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Wednesday, May 31, 2023

Obbligo di cambiare anche i frigoriferi da Ue insieme a condizionatori, caldaie, cucine, ristrutturazioni case - Business Online

Cosa prevede il nuovo obbligo di cambiare anche il frigorifero dall'Ue dopo nuove leggi su condizionatori, caldaie, cucine, ristrutturazioni case? Dall’Unione europea continuano ad arrivare nuove direttive green per rendere il mondo più pulito e sempre più alimentato da energia pulita. L’ultima novità in ordine di arrivo riguarda nuovi obblighi per sostituzione di frigoriferi. 

  • Nuovo obbligo Ue di cambiare il frigorifero cosa prevede e per chi
  • Le nuove leggi Ue già fatte per condizionatori, caldaie, cucine e ristrutturazioni case

Nuovo obbligo Ue di cambiare il frigorifero cosa prevede e per chi

Stando a quanto riportano le ultime notizie, dopo una serie di obblighi green già imposti dall’Ue, arriva una novità riguardante il nuovo obbligo di sostituzione dei frigoriferi più vecchi e inquinanti. Obiettivo Ue è far cambiare i frigoriferi a gas fluorurati, sostanze utilizzate nella refrigerazione e nel funzionamento delle pompe di calore. 

La nuova legge prevede la riduzione graduale dell’uso di tali gas a partire dal 2039 e la loro completa eliminazione entro il 2050, ma i primi divieti potrebbero scattare già dal 2026. Tuttavia, c’è chi sostiene che il divieto dei gas fluorurati o una riduzione del loro uso avrebbe conseguenze sul funzionamento della refrigerazione (mobile e fissa), del condizionamento dell’aria (mobile e fissa), delle schiume e degli aerosol tecnici attualmente in uso nei Paesi dell’Unione. 

Basti pensare che, secondo le stime, solo per i supermercati italiani, un divieto degli Hfo, potrebbe implicare aumenti dei costi dell’elettricità fino a 2 miliardi di euro. 

Le nuove leggi Ue già fatte per condizionatori, caldaie, cucine e ristrutturazioni case

Il nuovo obbligo che si prepara ad essere imposto di sostituzione dei frigoriferi segue altre leggi su obblighi già imposti dall’Ue tra sostituzione dei condizionatori più vecchi, di caldaie a gas, di cucine a gas con cucine a indizioni e di ristrutturazione green di case più vecchie.

Partendo dall’obbligo di ristrutturazione delle case, mira a rendere più efficienti le case più inquinanti di classe energetica F o anche G in molti casi e che dovrà essere eseguita in diversi passaggi.

I passaggi previsti dalla nuova legge Ue per l'obbligo di ristrutturazione delle case sono, infatti, i seguenti:

  • entro il 2030 tutti gli edifici residenziali dovranno raggiungere almeno la classe energetica E;
  • entro il 2033 la classe energetica da raggiungere dovrà essere la D;
  • entro il 2040 si dovrà raggiungere un livello tale da garantire un parco immobiliare a zero emissioni entro il 2050.
Secondo quanto previsto dalla nuova legge europea, l’obbligo di ristrutturazione varrà per tutte le case e gli edifici di classe inferiore a E ed entro il 2023 tutti gli edifici e le case di classe energetica inferiore a E, cioè F e G, dovranno essere ristrutturati per migliorare la propria classe energetica e ridurre, quindi, le proprie emissioni inquinanti.  

Gli unici immobili che esonerati dal nuovo obbligo di ristrutturazione di casa sono:

  • edifici di pregio artistico;
  • edifici riconosciuti meriti storico-architettonici;
  • edifici di culto; 
  • seconde case.
L’Ue ha anche imposto lo stop all’acquisto e alla installazione di caldaie a gas, considerati impianti inquinanti, che dovrebbero del tutto scomparire entro il 2029. La scomparsa delle caldaie a gas sarà, però, progressiva e tra il 2025 e il 2026 non saranno più disponibili i relativi incentivi che si potranno invece avere solo per l’installazione di tecnologie alternative e a sostituzione dei vecchi impianti mentre entro il 2029 non saranno proprio più in vendita le caldaie a gas. 

Ulteriore imposizione dall’Ue sulle case riguarda l’obbligo di sostituzione delle cucine a gas con cucine a induzione, che non sono inquinanti come le cucine a gas, riducono i tempi di cottura e, di conseguenza, il consumo di energia e anche in tal caso il passaggio sarà graduale.

Altra nuova legge green su cui sta lavorando l’Ue è relativa allo stop all’uso di alcuni tipi di condizionatori per la lotta agli idrofluorocarburi, noti anche come F-gas, con l’obiettivo di arrivare alla cosiddetta neutralità climatica entro il 2050.

Secondo l’Ue, gli F-gas, gli idrofluorocarburi, sono responsabili dell’emissione di gas ad effetto serra e per evitare queste emissioni in quantità elevate è necessario vietare l’assistenza e la manutenzione dei condizionatori e di altre apparecchiature contenenti gas fluorurati. L'obbligo di sostituire gli impianti di refrigerazione stazionari attuali scatterà dal primo gennaio 2024. 


 

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Pil rivisto al rialzo, nel primo trimestre +0,6% - Agenzia ANSA

Nel primo trimestre del 2023 il Pil italiano, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, è aumentato dello 0,6% rispetto al trimestre precedente e dell'1,9% nei confronti del primo trimestre del 2022. Lo comunica l'Istat nella nota sui conti economici trimestrali ricordando che le prime stime diffuse il 28 aprile 2023 indicavano una crescita congiunturale dello 0,5% e una tendenziale dell'1,8%.

Nel primo trimestre 2023, l'economia italiana ha viaggiato ad un ritmo superiore a quello di Francia e Germania. Il Pil è aumentato in termini congiunturali dello 0,6% in Italia, dello 0,3% negli Stati Uniti e dello 0,2% in Francia, mentre è diminuito dello 0,3% in Germania. In termini tendenziali, ricorda l'Istat nella nota sui conti economici trimestrali, si è registrata una crescita dell'1,6% negli Stati Uniti e dello 0,8% in Francia e una diminuzione dello 0,2% in Germania. Nel complesso, il Pil dei Paesi dell'area euro è aumentato dello 0,1% rispetto al trimestre precedente e dell'1,3% nel confronto con il primo trimestre del 2022.

Alla luce dei dati del primo trimestre, la crescita acquisita del Pil italiano per il 2023, quella che si otterrebbe cioè se nei successivi tre trimestri la variazione fosse nulla, è pari a +0,9%. Lo comunica l'Istat nella nota sui conti economici trimestrali, precisando che la stima di oggi indica un aumento di 0,1 punti percentuali rispetto a quella di aprile (+0,8%).

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Intesa San Paolo, nella filiale di Dalmine si sperimenta la settimana corta - L'Eco di Bergamo

Mentre i sindacati hanno raggiunto l’accordo con Intesa Sanpaolo per il premio di risultato 2023, è emerso che nella prima fase di sperimentazione della settimana corta sancita dagli accordi sul lavoro agile raggiunti la settimana scorsa, la provincia di Bergamo risulta coinvolta con una sola filiale, quella di Dalmine, in viale Natale Betelli . «Al momento - spiega Giovanni Salvoldi, segretario First-Cisl di Bergamo -, per la nostra provincia solo la filiale di Bergamo sud Ovest retail di Dalmine risulta coinvolta nella fase di sperimentazione. Con questo accordo sono stati fatti molti passi avanti, estendendo tutele e flessibilità a tutti i colleghi sia di rete che di direzione».

