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Saturday, November 20, 2021

Tim, nuovo Cda sui vertici. Undici membri contro Gubitosi - La Repubblica

MILANO - Undici consiglieri di Telecom Italia firmano una lettera dai toni aspri, dove si parla di sfiducia e preoccupazione, chiedendo al presidente Salvatore Rossi di convocare con urgenza un nuovo consiglio straordinario per discutere di governance e dello stato di deterioramento dei conti aziendali. Anche il collegio sindacale si muove all’unisono, scrivendo una lettera separata al presidente esprimendo preoccupazione per l’andamento dei conti. 

In seguito alla lettera dei consiglieri, visto che l’ultimo cda straordinario Tim si è tenuto l’11 novembre, il presidente Rossi in un primo momento aveva preallertato un consiglio per il 17 dicembre, vale a dire a quasi un mese di distanza. Ma la secca reazione di due terzi del cda Tim, che ha invocato l’urgenza e chiede una decisione in tempi rapidi e un confronto più ravvicinato, ha spinto il presidente a convocare un cda per venerdì 26 novembre. Cioè all’indomani del giorno in cui la Cassa depositi e prestiti, che è il secondo azionista di Tim dopo Vivendi, approverà e presenterà il suo nuovo Piano industriale, indicando anche cosa intende fare del suo 9,9% di Tim. 

Finora la Cassa, che dallo scorso luglio è guidata da Dario Scannapieco, ha evitato di esprimersi su Tim, anche perché aveva aperta una procedura di fronte all’Antitrust Ue in cui chiedeva l’autorizzazione a salire dal 50 al 60% del capitale di Open Fiber. Ora che Bruxelles ha autorizzato Cdp ad assumere il timone della rete in fibra ottica che fa concorrenza all’ex monopolista della telefonia, Cdp dovrà scendere in campo anche su Tim.

La lettera a Rossi è stata firmata dall’ad di Vivendi Arnaud de Puyfontaine, dal suo braccio destro Franck Cadoret, da tutti e cinque i consiglieri indipendenti eletti dalla lista di Assogesitoni e da altri 4 consiglieri con i requisiti di indipendenza, ovvero Luca De Meo, Cristiana Falcone, Marella Moretti e Ilaria Romagnoli. Solo il presidente Rossi, l’indipendente Paola Bonomo, il presidente della Cdp Giovanni Gorno Tempini e naturalmente l’ad Luigi Gubitosi, non hanno sottoscritto la missiva, che di fatto chiede di valutare un possibile cambio ai vertici. In ambienti finanziari si apprende poi che Gorno Tempini non sarebbe in disaccordo con il contenuto, ma non avrebbe voluto esporsi prima del piano di Cdp atteso per giovedì 25. 

Fatto sta che a questo punto Gubitosi pare rimasto solo e senza il supporto della maggioranza del cda. Ieri, peraltro, l’agenzia di rating Standard & Poor’s ha rivisto al ribasso il suo giudizio sulla qualità del debito di Telecom, sceso da BB+ a BB, ovvero due gradini sotto la soglia investment grade. Uno degli obiettivi del piano 2019 di Gubitosi era quello di riconquistare quel livello abbassando la leva, essendo Tim l’unico ex monopolista in Europa il cui debito viene giudicato “spazzatura”.

Anche se l’ad ha venduto vari asset tra cui le torri di Inwit e una parte della rete (confluita in Fibercop), i ricavi e la redditività sono crollati costringendo S&P non solo a non promuovere Tim a BBB-, ma addirittura a retrocederla a BB, dato che nel 2021 avrà debiti pari a 4,3 volte il margine lordo. Gubitosi, classe 1961 e un passato nelle tlc ai vertici di Wind, ha assunto la guida di Tim nel novembre 2018, ed era stato riconfermato a larga maggioranza per un mandato triennale lo scorso marzo. Ma da allora i conti Tim sono peggiorati, l’investimento sul calcio di Dazn si è dimostrato più un rischio che un’opportunità e l’azienda ha annunciato due allarmi utili in quattro mesi.

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