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Friday, September 30, 2022

Modello 730/2022 in scadenza il 30 settembre, ultimo giorno per l'invio: a cosa fare attenzione - Money.it

Ultimo giorno per inviare il modello 730/2022 all’Agenzia delle Entrate: si tratta della dichiarazione dei redditi «preferita» da lavoratori dipendenti e pensionati. La scadenza per inviare il 730 precompilato o ordinario è il 30 settembre, quindi i contribuenti hanno ancora poche ore per la trasmissione.

Ma quali sono le cose più importanti a cui fare attenzione? A parte il calendario della dichiarazione dei redditi, bisogna tenere in considerazione altri fattori, così da non rischiare le sanzioni del fisco, o perdere il rimborso.

Dichiarazione dei redditi, modello 730 in scadenza il 30 settembre

La prima cosa a cui fare attenzione è il calendario. La scadenza per chi usa il modello 730 è il 30 settembre per la trasmissione online all’Agenzia delle Entrate.

I contribuenti che invece usano il modello Redditi Pf (tendenzialmente chi è titolare di partita Iva) hanno tempo fino al 30 novembre per inviare la dichiarazione all’Amministrazione Finanziaria.

Il contribuente che ha già trasmesso il 730 e ha riscontrato un errore ha tempo fino al 25 ottobre per inviare al Caf o al professionista un 730 integrativo se la dichiarazione risulta a credito. Se, invece, la dichiarazione è a debito (quindi non risulta favorevole nei confronti del contribuente) può presentare un modello Redditi correttivo entro il 30 novembre 2022.

730 precompilato: cosa fare in caso di errori?

Se dopo l’invio della dichiarazione dei redditi il caf o il professionista abilitato riscontrano errori che hanno comportato l’apposizione di un visto infedele, bisogna avvisare il contribuente al fine di procedere all’elaborazione e trasmissione all’Agenzia delle entrate della dichiarazione rettificativa, mediante il modello 730 relativo al periodo d’imposta da rettificare.

Il modello 730 rettificativo va inviato entro il 10 novembre dell’anno successivo all’anno d’imposta cui si riferiscono i dati da rettificare e con identico sostituto segue le modalità ordinarie di rettifica. Se invece il sostituto è variato, deve essere qualificato come “730 senza sostituto”. Oltre il 10 novembre dell’anno successivo all’anno d’imposta cui si riferiscono i dati da rettificare, deve essere qualificato come “730 senza sostituto”.

730 e detrazione spese mediche: a cosa fare attenzione

A partire dal 2020 sono detraibili ai fini Irpef solo le spese pagate con carte e bancomat, mentre in caso di versamento in contanti, il rimborso Irpef è perso. Le regole per le spese mediche e sanitarie, però, sono diverse, applicate quasi a metà. Alla luce della rilevanza sociale dell’agevolazione, la legge di Bilancio 2020 ha previsto che:

  • sono detraibili solo se pagate con mezzi tracciabili le spese sostenute presso medici o strutture sanitarie private;
  • l’uso del contante è ammesso per le spese sostenute presso il Servizio Sanitario Nazionale ma anche presso strutture private accreditate.

Questo significa che non tutte le spese mediche e sanitarie pagate in contanti restano escluse dai rimborsi Irpef. Quelle relative a strutture pubbliche o private accreditate sono detraibili secondo le regole ordinarie.

Cosa controllare nel 730 precompilato

La prima cosa da controllare quando si accede alla propria area del 730 precompilato (a parte i dati anagrafici) è la correttezza delle informazioni circa le spese sanitarie. Nonostante la digitalizzazione del fisco, e il fatto che sempre più contribuenti paghino con mezzi tracciabili, è proprio in questa sezione che spesso si riscontrano delle mancanze.

Inoltre, c’è da tenere presente che quest’anno fanno il debutto in dichiarazione dei redditi dei nuovi bonus, che si traducono in detrazioni delle spese sostenute per:

  • l’esecuzione di tamponi e test per il Sars-Cov-2;
  • il credito d’imposta per l’acquisto di monopattini elettrici e servizi di mobilità elettrica;
  • l’acquisto della prima casa per gli under 36;
  • l’iscrizione annuale e l’abbonamento di ragazzi di età compresa tra i 5 e i 18 anni a conservatori di musica e a istituzioni di alta formazione artistica, musicale e coreutica.

Anche in questi casi è bene controllare le spese indicate nella dichiarazione precompilata: per questo è bene conservare scontrini e fatture.

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Lotteria degli Scontrini 2022: come funziona, quanto si vince e chi può partecipare - I-Dome.com

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Thursday, September 29, 2022

Giovedì nero per le borse, l'Europa brucia 163 miliardi. Milano maglia nera - Economia - Agenzia ANSA

In Europa le Borse chiudono in deciso ribasso, intimorite dalle tensioni geopolitiche e preoccupate per un nuovo possibile rialzo dei tassi. Londra ha perso l'1,77%, Francoforte l'1,7% entrambe ai minimi dell'ultimo anno, Parigi l'1,53%, Madrid l'1,9%, Zurigo ha chiuso a -0,92% a 10.126 punti. La maglia nera spetta a Milano con un calo del 2,4% a 20.352 punti, ai minimi dal novembre 2020.

Le Borse europee hanno bruciato 163,5 miliardi di euro di capitalizzazione, con l'indice paneuropeo Stoxx 600 che ha terminato la seduta in calo dell'1,67%, a 382 punti, ai minimi dal novembre 2020

Seduta da dimenticare per Piazza Affari, che scivola ai minimi da 22 mesi insieme alle altre Borse del vecchio Continente incapaci di reagire di fronte a uno scenario macro e geopolitico particolarmente fosco. Il Ftse Mib ha perso il 2,4% a 20.352 punti, con le vendite che si sono concentrate su Stm (-5,4%), Stellantis (-4,8%), Prysmian (-4,6%), Pirelli (-4,4%), Nexi (-4%) e Tim (-3,7%), di fronte al rischio crescente di recessione. Male anche la banche con Bper (-2,8%), Unicredit (-2,7%), Intesa (-2,6%) mentre Mps è crollata (-13,5%) sui timori per una difficile ricapitalizzazione.

Dalle vendite si salvano solo Leonardo (+1%), che tiene nel contesto di tensione geopolitica, ed Eni (+0,15%), in una seduta positiva per il petrolio.

Lo spread Btp-Bund chiude la seduta in rialzo di 6 punti base, a quota 246, con il rendimento del decennale italiano che sale di 13 punti al 4,63%, realizzando la performance peggiore in un contesto di vendite generalizzate sui titoli di Stato del Vecchio Continente. Tutti i bond restano sotto pressione per le spinte inflazionistiche, confermate dalla corsa a settembre dei prezzi in Germania (+10), e dalla temuta risposta della Bce, dove i 'falchi' spingono per un nuovo rialzo di 75 punti base ad ottobre.

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Bonus Imu, domande da oggi 28 settembre: ecco chi può presentarle e come funziona - ilgazzettino.it

Bonus Imu. Si aprono oggi, 28 settembre, le domande. Si tratta di un credito d’imposta pari al 50 per cento della seconda rata Imu corrisposta nel 2021. Chi ne può usufruire?  Imprese turistico-ricettive, compresi gli agriturismi; imprese che gestiscono strutture ricettive all’aria aperta; imprese del comparto fieristico, congressuale; i complessi termali; i parchi tematici.

