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Tuesday, January 10, 2023

Benzina, prezzi ancora su e gasolio a 2,5 euro in autostrada: il governo valuta l'intervento - Corriere della Sera

Benzina, prezzi ancora su: arriva il decreto ad hoc con le nuove regole

Non si ferma la corsa di gasolio e benzina in Italia. E il governo decide, con un decreto ad hoc — norme sulla trasparenza dei prezzi sui carburanti e sul rafforzamento dei poteri di controllo e sanzionatori del garante dei prezzi — che il monitoraggio dei prezzi passa da settimanale a giornaliero, introducendo anche l’obbligo, per i gestori, di esporre il prezzo medio nazionale accanto a quello di vendita, in modo che il consumatore possa vedere la differenza tra il prezzo medio e quello adottato dal singolo benzinaio.

Il tetto al prezzo sull’autostrada

Decisioni prese dopo che i listini dei carburanti, anche ieri, hanno continuato a salire, al punto che in autostrada il prezzo del gasolio al servito supera i 2,4 euro al litro. Sull’A14 si è superato addirittura il tetto dei 2,5 euro. E non va meglio per la benzina. In base agli ultimi prezzi comunicati dai gestori al ministero delle Imprese sulla A1 la verde arriva a costare 2,369 euro al litro col servito. Sulla A4 invece per un litro di benzina si arriva a pagare 2,384 euro. A denunciare i rincari record è il Codacons, che sta monitorando l’andamento dei listini al dettaglio e ha presentato un esposto all’Antitrust (qui il confronto con gli altri Paesi europei). Per questo, tra le altre misure decise dal Consiglio dei ministri, c’è quella di un tetto agli aumenti in autostrada: il decreto, oltre a prevede per gli esercenti l’obbligo di mettere i cartelli del prezzo (in caso di violazione ci saranno delle sanzioni, in caso di recidiva anche la sospensione) prevede anche, per i gestori in autostrada, un tetto al prezzo che sarà fissato da una norma: in pratica il dl approvato in Cdm prevede che sulla rete autostradale gli esercenti debbano applicare prezzi di vendita di carburante non superiore a una percentuale del prezzo medio giornaliero, percentuale che sarà determinata da una apposita norma.Sarà inoltre irrobustita la collaborazione con la Gdf per avere più controlli e verrà istituita una Commissione di allerta rapida sui prezzi, all’interno dell’Antitrust.

Le richieste dell’Antitrust: chiesta documentazione alla Guardia di Finanza

La stessa Antitrust, peraltro, sta stringendo i controlli sui recenti aumenti dei carburanti alla pompa: il presidente dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, Roberto Rustichelli, ha scritto al Comandante Generale della Guardia di Finanza, Giuseppe Zafarana, chiedendo la collaborazione del Corpo al fine di acquisire la documentazione inerente ai recenti controlli effettuati sui prezzi dei carburanti, con particolare riferimento alle violazioni accertate. Lo si legge in una nota dell’Antitrust che analizzerà se ci siano state o meno pratiche commerciali scorrette e violazioni alla concorrenza.

Il monitoraggio dei prezzi giornaliero

Per il governo Meloni si tratta di un’emergenza da affrontare in tempi brevi. A incidere sui rincari pesa infatti anche la decisione dell’esecutivo di eliminare lo sconto di 18,3 centesimi al litro sulle accise (le tasse sui carburanti) introdotto dal governo Draghi dopo l’invasione russa in Ucraina. L’operazione da marzo è costata 1 miliardo di euro al mese allo Stato. Il ministero dell’Ambiente ha poi rilevato nel monitoraggio nazionale un aumento dei prezzi sostanzialmente in linea con il rialzo dovuto alla mancata proroga del taglio delle accise. Stando a quanto pubblicato sulla pagina web del Mase dedicata all’andamento dei prezzi settimanali, tra il primo e l’8 gennaio la benzina in modalità self è salita da 1,644 euro a 1,812 euro al litro con un aumento di 16,8 centesimi. Il gasolio è passato da 1,708 a 1,868 euro, con un rialzo dei 16 centesimi. Nel Consiglio dei ministri di oggi è stato così messo a punto un decreto legge ad hoc a favore della trasparenza nel mercato dei carburanti a vantaggio del consumatore. Il monitoraggio dei prezzi non sarà più settimanale ma giornaliero, con l’obbligo di esporre il prezzo alla pompa con sanzioni che potrebbero essere comminate dal prefetto. Sulle autostrade, l’ipotesi è di riconoscere una percentuale in più ai distributori, ma deve essere fissa.

