyen, sono “la diversificazione delle forniture verso fornitori affidabili” affidandosi a gas naturale liquefatto e gas via tubo, l’aumento degli investimenti nelle rinnovabili e l’efficienza energetica: “dalla ristrutturazione degli edifici a processi industriali intelligenti, all’uso dell’intelligenza artificiale per gestire con efficacia le reti energetiche intelligenti”.
Il prezzo della benzina – Intanto proseguono inevitabilmente gli incrementi sulla rete carburanti. In base all’elaborazione di Quotidiano Energia dei dati alle 8 di domenica comunicati dai gestori all’Osservaprezzi carburanti del Mise, il prezzo medio nazionale praticato della benzina in modalità self sale a 2,004 euro al litro (venerdì 1,912), con i diversi marchi compresi tra 1,994 e 2,032 euro al litro (no logo 1,971). Il prezzo medio del diesel self schizza a 1,901 euro al litro (venerdì 1,788) con le compagnie posizionate tra 1,881 e 1,977 euro al litro (no logo 1,891). Quanto al servito, per la benzina il prezzo medio praticato cresce a 2,117 euro al litro (venerdì 2,039). La media del diesel servito vola a 2,019 euro al litro (venerdì 1,921).
Nell’Europa nord-occidentale il prezzo del diesel è salito secondo Bloomberg al livello più alto almeno dall’inizio di luglio 1989, con le preoccupazioni per le interruzioni delle forniture che agitano i mercati dell’energia. L’Europa importa grandi quantità di diesel dalla Russia. Il contratto diesel del primo mese – attualmente marzo – è salito fino a 1.369,50 dollari a tonnellata, prima di scendere a 1.327,75 dollari a Londra, secondo i dati dell’Ice Futures Europe.
Guerra Russia-Ucraina, gas e petrolio a nuovi massimi in attesa di decisioni Ue su ulteriori sanzioni - Il Fatto Quotidiano
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