Bonus 200 euro per autonomi e professionisti, come fare domanda: chi può usufruirne e chi riceverà 150€ in più

COME FUNZIONA

L’Agenzia delle Entrate ha recentemente definito la scadenza e il contenuto dell’autodichiarazione da presentare per certificare il possesso dei requisiti richiesti per usufruire del bonus. Per fruire del credito d’imposta i proprietari delle imprese devono essere anche i gestori delle attività esercitate. Le attività devono aver subito una riduzione di fatturato o corrispettivi pari almeno al 50 per cento nel secondo trimestre 2021 rispetto allo stesso periodo del 2019 e, inoltre, rispettare limiti e condizioni in materia di aiuti di Stato previsti dal “Temporary Framework”.

LE DOMANDE

Le domande potranno essere presentate a partire dal 28 settembre 2022 e fino al 28 febbraio 2023. Sarà possibile presentare l’autodichiarazione in materia di aiuti di Stato. L’invio potrà essere effettuato direttamente dal contribuente oppure tramite un intermediario abilitato.

Entro 5 giorni dall’invio, l’Agenzia delle Entrate rilascerà una prima ricevuta di presa in carico o di scarto. Nel caso di presa in carico, entro 10 giorni dall’invio verrà rilasciata la seconda ricevuta, quella che comunica il riconoscimento o meno del bonus IMU.

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Wednesday, September 28, 2022

L’eccezionale intervento della Banca d’Inghilterra per proteggere l’economia - Il Post

Borse Ue sotto pressione con prezzi gas ancora in rally - Il Sole 24 ORE

3' di lettura

(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Vendite sull'azionario, con le Borse europee in calo, mentre la retorica rialzista dei banchieri centrali sta convincendo gli investitori che i tassi di interesse americani raggiungeranno un picco al di sopra del 4,5% al termine della stretta di politica monetaria. In Europa l'avversione al rischio legata al pericolo di recessione è alimentata anche dalle possibili conseguenze dei tagli fiscali annunciati dalla premier britannica Liz Truss (Moody's ha avvertito che avranno un impatto negativo sul merito di credito del paese) e dall'incertezza sull'evoluzione politica italiano.
Resta poi sotto i riflettori la corsa del prezzo del gas dopo i danni ai gasdotti Nord Stream: ad Amsterdam il future ottobre sale del 12%. Lo scenario premia così il dollaro e fa scattare le vendite su azionario e titoli di Stato: lo spread BTp-Bund è sui massimi dalla primavera del 2020, con il rendimento del decennale italiano al top dal settembre 2013. Intanto, i rendimenti dei Treasury decennali hanno superato il 4% per la prima volta dal 2010 e il titolo a due anni è ai massimi dal 2007.

Tutto questo, dunque, ha penalizzato prima le Borse asiatiche (l'indice Msci Asia-Pacifico è sceso del 2% ai minimi dall'aprile 2020) e poi le piazze del Vecchio Continente. Infatti scendono il FTSE MIB di Milano, il CAC 40 di Parigi, dopo che la fiducia dei consumatori è calata in settembre, il DAX 40 di Francoforte, dove l'indice della fiducia è sceso a -42,5 punti, l'AEX di Amsterdam, il FT-SE 100 di Londra e l'IBEX 35 di Madrid.

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Petrolio perde quota, giù anche oro e argento

Il dollaro forte comprime i prezzi delle materie prime: il petrolio perde quota, con il Brent novembre in calo dell'1,39% a 85,07 dollari al barile e il Wti giù dell'1,47% a 77,35 dollari, ma scivolano anche l'oro (-0,3% lo spot), l'argento (ai minimi da tre settimane) e il platino (ai minimi da inizio settembre).

Prezzi gas ancora in rally, per Ue Nord Stream atto deliberato

Fa eccezione il gas naturale, ancora in rally dopo i danni ai gasdotti Nord Stream. Sulla piattaforma Ttf di Amsterdam il future ottobre sale dell'11% a 207 euro per megawattora.
«Tutte le informazioni disponibili indicano che le perdite» nei gasdotti Nord Stream 1 e 2 «sono il risultato di un atto deliberato», ha detto l'Alto rappresentante Ue per la politica estera, Josep Borrell. «Sosterremo qualsiasi indagine volta a ottenere piena chiarezza su quanto è successo e perché, e adotteremo ulteriori misure per aumentare la nostra resilienza nella sicurezza energetica», ha detto, sottolineando che «qualsiasi interruzione deliberata delle infrastrutture energetiche europee è del tutto inaccettabile e sarà accolta con una risposta forte e unitaria».

Andamento dello spread Btp / Bund

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Spread Btp-Bund resta sopra 250 punti

Dopo la fiammata di martedì, lo spread BTp-Bund si mantiene sopra quota 250. Il differenziale è sempre ai massimi dalla primavera del 2020 mentre il rendimento del decennale italiano aggiorna i record da settembre 2013. In particolare, il differenziale di rendimento tra il BTp decennale benchmark (Isin IT0005494239) e il pari scadenza tedesco, si attesta a 253 punti base, due in più rispetto al closing precedente a 251 punti base. In crescita anche il rendimento del BTp decennale benchmark, che tocca a inizio giornata quota 4,81%, dal 4,75% della vigilia, al top da settembre 2013.

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Monday, September 26, 2022

Borsa: Milano positiva dopo l'esito elettorale - Agenzia ANSA

Fari puntati su Piazza Affari dopo l'esito delle elezioni politiche. La Borsa di Milano (+0,5%) prosegue la seduta in rialzo, dopo le elezioni politiche e in controtendenza rispetto ai principali listini europei. A Piazza Affari corre Tim (+4,1%), uno dei dossier caldi sul tavolo del prossimo Governo.

Lo spread tra Btp e Bund sale a 239 punti, con il rendimento del decennale italiano al 4,46% (+14 punti base), in linea con l'andamento dei tassi in Europa. In luce le banche con Fineco (+4,4%). Bene anche Intesa (+1%), Unicredit (+0,9%), Bper (+0,8%) e Banco Bpm (+0,5%). Mps non è ancora riuscita ad entrare agli scambi con il raggruppamento delle azioni. Bene anche il comparto dell'auto con Iveco (+1,8%), Stellantis (+1,5%) e Cnh (+1,7%). In flessione le utility e l'energia. In fondo al listino Enel (-2,3%), Eni (-1,7%), Hera (-1%) e A2a (-0,4%).

Le Borse europee girano in calo, in una seduta all'insegna della volatilità. Non si allenta la tensione sui titoli di Stato mentre si attendono le prossime mosse delle banche centrali per raffreddare la corsa dei prezzi. Sui mercati permangono i timori di una recessione globale con le materie prime in significativo calo. L'indice d'area stoxx 600 cede l'1%, in vista dell'avvio di Wall Street dove i future sono in calo. In rosso Madrid (-1,1%), Londra (-0,8%), Parigi (-0,6%) e Francoforte (-0,5%).

Sul fronte valutario l'euro prosegue in calo sul dollaro a 0,9641. In flessione anche la sterlina, scesa ai minimi storici, mentre si guarda alle prossime mosse della Bank of England che ha annunciato un aumento dei tassi d'interesse.

Sul fronte dei Titoli di Stato il rendimento del decennale è salito al 4,1% (+29 punti base). Sul fronte azionario i listini sono appesantiti dalle utility (-1,9%), con il gas in netta flessione. Ad Amsterdam il prezzo è sceso a 169 al megawattora. In calo anche l'energia (-0,9%), con il petrolio in calo. Il Wti scende a 78,3 dollari al barile (-0,5%). Nel vecchio continente soffrono anche le banche e le assicurazioni (-1,9%). Tengono le auto (+0,2%) con i tecnologici (+1,1%).