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Tuesday, May 30, 2023

In Francia prima fabbrica Acc di batterie per le auto elettriche - Ultima Ora - Agenzia ANSA

(ANSA) - DOUVRIN, 30 MAG - Apre i battenti nel nord della Francia, a Billy-Berclau, vicino al sito storico di Psa a Douvrin, la prima fabbrica europea per la produzione di batterie per le auto elettriche di Acc, società di Stellantis, TotalEnergies e Mercedes. All'inaugurazione sono presenti il ceo di Acc, Yann Vincent, il ceo di Stellanti Carlos Tavares e il presidente John Elkann, il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, i ministri francesi Bruno Le Maire, Agnes Pannier-Runachere e Roland Lescure, il ministro dei Trasporti franceseVolker Wissing e l'ad della Mercedes Ola Kallenius. "Qui siamo nel futuro, è un grande progetto europeo" ha commentato Elkann.
    Il primo blocco produttivo sarà operativo alla fine del 2023 con un aumento graduale programmato della produzione nel 2024.
    "È il primo passo di un progetto colossale che prevede la nascita di altre due gigafactory in Germania, a Kaiserslautern e in Italia, a Termoli, che inizieranno la produzione nel 2025 e nel 2026. Oggi le batterie rappresentano intorno al 40% dei costi di un veicolo elettrico e sono quasi tutte prodotte in Asia", spiega il ceo di Acc Vincent.
    Dal 2030 i tre stabilimenti europei, che avranno ciascuno una capacità di 40 Gwh e circa 2.000 dipendenti, produrranno complessivamente 2 milioni e mezzo di batterie all'anno che andranno a equipeggiare le auto elettriche di Stellantis e Mercedes. Supportato da 7 miliardi di euro di investimenti, con il contributo di fondi pubblici il progetto di Acc aiuterà la transizione verso la mobilità sostenibile. Confermata la tabella di marcia per Termoli con un investimento di oltre 2 miliardi e l'inizio della produzione nel 2026. (ANSA).
   

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Monday, May 29, 2023

Borsa Italiana, il commento della seduta del 29 maggio 2023 - SoldiOnline.it

Oggi la borsa di Londra e Wall Street resteranno chiuse per festività. Senza direzione i titoli del settore bancario: in rosso IntesaSanpaolo, sale Banca MPS

piazza-affari-rossoI maggiori indici di Borsa Italiana e le principali piazze finanziarie europee registrano variazioni frazionali nella prima seduta della settimana. Oggi Wall Street e la borsa di Londra resteranno chiuse per festività.

Alle ore 11.55 il FTSEMib era in calo dello 0,53% a 26.572 punti, dopo aver oscillato tra un minimo di 26.534 punti e un massimo di 26.881 punti. Alla stessa ora il FTSE Italia All Share era in ribasso dello 0,54%. Performance negative anche per il FTSE Italia Mid Cap (-0,57%) e per il FTSE Italia Star (-0,69%).

Il bitcoin ha toccato i 28.000 dollari (oltre 26.000 euro).

Lo spread Btp-Bund rimane sotto i 185 punti, con il rendimento del Btp decennale che sceso al 4,3%.

L’euro oscilla tra gli 1,07 e gli 1,075 dollari.

Senza direzione i titoli del settore bancario.

IntesaSanpaolo perde un punto percentuale (-0,98% a 2,223 euro). Dalle comunicazioni diffuse dalla Consob si apprende che dal 19 maggio The Goldman Sachs Group è accreditata di una partecipazione aggregata del 5,97% del capitale dell’istituto guidato da Carlo Messina.

In rosso anche il BancoBPM (-1,68%).

In forte rialzo, invece, il Monte dei Paschi di Siena (+1,15% a 2,12 euro).

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Modello F24 IMU 2023: come si compila e quali codici tributo usare - Trend-online.com

L'IMU, o Imposta Municipale Unica, è una tassa che va pagata in base alle proprietà immobiliari possedute, ad esclusione della prima casa, ovvero quella in cui si vive stabilmente.

Per provvedere al pagamento dell'imposta, ogni anno si versano due quote distinte, ovvero l'acconto, con scadenza entro il 16 giugno, e il saldo, con scadenza alla fine dell'anno.

Per provvedere al pagamento correttamente, si deve utilizzare un modello F24 per l'IMU, inserendo alcune informazioni come il codice del Comune a cui si sta versando l'imposta. Vediamo tutti i passaggi e quali codici tributo utilizzare.

Modello F24 per il pagamento dell'IMU

Per effettuare il pagamento dell'IMU si usa il modello F24, lo stesso documento con cui si vanno a pagare anche altre imposte allo stato e al fisco. Trattandosi di un'imposta da versare al Comune, è necessario avere a disposizione il codice specifico del Comune a cui si procede al pagamento.

Come anticipato, questa tassa si paga in due quote annuali, per cui per quest'anno sono presenti le seguenti scadenze:

  • acconto: entro il 16 giugno 2023;

  • saldo: entro il 31 dicembre 2023.

Il Comune fornisce al contribuente tutte le informazioni per il pagamento, come la cifra a cui fare riferimento, che deriva da un calcolo effettuato in base alla rendita catastale e l'aliquota stabilita dal Comune di riferimento.

Il Modello F24 si utilizza per provvedere al pagamento, e vanno inseriti dati specifici come: le informazioni sul soggetto che sta pagando, il codice del Comune specifico, l'indicazione sul tipo di pagamento (acconto o saldo), il numero di immobili, il codice tributo, l'esenzione per abitazione principale, l'anno di pagamento, le somme da versare.

I codici tributo da inserire fanno riferimento al tipo di pagamento che viene effettuato, ovvero all'immobile su cui viene pagata l'imposta.

Codici tributo IMU 2023 da inserire nel Modello F24

I codici tributo da inserire sul Modello F24 per pagare l'IMU nel 2023 sono i seguenti, indicati anche dall'Agenzia delle Entrate:

  • Codice tributo 3912: imposta municipale propria su abitazione principale e relative pertinenze - articolo 13, c. 7, d.l. 201/2011 - comune;

  • Codice tributo 3913: imposta municipale propria per fabbricati rurali ad uso strumentale - comune;

  • Codice tributo 3914: imposta municipale propria per i terreni - comune;

  • Codice tributo 3915: imposta municipale propria per i terreni - stato;

  • Codice tributo 3916: imposta municipale propria per le aree fabbricabili - comune;

  • Codice tributo 3917: imposta municipale propria per le aree fabbricabili - stato;

  • Codice tributo 3918: imposta municipale propria per gli altri fabbricati - comune;

  • Codice tributo 3919: imposta municipale propria per gli altri fabbricati - stato;

  • Codice tributo 3923: imposta municipale propria - interessi da accertamento - comune;

  • Codice tributo 3924: imposta municipale propria - sanzioni da accertamento - comune;

  • Codice tributo 3925: imposta municipale propria per gli immobili ad uso produttivo classificati nel gruppo catastale d - stato;

  • Codice tributo 3930: imposta municipale propria per gli immobili ad uso produttivo classificati nel gruppo catastale d - incremento comune.

Questi codici tributo vanno inseriti nel Modello F24 per provvedere al pagamento dell'acconto e del saldo 2023, attraverso la sezione "Imu e altri tributi locali".

Quando non si paga l'IMU

Attualmente in Italia non è previsto il pagamento dell'imposta sulle prime case, ovvero sulle abitazioni in cui si risiede stabilmente. Tuttavia esistono anche altri casi di esonero da questa tassa, e alcuni sono stati introdotti piuttosto di recente.

Un esempio è quello degli immobili occupati abusivamente: su queste abitazioni non è previsto il pagamento dell'IMU, tuttavia va dimostrato che la casa sia effettivamente occupata.

Sono esonerati dal pagamento i proprietari di case occupate abusivamente che hanno presentato una regolare denuncia all'autorità giudiziaria.

Questa novità è stata introdotta a seguito del periodo di pandemia, quando molte case sono state occupate abusivamente e le associazioni di proprietari hanno iniziato a presentare il problema chiedendo un supporto al governo.

Tuttavia questo non è l'unico caso di esenzione, perché anche per le zone che sono state al centro di eventi naturali calamitosi viene previsto un esonero al pagamento dell'imposta.

Si parla quindi di territori dell'Emilia-Romagna, del Veneto e della Lombardia, che accedono ad una particolare esenzione. Per conoscere le informazioni specifiche sulla tassa nel proprio comune, è consigliato informarsi sui siti ufficiali o presso gli uffici degli stessi.

