Da Lampugnano al Duomo, sempre più ragazzi si fanno dare dai viaggiatori in uscita i biglietti appena utilizzati per il viaggio e poi li rivendono a un euro. Il «business» è possibile da quando si può entrare più volte in metropolitana con lo stesso biglietto
Fermata Lampugnano della linea rossa della metropolitana. Mezzanino. Quattro di un sabato pomeriggio in cui si inizia a sentire l’avvicinarsi dell’autunno. Un ventenne alto e di colore sta in piedi accanto all’uscita. Gioca con un pacchetto di biglietti Atm che tiene nella mano sinistra. Saranno almeno una ventina. Aspetta che il treno sotterraneo si fermi e che i passeggeri si riversino in banchina e poi risalgano le scale. Scarta mentalmente quelli con un abbonamento, punta chi invece infila il ticket nella fessura del tornello per l’uscita dal metrò. Il ragazzo individua una coppia di turisti tedeschi. In inglese chiede loro se possono regalargli il cartoncino che non usano più.
I due accettano, si fermano un attimo, gli consegnano i tagliandini con i quali hanno viaggiato e si allontanano con i loro zaini in spalla. Poco dopo, il ventenne si avvicina alla macchinetta dove un italiano sulla quarantina sta cercando di acquistare un biglietto per accedere in metropolitana. Attacca bottone e poi gli propone uno sconto: solo un euro per raggiungere il centro (la tariffa è di 2, ndr). Il potenziale cliente rifiuta, dice che deve riutilizzare il ticket più volte. A quel punto il venditore improvvisato gli propone un altro pass sostenendo che sarà valido fino al giorno successivo. Ma anche questa seconda proposta non riscuote successo, non viene creduto.
Ritenta però poco dopo con due coetanei, che all’inizio nicchiano. Ne nasce una piccola trattativa. Alla fine, comprano un tagliando «a prezzo ridotto» e uno a tariffa intera dall’emettitrice automatica. In pochi secondi invece il giovane conclude l’affare con un uomo che gli consegna una moneta da un euro e grazie al cartoncino appena preso prosegue senza problemi oltre i tornelli, in direzione Sesto San Giovanni. Tutta la scena si svolge a pochi metri dalla postazione in cui è in servizio un addetto di Atm. Nessuno interviene per verificare cosa stia succedendo. Secondo il racconto di più testimoni, la rivendita sottobanco dei ticket ceduti dai passeggeri e ancora in corso di validità si ripete in varie stazioni del metrò. Nel mezzanino di Duomo, per esempio, capita di trovare un gruppetto di adolescenti che lavorano in squadra e approfittano del maggior flusso di viaggiatori.
Il «business» è possibile dal 2019, ovvero da quando il costo del ticket per Milano e dintorni è salito da 1,50 a 2 euro ed è stata introdotta la possibilità di entrare più volte in metropolitana con lo stesso biglietto, nel limite della durata del titolo di viaggio (dai 90 minuti in su). I giornalieri, invece, sono utilizzabili per 24 ore. Sono più facilmente spendibili, ma anche meno diffusi. In tutti i casi i cartoncini sono personali e non cedibili. Di fatto, quindi, non possono essere regalati ad altri né tantomeno rimessi in commercio. Impossibile dire quanto i giovani rivenditori riescano a racimolare alla fine del pomeriggio. Di certo, l’investimento iniziale è pari a zero. Servono solo tempo, pazienza e faccia tosta. Il fenomeno è conosciuto dall’Atm e dalle forze dell’ordine, in particolare dalla Polmetro, che collaborano con azioni specifiche per evitare sia la raccolta, sia la rivendita dei tagliandi usati.
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19 settembre 2022 (modifica il 19 settembre 2022 | 07:56)
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Milano, i «bagarini» del metrò: biglietti Atm usati (ma validi) rivenduti ai viaggiatori a metà prezzo - Corriere Milano
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