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Dichiarazione dei Redditi, tasse e bollo auto: tutte le scadenze del 30 settembre - I-Dome.com

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  1. Dichiarazione dei Redditi, tasse e bollo auto: tutte le scadenze del 30 settembre  I-Dome.com
  2. Dichiarazione dei redditi precompilata 2022, ecco i suggerimenti dell'Agenzia delle Entrate per il 730 - GUIDA  Gazzetta del Sud
  3. Devi inviare questa dichiarazione entro il 30 settembre: il Fisco dà l’ultimatum  Bonifico Bancario
  4. Modello 730 integrativo 2022: cos'è, quando si usa e scadenza  Money.it
  5. Dichiarazione dei redditi precompilata 2022, ecco i consigli dell'Agenzia delle Entrate per il 730 - GUIDA  Gazzetta del Sud
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Dichiarazione dei Redditi, tasse e bollo auto: tutte le scadenze del 30 settembre - I-Dome.com
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Conviene comprare BMW X1 2022? I pro e contro del crossover dal prezzo interessante - Business Online

BMW ha appena presentato la terza generazione della X1 2022-2023 e per la prima volta è accompagnata da una variante 100% elettrica denominata BMW iX1. La griglia della nuova BMW X1 è ora più larga e più alta, le linee sono più dinamiche.

La X1 mostra anche una firma luminosa unica, un cofano dalle linee marcate, luci posteriori che traboccano sui parafanghi e sul bagagliaio, un tetto che scende verso la parte posteriore. Ci interessa approfondire tutti i dettagli e dunque:

BMW X1 2022: pro e contro del crossover

Questa nuova versione della BMW X1 2022 mette in mostra un formato più imponente di 5 cm, ovvero una lunghezza di 4,50 m. Il che lo inserisce nella gamma BMW tra il minivan Active Tourer Serie 2 più corto di 10 cm, con cui condivide la piattaforma tecnica UKL, e il suo fratello maggiore, la BMW X3, che è più lunga di 22 cm. BMW X1 guadagna anche 2 cm di larghezza (1,84 m) e 4 cm di altezza, per raggiungere 1,64 m. Inoltre, il suo stile è più deciso e la sua presentazione convincente. È in qualche modo tra due segmenti di mercato (C e D).

Sotto il cofano, la BMW X1 lascerà la scelta tra quattro versioni termiche le cui potenze vanno da 136 a 218 CV. Oltre a questa gamma principale, è prevista l'espansione con le potenti versioni 20i da 170 CV, 20d da 190 CV e come punta di diamante, la BMW X1 M35i da 300 CV. All'inizio del 2023, le varianti ibride plug-in arriveranno come rinforzo, ciascuna offrendo rispettivamente un totale di 245 e 326 CV. Per quanto riguarda la BMW iX1, la versione elettrica, la potenza è di 313 CV per mezzo di due macchine elettriche, quindi la sua batteria con una capacità di 62,5 kWh consente un'autonomia di 438 km secondo il ciclo di certificazione WLTP.

Opinioni e considerazioni BMW X1 2022: comprarlo o no?

Nel 2009, la BMW X1 ha inventato la formula del crossover compatto premium con una ricetta tipica dell'azienda bavarese, ovvero un motore longitudinale e un'architettura a trazione posteriore per le versioni a due ruote motrici. Nel 2015 il modello adotta una diversa base tecnica, quella ampiamente utilizzata nella gamma Mini, oltre che dai minivan Serie 2 Active Tourer e Gran Tourer.

Nel 2022, il terzo opus rimane fedele a questo telaio, massimizzando lo spazio a bordo. Tecnicamente parlando, la BMW X1 non è mai stata così vicina alla Serie 2 Active Tourer, che ha ricevuto un restyling nell'autunno del 2021. I prezzi della BMW X1 partono da circa 40.000 euro

Da notare che il volume del bagagliaio delle versioni ibride plug-in è ridotto, così come quello della versione elettrica (490 litri) e che queste versioni non potranno avere la panca scorrevole. La plancia è quella della BMW Serie 2 Active Tourer con il suo doppio pannello digitale (Widescreen) che consiste in uno schermo da 10,25 pollici rivolto verso il guidatore mentre il touchscreen multimediale da 10,7 pollici riceve l'ultimo sistema operativo con un'interfaccia molto fluida e facile da utilizzare l'interfaccia.

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Sunday, September 25, 2022

Non si può finanziare tutto con la lotta all’evasione fiscale - Il Post

Luce e gas, dal 1° ottobre i maxi rincari arrivano alle famiglie - Il Sole 24 ORE

3' di lettura

Sarà un sabato di tristezza e noia per il costo dell’energia. Sabato 1° ottobre, il costo di luce e gas aumenterà in modo rilevante per le famiglie e le piccole attività; è l’aggiornamento con cui ogni tre mesi l’autorità dell’energia Arera adegua ai costi le tariffe dei consumatori a maggior tutela. Sarà per l’economia la stagione più glaciale degli ultimi decenni, non solamente per le famiglie ma anche per le imprese, per molte delle quali al 30 settembre scadranno i contratti annuali per il cui rinnovo c’è una preoccupante rarefazione delle offerte.

Già da mesi sentono appieno i rincari dell’energia i consumatori riforniti dal mercato libero con contratti a prezzo variabile, soprattutto le imprese e quei due terzi delle famiglie che hanno abbandonato le tariffe dell’Arera per passare ai contratti liberi.

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Nell’aggiornamento del 1° luglio l’autorità dell’energia Arera era riuscita a rinviare ancora di tre mesi i rincari per i consumatori del segmento tutelato. Ma ora le tariffe non possono più tenere nascosti troppi mesi di mercato carissimo.

LA STANGATA ENERGETICA

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Ipotesi raddoppio

Quanto morderà l’aumento per i consumatori ancora regolati dalla tutela? Impossibile dirlo oggi, con una settimana di anticipo. Il presidente dell’autorità dell’energia, Stefano Besseghini, mesi fa aveva preconizzato un raddoppio, ma molto dipenderà dall’esito del voto di oggi e dall’orientamento rassicurante che darà il prossimo Governo dopo l’ubriacatura elettorale.

Le tariffe che i consumatori tutelati pagano oggi si aggirano per la corrente elettrica sui 25 centesimi al chilowattora. Dati gli andamenti del mercato e i ricuperi da fare per gli aumenti dei mesi scorsi che non sono ancora entrati nella bolletta, si può pensare che da ottobre a dicembre la tariffa elettrica si collocherà tra i 40 e i 50 centesimi al chilowattora. Cioè la crescita della sola voce energia elettrica si aggirerebbe tra il 60% e il 100%; le altre voci che compongono la bolletta dovrebbero rimanere abbastanza stabili.

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Le stufe a pellet vanno a ruba grazie a questi bonus: scopri come ottenerli - solofinanza.it - SoloFinanza

I rincari di gas e luce hanno convinto tantissimi italiani a cercare alternative per riscaldare la casa in vista dell’inverno. La stufa a pellet, grazie anche ai bonus messi a disposizione, sembra cogliere l’attenzione di tantissime famiglie.

La stufa a pellet sta ricevendo molti apprezzamenti da parte delle persone che l’hanno acquistata perché porta con sé tantissimi vantaggi. Da oggi inoltre si potranno godere di diversi bonus per alleggerire i costi di acquisto ed installazione.

bonus stufa a pellet - solofinanza.it
bonus stufa a pellet – solofinanza.it

A chi sono dedicati i bonus

Questo famoso dispositivo di riscaldamento ha delle particolarità che incentivano molte persone ad informarsi sul suo utilizzo. La stufa a pellet è molto semplice da montare, ha una difficoltà di manutenzione molto bassa ed inoltre è ecologica ed economica.

La stufa a pellet è a tutti gli effetti un’alternativa valida al riscaldamento classico e nonostante si abbia bisogno del consenso di uno specialista prima di acquistarla ed installarla, molte persone stanno già scegliendo il modello adatto alla propria casa.