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Quando conviene estinguere un mutuo (e quando invece è meglio lasciar perdere) - Money.it

Estinguere il mutuo può sembrare una scelta estremamente conveniente per liberarsi una volta per tutte di rate e interessi, o quantomeno ridurle. Prima di compiere questo passo, però, andrebbero considerati diversi aspetti, oltre alla capacità economica e finanziaria. Ovviamente, quest’ultima deve essere la prima circostanza da ponderare, anche in relazione alla perdita indiretta che causerebbe l’estinzione del mutuo.

Privarsi di differenti investimenti per i propri risparmi può essere decisamente svantaggioso, soprattutto se l’estinzione del mutuo non ha i vantaggi sperati. Ecco perché è bene esaminare a fondo la propria situazione e le caratteristiche del mutuo, così da capire quando conviene davvero estinguerlo e quando, invece, è meglio lasciar perdere e impiegare i propri soldi per altro.

Quando conviene estinguere un mutuo

La disponibilità economica e l’impatto causato dal pagamento rateale del mutuo sono due fra gli aspetti fondamentali riguardo a un’eventuale estinzione anticipata. Avere la capacità di fronteggiare la spesa non si traduce automaticamente in una convenienza, soprattutto se le rate sono sostenibili e ci sarebbero diversi impieghi più profittevoli per il denaro.

Di norma, queste valutazioni vengono eseguite da tutti i mutuatari che prendono in considerazione la possibilità di estinguere il mutuo. Altri aspetti, invece, vengono spesso sottovalutati. In particolare, bisogna considerare lo stato di avanzamento del mutuo – soprattutto alla luce della differenza fra l’estinzione parziale e quelle totale – e la penale prevista. Quest’ultima, specialmente, potrebbe trasformare l’apparente vantaggio in un ulteriore esborso.

Estinzione totale o parziale del mutuo

L’estinzione del mutuo può avvenire sia in modo parziale che in modo totale. La differenza è ovviamente molto semplice e si basa sul corrispettivo di rate che il mutuatario intende versare in favore di credito ai fini del mutuo.

Nel dettaglio, l’estinzione parziale prevede il versamento di una somma del mutuo che verrà scalata dall’ammontare totale. In seguito all’estinzione parziale, quindi, la banca provvede a ricalcolare il piano di ammortamento sul residuo, riducendo di conseguenza l’importo delle rate mensili. Quando il contratto lo consente, poi, è anche possibile non modificare l’importo delle rate, così fa finire prima di pagare il mutuo.

Con l’estinzione totale, ovviamente, viene corrisposto all’istituto di credito l’intero ammontare del debito, liberando il mutuatario e obbligando la banca a cancellare l’ipoteca entro un massimo di 30 giorni dal pagamento completo.

Estinguere il mutuo a seconda dell’avanzamento

Per l’estinzione parziale del mutuo, lo stato di avanzamento del finanziamento e il livello del tasso di interesse sono determinanti per una forma di convenienza. In genere, estinguere parzialmente un mutuo conviene quando il tasso d’interesse e alto, anzi all’aumentare del tasso di interesse la convenienza è via via più significativa.

Prima di passare all’estinzione parziale, poi, bisogna anche tenere conto dello stato di avanzamento del mutuo. Nella maggior parte dei casi, infatti, viene seguito il piano di ammortamento detto “alla francese” in cui la quota relativa agli interessi è maggiore nella prima parte del mutuo.

Così, arrivati circa alla metà del finanziamento risultano pagati quasi tutti gli interessi. Di conseguenza, estinguere il mutuo nella prima metà degli anni consente di risparmiare sulla spesa per gli interessi e ridurre il peso delle rate. Ecco perché anche estinguere completamente un mutuo prossimo alla scadenza è poco conveniente, soprattutto se sono previste delle penali.

La penale per l’estinzione anticipata del mutuo

Con la legge Bersani del 2007 è concessa l’estinzione anticipata di mutui e prestiti senza il pagamento di alcuna penale, anche se questo non esenta del tutto i mutuatari da alcuni pagamenti extra. In particolare, la legge Bersani ha effetto soltanto sui mutui:

  • Contratti da persone fisiche;
  • contratti dal 2007 in poi;
  • stipulati per acquistare immobili o unità abitative;
  • utilizzati dal mutuatario per abitarvi o per svolgere l’attività professionale.

Di conseguenza, la penale è ancora prevista per i mutui fondiari e per gli altri tipi di finanziamento. Oltretutto, la penale non è stata abolita per i mutui contratti prima del 2007, ma la sua entità massima è strettamente regolata. Per i mutui a tasso fisso la penale massima è pari:

  • Allo 0,50% se l’estinzione avviene prima del terzultimo anno di mutuo;
  • allo 0,20% se l’estinzione avviene nel corso del terzultimo anno;
  • allo 0% se l’estinzione avviene negli ultimi due anni.

È poi prevista una riduzione dello 0,20% se la penale contrattuale è inferiore ai massimali previsti dal decreto. Invece, per i mutui a tasso variabile bisogna considerare l’anno in cui è stato stipulato il contratto. Per i mutui contratti prima del 31 dicembre 2000 si applicano le soglie previste per i mutui a tasso fisso, mentre per quelli stipulati successivamente la penale massima è:

  • L’1,90% se l’estinzione avviene nella prima metà del mutuo;
  • l’1,50% se l’estinzione avviene tra la metà e il quartultimo anno;
  • lo 0,20% se l’estinzione avviene nel terzultimo anno;
  • lo 0% se l’estinzione avviene negli ultimi due anni.

Per le penali contrattuali inferiori si applicano degli sconti, in particolare dello 0,25% per le penali superiori all’1,25% e dello 0,15% per le penali inferiori all’1,25%. Infine, per i mutui a tasso misto bisogna prendere in considerazione il tasso di ammortamento previsto durante il periodo in cui avviene l’estinzione e le relative soglie massime. Questo fattore è estremamente importante per capire anche in quale momento è preferibile provvedere all’estinzione.

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Sunday, May 28, 2023

Case, prezzi troppo alti (non solo a Milano): compravendite in calo del 15% - Corriere della Sera

Case, nel 2023 crolla il giro d’affari: 18 miliardi di euro in meno

Quasi 18 miliardi di euro. È la stima del calo del giro d’affari direttamente connesso alla compravendita di case che si potrebbe registrare nel 2023. Alla cifra va aggiunto tutto l’enorme indotto che ruota attorno ai passaggi di proprietà: compensi ad agenzie e notai, traslochi, acquisti di mobili, ristrutturazioni. E, corollario inevitabile, minori entrate fiscali. Alla stima sul calo del fatturato si giunge partendo dalle previsioni di Nomisma, secondo cui quest’anno le transazioni residenziali caleranno del 14,6% rispetto al livello record dello scorso anno, scendendo da 784 mila a 670 mila.
A 18 miliardi, come calo del giro d’affari complessivo, si arriva calcolando una decurtazione proporzionale al calo delle vendite sui 123,2 miliardi di giro d’affari nel 2022 indicato nel rapporto sul mercato residenziale Entrate-Abi.

Leggi anche:
- Mutui green, così si finanzia la ristrutturazione di casa (a prova di regole Ue)

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Saturday, May 27, 2023

Pignoramento soldi, case e beni, nuove regole europee si affiancano a importanti modifiche ora già in vigore - Business Online

Quali sono le nuove regole europee su pignoramento soldi, case e beni, che si affiancano alle importanti modifiche ora in vigore? Cambiano le regole per procedure, limiti e competenze del pignoramento sia di soldi che di case e altri beni, procedura che porta al prelievo forzoso al debitore per il saldo dei debiti, appunto, contratti con creditori.

  • Quali sono le nuove regole europee su pignoramento di soldi, case e beni 
  • Importanti modifiche già in vigore per pignoramento soldi, case e beni

Quali sono le nuove regole europee su pignoramento di soldi, case e beni

Le nuove regole sul pignoramento di soldi, case e beni derivano dalla recente sentenza della Corte di Giustizia europea che si è recentemente espressa sulle procedure di pignoramento sia di case, che soldi e altri beni, affermando che se il contratto stipulato tra banca e cliente prevede clausole abusive, il cliente può fare ricorso anche se è già stata avviata la procedura di pignoramento.

