In un mercato finanziario in costante mutamento, l’importanza di prendere decisioni ponderate e ben informate non può essere sottovalutata. Oggi, il 90% dei nuovi mutui stipulati sono a tasso fisso, un dato impressionante che merita una spiegazione dettagliata.
I numeri e la logica dietro la scelta
La prevalenza di mutui a tasso fisso è chiara dal momento in cui si ipotizza un prestito tipico di 150.000 euro per una casa che vale 200.000 euro. Secondo i dati al 5 luglio di mutuiOnline.it, un mutuo a 15 anni a tasso fisso ha un tasso di interesse del 3,8%, rispetto al 4,55% di un mutuo a tasso variabile, portando a una differenza di 50 euro al mese.
Allungando la durata del mutuo a 20 anni, il tasso fisso scende al 3,70% e il variabile sale al 4,6%.
Con un mutuo a tasso fisso a 30 anni, il tasso di interesse è addirittura sceso al 3,6%, rispetto al 4,5% di un mutuo a tasso variabile.
La ragione di queste discrepanze può essere compresa come una forma di inversione termica nel mercato dei capitali, un fenomeno in cui il tasso dei fissi scende con l’allungarsi della durata. Infatti, l’Eurirs, che è il parametro di riferimento per il calcolo dei tassi fissi, ha il suo valore massimo per i prestiti a un anno e poi decresce con l’aumento della durata.
Questo riflette la convinzione nel mercato dei capitali che i tassi elevati attuali non dureranno a lungo.
Date queste condizioni, appare logica la scelta di un mutuo a tasso fisso. Se chi chiede il mutuo si indebita al limite delle proprie possibilità, la scelta del fisso diventa addirittura inevitabile. Tuttavia, è importante ricordare che non esiste una “scelta giusta” universale. La decisione tra un mutuo a tasso fisso e un mutuo a tasso variabile dovrebbe essere presa dopo un’attenta valutazione dei rischi.
Il tasso variabile: un’opzione ancora rilevante?
Nonostante la predominanza del tasso fisso, l’opzione di un mutuo a tasso variabile non è completamente priva di merito. Questo potrebbe avere un senso per coloro che hanno una certa propensione al rischio e che hanno risorse finanziarie sufficienti per coprire eventuali variazioni.
Ricordiamo che l’Euribor, parametro per i tassi variabili, si sta adattando solo parzialmente all’aumento del tasso BCE.
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Negli ultimi anni, la maggioranza delle persone che hanno richiesto un mutuo hanno scelto un tasso fisso. In effetti, in alcuni periodi, la scelta del tasso fisso è stata quasi universale. Questo contrasta con l’idea di pressioni sul mutuatario a favore del tasso variabile. Inoltre, i monitoraggi delle condizioni economiche hanno dimostrato che le banche hanno mantenuto il loro spread sull’Eurirs più basso di quello sull’Euribor, per incoraggiare la scelta del tasso fisso.
Fatti e Cifre
Secondo le rilevazioni di Bankitalia, a Maggio i tassi di interesse sui prestiti per l’acquisto di abitazioni si sono collocati al 4,58% (4,52% in aprile). I tassi di interesse sui nuovi prestiti alle società non finanziarie sono stati pari al 4,81% (4,52% nel mese precedente). I tassi passivi sul complesso dei depositi in essere sono stati pari allo 0,67% (0,64% nel mese precedente).
In conclusione, la scelta di un mutuo a tasso fisso o variabile dipende da una serie di fattori, tra cui le condizioni di mercato attuali, la tolleranza al rischio e la situazione finanziaria personale. Tuttavia, con l’attuale prevalenza dei mutui a tasso fisso, è chiaro che molti vedono questa come la scelta più sicura e vantaggiosa.
Mutui: 90% dei nuovi mutui stipulati sono a tasso fisso - Edilizia.com
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