I bonus a disposizione per tutti sono 3:

  • Bonus del 65% fino ad un massimo di 30mila euro nel caso di interventi di riqualificazione energetica per immobili già iscritti al catasto o con pratica di iscrizione in corso
  • Bonus del 50% della spesa in caso di ristrutturazione edilizia, fino ad un massimo di 96mila euro.
  • Bonus in fattura al momento dell’acquisto in quanto il pellet è una fonte di energia rinnovabile, quindi oggetto di detrazione fiscale fino al 65%.

I vantaggi della stufa a pellet

Come già sottolineato in precedenza, la stufa a pellet è una delle migliori alternative attualmente presenti sul mercato. Grazie alla combustione del pellet riesce a scaldare ambienti molto ampi in un breve tempo, inoltre è facilmente programmabile e sprigiona solo il calore desiderato.

La pulizia risulta molto semplice e a differenza di camini e stufe non c’è il rischio di inalare sostanze tossiche o di lasciar fuoriuscire odori sgradevoli.

Il pellet è una fonte di energia rinnovabile in quanto si tratta di materiale di scarto che viene pressato e riutilizzato come combustibile, riuscendo a ridurre gli sprechi e l’inquinamento ambientale. Questa caratteristica rende il pellet anche economico, infatti i sacchi possono essere trovati a prezzi molto convenienti e garantiscono alla stufa molti giorni di funzionamento.

Questo materiale inoltre è molto ecologico poiché sia l’utilizzo che la produzione ed il trasporto hanno un impatto molto leggero sull’ambiente, specialmente se confrontato ai sistemi di riscaldamento alternativi.

stufa a pellet - solofinanza.it
stufa a pellet – solofinanza.it

Bisogna solo ricordare che per installare una stufa a pellet nelle proprie case, lo specialista dovrà documentare che l’ambiente sia idoneo, quindi che superi i 6 metri quadri e che abbia a disposizione un pavimento totalmente ignifugo.

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Agenzia delle entrate, attenzione al 30 settembre: giorno cruciale - solofinanza.it - SoloFinanza

Fate attenzione perché se utilizzate la fatturazione elettronica dovrete fare un pagamento entro il 30 settembre all’Agenzia delle Entrate. Ecco cosa bisognerà pagare per non essere insoluti.

Questa data potrebbe essere di estrema importanza per chi usa la fatturazione elettronica. Vediamo il perché.

fatturazione elettronica
fatturazione elettronica solofinanza.it

Giorno importante per chi usa la fatturazione elettronica, cosa bisogna pagare

Quante volte sarà capitato di ricevere una fattura? Questo documento fiscale è obbligatorio per chi è proprietario di Partita IVA e determina il rapporto tra il venditore ed il cliente.

Se siete titolari di una Partita Iva e siete lavoratori autonomi allora sapete bene di cosa si tratta, mentre sono tantissime ancora le persone che quando si parla di fattura ancora non hanno bene in mente come questo documento e il sistema di fatturazione funzioni.

Per chi non lo sapesse però, vediamo che bisognerà assolutamente pagare entro il 30 settembre all’Agenzia delle Entrate se utilizzate la Fatturazione Elettronica.

Quello che bisogna pagare all’Agenzia delle Entrate entro il 30 settembre: fatturazione elettronica

Se si è un imprenditore, un negoziante o un lavoratore autonomo, emettere fatture è sicuramente una delle attività che sono all’ordine del giorno, ma sono ancora in molti a non sapere questo dettaglio molto importante. Allora spieghiamolo nel dettaglio per permettere a tutti di comprenderlo. 

Infatti se si inviano delle Fatture Elettroniche bisogna anche creare un bollo elettronico che ha la stessa funzionalità di un normale bollo cartaceo ma poi la domanda sorge spontanea: quando bisogna pagare il bollo? Ma soprattutto, quanto?

Il bollo elettronico infatti non viene pagato al momento, bensì dovrà essere pagato entro alcune date specifiche, ma non lasciatevi spaventare perché il sistema di pagamento è molto semplice e può essere fatto comodamente da casa. Per poter pagare il bollo bisognerà accedere sul sito ufficiale dell’Agenzia delle Entrate tramite SPID, con le credenziali o una Smart Card.

Una volta fatto l’accesso al sito bisognerà andare nella propria Area Personale e cercare la voce “Le tue Fatture”. In questo modo si avrà accesso a tutti i servizi collegati come ad esempio il pagamento dell’imposta di bollo.

tassa fatturazione elettronica
Bollo fatturazione AdE solofinanza.it

A questo punto bisognerà fare il conteggio dei bolli da pagare e compilare l’F24 oppure procedere al pagamento direttamente tramite il sito dell’Agenzia delle Entrate. 

Una procedura semplice da rispettare, ma che potrebbe essere un problema per chi non ne è al corrente, o semplicemente per chi in modo distratto dimentica di pagare il bollo. Il 30 settembre è vicino, occhi aperti!

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Mps, Ita Airways, Tim, Ilva. Ecco i dossier industriali che il prossimo governo dovrà affrontare sin dal… - Il Fatto Quotidiano

Per quanto concerne le politiche industriali sono quattro le patate bollenti che il prossimo esecutivo si troverà a dover maneggiare sin dai primi minuti a palazzo Chigi. Ita Airways, banca Mps, Ilva e Telecom Italia. A cui si aggiunge lo spettro di una serie di default a catena tra i piccoli e medi operatori energetici colpiti dalla crisi del gas. Il primo dossier è quello della mini compagnia aerea, al 100% del Tesoro, per cui si stanno definendo i dettagli della vendita. Il governo Draghi ha deciso di procedere con la cordata composta dal vettore statunitense Delta e del fondo Usa Certares. L’offerta è stata preferita a quella della cordata concorrente di cui facevano parte Lufthansa e il gruppo di trasporti navali Msc. Tuttavia la vendita di Ita è tutt’altro che un capitolo chiuso.

In campagna elettorale Giorgia Meloni ha in più occasioni espresso la sua contrarietà alla cessione (di cui il Tesoro manterrebbe comunque una quota significativa), rimarcando come la decisione dovrebbe essere presa dal prossimo governo. Il problema è che nel frattempo la compagnia continua a perdere, circa 2 milioni di euro al giorno. In estate i dati di traffico sono migliorati ma meno rispetto al resto del mercato. Da sola Ita non vola con le sue ali e la ricerca di un partner pare una scelta obbligata. A meno che il nuovo governo non voglia davvero tentare l’ennesimo e improbabile rilancio, con costi elevati ed alti rischi. Alitalia prima ed Ita Airways dopo sono già costate alle casse pubbliche oltre 13 miliardi di euro.

Il gruppo bancario Monte dei Paschi di Siena intanto continua la sua lotta per la sopravvivenza. La scorsa settimana l’assemblea dei soci ha dato il via libera a un nuovo aumento di capitale da 2,5 miliardi di euro, quasi 10 volte l’attuale valore in borsa della banca (il Tesoro, che controlla ancora il 64%, dovrà versare circa 1,6 miliardi). I soldi serviranno innanzitutto per finanziare il piano di riduzione dell’organico che prevede 4mila uscite e quindi, in prospettiva, ridurre i costi della banca. Subito prima dell’assemblea Maurizio Leo, responsabile economico di Fratelli d’Italia, aveva detto: “È un momento difficile ed è meglio aspettare il nuovo governo”. In queste settimane il leader della Lega Matteo Salvini ha più volte prospettato l’intenzione di fare di Mps “il perno di un terzo polo bancario concentrato sulle Pmi”. Secondo Salvini Mps è in grado di reggersi sulle sue gambe e può dar vita ad una serie di aggregazioni. I mercati non sono così ottimisti visto che da inizio anno il titolo ha perso il 67% a fronte di cali tra il 7 e il 19% dei principali concorrenti italiani.