Stando a quanto previsto dalle norme europee attuali, sono considerate clausole contrattuali abusive quelle che non rispettano principi di buona fede ed equità, come:

  • risarcimento per inadempienza contrattuale da parte della banca;
  • esclusione o limite alla responsabilità della banca se il consumatore muore o subisce lesioni per un atto o un'omissione da parte dello stesso istituto di credito;
  • risarcimento unilaterale per annullamento, che permette alla banca di trattenere gli anticipi se il consumatore annulla il contratto;
  • modifiche unilaterali del contratto, che permettono all'istituto di credito di apportare modifiche ad un contratto unilateralmente senza obbligo di fornire alcune giustificazione;
  • annullamento con breve preavviso, che permette all'istituto di credito di risolvere un contratto senza un termine fisso di scadenza in breve tempo;
  • clausole occulte, che rappresentano un vincolo per i clienti ma non sono chiaramente specificate prima della firma del contratto;
  • annullamento del contratto unilaterale da parte della banca in determinati casi e condizioni;
  • proroghe automatiche dei contratti a tempo determinato, per cui ogni cliente deve obbligatoriamente comunicare la sua intenzione di risoluzione del contratto prima della sua scadenza per evitare proroghe automatiche.

Importanti modifiche già in vigore per pignoramento soldi, case e beni

La nuova sentenza europea che prevede novità sulle modalità del pignoramento si aggiunge alle altre importanti modifiche già in vigore per pignoramento di soldi, case e altri beni, a partire dai nuovi limiti previsti per il pignoramento di soldi.

Sono stati, infatti, stabiliti nuovi limiti al pignoramento di stipendi e conto correnti, che vengono aggiornati ogni anno perché variano e dipendono dall’importo dell’assegno sociale, che si modifica ogni anno, perché è soggetto a rivalutazione. 

Per il 2023, per effetto della nuova rivalutazione, l’importo dell’assegno sociale è aumentato a 503,27 euro al mese per 13 mensilità e il pignoramento dello stipendio dipende dall’importo dell’assegno sociale perché, come stabilito dalle leggi in vigore, non si può pignorare il minimo vitale, pari al doppio dell’assegno sociale e non può mai essere inferiore a mille euro. 

Se, dunque, l’importo dell’assegno sociale è di 503,27 euro, il minimo vitale 2023 è di 1.006,54 euro ed è impignorabile mentre il pignoramento dello stipendio può avvenire in misure differenti oltre tale importo.

Secondo le leggi in vigore, infatti, si può pignorare lo stipendio secondo i limiti previsti dalla legge sia presso il datore di lavoro e sia sul conto corrente dove viene accreditato. In particolare, si può pignorare lo stipendio presso il datore di lavoro nel 2023 solo nel limite di un quinto, mentre se il creditore è Agenzia Entrate Riscossione, i limiti per il pignoramento dello stipendio sono di:

  1. un quinto per stipendi sopra 5.000 euro;
  2. un settimo per stipendi fino a 5.000 euro;
  3. un decimo per stipendi fino a 2.500 euro
Per quanto riguarda i limiti di pignoramento su un conto corrente, le leggi prevedono, in base al saldo disponibile sul conto, la possibilità di pignorare solo la parte eccedente il triplo dell’assegno sociale, cioè 1.404,30 euro (considerando l’importo dell’assegno sociale di 503,27 euro).

Ulteriori novità già approvate relative al pignoramento riguardano il pignoramento verso terzi, meccanismo che permette al creditore di procedere al recupero dei crediti presso il debitore ma in possesso di un altro soggetto.

Il pignoramento presso terzi viene notificato al debitore iniziale del titolo esecutivo e dell’atto di precetto. Il pignoramento presso terzi coinvolge, infatti, tre soggetti che sono: 
creditore procedente, parte attiva in senso sostanziale e processuale;
debitore esecutato, parte passiva in senso sostanziale e processuale;
terzo pignorato, parte solo in senso processuale.

Il pignoramento versi terzi viene notificato al debitore iniziale del titolo esecutivo e dell’atto di precetto e le recenti novità sul pignoramento riguardano le competenze. E’, infatti, previsto che per il pignoramento di beni mobili presso terzi, la competenza sia del giudice, quindi il tribunale, del luogo in cui si trovano i beni, mentre per il pignoramento di crediti la competenza sia del giudice del luogo in cui il debitore ha la residenza, il domicilio, la dimora o la sede.

Se, invece, il debitore è una pubblica amministrazione, la competenza è del Tribunale del luogo in cui il terzo ha la residenza, il domicilio, la dimora o la sede.

Le novità relative al pignoramento riguardano anche le procedure: il pignoramento presso terzi deve, infatti, essere notificato al debitore iniziale del titolo esecutivo e dell’atto di precetto e la notifica può essere effettuata dall’avvocato tramite Pec, posta elettronica certificata, o tramite Ufficiale Giudiziario.

Dallo scorso giugno 2022, nelle procedure pignoramento presso terzi, i nuovi adempimenti sono a carico del difensore del creditore ed è sempre necessario notificare l'avvenuta iscrizione a ruolo sia al debitore esecutato che al terzo pignorato e la prova dell’avvenuta notifica deve essere depositata nel fascicolo della procedura esecutiva entro la data dell’udienza di comparizione indicata nell’atto di pignoramento presso terzi. 


 

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Rossi (Tim): tlc in sofferenza per la concorrenza dei colossi tech - Il Sole 24 ORE

Stiglitz, rischio recessione in Usa e Europa, da rialzo tassi impatto su credito

Nonostante qualche segnale di miglioramento dell’economia, in Europa e negli Stati Uniti, una recessione è ancora possibile, visti i molteplici rischi legati all’incremento dell’inflazione e alla politica delle banche centrali. «Penso ci sia un rischio di recessione, la Germania è già entrata in recessione tecnica. Penso che negli Stati Uniti il problema sia peggiore di quanto si crede, perché con l'inasprimento della politica monetaria si hanno ricadute anche sulla disponibilità di credito». Lo ha detto Joseph Stiglitz, premio Nobel per l’economia nel 2003 e professore della Columbia University, a margine del panel a cui partecipa nell’ambito della XVIII edizione del Festival dell'Economia di Trento, intitolata “Il futuro del futuro. Le sfide di un mondo nuovo”, organizzato dal Gruppo 24 Ore e Trentino Marketing.

«La crisi finanziaria, con il crack della Silicon Valley Bank e le difficoltà di altre banche regionali, implica che gli istituti avranno un approccio più conservativo sull'erogazione di prestiti. Secondo alcuni questo è l’equivalente di un ulteriore rialzo di uno o due punti percentuali dei tassi di interesse, inoltre molti temono che la Federal Reserve possa alzare ulteriormente il costo del denaro. C'è quindi un rischio di rallentamento», ha detto l’economista. Certo negli Stati Uniti sono state varate consistenti misure di stimolo, come l'Ira e il Chips Act, e «questo potrebbe controbilanciare una parte della contrazione monetaria».

Nel Vecchio Continente la situazione potrebbe essere più complicata: «Temo che in Europa, dove non ci sono stimoli fiscali altrettanto potenti, non ci sarà questo controbilanciamento. E temo anche che l’accordo che si sta definendo negli Stati Uniti con la frangia estremista del partito repubblicano per risolvere il problema dell'innalzamento del tetto del debito potrebbe indebolire l'economia. Quindi sia negli Stati Uniti sia in Europa penso ci siano minacce reale che potrebbero fare aumentare la probabilità di recessione», ha spiegato.

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Come usare il bonus barriere architettoniche per cambiare i serramenti - Rinnovabili

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via depositphotos.com

Il Bonus Barriere architettoniche al 75% può beneficiare della cessione del credito e dello sconto in fattura

(Rinnovabili.it) – Fino a pochi mesi fa non c’era motivo di andare a “spulciare” la norma trovando eventuali escamotage per ottenere una detrazione più elevata. A fare da padrone c’era il Superbonus con un’aliquota al 110 per cento imbattibile ed il meccanismo delle cessioni del credito e sconto in fattura per tutti. Ma oggi le cose sono cambiate. Ecco perchè sempre più aziende propongono ai propri clienti l’utilizzo del Bonus Barriere Architettoniche anche per interventi apparentemente non collegati alla detrazione.
E’ questo il caso della sostituzione dei serramenti che se effettuata sfruttando il bonus abbattimento barriere architettoniche, da diritto ad una detrazione del 75%, più alta rispetto al 50% dell’ecobonus.

