Nuove risorse in arrivo per gli accordi per l'innovazione. Il MIMIT ha previsto ulteriori 175 milioni di euro per sostenere i progetti di ricerca e sviluppo presentati nell'ambito del secondo sportello. I progetti devono essere sviluppati nelle Regioni del Mezzogiorno
Rifinanziato il secondo sportello previsto dalla misura “Accordi per l’innovazione”, chiuso lo scorso febbraio per esaurimento dei fondo a disposizione.
Il Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT) ha previsto lo stanziamento di ulteriori 175 milioni di euro da destinare al sostegno dei progetti di ricerca e sviluppo presentati ma che non sono stati ammessi per insufficienza di risorse.
I progetti che saranno finanziati devono essere realizzati interamente nelle Regioni del Mezzogiorno: Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sicilia e Sardegna.
Accordi per l’innovazione: in arrivo altri 175 milioni per progetti di ricerca e sviluppo al Sud
Il Ministero delle Imprese e del Made in Italy ha destinato ulteriori risorse per il sostegno dei progetti di ricerca e sviluppo realizzati nell’ambito degli accordi per l’innovazione. Nello specifico sono stati stanziati 175 milioni di euro per i progetti presentati al secondo sportello dell’agevolazione e non ammessi per carenza di risorse.
Il decreto che definisce i dettagli ai fini dell’accesso ai finanziamenti, firmato dal MIMIT l’11 maggio, è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 159 del 10 luglio.
Come si legge anche nel comunicato stampa diffuso dal Ministero, saranno finanziati i progetti di ricerca e sviluppo per cui è stata presentata la domanda ma che non sono stati ammessi alla fase istruttoria per mancanza di fondi.
Il secondo sportello degli accordi per l’innovazione, infatti, è stato chiuso lo scorso 1° febbraio, ad appena un giorno dalla sua apertura dato che in poche ore sono state presentate domande per un fabbisogno di risorse superiore a quelle disponibili.
I progetti destinatari delle nuove risorse devono essere realizzati interamente nelle Regioni del Mezzogiorno, cioè Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sicilia e Sardegna.
Inoltre, devono essere coerenti con gli obiettivi tematici del Programma Nazionale Ricerca, Innovazione e Competitività per la transizione verde e digitale 2021-2027 e con i criteri di selezione previsto dallo stesso (Azione 1.1.4 “Ricerca collaborativa”).
I dettagli relativi alle modalità di accesso alle risorse finanziarie aggiuntive e gli ulteriori obblighi e condizioni connessi all’utilizzo delle risorse dei Fondi strutturali e di investimento europei saranno comunicati tramite un provvedimento del direttore generale per gli incentivi alle imprese del Ministero di prossima pubblicazione.
Come funzionano gli accordi per l’innovazione
Gli accordi per l’innovazione sono una misura prevista a sostegno delle imprese che investono (anche in forma congiunta) nella ricerca e nello sviluppo industriale per realizzare nuovi prodotti, processi o servizi o per migliorare quelli già esistenti.
Possono beneficiare dell’agevolazione le imprese di ogni dimensione e con almeno due bilanci approvati, che esercitano attività:
- industriali;
- agroindustriali;
- artigiane;
- di servizi all’industria;
- di ricerca.
Le agevolazioni sono concesse sotto forma di contributo diretto alla spesa o di finanziamento agevolato secondo specifici limiti e criteri:
- 50 per cento dei costi ammissibili, per progetti di ricerca industriale;
- 25 per cento dei costi ammissibili, per progetti di sviluppo sperimentale;
- 20 per cento in caso di finanziamento agevolato.
Inoltre, i progetti devono essere sviluppati attraverso le tecnologie abilitanti fondamentali (KETs) nell’ambito delle aree di intervento riconducibili al secondo Pilastro del Programma quadro di ricerca e innovazione “Orizzonte Europa” (Regolamento (UE) 2021/695) e cioè:
- Tecnologie di fabbricazione;
- Tecnologie digitali fondamentali, comprese le tecnologie quantistiche;
- Tecnologie abilitanti emergenti;
- Materiali avanzati;
- Intelligenza artificiale e robotica;
- Industrie circolari;
- Industria pulita a basse emissioni di carbonio;
- Malattie rare e non trasmissibili;
- Impianti industriali nella transizione energetica;
- Competitività industriale nel settore dei trasporti;
- Mobilità e trasporti puliti, sicuri e accessibili;
- Mobilità intelligente;
- Stoccaggio dell’energia;
- Sistemi alimentari;
- Sistemi di bio-innovazione nella bioeconomia dell’Unione;
- Sistemi circolari.
I progetti devono prevedere spese e costi ammissibili per almeno 5 milioni di euro e avere una durata non superiore a 3 anni.
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