La partita della ricapitalizzazione è solo alle battute iniziali. Dalle prime indicazioni non pare che ci sia una corsa degli investitori a partecipare. L’amministratore delegato Luigi Lovaglio deve trovare 900 milioni di euro di capitali privati e permettere così al Tesoro, che può intervenire solo a condizioni di mercato, di sottoscrivere la sua quota senza violare la normativa sugli aiuti di Stato. Operazione tutt’altro che semplice in una fase di mercato complicata e dominata dall’incertezza. Incontri informali sono già in corso mentre il road show vero e proprio partirà dopo il lancio dell’aumento fissato per il prossimo 10 ottobre. La banca sta lavorando al prospetto informativo, in cui dovrà dettagliare un quadro preciso di tutti i rischi che l’investimento comporta. Tra i punti critici che Mps dovrà evidenziare nel prospetto figurano quelli legali, ossia 3,7 miliardi di richieste danni per le informazioni date al mercato negli scorsi anni. In cambio dell’assunzione di un rischio non il piano di Mps promette 700 milioni di utili prima delle tasse nel 2024.

In questi giorni Telecom Italia ha aggiornato nuovi minimi storici in borsa dove un’azione si scambia a 0,18 euro. Il governo di Draghi ha discusso per mesi l’ipotesi di una fusione tra la rete a banda ultralarga di Telecom con quella di Open Fiber. Open Fiber è controllata al 60% da Cassa depositi e prestiti, braccio finanziario del ministero del Tesoro, che attende il nuovo governo per fare la sua mossa sulla rete. Giorgia Meloni non è contraria alla creazione di una struttura unica ma FdI ha anche messo a punto un piano che prevede che Cdp si ricompri tutta Telecom Italia per poi rivendere la divisione di telefonia per abbattere il debito, ripagare l’operazione e mantenere il controllo della rete. Bisogna, naturalmente, fare i conti anche con i desideri degli altri azionisti. In primis i francesi di Vivendi che possiedono il 23,9% di Tim e valutano questa partecipazione almeno 31 miliardi di euro.

L’ex Ilva di Taranto continua la sua lenta agonia. La produzione è la metà dei livelli potenziali, 3mila persone sono in cassa integrazione. L’acciaieria (al 30 giugno) doveva pagare ad Eni (controllata al 30% dal Tesoro) bollette energetiche per 258 milioni di euro. In arretrato sono anche 100 milioni di euro di pagamenti ai fornitori dell’indotto che ora minacciano il blocco. Gli impianti rimangono sotto sequestro con facoltà d’uso. Una volta che questa situazione si sbloccherà Invitalia, società del ministero dell’Economia, dovrebbe rilevare un’altra quota di Acciaierie d’Italia da ArcelorMittal, salendo al 60% e controllando così la società. Il decreto Aiuti bis ha stanziato 1 miliardo di euro per sostenere le casse di Acciaierie d’Italia, il Dl Aiuti ter un altro miliardo per la de carbonizzazione. Rischiano di non essere gli ultimi.

L’Ilva, impresa energivora per eccellenza, soffre il balzo dei costi energetici. Ma in seria difficoltà sono anche un centinaio di piccoli operatori (tra i 5mila e i 50mila clienti) che non producono direttamente ma acquistano gas ed energia e poi rivendono ai clienti. I grossisti hanno stretto sulle condizioni di vendita e in molti si trovano sforniti di gas. In Germania il governo ha deciso di nazionalizzare il colosso Uniper, di proprietà della finlandese Fortum, strozzato dalla riduzione delle forniture russe. Per assicurare il rispetto dei contratti Uniper è stata costretta a reperire il gas mancante sui mercati pagando prezzi altissimi senza poterli traslare sui clienti che hanno tariffe bloccate per un determinato periodo di tempo.

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Saturday, September 24, 2022

Banca MPS risale con alcuni rumor. Ecco cosa accadrà lunedì 26 - Trend-online.com

Le ultime novità,  PUBBLICATO:

Tempo stimato di lettura: 4 minuti

Banca MPS

Banca Monte Paschi rimbalza dopo quattro sedute da incubo in cui ha perso oltre il 20%. Focus su alcune indiscrezioni.

In una giornata in cui il mercato continua a mostrare un andamento volatile, con il Ftse Mib che ha oltrepassato in più di un'occasione la linea della parità, prosegue in buon rialzo banca Monte Paschi.

Banca Monte Paschi risale dopo quattro ribassi di fila

Il titolo è reduce da ben quattro sedute in forte ribasso, nel corso delle quali ha complessivamente lasciato sul parterre oltre il 20% del suo valore.

Ieri Banca Monte Paschi ha ceduto circa due punti e mezzo percentuali e oggi ha avviato gli scambi già in positivo.

Negli ultimi minuti il titolo si presenta a 0,2982 euro, con un progresso dell'1,64% e oltre 11 milioni di azioni scambiate fino a ora, già oltre la media degli ultimi 30 giorni pari a circa 7,4 milioni.

Banca MPS: pesa l'incertezza sull'aumento. La view di Intesa Sanpaolo

Banca Monte Paschi approfitta della buona intonazione del settore bancario, dando vita a una reazione dopo il forte calo delle ultime giornate.

A pesare sul titolo è l'incertezza legata all'aumento di capitale da 2,5 miliardi di euro che dovrebbe partire a metà ottobre.

L'operazione si appresta a partire in un contesto caratterizzato da non poca incertezza, non solo per via della situazione politica ancora tutta da definire, ma anche per quella dell'azionario.

Gli analisti di Intesa Sanpaolo, commentando gli ultimi rumor sulla ricapitalizzazione, ritengono alto il rischio di esecuzione dell'operazione.
Gli esperti fanno notare che ciò potrebbe essere mitigato dal coinvolgimento degli anchor investor.

Banca MPS: a caccia di anchor investor. Focus su Anima e Axa

L'AD di Banca Monte Paschi ne sta selezionando una decina e stando a quanto riferisce il Messaggero, ne sarebbero stati già individuati molti. 

Tra questi ci saranno Axa e Anima, il primo nella bancassurance e il secondo nel risparmio gestito, con la possibilità che entrambi rivedano i loro contratti per renderli ancora più appetibili.  

Proprio quest'oggi si è appreso da alcune fonti che Banca Monte Paschi avrebbe aperto il tavolo negoziale con Anima Holding, per discutere non solo dei contratti in essere, ma anche del sostegno all'aumento di capitale.

Le stesse fonti aggiungono che l'AD Lovaglio avrebbe avviato le trattative anche con Axa, segnalando che in entrambi i casi si tratta ancora di una fase preliminare.

Banca MPS: lunedì prossimo il raggruppamento azionario

Intanto l'attenzione è già rivolta a lunedì prossimo, 26 settembre, quando ci sarà il raggruppamento delle azioni ordinarie di Banca Monte Paschi, nel rapporto di 1 nuova azione ogni 100.

L'operazione è finalizzata a ridurre il numero di azioni in circolazione in previsione dell'aumento di capitale e a semplificarne quindi la gestione amministrativa.