Inoltre il Decreto Blocca Cessioni poi convertito nella Legge 38/2023, non si applica al bonus barriere architettoniche, per il quale ci sarà la possibilità di utilizzare il meccanismo di sconto in fattura e cessione del credito fiscale fino al 31 dicembre 2025, ovvero al termine della detrazione.

Quali requisiti soddisfare per accedere al bonus barriere architettoniche

Innanzitutto è bene chiarire che il bonus barriere architettoniche è utilizzabile sia per gli interventi condominiali che per i singoli appartamenti, come chiarito dall’Agenzia delle Entrate con la risposta 461/2022. Inoltre l’adeguamento dell’abitazione ai fini dell’abbattimento delle barriere architettoniche non è direttamente legato alla presenza di una persona con disabilità nell’unità, ma può essere finalizzato all’adeguamento della struttura per esigenze future.

Entrando nel merito del nostro quesito, la sostituzione degli infissi fa parte degli interventi agevolabili per adeguare l’abitazione.

A stabilire i requisiti da soddisfare per poter sfruttare il bonus barriere architettoniche anche per la sostituzione delle finestre, è il Dm n.236/1998. Vediamo nel dettaglio quali parametri rispettare per non perdere la detrazione.

Gli infissi esterni (porte, finestre e porte finestre) “devono essere facilmente utilizzabili anche da persone con ridotte o impedite capacità motorie o sensoriali”. L’altezza delle maniglie o dispositivo di comando deve essere compresa tra cm 100 e 130, consigliata 115 cm. Per consentire una buona visuale verso l’esterno la parte opaca del parapetto deve essere inferiore a 60 cm, ma complessivamente il parapetto deve essere almeno 100 cm. Le ante degli infissi esterni devono poter essere usate con una pressione non superiore agli 8 kg.

Le Porte di accesso devono essere almeno larghe 80 cm, mentre le porte interne almeno 75 cm.
L’altezza delle maniglie deve essere compresa tra 85 e 95 cm (consigliata 90 cm), inoltre si devono preferire soluzioni per le quali le ante delle porte non abbiano larghezza superiore ai 120 cm e gli eventuali vetri siano collocati ad una altezza di almeno 40 cm dal piano del pavimento. L’anta mobile deve poter essere usata esercitando una pressione non superiore a 8 kg.

All’interno della detrazione al 75% prevista dal Bonus Barriere architettoniche vanno inserite anche le spese accessorie necessarie per il completamento dei lavori.

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Friday, May 26, 2023

JPMorgan taglia mille posti di lavoro in First Republic Bank - Il Sole 24 ORE

1' di lettura

JPMorgan Chase taglia circa mille dipendenti di First Republic dopo il frettoloso salvataggio della banca californiana avvenuto all’inizio del mese, secondo quanto riporta Ft. Le perdite di posti di lavoro, che si ripercuoteranno su tutte le attività di First Republic, corrispondono a circa il 15% dei suoi circa 7mila dipendenti. Giovedì JPMorgan ha comunicato ai dipendenti First Republic interessati che non avrebbero ricevuto un’offerta di trasferimento presso la società controllante. I tagli sono un ulteriore colpo per i dipendenti di First Republic che hanno già avuto due mesi difficili.

In seguito al crollo della Silicon Valley Bank e della Signature Bank a marzo, i clienti della First Republic hanno ritirato decine di miliardi di dollari di depositi. First Republic è stata infine chiusa quando le autorità di regolamentazione statunitensi hanno orchestrato la sua vendita nel fine settimana a JPMorgan. Quest’ultima ha dichiarato di aver rispettato l’impegno preso con i dipendenti di First Republic di fornire chiarezza sul loro status occupazionale entro 30 giorni dall’operazione, conclusa il primo maggio. «Riconosciamo che i dipendenti sono stati sottoposti a stress e incertezza da marzo e speriamo che la giornata di oggi porti chiarezza», ha dichiarato la banca. «Alla stragrande maggioranza dei dipendenti di First Republic verrà offerto un impiego presso JPMorgan Chase, in alcuni casi dopo una fase di prova, in altri da subito a tempo pieno». Ai famosi mille purtroppo no.

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Istat, fiducia inverte rotta, giù per consumatori e imprese - Agenzia ANSA

A maggio si stima una flessione sia dell'indice del clima di fiducia dei consumatori (da 105,5 a 105,1), sia dell'indice composito del clima di fiducia delle imprese che passa da 110,4 a 108,7. Lo rileva l'Istat. "Il clima di fiducia delle imprese diminuisce dopo due mesi consecutivi di crescita", evidenzia l'Istituto di statistica, spiegando che "la flessione dell'indice esprime un generale peggioramento della fiducia in tutti i comparti indagati più accentuato nelle costruzioni". Anche per i consumatori l'indice inverte rotta dopo essere cresciuto per tre mesi consecutivi e si riporta "sul livello dello scorso marzo". 
   

In particolare sul fronte dei consumatori, "l'indice sintetizza un diffuso deterioramento delle opinioni", spiega l'Istat. Il clima economico aumenta da 119,0 a 119,8 mentre quello personale, corrente e futuro diminuiscono (rispettivamente, da 100,9 a 100,1, da 100,2 a 100,0 e da 113,3 a 112,6). Con riferimento alle imprese, il clima di fiducia peggiora in tutti i comparti indagati: nella manifattura e nelle costruzioni l'indice scende, rispettivamente, da 102,8 a 101,4 e da 164,2 a 159,4; nei servizi di mercato cala da 105,5 a 104,1 e nel commercio diminuisce da 112,9 a 111,6. In relazione alle componenti degli indici di fiducia, nella manifattura e nelle costruzioni tutte le variabili registrano un andamento negativo. Nei servizi di mercato opinioni sul livello degli ordini in miglioramento si uniscono a giudizi sull'andamento degli affari e ad aspettative sugli ordini in peggioramento. Nel commercio al dettaglio tutte le componenti si deteriorano. A livello settoriale, nella manifattura si segnala un aumento della fiducia solo nei beni di consumo mentre nelle costruzioni tutti i settori coperti dall'indagine evidenziano un peggioramento dell'indice. Per quanto riguarda il comparto dei servizi di mercato - rileva la statistica - il trasporto e magazzinaggio e l'informazione e comunicazione registrano un aumento dell'indice; nel commercio al dettaglio il peggioramento della fiducia emerge solo nella grande distribuzione mentre in quella tradizionale l'indice è in risalita.

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Come scaricare la patente auto digitale sul cellulare e poter avere tutti i suoi vantaggi già ora - Business Online

La patente è un documento di estrema importanza che certifica l'abilità di guidare specifici tipi di veicoli e garantisce il riconoscimento del suo titolare. È fondamentale avere sempre con sé tale documento per evitare di incorrere in sanzioni anche di natura economica significativa.

A breve sarà molto più semplice evitare spiacevoli dimenticanze grazie all'introduzione della patente digitale. Nell'ottica di una digitalizzazione dei documenti, la Commissione europea e il Governo italiano hanno deciso di accelerare l'implementazione della patente digitale, e secondo le previsioni, questa potrebbe diventare disponibile già entro il 2023. Ma quali sono le principali modifiche introdotte dalla patente digitale? Vediamo in questo articolo:

  • Patente auto digitale, come fare a scaricarla sul cellulare
  • Quali sono i vantaggi della patente auto digitale

Patente auto digitale, come fare a scaricarla sul cellulare

La patente digitale è l'equivalente elettronico della tradizionale patente di guida in formato cartaceo e plastificato. Conserva tutte le informazioni e le caratteristiche del documento tradizionale. Questo progetto è stato oggetto di discussione da diversi anni, ma entro il 2023 potrebbe finalmente concretizzarsi. La patente digitale viene memorizzata in un'applicazione affidabile e sicura per dispositivi mobili e può essere mostrata come documento di riconoscimento a chiunque sia autorizzato a visionarlo.

