Diventa ancor più difficile l’esecuzione di un pignoramento di soldi, case e beni dopo ancora 2 nuove recenti sentenze che arrivano dopo recenti sentenze già emesse negli ultimi mesi e nuove regole stabilite. Vediamo cosa prevedono allora le ultime novità relative ai pignoramenti.
- Due nuove recenti sentenze per pignoramento di soldi, case e beni più difficile
- Già nuove sentenze storiche per pignoramenti più difficili
- Nuove regole e leggi per pignoramento soldi, case e beni più difficile già al via
Due nuove recenti sentenze per pignoramento di soldi, case e beni più difficile
La prima nuova recente sentenza che rende il pignoramento di case, soldi e altri beni più difficile è quella emessa dalla Corte di Giustizia tributaria di Siracusa secondo cui l’Agente della riscossione non può pignorare crediti vantati dal contribuente verso enti pubblici se sono decorsi 60 giorni dal fermo delle somme.La sentenza trae origine dalla normativa che permette al Fisco di avviare la procedura speciale di pignoramento prevista dalla legge esattoriale secondo cui l’Agente della riscossione può attuare direttamente il pignoramento, senza rivolgersi al giudice ordinario, ottenendo il pagamento dei crediti vantati con un’espropriazione forzata nei confronti del terzo ma solo entro il termine dei sessanta giorni.
Decorso tale termine, l’esecuzione forzata può avvenire solo attraverso il Tribunale. I contribuenti possono quindi ottenere il pagamento dei loro crediti, facendo dichiarare inefficaci per intervenuta decadenza, i pignoramenti compiuti fuori termine”.
Altra nuova sentenza per pignoramento di soldi, case e beni più difficile è arrivata poco tempo fa dalla Corte di Cassazione e attuata per la prima volta dal tribunale di Milano lo scorso 23 maggio.
La Corte di Cassazione ha stabilito che, se un contratto bancario prevede clausole vessatorie, il debitore può opporsi al pignoramento immobiliare anche se non ha agito tempestivamente in passato lasciando scadere i termini e facendo diventare il decreto ingiuntivo definitivo.
Per l’effettiva attuazione alla sentenza della Cassazione, è necessario che sussistano le seguenti condizioni:
- il debitore deve essere un consumatore;
- il contratto bancario deve contenere almeno una clausola vessatoria;
- l’asta giudiziaria non deve essersi conclusa con l’assegnazione dell’immobile.
Per effetto della nuova sentenza della Cassazione, cambiano le modalità e i tempi di pignoramento delle case e il giudice a cui la banca presenta richiesta di decreto ingiuntivo deve prima chiedere al creditore di presentare il contratto di credito.
Già nuove sentenze storiche per pignoramenti più difficili
Le due nuove recenti sul pignoramento di soldi, case e altri beni seguono altre sentenze storiche già emesse poco tempo fa, come la recente della Corte di Giustizia europea che ha stabilito che se il contratto stipulato tra banca e cliente contiene clausole abusive, il cliente può fare ricorso anche se è già stata avviata la procedura di pignoramento.
Secondo le norme europee sono considerate clausole contrattuali abusive quelle che non rispettano fedelmente i principi di buona fede ed equità, come:
- esclusione o limite alla responsabilità della banca se il consumatore muore o subisce lesioni per un atto o un'omissione da parte dello stesso istituto di credito;
- clausole occulte, che rappresentano un vincolo per i clienti pur se non erano chiaramente specificate prima della firma del contratto;
- risarcimento unilaterale per annullamento, che permette alla banca di trattenere gli anticipi se il consumatore annulla il contratto;
- risarcimento per inadempienza contrattuale da parte della banca;
- annullamento con breve preavviso, che permette all'istituto di credito di risolvere, appunto con breve preavviso, un contratto senza un termine fisso di scadenza;
- annullamento del contratto unilaterale da parte della banca in determinati casi e a specifiche condizioni;
- proroghe automatiche dei contratti a tempo determinato, per cui ogni cliente deve obbligatoriamente comunicare la sua intenzione di risoluzione del contratto prima della sua scadenza per evitare che sia automaticamente prorogato;
- modifiche unilaterali del contratto, che permettono all'istituto di credito di apportare modifiche ad un contratto unilateralmente senza necessità di fornire alcune giustificazione.
Nuove regole e leggi per pignoramento soldi, case e beni più difficile già al via
Le sentenze relative ai pignoramenti più difficili di case, soldi e altri beni seguono nuove regole e leggi già al via nei mesi scorsi proprio relative alle procedure di pignoramento e relativa attuazione.Nuove leggi sui pignoramenti state per esempio definite per i nuovi limiti al pignoramento di stipendi e conto correnti, che vengono aggiornati ogni anno perché variano e dipendono dall’importo dell’assegno sociale, che si modifica ogni anno, perché è soggetto a rivalutazione.
Per il 2023, per effetto della nuova rivalutazione, l’importo dell’assegno sociale è aumentato a 503,27 euro al mese per 13 mensilità. Il pignoramento dello stipendio dipende dall’importo dell’assegno sociale considerando sempre che non si può pignorare il minimo vitale, pari appunto al doppio dell’assegno sociale e non può mai essere inferiore a mille euro.
Se, quindi, l’importo dell’assegno sociale è di 503,27 euro, il minimo vitale 2023 è di 1.006,54 euro. Il pignoramento dello stipendio può avvenire in misure differenti oltre tale importo, che diventa dunque impignorabile.
Si può per legge pignorare lo stipendio secondo i limiti previsti dalla legge sia presso il datore di lavoro e sia sul conto corrente dove viene accreditato. In particolare, si può pignorare lo stipendio presso il datore di lavoro nel 2023 solo nel limite di un quinto, mentre se il creditore è Agenzia Entrate Riscossione, i limiti per il pignoramento dello stipendio sono di:
- un quinto per stipendi sopra 5.000 euro;
- un settimo per stipendi fino a 5.000 euro;
- un decimo per stipendi fino a 2.500 euro
Ulteriori nuove regole già approvate relative al pignoramento riguardano la procedura del pignoramento verso terzi, che permette al creditore di procedere al recupero dei crediti presso il debitore ma in possesso di un altro soggetto.
Il pignoramento versi terzi, che coinvolge creditore procedente, parte attiva in senso sostanziale e processuale; debitore esecutato, parte passiva in senso sostanziale e processuale; e terzo pignorato, parte solo in senso processuale, viene notificato al debitore iniziale del titolo esecutivo e dell’atto di precetto e ha competenza diversa. In particolare, per il pignoramento di beni mobili presso terzi, la competenza è del giudice (dunque il Tribunale) del luogo in cui si trovano i beni, mentre per il pignoramento di crediti la competenza è del giudice (quindi il Tribunale) del luogo in cui il debitore ha la residenza, il domicilio, la dimora o la sede.
L’unica eccezione in tal senso è rappresentata dal caso in cui il debitore è una pubblica amministrazione: la competenza, infatti, è del Tribunale del luogo in cui il terzo ha la residenza, il domicilio, la dimora o la sede.
Pignoramento soldi, case e beni più difficile dopo ancora 2 nuove recenti sentenze (in aggiunta a nuove leggi) - Business Online
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