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Friday, September 23, 2022

Allarme gas, Volkswagen si prepara al peggio: pronta a spostare la produzione - Il Sole 24 ORE

I punti chiave

4' di lettura

La crisi energetica scatenata dall’invasione russa dell’Ucraina minaccia di sconvolgere il panorama industriale europeo. Il terrore attraversa il continente come un brivido, con l’industria in prima fila a temere il peggio: il colosso Basf con meno del 50% del gas necessario sarebbe costretto a chiudere l’impianto di Ludwigshafen, chiusura che si porterebbe dietro una filiera di 125 impianti collegati. Altro motivo per chiudere potrebbe essere il prezzo. Gli industriali e i sindacati tedeschi guardano con relativa fiducia alle capacità della politica di non lasciarli a piedi, soprattutto a cominciare dalla prossima primavera-estate, quando sarà misurata la capacità di ricostituire le scorte. Ecco perché chi può cerca di salvarsi escogitando soluzioni alternative. Il gruppo Volkswagen, ad esempio, potrebbe spostare la produzione fuori dalla Germania e dall’Europa orientale, se persistesse una carenza di gas.

Le responsabilità della politica

La più grande casa automobilistica europea, infatti, ha dichiarato giovedì che spostare la produzione sarebbe una delle opzioni disponibili a medio termine se la carenza di gas dovesse durare molto oltre l’inverno. La casa di Wolfsburg ha importanti stabilimenti in Germania, Repubblica Ceca e Slovacchia, tra i paesi europei più dipendenti dal gas russo.«Come alternative a medio termine» il gruppo tedesco pensa al «trasferimento della capacità di produzione o ad alternative tecniche, in modo simile a quanto è diventato pratica comune nel contesto delle sfide legate alla carenza di semiconduttori e ad altre recenti interruzioni della catena di approvvigionamento», ha dichiarato Geng Wu, il capo degli acquisti.

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Pur affermando di aver fatto i preparativi «migliori possibili» per la carenza di gas per questo inverno, la Volkswagen si è detta preoccupata per l’effetto che i prezzi elevati del gas potrebbero avere sui fornitori.«I politici devono anche frenare l’esplosione attualmente incontrollata dei prezzi del gas e dell’elettricità», ha chiarito Thomas Steg, responsabile delle relazioni esterne dell’azienda. «Altrimenti, in particolare le piccole e medie imprese ad alta intensità energetica avranno grossi problemi nella filiera e dovranno ridurre o fermare la produzione».

I vantaggi del price cap iberico

Dove potrebbe spostare parte della produzione il gruppo Volkswagen? L'Europa sudoccidentale o le zone costiere del nord Europa, che hanno un migliore accesso ai carichi di gas naturale liquefatto via mare, potrebbero essere i primi obiettivi, ha spiegato al telefono a Bloomberg un portavoce. Il gruppo, che dal 1 settembre è passato dalle mani di Herbert Diess in quelle del capo di Porsche, Oliver Blume, gestisce già stabilimenti in Portogallo, Spagna e Belgio, paesi che ospitano terminali GNL (Gas Naturale Liquefatto). Per quanto riguarda Spagna e Portogallo, poi, oltre alla presenza degli stabilimenti al colosso automobilistico verrebbe incontro anche il price cap che divide l'Europa e però è già efficace nei due Paesi iberici. Il tetto al prezzo all’ingrosso del gas è stato approvato dalla Commissione europea e reso efficace dal 15 giugno. Sarà in vigore per un anno. Si tratta di un intervento da 8,4 miliardi di euro: 6,3 miliardi per la Spagna e 2,1 miliardi per il Portogallo. Il tetto è stato fissato a 40 euro per megawattora per i primi sei mesi. A seguire aumenterà di 5 euro al mese, fino a toccare i 70 euro. Il vantaggio per i consumatori dovrebbe esserci, anche se non clamoroso, visti i prezzi da cui si parte: un risparmio medio del 15% in bolletta, secondo il governo di Madrid.

Le altre grandi case europee

Volkswagen non è sola, ovviamente, nella ricerca di una soluzione alla crisi energetica. Martedì scorso il ceo di Stellantis, Carlos Tavares, ha parlato di una imminente «decisione strategica» sulla produzione di energia, per rendere più autonomi gli stabilimenti. «È molto chiaro che anche se stiamo rendendo piú compatti i siti produttivi, parliamo di aree molto ampie e tetti ampi, che potremo usare per produrre energia, non solo con impianti solari», ha detto Tavares, ricordando che «se c’è carenza di energia elettrica, il settore che ne soffre di più è quello industriale e io devo mantenere la sostenibilità della mia attività». Insomma, il quarto gruppo automobilistico mondiale dovrebbe rendere noti i suoi piani già entro la fine di settembre.

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Recessione in arrivo e timore per le mosse delle banche centrali: perché i mercati sono andati a picco - Il Fatto Quotidiano

Dati macroeconomici che concretizzano l’incubo recessione. Petrolio in conseguente crollo. Possibili interventi della Bce non solo in chiave antinflazione. E tante tensioni politiche, legate alla guerra in Ucraina ma anche alle elezioni in Italia. Un cocktail indigesto nell’ultimo giorno della settimana per i mercati finanziari, con le Borse internazionali – dall’Europa a Wall Street – a picco e con rendimenti dei titoli di Stato in forte crescita. La maglia nera tra le piazze finanziarie è stata Milano, anche in attesa del voto di domenica: ha perso il 3,3%. L’indice Stoxx 600, che raggruppa i principali titoli quotati sul Vecchio continente, ha lasciato sul terreno il 2,3%, calo che equivale a 232 miliardi di euro di capitalizzazione persa in una seduta. Mentre a Wall Street il Dow Jones è sceso di circa 600 punti ai minimi dall’inizio dell’anno. Ad affossare i mercati un peso importante l’ha avuto il petrolio, con quotazioni in calo a New York oltre 6% attorno ai 78 dollari al barile, ai minimi da gennaio. E anche l’oro non è più considerato un bene rifugio: le quotazioni sono in calo di oltre l’1%, ai minimi dall’agosto 2020.

A scatenare la forte corrente di vendite hanno contribuito gli indici Pmi (purchasing manager index) dell’eurozona in netta contrazione. In particolare per la Germania l’indice è sceso ai minimi di oltre 2 anni a 45,9 punti, ampiamente sotto la soglia di 50 che fa da spartiacque tra l’espansione e la contrazione. L’economia tedesca sembra insomma destinata a contrarsi nel terzo trimestre e gli indicatori previsionali indicano tempesta anche per il quarto. Al contrario quello Usa indica come l’economia americana a settembre rallenti meno del previsto. L’indice Pmi composto è infatti in rialzo a 49,3 punti, ma i mercati in questa fase leggono tutto al contrario: se l’economia tira, aumentano i rischi di inflazione e quindi di interventi contenitivi da parte delle banche centrali.

A peggiorare il clima le ipotesi di Reuters, secondo le quali la Bce starebbe valutando una riduzione degli interessi alle banche che lasciano liquidità a Francoforte. Questo perché dopo il rialzo dei tassi si parla di decine di miliardi di euro l’anno, cosa che mette sotto stress le riserve di alcune banche centrali e “mette la Bce nella posizione politicamente scomoda di dare sussidi alle banche mentre il pubblico fa i conti con l’inflazione”.

La tensione ha colpito anche il mercato dei titoli di Stato, dove i rendimenti sono schizzati. Lo spread tra Btp e Bund tedeschi ha chiuso l’ultima seduta prima del voto in rialzo a 230 punti contro i 220 dell’avvio, con il tasso del prodotto del Tesoro al 4,32%. Il rendimento del bond italiano è cresciuto di 16 punti base, ma è stata una seduta di passione soprattutto per il bond di pari scadenza della Gran Bretagna, che è salito di 33 punti base a quota 3,82% dopo la presentazione della finanziaria che taglia le tasse di 45 miliardi di sterline senza indicare le coperture.