I conducenti non avranno più bisogno di portare con sé il documento cartaceo. La patente digitale presenta un codice QR che consente di accedere a tutti i dati del titolare e al certificato di guida del conducente, semplificando le consuete procedure di controllo da parte delle autorità competenti.

La patente digitale sarà disponibile tramite l'applicazione IO, che richiede il download e l'installazione. Si tratta di un'app italiana sviluppata e gestita da PagoPA S.p.A., una società pubblica, con l'obiettivo di agevolare le comunicazioni tra enti pubblici e cittadini, semplificando le pratiche e i pagamenti relativi ai servizi pubblici.

L'applicazione è gratuita e una volta installata, è necessario effettuare l'accesso utilizzando Spid (Sistema Pubblico di Identità Digitale) o la Carta d'identità elettronica. Dopo il primo accesso, ogni login richiederà un'autorizzazione biometrica, come il riconoscimento del volto o l'impronta digitale, a seconda delle funzionalità del dispositivo utilizzato.

Quali sono i vantaggi della patente auto digitale

La digitalizzazione della patente di guida offre numerosi vantaggi. Riduce significativamente i rischi di smarrimento, furto, falsificazione e deterioramento del documento. La patente è sempre accessibile all'utente, indipendentemente dal dispositivo utilizzato. Sarà sufficiente accedere all'applicazione con le credenziali personali per visualizzare il documento.

Tutte le informazioni associate alla patente, come lo stato del documento, la data di scadenza e i punti disponibili, vengono aggiornate in tempo reale. Il titolare può tenere traccia di queste informazioni accedendo semplicemente all'app.

Con la patente digitale, migliora la comunicazione tra gli enti pubblici e i cittadini. I conducenti riceveranno notifiche direttamente sul proprio smartphone riguardo alle scadenze imminenti dei documenti, ai pagamenti da effettuare (come il bollo auto), ai rinnovi e alle sanzioni pendenti. Il livello di sicurezza è elevato per tutti i tipi di patente, poiché l'accesso all'applicazione è consentito solo tramite un sistema di identità digitale certificata, come Spid o la Carta d'identità elettronica (Cie).

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Thursday, May 25, 2023

Bonifici tra parenti e amici: la causale per evitare accertamenti fiscali - Valtellina Turismo Mobile

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Continua la discesa del prezzo del gas, ora a 26 euro/mwh. Bruxelles ottimista sui risultati delle misure per… - Il Fatto Quotidiano

Continua la discesa del prezzo del gas sul mercato di Amsterdam che fa da riferimento per i contratti europei. Un megawattora viene scambiato poco sopra i 26 euro, il 6% in meno di ieri e sui valori più bassi dal novembre 2021. Un anno fa il prezzo del gas era intorno ai 70 euro. Diverse le ragioni che spiegano la flessione delle quotazioni. Soprattutto le riserve degli stati europei hanno superato l’inverno, insolitamente mite soprattutto nelle zone centrali, sono rimaste su livelli rassicuranti (in media introno al 70% di riempimento). Ciò lascia supporre che nei mesi estivi non ci sarà una corsa all’approvvigionamento come accaduto lo scorso anno. Sinora le ricadute positive sulle bollette sono state relativamente modeste, anche per la decisione del governo Meloni di togliere le agevolazioni introdotte dall’esecutivo Draghi. Tuttavia i benefici dovrebbero aumentare nei prossimi mesi, soprattutto se continuerà la tendenza alla diminuzione dei prezzi.

Inoltre Bruxelles ha dichiarato oggi che le misure per il risparmio di gas dovrebbero produrre una flessione dei consumi superiore al calo delle importazioni dalla Russia. In un documento presentato alla Commissione europea il commissario per l’energia Kadri Simson ha affermato che i consumi dovrebbero calare di altri 60 miliardi di metri cubi nel 2023 ossia “più dei volumi di gas che prevediamo di importare dalla Russia nel 2023”.

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La Germania entra in recessione. Pil in calo dello 0,3% nei primi tre mesi del 2023

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Borsa Italiana, il commento della seduta del 25 maggio 2023 - SoldiOnline.it

Generali in positivo: la compagnia assicurativa ha comunicato i risultati finanziari del 1° trimestre del 2023. In altalena in bancari e i petroliferi

mercato-neutroI maggiori indici di Borsa Italiana e le principali piazze finanziarie europee registrano ribassi frazionali, in una seduta caratterizzata da diversi cambi di direzione.

Alle ore 13.00 il FTSEMib era in calo dello 0,21% a 26.470 punti, dopo aver oscillato tra un minimo di 26.287 punti e un massimo di 26.585 punti. Alla stessa ora il FTSE Italia All Share era in flessione dello 0,18%. Segno più, invece, per il FTSE Italia Mid Cap (+0,03%) e il FTSE Italia Star (+0,03%).

Il bitcoin si è avvicinato ai 26.000 dollari (meno di 24.500 euro).

Lo spread Btp-Bund si è ristretto sotto i 185 punti, con il rendimento del Btp decennale oscilla tra i 4,3% e il 4,35%.

L’euro resta sotto gli 1,075 dollari.

Generali guadagna lo 0,06% a 17,885 euro. La compagnia assicurativa ha comunicato i risultati finanziari del 1° trimestre del 2023. I dati hanno mostrato un miglioramento della redditività e dei premi lordi. Il management del Leone di Trieste ha confermato gli obiettivi strategici e finanziari per il 2023 e la politica dei dividendi per il triennio 2022-2024.

In altalena in bancari.

Spicca il rialzo di UniCredit (+0,9% a 18,488 euro).

Seduta volatile per i titoli del settore petrolifero, dopo che il prezzo del greggio a New York (contratto con scadenza a luglio 2023) è sceso a 73 dollari al barile. ENI registra una flessione dell’1,44% a 13,176 euro.

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Eurovita, sblocco riscatti: ipotesi proroga a settembre - Advisoronline

La possibilità si fa ogni giorno più concreta: i riscatti delle polizze Eurovita potrebbero essere congelati fino a settembre. E’ quanto si legge su le pagine de La Stampa. Quindi non più a fine luglio come ipotizzato la settimana scorsa. L’annuncio della proroga potrebbe arrivare a breve, visto che nei prossimi giorni si terrà un nuovo incontro tra l’amministrazione straordinaria e le controparti.

E' questo lo scenario che si sta delineando intorno alla compagnia di assicurazione finita in amministrazione straordinaria dopo che l'azionista Cinven si è rifiutato di versare nuovo capitale, con l'indice di solvibilità finito sotto il livello di guardia. Se è vero che le principali compagnie del mercato (Intesa Sanpaolo Vita, Poste Vita, Generali, Unipol e Allianz) e le banche distributrici delle polizze (tra loro Fideuram, Credem, Fineco, Sparkasse), anche su pressing del ministero dell'Economia, sembrano consapevoli della necessità di evitare la liquidazione coatta amministrativa di Eurovita, è ugualmente evidente che mettere a punto il piano non è affatto semplice.

Lo schema allo studio è infatti complesso e prevede la divisione di Eurovita in cinque rami d'azienda, tutti della stessa dimensione, che verrebbero poi rilevati dai big. In questo modo scomparirebbe la compagnia e il brand mentre i sottoscrittori delle polizze si ritroverebbero con in mano un contratto con Generali oppure con Unipol, Allianz, Poste o Intesa, ovviamente con tutte le garanzie che ciò comporta. In altre parole, il comparto si farebbe carico del rischio assicurativo e dei costi connessi all'integrazione del ramo d'azienda, compreso l'assorbimento del personale ad esso correlato. Tutto ciò mettendo sul piatto un controvalore complessivo stimabile in 500 milioni.

È comprensibile che tutto questo non possa essere realizzato in appena un mese e mezzo, solo la migrazione delle polizze richiederebbe tempistiche ben più lunghe. Ecco perché, nel solco dello schema a cinque appena delineato, l'obiettivo sarebbe quello di arrivare per il prima possibile con un accordo vincolante sottoscritto tra tutti i soggetti seduti attorno al tavolo. Un passaggio sufficiente, si spiega, per poter sciogliere l'ultimo nodo rimasto: il coinvolgimento nella partita delle banche distributrici, ossia gli istituti che hanno collocato presso i loro clienti contratti Eurovita, e dunque Sparkasse, Credem, Fineco e Fideuram. Messo il sigillo all'intesa a cascata potrebbe dunque scattare il via libera ai riscatti.

