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Wednesday, November 10, 2021

Borse timide dopo l’inflazione Usa da record. A Milano Ferragamo scivola sui conti - Il Sole 24 ORE

3' di lettura

(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Borse europee timide dopo due sedute all'insegna della debolezza, con gli investitori che anche a Wall Street fanno i conti con l'inflazione Usa che registra su base annuale il rialzo maggiore (+6,2%) dal novembre 1990, mentre i sussidi disoccupazione statunitensi sono ai minimi dall'inizio della pandemia. Ma la corsa del'inflazione non si ferma a Washington: in Cina, infatti, a ottobre i prezzi alla produzione hanno segnato un aumento del 13,5% annuo, oltre il 12,4% di settembre toccando i nuovi massimi storici da ottobre 1996 (boom dovuto agli alti costi delle materie prime). Nella Repubblica Popolare è stato netto anche l'aumento dei prezzi al consumo: a ottobre +1,5%. E anche in Germania l'indice dei prezzi ha registrato un aumento dello 0,5% su base mensile e del 4,5% annuo, allungando rispetto a settembre 2021, quando l'incremento era stato del 4,1%. Intanto, va avanti a pieno ritmo la stagione delle trimestrali. I principali indici si muovono in ordine sparso, con il FTSE MIB che si muove sulla parità lo spread in calo in area 112 punti.

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In Usa inflazione record, sussidi ai minimi da pandemia

A ottobre - il dato che aspettava il mercato con ansia - i prezzi al consumo negli Stati Uniti sono aumentati dello 0,9% rispetto al mese precedente, contro attese per un +0,6%, dopo il +0,4% di settembre. Su base annuale, il dato generale ha messo a segno un +6,2%, sopra il 5,4% di settembre, ovvero il rialzo maggiore dal novembre 1990 (contro attese per un +5,9%). Nell'ultimo anno, i soli prezzi energetici sono aumentati del 30%. Il numero dei lavoratori che per la prima volta hanno richiesto i sussidi di disoccupazione, invece, nella settimana terminata il 6 novembre, è diminuito di 4mila unità a 267mila (le attese erano per un dato a 265mila). Si tratta del numero più basso registrato dall'inizio della pandemia.

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A Piazza Affari scivola Ferragamo, corre Mediaset

A Piazza Affari corre Nexi mentre è in calo Finecobank. Le azioni, dopo aver segnato nuovi massimi di sempre in avvio festeggiando la trimestrale in crescita, hanno poi imboccato la strada del ribasso. Anche Stmicroelectron ha rallentato l'andatura, nel giorno in cui la concorrente Infineon Technologies ha annunciato di avere chiuso il periodo luglio-settembre con un aumento del 10% delle entrate a 3 miliardi di euro. La dinamica, ha spiegato la società, è legata alla carenza globale di semi-conduttori che ha fatto aumentare i prezzi. Il numero uno, Reinhard Ploss, ha spiegato che il gruppo sta «investendo molto di più per sfruttare le opportunità di crescita».

Fuori dal paniere principale corrono le azioni di Mediaset, nel giorno in cui la società ha diffuso una trimestrale al di sopra delle attese. In più, i vertici del gruppo hanno commentato che il 2021 sarà un anno di «un deciso rafforzamento dei risultati economici». Salvatore Ferragamo registra invece una delle performance peggiori del mercato dopo la pubblicazione dei primi nove mesi del 2021. Gli investitori sono rimasti delusi per l'andamento dei ricavi, che sebbene in forte crescita sui livelli del 2020, rimangono al di sotto delle soglie del 2019, a differenza di quanto successo ai grandi gruppi francesi del lusso. Ad ogni modo, gli esperti di Equita hanno rivisto al rialzo le previsioni di fine anno ed espresso un giudizio favorevoli sui titoli, anche nell'attesa dell'arrivo, a inizio 2022, del nuovo amministratore delegato, Marco Gobbetti, ex numero uno di Burberry's.

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Pil italiano del III trimestre in rialzo del 2,6%

Intanto, dal fronte macro i dati continuano a testimoniare un'economia italiana in vivace ripresa: «Nel terzo trimestre, il Pil italiano ha segnato, in base alla stima preliminare, un deciso aumento (+2,6% la variazione congiunturale) che rafforza la fase di ripresa dei ritmi produttivi manifestatasi nel secondo trimestre», ha indicato l'Istat. La dinamicità in corso d’anno (+6,1% la variazione acquisita) ha permesso una ulteriore riduzione del gap pre-crisi che è dell’1,4% rispetto al quarto trimestre 2019. Sempre Istat ha annunciato che a settembre 2021 l’indice destagionalizzato della produzione industriale italiana è aumentato dello 0,1% rispetto ad agosto. E al netto degli effetti di calendario, a settembre 2021 la produzione è stimata in aumento su base annua del 4,4%.

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