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BRUXELLES – In un contesto politico e finanziario di grandissima incertezza, segnato dalla guerra in Ucraina e da una incipiente crisi energetica, la Commissione europea ha annunciato il 14 luglio una netta revisione delle sue previsioni di crescita nella zona euro, pressoché dimezzando la stima per il 2023 rispetto ai dati di maggio. Secondo l'esecutivo comunitario, l'Italia è destinata a essere il paese membro che crescerà di meno l'anno prossimo.
Bruxelles stima che la crescita economica nella zona euro sarà del 2,6% nel 2022 e dell'1,4% nel 2023 (le previsioni comunitarie di maggio indicavano una espansione dell'economia rispettivamente del 2,7 % e del 2,3%). Sul fronte dell'inflazione, la Commissione prevede un aumento dei prezzi al consumo in media annua del 7,6% nel 2022 e del 4,0% nel 2023. Anche in questo caso la revisione, questa volta al rialzo rispetto ai dati primaverili, è notevole (6,1 e 2,7%).
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“In Europa, lo slancio provocato dalla riapertura delle nostre economie è destinato a sostenere la crescita nel 2022, ma per l'anno prossimo abbiamo rivisto sensibilmente al ribasso le nostre previsioni – commenta il commissario agli affari economici Paolo Gentiloni -. Poiché l’andamento della guerra e l’affidabilità delle forniture di gas sono fattori entrambi sconosciuti, questa previsione è soggetta a un elevate grado di incertezza e a rischi di revisioni al ribasso”.
La frenata italiana
Il dato italiano è particolarmente preoccupante. Nonostante il sostegno finanziario proveniente dal Fondo per la Ripresa, la Commissione europea ritiene che l'Italia crescerà appena dello 0,9% nel 2023, rispetto all'1,9% previsto in maggio. Tra i paesi membri della zona euro, l'Italia è quello che dovrebbe crescere di meno l'anno prossimo, a conferma del fatto che l'economia nazionale è lungi dall'avere risolto le strozzature che l'hanno caratterizzata negli ultimi 20 anni.
Secondo la Commissione, sulla congiuntura in Italia peseranno in particolare il rallentamento del commercio internazionale, una frenata dei consumi per via del forte aumento dell'inflazione e l'incremento dei costi di finanziamento. “Mentre le pressioni sui prezzi dovute alle tensioni sui mercati delle materie prime energetiche dovrebbero attenuarsi l'anno prossimo, la grave siccità nell’Italia settentrionale rischia di aggravare l’impennata dei prezzi alimentari per i consumatori”.
Ue taglia stime di crescita. Forte frenata nel 2023, Italia fanalino europeo - Il Sole 24 ORE
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