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Modello 730/2023, le FAQ del webinar: dalla capienza dei sostituti d'imposta ai controlli - Informazione Fiscale

Dopo il webinar organizzato da TeamSystem e Informazione Fiscale il 22 maggio, sul modello 730/2023, la raccolta delle risposte ai principali quesiti dei partecipanti. Dai quesiti sul sostituto d'imposta alla documentazione da presentare, passando per i controlli sulla dichiarazione dei redditi

Il modello 730/2023 è stato al centro del webinar del 22 maggio, organizzato da TeamSystem e Informazione Fiscale.

Dalle scadenze alle modalità di presentazione della dichiarazione dei redditi, passando per le novità dell’anno di imposta 2022, molti sono stati i temi affrontati nel corso del momento di approfondimento.

Diverse anche le domande arrivate, che hanno interessato diversi temi: dalla capienza fiscale dei sostituti d’imposta ai controlli dell’Agenzia delle Entrate passando per la documentazione da presentare nel caso di invio telematico tramite CAF o intermediari abilitati.

Modello 730/2023, le FAQ del webinar: la capienza fiscale dei sostituti d’imposta

Diverse domande arrivate nel corso del webinar formativo del 22 maggio 2023, incentrato sul modello 730/2023 e sui vari aspetti da tenere in considerazione nel bel mezzo della campagna dichiarativa, hanno avuto come tema quello dei sostituti d’imposta.

Proviamo a fare chiarezza rispondendo alle FAQ, i quesiti più frequenti, posti sul tema della dichiarazione dei redditi.

“Come procedere nel caso di sostituto incapiente?” Nel caso in questione non si deve prendere in considerazione la capienza fiscale del singolo lavoratore ma di tutti, nel loro complesso.

Il sostituto d’imposta ha comunque la possibilità di rateizzare il rimborso fino a dicembre. Nel caso in cui rimanga un residuo o totale rimborso non erogato, lo stesso dovrà indicare tale situazione nella Certificazione unica dell’anno successivo.

A questo punto il contribuente, nella dichiarazione successiva, riporterà il credito maturato.

Un’altra domanda relativa al sostituto d’imposta: “è possibile indicare l’Agenzia delle Entrate in luogo del sostituto?”

La possibilità è prevista solo nel caso di contribuente senza sostituto d’imposta. Nel caso in cui sia il contribuente stesso a scegliere, dovrà utilizzare il modello Redditi PF.

Un quesito si è concentrato sulle detrazioni edilizie. Nello specifico si richiedeva della possibilità di dividere la detrazione relativa al sismabonus in due parti, del 30 per cento e del 70 per cento, nel caso di conto cointestato e proprietà dell’immobile al 50 per cento tra i coniugi.

Non c’è possibilità di scegliere la percentuale di detrazione spettante, per ovviare alla ridotta capienza fiscale di uno dei due contribuenti.

Due sono le strade tra cui si può scegliere:

  • la ripartizione dell’importo in due parti uguali, quindi facendo portare in detrazione a ciascun contribuente il 50 per cento dell’importo;
  • attribuendo l’intera detrazione solo ad uno dei due contribuenti.

Modello 730/2023, le FAQ del webinar: la capienza fiscale dei sostituti d’imposta

Ulteriori quesiti si sono concentrati sulla documentazione da presentare e sui controlli dell’Agenzia delle Entrate sulle dichiarazioni dei redditi con modello 730.

Una domanda riguarda la possibilità di rivolgersi ad un CAF, Centro di assistenza fiscale, e richiedere di inviare la dichiarazione dei redditi con modello 730/2023 senza presentare alcuna documentazione.

L’ipotesi è esclusa, proprio per il ruolo del CAF o del professionista abilitato. Tali soggetti sono infatti chiamati ad apporre il visto di conformità e hanno quindi l’obbligo di effettuare il controllo documentale.

In altre parole, l’invio della dichiarazione dei redditi con modello 730/2023 è permesso solo nel caso in cui l’intermediario abilitato possa procedere con il raffronto tra la documentazione messa a disposizione dal contribuente e i dati forniti con la dichiarazione precompilata.

Un altro tema di interesse è quello dei controlli dell’Agenzia delle Entrate.

Nello specifico la domanda è la seguente: “le spese con detrazione al 19 per cento, presenti nel modello 730 precompilato e modificato nella trasmissione, possono essere richieste da parte dell’Agenzia Entrate in sede di controllo formale?”

In questo caso si ricorda che, per evitare i controlli formali, la dichiarazione dei redditi con modello 730/2023 precompilato deve essere accettata senza modifiche.

Nel caso in cui i dati precompilati vengano modificati, invece, possono essere effettuati i controlli formali.

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Wednesday, May 24, 2023

La festa è finita: l'abbonamento a Netflix non potrà condividere fuori casa - AGI - Agenzia Italia

AGI - Netflix ha annunciato che i propri utenti in circa 100 altri Paesi dovranno pagare un extra per condividere i loro codici di accesso al servizio con persone che non fanno parte del loro nucleo familiare. Si tratta di un'iniziativa della società nell'ambito della sua strategia di incrementare i ricavi.

Netflix sta testando questa nuova formula da un anno e l'ha già implementata in particolare in Canada, dopo un 2022 chiuso con una perdita di abbonati nella prima metà dell'anno, per poi riprendersi nel secondo semestre. "Più di 100 milioni di famiglie condividono il loro account, il che influisce sulla nostra capacità di investire in grandi film e serie TV", aveva dichiarato Netflix a febbraio in un comunicato.

Prezzi e strategia

I prezzi variano da Paese a Paese. Le famiglie statunitensi dovranno pagare quasi 8 dollari in più al mese per consentire a un ospite di utilizzare il proprio account. "Il tuo account Netflix è per te e per le persone che vivono con te, cioè il tuo nucleo familiare", si legge nella mail che la piattaforma sta inviando a tutti gli abbonati interessati.

Chi è "un utente extra" in Italia dovrà pagare un costo ulteriore pari a 4,99 euro al mese, scrive Netflix nella mail che ha iniziato a inviare ai propri abbonati nel Belpaese.

Il messaggio indica inoltre le due possibili soluzioni per coloro che già condividono i propri identificativi: possono aggiungere un ulteriore abbonato pagando il supplemento, oppure trasferire il profilo di una persona esterna al nucleo familiare. Quest'ultima dovrà sottoscrivere il proprio abbonamento, mantenendo però inalterato il proprio profilo.

Netflix precisa inoltre che gli abbonati continueranno a poter guardare i loro programmi anche quando sono in viaggio. L'azienda americana, che conta più di 232 milioni di abbonati, ha aggiunto un abbonamento più economico con pubblicità alla fine del 2022, dopo anni di riluttanza. Secondo l'azienda, questa modalità ora conta quasi 5 milioni di utenti attivi mensili.

La strategia di limitare la condivisione delle password era invece rimasta indietro. Tuttavia, i test e le implementazioni in America Latina e più recentemente in Canada hanno avuto successo, secondo Greg Peters, co-Ceo dell'azienda.

"All'inizio ci sono state delle cancellazioni. Poi le persone che usavano credenziali prese in prestito creano i propri account e aggiungono profili, e noi recuperiamo terreno in termini di abbonamenti e ricavi", aveva assicurato nel corso di una conferenza con gli analisti ad aprile. 

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Superbonus, quanto è costato allo Stato? Quasi il doppio della stima iniziale - Corriere della Sera

Il Superbonus è costato allo Stato quasi il doppio della stima iniziale. I conti li ha fatti il direttore generale del dipartimento Finanze del ministero dell’Economia, Giovanni Spalletta. Durante l’audizione della commissione Bilancio della Camera Spalletta ha specificato che per il Superbonus si è passati da una spesa prevista inizialmente di 35 miliardi a una stima aggiornata di 67,12 miliardi, mentre per il Bonus facciate da una spesa prevista di 5,9 miliardi a una effettiva di 19 miliardi. Complessivamente la differenza tra le stime ex ante e gli oneri aggiornati ex post per l’orizzonte temporale 2020-2035 risulta pari a 45,2 miliardi di euro, di cui 32 miliardi per il Superbonus. Tali stime sono già state incorporate nelle previsioni degli andamenti di finanza pubblica contenute nel Documento di economia e finanza.

