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Friday, September 8, 2023

Mediobanca, Delfin respinge la proposta per il cda: «Non in linea con le richieste» - Corriere della Sera

La proposta che Mediobanca ha preparato per Delfin per arrivare a una lista unica per il nuovo cda non è in linea con le richieste, fatte ad agosto, della cassaforte degli eredi di Del Vecchio. La nuova idea allo studio a Piazzetta Cuccia per Delfin viene quindi respinta al mittente dalla holding lussemburghese che fa capo alla famiglia Del Vecchio. La Delfin presieduta da Francesco Milleri punta a un profondo rinnovamento dell’attuale board e alla nomina di un nuovo presidente al posto di Renato Pagliaro. Alle condizioni offerte da Mediobanca — dicono fonti finanziarie — a Delfin conviene allora presentare una propria lista e avere, nel peggiore dei casi, due consiglieri «liberi» piuttosto che quattro legati dagli impegni chiesti da Piazzetta Cuccia. A questo punto del confronto, la partita sembra tornare nel campo di Mediobanca. È possibile, dice il mercato, che si tratti di schermaglie tattiche.

Inclusività e rappresentatività del board

L’orientamento che è emerso dai lavori portati avanti in Mediobanca dal comitato nomine insieme al lead independent director Angela Gamba e dal cda era di formulare a Delfin una proposta che allineasse gli interessi della banca relativamente alla realizzazione del piano a un’ampia inclusività e rappresentatività del board. Obiettivo, proporre alla cassaforte tutti e quattro i posti che si rendono liberi con l’uscita dei consiglieri che hanno raggiunto i limiti di età previsti dallo statuto (75 anni), vale a dire Elisabetta Magistretti, Maurizia Angelo Comneno, Maurizio Costa e Maurizio Carfagna. Oltre a questo, la proposta formulata è di garantire una rappresentanza all’interno dei comitati endoconsiliari.

I 22 impegni

Contestualmente Il board di Mediobanca ha proposto a Delfin di sottoscrivere un accordo triennale di collaborazione, un patto parasociale a tutti gli effetti che, qualora sottoscritto, sarebbe soggetto agli obblighi di pubblicazione. Tra gli impegni oggetto dell’accordo ci sarebbe quello di non votare per altre liste, di non promuovere o votare per la revoca del cda e a non aumentare le quote azionarie, vale a dire per Delfin non salire sopra il 19,8% attuale. Impegni — 22 in tutto ha calcolato Delfin — ritenuti non accettabili dalla cassaforte di Esslux. Condizioni peraltro in parte già respinte da parte di Delfin, soprattutto nei punti che, secondo Delfin, limitano la libertà dei diritti di votare le decisioni del cda e la «fedeltà» a un piano che deve ancora entrare nel vivo (o di cui al momento sono state definite solo le linee guida), visto che è appena partito. Con questa nuova proposta l’obiettivo Mediobanca era di trovare un accordo inclusivo.

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