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Mercati, sterlina ai minimi da 37 anni dopo il piano inglese di taglio delle tasse - Il Fatto Quotidiano

Forte rialzo per i rendimento dei titoli di Stato nell’area euro. I bund decennali tedeschi sono saliti per la prima volta dal 2013 al di sopra del 2%, con un incremento di 13 punti rispetto a ieri. In salita anche i Btp italiani, un decennale paga il 4,24% con un rialzo di 9 punti. Lo spread, ossia il differenziale di rendimento tra i due titoli, si è allargato cosi fino a 225 punti. I decennali francesi rendono il 2,5% (+ 3 punti), gli spagnoli 3,1% (+ 4), i titoli greci il 4,5% (+ 4). La risalita dei rendimenti significa che il valore dei bond sta diminuendo. In sostanza le vendite dei bond superano gli acquisti e l’equilibrio si ristabilisce su valori di prezzo più bassi. Si vende perché i tassi di interesse ufficiali stanno salendo mentre le prospettive per la crescita economica peggiorano. I timori di recessione affossano il petrolio che perde quasi il 4,3% a 86,6 dollari al barile.

Gli attuali rendimenti restano negativi in termini reali essendo ben al di sotto dell’inflazione media dell’area euro. Perde ancora valore l’euro che cede lo 0,75% nei confronti del dollaro, restando al di sotto della parità. Giù anche le borse con cali di oltre il 2%. Milano tra le peggiori arretra di quasi il 4%. I cali più forti sono per Tenaris (- 7,2%), Leonardo (- 5,2%) e Eni (- 4%) in scia con il petrolio. Amplifon è l’unico titolo in positivo. Francoforte scende dell’1,6%, Parigi dell’1,7%. Londra perde l’1,8%. Il nuovo governo britannico guidato da Liz Truss ha presentato un piano di taglio alle tasse da 45 miliardi di sterline, senza però chiarire i dubbi sulle possibili coperture. La sterlina perde il 2.4% sul dollaro e si porta sui minimi da 37 anni.

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L’Istat rivede al rialzo il Pil 2021 (+ 6,7%) Crescita trainata dall’edilizia. Scende il debito pubblico

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Bonus Mobili fino al 2024, ecco come devono essere mobili ed elettrodomestici per ottenere la detrazione - InformazioneOggi.it

Il Bonus Mobili fino al 2024 ci consente di acquistare mobili e grandi elettrodomestici e ottenere una detrazione Irpef. 

Grazie alla legge di bilancio 2022 (legge n. 234/2021, articolo 1, comma 37), chi acquista mobili o grandi elettrodomestici negli anni 2022, 2023 e 2024 potrà usufruire della detrazione Irpef del 50%. Ma per quanto riguarda caratteristiche di mobili ed elettrodomestici deve rispettare alcuni paletti.

bonus mobili fino al 2024
Canva

Come sappiamo, per ottenere l’accesso al Bonus Mobili dobbiamo aver eseguito dei lavori di recupero del patrimonio edilizio, su singole abitazioni o condomini.

Nella Guida al Bonus pubblicata dal sito dell’Agenzia delle Entrate è altresì specificato quanto segue. “La detrazione spetta anche quando i beni acquistati sono destinati ad arredare un ambiente diverso dello stesso immobile oggetto di intervento edilizio. Oppure quando i mobili e i grandi elettrodomestici sono destinati ad arredare l’immobile ma l’intervento cui è collegato l’acquisto viene effettuato su una pertinenza dell’immobile stesso, anche se accatastata autonomamente“.

Ricordiamo inoltre che i lavori eseguiti sull’appartamento, edificio o fabbricato devono essere di recupero edilizio. Ma che interventi come la tinteggiatura di pareti e soffitti, la sostituzione di pavimenti o degli di infissi esterni non danno diritto al bonus.

Inoltre è obbligatorio dimostrare la data di inizio lavori. Una volta effettuate le procedure, possiamo comprare mobili e grandi elettrodomestici e chiedere la detrazione Irpef del 50%. Ecco i requisiti da rispettare.

Bonus Mobili fino al 2024, come funziona la detrazione

La detrazione Irpef, se spettante, verrà calcolata su una spesa massima di 10 mila Euro per l’anno in corso, ovvero il 2022. Per il 2023 e il 2024 il tetto è invece fissato a 5 mila Euro.

La detrazione sarà ripartita in 10 quote annuali di pari importo. Infine, è possibile portare in detrazione anche la spesa sostenuta per il trasporto e il montaggio dei mobili ed elettrodomestici acquistati.

Ma come devono essere i mobili e gli elettrodomestici per ottenere la detrazione? Sempre dal sito dell’Agenzia delle Entrate, nonché consultando i cambiamenti sulle Classi energetiche apportate nel 2021 dalla UE, possiamo comprenderlo.

I mobili detraibili sono letti, armadi, cassettiere, librerie, scrivanie, tavoli, sedie, comodini, divani, poltrone, credenze, materassi, apparecchi di illuminazione. Sono invece escluse dalla detrazione porte, pavimentazioni (anche il parquet), tende e tendaggi e altri complementi d’arredo.

Come devono essere mobili ed elettrodomestici per ottenere la detrazione

Per quanto riguarda gli elettrodomestici, ricordiamo che nel 2021 sono state cambiate le classificazioni energetiche. Dunque dovremo attenerci alle nuove indicazioni per scegliere i dispositivi detraibili. Di seguito lo specchietto che illustra i criteri da controllare in etichetta.

classe energetica
Fonte: Commissione Europea

Per quanto riguarda invece le caratteristiche degli elettrodomestici per ottenere la detrazione, l’acquisto deve prevedere quanto segue.

  • Elettrodomestici nuovi, di classe energetica non inferiore alla classe A per i forni
  • Classe E per le lavatrici, le lavasciugatrici e le lavastoviglie
  • La Classe F per i frigoriferi e i congelatori

Rientrano nei grandi elettrodomestici anche gli apparecchi per la cottura, le stufe elettriche, i forni a microonde, le piastre riscaldanti elettriche, gli apparecchi elettrici di riscaldamento, i radiatori elettrici, i ventilatori elettrici e gli apparecchi per il condizionamento.

Le forme di pagamento per ottenere la detrazione

Ricordiamo che per accedere allo sgravio Irpef del 50% dobbiamo effettuare il pagamento dei beni nei seguenti modi. Bonifico o carta di debito/credito. Non si possono invece usare contanti, assegni bancari o altre forme di pagamento.

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La detrazione spetta anche in caso di acquisto con finanziamento, ma sempre se pagato con i suddetti mezzi. Infine, le medesime regole valgono anche per detrarre la spesa sostenuta per il trasporto e il montaggio.

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Borse Ue ancora in rosso, Milano maglia nera in attesa delle elezioni - Il Sole 24 ORE

4' di lettura

(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Piazza Affari è maglia nera in Europa con un calo superiore a due punti nell'ultima seduta prima delle elezioni di domenica, mentre le Borse europee continuano a fare i conti con i timori per una recessione imminente e le strette monetarie delle Banche centrali, dalla Federal Reserve alla Bce, per cercare di frenare la corsa record dell’inflazione. Questa settimana è toccato, tra gli altri, anche a Svezia, Norvegia e Regno Unito rivedere al rialzo i tassi d’interesse, mosse che hanno mandato in sofferenza i principali listini del Vecchio Continente sulla prospettiva di una serie di aumenti più rapidi delle attese (a partire dalla Federal Reserve). Così, frenati in particolare dal comparto auto ed energetico, si muovono in calo il CAC 40 di Parigi, il DAX 40 di Francoforte, in attesa della revisione del rating da parte di S&P, l'IBEX 35 di Madrid, l'AEX di Amsterdam e il FT-SE 100 di Londra. Vigilia di vendite anche a Wall Street, dove lo S&P 500 alla fine ha chiuso in rosso e sui minimi da luglio. Deboli i listini asiatici, con Tokyo chiusa per festività.