Prorogati i buoni benzina da 200 euro

Il Consiglio dei ministri, inoltre, su proposta del ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, ha anche rinnovato per il primo trimestre del 2023 i buoni benzina per un valore massimo di 200 euro per lavoratore dipendente: il valore dei buoni benzina ceduti dai datori di lavoro privati ai lavoratori dipendenti, nel limite di euro 200 per lavoratore, non concorre alla formazione del reddito da lavoro dipendente. E tra le altre ipotesi emerse nel Consiglio dei ministri, c’è anche quella di creare un’App per informare giornalmente, città per città, esercizio per esercizio, i consumatori sul prezzo giornaliero dei carburanti. Tornando ai rincari, secondo alcuni esperti, le quotazioni di benzina e gasolio sarebbero salite anche in previsione del blocco delle importazioni di prodotti raffinati dalla Russia a partire dal 5 febbraio prossimo.

I controlli più stringenti

Intanto il ministro delle Imprese, Adolfo Urso, ha promesso controlli a tappeto e incrociati tra Guardia di Finanza e «Mister Prezzi», il Garante per la sorveglianza dei prezzi. La Gdf ha reso noto che l’anno scorso da marzo ha accertato su 5.187 verifiche fatte nei distributori 2.809 violazioni alla disciplina dei prezzi. Sul tema rassicura il vicepremier Matteo Salvini: «In consiglio dei ministri ragioneremo se, fra guerra, caro materiali e caro materie prime, sia il caso di intervenire e ci siano denari per farlo».

La posizione della Fegica e la soluzione dell’accisa mobile

In risposta alle polemiche sul caro carburanti Roberto Di Vincenzo, presidente della Federazione gestori impianti carburanti e affini (Fegica) rivolgendosi direttamente alla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, propone adottare strumenti legislativi adeguati al momento. «Basta - dice Di Vincenzo- con le bugie dette ai cittadini ed alle strumentalizzazioni ingiustificate e davvero ingenerose contro una intera categoria di lavoratori. I prezzi dei carburanti tornati mediamente alle soglie dei 2 euro per litro per effetto dell’aumento di oltre 30 centesimi deciso dal Governo, sono un problema che non può essere eluso o dissimulato». Di Vincenzo fa riferimento allo strumento dell’accisa mobile come soluzione più indicata per affrontare il momento contingente. «Si tratta, infatti, di uno strumento altamente flessibile che esclude tagli draconiani, attualmente poco sostenibili, e che modula il valore dell’accisa, in funzione anticiclica all’andamento del mercato, compensando eventuali tensioni al rialzo che producono extra gettiti di IVA non previsti. La legge già c’è ed è sufficiente un semplice decreto ministeriale per renderla operativa», conclude. In sintesi la tassa calerà al crescere del prezzo di benzina e gasolio in modo da alleggerire gli effetti sulle tasche dei cittadini.

Per le famiglie la spesa per carburanti è un problema quotidiano.Il prezzo del gasolio da gennaio 2020 è cresciuto del 95% al netto delle tasse (come da elaborazione del Centro studi Divulga). Da gennaio 2022 invece il prezzo del diesel è cresciuto del 72%. Il Codacons ha fatto qualche conto: «Il pieno di benzina costa 8,9 euro in più rispetto a quanto costava a fine dicembre», ovvero «214 euro ad automobilista» all’anno. L’Unione nazionale consumatori parla di un aumento di «9 euro e 15 centesimi per un pieno da 50 litri». Sul tema dei controlli invece Codacons e l’Unione nazionale consumatori, accusano il governo di non aver fatto abbastanza.

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