Nessuna modifica sul debito pubblico

Durante la medesima audizione, il ragioniere generale dello Stato, Biagio Mazzotta, ha spiegato che la revisione dell’Eurostat sui criteri di classificazione dei crediti da Superbonus e del bonus facciate «non ha operato nessuna modifica sul debito pubblico atteso, le previsioni di fabbisogno e debito sono rimaste uguali». «La revisione della classificazione ha comportato un anticipo del profilo temporale degli effetti sull’indebitamento netto rispetto alla registrazione per cassa», ha spiegato Mazzotta. La revisione al «rialzo dei costi delle agevolazioni ha comportato un peggioramento delle stime del fabbisogno e del debito negli anni della fruizione dell’agevolazione, particolarmente concentrata negli anni 2023-2026», ha osservato ancora il ragioniere dell Stato.

Ad aprile 74 miliardi di investimenti ammessi per la detrazione

Gli ultimi dati rilevano che a fine aprile gli investimenti ammessi al Superbonus ammontano a oltre 74 miliardi, ma si registra «un netto rallentamento rispetto al periodo precedente sia degli investimenti che dei lavori ultimati» e «il freno maggiore è venuto dal blocco dello sconto in fattura e della cessione del credito». Si è osservata «una dinamica crescente delle spese del Superbonus, con una forte accelerazione a partire dal 2021» sia per il superamento della crisi pandemica che per la rimozione di alcuni paletti «che hanno consentito un accesso più rilevante al beneficio». Oltre alle comunicazioni di cessione dell’Agenzia delle Entrate, hanno ricordatoi rappresentanti del Mef, dai dati Enea risulta che «al 30 aprile 2023 erano in corso circa 407.000 interventi edilizi incentivati ai quali corrispondono 74,6 miliardi di investimenti ammessi a detrazione. A questi 74,6 miliardi corrisponde un effettivo beneficio fiscale pari a circa 82 miliardi di euro».

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Che differenza c'è davvero tra le auto delle grandi marche e quelle popolari a prezzi abbordabili? - Business Online

La preferenza degli automobilisti per vetture di segmento più lussuoso è una tendenza comune che si riscontra anche in altri settori di acquisto. La ricerca di esclusività e un design superiore che conferisca uno status elevato sono elementi chiave nella scelta dei prodotti. Le case automobilistiche adottano una strategia relativamente semplice: sviluppano una piattaforma comune per poi progettare, sviluppare e posizionare due o tre modelli di auto diversi per pubblici differenti.

Di conseguenza, si creano differenze di prezzo che influenzano la decisione d'acquisto. Al fine di comprendere l'entità del divario di prezzo tra le vetture premium e quelle di fascia media, Felipe Munoz, Automotive Industry Specialist di JATO Dynamics e autore di un articolo su motor1, ha preso in considerazione 11 modelli di auto appartenenti allo stesso gruppo e segmento, con motori e allestimenti simili. Ecco i risultati:

  • Alfa Romeo Stelvio vs Maserati Grecale
  • Skoda Fabia vs Audi A1
  • Hyundai Grandeur vs Genesis G80
  • Ford Expedition vs Lincoln Navigator
  • Toyota Venza vs Lexus NX
  • Peugeot 3008 vs DS 7
  • Volkswagen Touareg vs Porsche Cayenne
  • Honda Civic vs Acura Integra
  • Chevrolet Traverse vs Buick Enclave vs Cadillac XT6
  • Skoda Octavia vs Volkswagen Golf vs Audi A3
  • Opel Mokka-e vs DS 3 E-Tense

Alfa Romeo Stelvio vs Maserati Grecale

Maserati Grecale GT, equipaggiata con un motore a benzina da 300 CV, presenta un prezzo più elevato del 5% rispetto all'Alfa Romeo Stelvio Veloce, anch'essa dotata di un motore a benzina da 280 CV. Si tratta del secondo divario di prezzo più contenuto tra tutti gli esempi considerati, sebbene si tratti di un confronto tra un brand premium e uno di lusso. Con una differenza di prezzo al dettaglio di 3.322 euro, potrebbe sorgere la preoccupazione di una possibile cannibalizzazione tra i due modelli.

Skoda Fabia vs Audi A1

Considerando entrambi i modelli con una potenza di 95 CV e un allestimento di punta, confrontiamo Audi A1 S-Line a benzina con Skoda Fabia a benzina. Il risultato mostra che l'Audi ha un prezzo superiore del 8%, equivalente a 1.750 euro. Chi è disposto a pagare questa somma aggiuntiva per passare da una Skoda a un'Audi?

Hyundai Grandeur vs Genesis G80

Hyundai, nella sua versione Caligraphy, è equipaggiata con un motore a benzina da 290 CV, mentre Genesis, nella sua configurazione Sport Package, monta un motore a benzina da 304 CV. La Genesis, essendo una variante premium, ha un prezzo superiore del 33% rispetto alla Hyundai.

Ford Expedition vs Lincoln Navigator

Tra i due modelli, il Lincoln nell'allestimento Black Label presenta il divario di prezzo più ampio, con un costo superiore del 40% rispetto al Ford con allestimento Timberline. Lincoln Navigator è dotato di un motore a benzina da 450 CV, mentre Ford Expedition vanta un motore da 440 CV.

Toyota Venza vs Lexus NX

Un automobilista ha la possibilità di acquistare Toyota Venza Limited, equipaggiata con un motore a benzina da 219 CV, al prezzo di 40.253 dollari. Se desidera invece optare per un modello premium, Lexus NX 250 Luxury, con un motore da 203 CV, avrà un costo di 45.700 dollari, un aumento del 14% rispetto alla Venza.

Peugeot 3008 vs DS 7

Nonostante l'obiettivo di Stellantis di posizionare DS come uno dei tre marchi premium della propria gamma, in questa situazione il divario tra le versioni PHEV da 300 CV di questi C-Suv è relativamente ridotto, pari all'1%. Peugeot presenta l'allestimento GT, mentre la DS offre l'allestimento GT Pack.

Volkswagen Touareg vs Porsche Cayenne

Da quando sono stati introdotti sul mercato 20 anni fa, i suv di Volkswagen e Porsche hanno condiviso numerosi elementi. Volkswagen Touareg R PHEV, equipaggiata con un motore da 462 CV, è disponibile al prezzo di 90.995 euro. D'altra parte, Porsche Cayenne Platinum PHEV, che vanta la stessa potenza, ha un valore di 102.901 euro.

Honda Civic vs Acura Integra

La nuova Acura Integra, che può essere considerata la controparte di lusso della Honda Civic, presenta un divario di prezzo del 20%. La versione Integra A-Spec, equipaggiata con un motore a benzina da 200 CV, supera in termini di costo la Honda Civic, che anch'essa ha un motore a benzina da 200 CV.

Chevrolet Traverse vs Buick Enclave vs Cadillac XT6

Cadillac XT6 Premium Luxury mostra un aumento di prezzo del 13% rispetto alla Buick Enclave Premium, la quale a sua volta è più costosa del 6% rispetto alla Chevrolet Traverse Premier.

Skoda Octavia vs Volkswagen Golf vs Audi A3

Le utilitarie popolari appartenenti al Gruppo Volkswagen presentano differenze di prezzo significative. Equipaggiate con motori a benzina da 110 CV e allestimenti di base, Audi A3 Advanced presenta un aumento di prezzo del 15% rispetto alla Volkswagen Golf Life. A sua volta, Volkswagen è più costosa dell'8% rispetto alla Skoda Octavia Active.

Opel Mokka-e vs DS 3 E-Tense

Il divario di prezzo si riflette anche nel segmento delle vetture elettriche. DS 3 So Chic, con un motore da 136 CV, presenta un prezzo di 39.880 euro prima degli incentivi, rappresentando un aumento del 13% rispetto al prezzo di Opel Mokka-e Edition, che offre la stessa potenza.

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