Milano a picco prima del voto di domenica

Per Piazza Affari è l’ultima seduta prima delle elezioni politiche e il FTSE MIB si muove in netto ribasso, con la performance peggiore tra le Borse europee. Gli osservatori che attendono al varco l’esito delle urne per capire la possibile composizione del nuovo governo dopo la caduta anticipata del premier Mario Draghi, coi tanti dossier «caldi» sul tavolo, dal Pnrr alla rete unica.
Nell’attesa, la giornata è ricca di dati macroeconomici a partire dagli indici Pmi a settembre di Francia (in discesa a 47,8 punti, sotto la soglia dei 50 punti), Germania (in calo a settembre, al minimo in 28 mesi), Eurozona (l'indice servizi è sceso a 48,9, manifatturiero a 48,5) e Gran Bretagna, mentre dagli Stati Uniti si guarda all'indice Markit Pmi Servizi preliminare di settembre. Intanto, restando sul fronte macro, prosegue il calo delle immatricolazioni di veicoli commerciali in Europa (Ue, Uk ed Efta). A luglio scorso il calo, infatti, rispetto allo stesso mese del 2021, è stato del 17,7%, scendendo a 149.420 nuove immatricolazioni.

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In rialzo Amplifon, occhi su Tim con trattative con Cdp

Occhi puntati su Piazza Affari nell’antivigilia dell’appuntamento con le urne elettorali. Sul listino principale milanese salgono Amplifon, Inwit e Telecom Italia, alle prese con la trattativa con Cdp sulla rete unica, la cui offerta dovrebbe arrivare, appunto, dopo il voto. Deboli Banco Bpm, Leonardo - Finmeccanica e Saipem.

Restano timori inflazione, Banche centrali e conflitto Ucraina

I mercati sono comunque influenzati dai timori sugli effetti delle politiche restrittive delle Banche centrali impattare sui listini europei. L’aumento del costo del denaro, per combattere l’inflazione, continua a preoccupare gli investitori, ormai spaventati dal rischio recessione. Le principali Borse europee hanno segnato ribassi dopo le mosse della Federal Reserve e della Bank of England che hanno deciso entrambe di alzare il costo del denaro. Mosse che, peraltro, hanno spinto in alto anche gli interessi dei Titoli di stato (il Treasury a dieci anni negli Usa si attesta al 3,69%, quello sul Btp italiano al 4,2%). A preoccupare i mercati, inoltre, resta lo scenario di escalation militare in Ucraina, dopo le minacce del presidente russo, Vladimir Putin, sull’eventuale uso delle armi nucleari.

Andamento dello spread Btp / Bund

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Spread poco mosso in area 220 punti prima del voto

Andamento poco mosso per lo spread BTp-Bund nell'ultima seduta prima delle elezioni. Il differenziale di rendimento tra il BTp decennale benchmark (Isin IT0005494239) e il pari scadenza tedesco è indicato a 220 punti base, uno in meno rispetto all'ultimo riferimento. In leggero calo anche il rendimento del BTp decennale che ha segnato una prima posizione al 4,17% dal 4,19% del closing precedente.

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Thursday, September 22, 2022

Bce: pronti ad aumentare i tassi nei prossimi mesi - Agenzia ANSA

La Bce, dopo la stretta da tre quarti di punto a inizio settembre, "si attende di aumentare ulteriormente i tassi di interesse nelle prossime riunioni per frenare la domanda e mettere al riparo dal rischio di un persistente incremento delle aspettative d'inflazione", che "è probabile che si mantenga su un livello superiore all'obiettivo per un prolungato periodo di tempo".

Lo si legge nel Bollettino economico della Banca centrale che ricorda l'inflazione al 9,1% ad agosto e la revisione al rialzo delle proiezioni degli esperti all'8,1% nel 2022, al 5,5 nel 2023 e al 2,3 nel 2024. "Dopo il recupero osservato nella prima metà del 2022 i dati recenti indicano un considerevole rallentamento della crescita nell'area dell'euro, con l'economia che dovrebbe ristagnare nel prosieguo dell'anno e nel primo trimestre del 2023". Lo si legge nel Bollettino economico della Banca centrale europea, che nota la discesa ad agosto dell'indice Pmi dei servizi "che indica una stagnazione dell'attività".

Secondo la Bce "vi sono chiari segnali di un protratto rallentamento dell'attività economica in un contesto di elevata inflazione e perdurante incertezza collegate alla guerra in Ucraina e agli andamenti connessi all'energia". "Gli indicatori ricavati dai mercati suggeriscono che, nel breve periodo, i prezzi del petrolio scenderanno, mentre quelli all'ingrosso del gas si manterranno su livelli straordinariamente elevati".  "L'inflazione dei beni alimentari - si legge ancora - è cresciuta sensibilmente, dal 9,8 al 10,6% tra luglio e agosto, spinta al rialzo dalle quotazioni mondiali delle materie prime alimentari e dall'aumento dei loro prezzi alla produzione nell'area dell'euro".

"Alla luce del deterioramento delle prospettive economiche e delle attuali pressioni inflazionistiche, è probabile che la capacità di tenuta delle imprese dipenda anche dal perdurare del sostegno fornito dalle politiche economiche, in particolare da quello offerto dalle autorità di bilancio". La Bce tuttavia incoraggia l'inversione di tendenza rispetto ai sostegni 'a pioggia' della pandemia. "Le misure di sostegno di bilancio volte ad attutire l'impatto dei rincari dell'energia dovrebbero essere temporanee e indirizzate alle famiglie e alle imprese più vulnerabili, in modo da limitare il rischio di alimentare pressioni inflazionistiche, migliorare l'efficienza della spesa pubblica e preservare la sostenibilità del debito".

I mercati scommettono su 225 punti base di ulteriore stretta monetaria entro giugno, con il tasso sui depositi fissato dalla Bce che raggiungerebbe così il 3% dall'attuale 0,75%. Lo scrive la Bloomberg sulla base dei dati ottenuti incrociando i contratti swap con le date dei prossimi meeting del Consiglio direttivo della banca centrale. Il drastico aumento della stretta prevista dai mercati - nella Bce ufficialmente si discute se il tasso "terminale" dove la Bce intende fermarsi debba essere o meno il 2% - fa seguito alla decisione della Fed ieri di alzare di altri 75 punti base. Pesano anche le attese di ulteriori rincari del gas dopo l'escalation della guerra in Ucraina annunciata da Putin. La sostenibilità del debito "dipende dalla crescita economia" e "un ruolo significativo lo gioca il Next Generation Eu. E' molto importante che i progetti per la crescita finanziati attraverso questo programma, siano perseguiti con coerenza e implementati integralmente". A dirlo è Isabel Schnabel, membro del Comitato esecutivo della Bce, in risposta a una domanda sull'elevato debito dell'Italia. Interpellata dalla testata tedesca T-online, Schnabel risponde così a una domanda sull'ascesa politica dell'estrema destra in Italia con la leader di FdI Giorgia Meloni: "non commentiamo mai sugli sviluppi politici nei singoli Paesi".

E dopo otto anni, la Svizzera dice addio ai tassi negativi. La Banca centrale ha deciso un maxi rialzo di 0,75 punti (inferiore comunque ad alcune previsioni che scommettevano su 100 punti) portando il tasso allo 0,5%. E secondo il presidente Thomas Jordan non sono esclusi ulteriori aumenti nei prossimi mesi. La mossa della Bns è in linea con il generale aumento dei tassi nel mondo guidato dalla Federal Reserve con la Bce che sta accelerando i rialzi, lasciando la sola Bank of Japan con i tassi negativi.

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