Giornata nera, PUBBLICATO:
Tempo stimato di lettura: 3 minutiIl petrolio crolla sotto la soglia dei 100 dollari al barile: i motivi che stanno scatenando questo rovinoso sell-off.
Brutto capitombolo oggi per il petrolio che dopo aver chiuso la sessione di venerdì scorso con un rialzo del 2,4%, si è spinto fino all'area dei 111,5 dollari, per poi avviare un movimento correttivo che si è trasformato in una vera e propria slavina.
Petrolio in caduta libera sotto la soglia dei 100 dollari
Nel pomeriggio è scattata un'accelerazione ribassista che vede ora il Wti passare di mano a 98,25 dollari, con un crollo del 9,4%.
Per la prima volta dall'11 maggio scorso il petrolio è sceso sotto la soglia psicologica dei 100 dollari al barile.
Petrolio: i motivi del forte sell-off
A scatenare il violento sell-off è la paura crescente di una recessione globale che si dovrebbe tradurre in una netta riduzione della domanda.
Queste preoccupazioni fanno passare in secondo piano la minaccia di un'interruzione dell'offerta, dopo lo sciopero avviato oggi da alcuni lavoratori delle piattaforme offshore norvegesi che dovrebbero portare a un taglio della produzione di gas e greggio nel Paese del nord Europa.
Petrolio: l'alert lanciato da Citigroup
A dominare la scena sono più che altro i timori sulla tenuta dell'economia mondiale e in questa direzione è molto chiaro l'alert lanciato da Citigroup.
Gli analisti della banca USA, infatti, mettono in guardia dal fatto che il petrolio potrebbe crollare nei prossimi mesi a causa della drastica riduzione della dei consumi e della domanda.
Citigroup ritiene che in caso di recessione il petrolio potrebbe scendere fino a 65 dollari al barile a fine 2022, ma agli inizi del prossimo anno la discesa dovrebbe continuare anche fino alla soglia dei 45 dollari al barile.
Petrolio in picchiata: che succede? Ecco fin dove può crollare - Trend-online.com
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