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(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Le Borse europee si muovono in pesante rosso dopo il rimbalzo della sessione precedente: sono tornate le vendite sulle banche, con la pressione che si abbatte ancora sul Credit Suisse e su tutto il settore europeo. Gli investitori si chiedono a questo punto quale sarà la reazione della Bce, che si riunisce giovedì a Francoforte, dopo il terremoto che ha scosso gli le banche negli Stati Uniti. L'attesa è per un rialzo di 50 punti base. La sfida di contenere l'inflazione con le politiche restrittive deve sempre di più fare i conti con i rischi di instabilità finanziaria. Così affondano appesantiti dalle vendite sui bancari il FTSE MIB a Milano e l'IBEX 35 di Madrid, il CAC 40 di Parigi e il DAX 30 di Francoforte. Sul fronte macroeconomico, dagli Usa sono arrivati i dati sulle vendite al dettaglio e i prezzi alla produzione, quando Wall Street ha aperto in calo, con gli indici che perdono oltre un punto percentuale, risentendo della debolezza internazionale del comparto bancario. Le azioni di Credit Suisse crollano anche al Nyse, oltre che alla Borsa di Zurigo, trascinando i titoli delle maggiori banche statunitensi e di quelle regionali, dopo il rimbalzo di ieri.
Nuovo crollo per il Credit Suisse, Snb non aumenterà quota
Ottava seduta consecutiva di vendite sul Credit Suisse che a Zurigo perde oltre il 20%, toccando nuovi minimi assoluti, dopo che l'azionista Saudi National Bank (Snb) ha detto che non fornirà ulteriore liquidità non potendo andare oltre la quota del 10%. Il presidente di Snb Ammar Al Khudairy, in un'intervista a Bloomberg TV, ha risposto a chi gli chiedeva se la banca fosse aperta a fornire ulteriore liquidità al Credit Suisse: «La risposta è assolutamente no, per molte ragioni oltre a quelle più semplici, che sono regolatorie e statutarie». La banca saudita è la prima azionista del Credit Suisse con una quota di poco sotto il 10%, acquistata lo scorso anno in occasione dell'aumento di capitale del gruppo svizzero. Il titolo era stato fortemente sotto pressione già nella seduta della viglia, dopo che la banca aveva ammesso di aver trovato «concrete debolezze» nelle relazioni finanziarie degli ultimi due anni a causa di controlli interni inefficaci.
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Usa, decisa frenata per i prezzi alla produzione
Nel clima nervoso sui listini, passa sotto traccia la notizia del calo inatteso dei prezzi alla produzione negli Stati Uniti, scesi a febbraio dello 0,1% contro attese di un rialzo dello 0,3 per cento. Invariato il dato core, atteso in crescita dello 0,4 per cento. In discesa - come previsto - le vendite al dettaglio, -0,4% a 697,9 miliardi di dollari, dopo il +3,2% di gennaio (rivisto dall'iniziale +3%). Rispetto a un anno prima, registrato un rallentamento al +5,4 per cento.
Torna la pressione sulle banche, giù in tutta Europa
Anche a Piazza Affari torna la pressione sulle banche: giù Unicredit, Intesa Sanpaolo, Banco Bpm e tutto il comparto finanziario. Crollano anche le altre banche europee con Bnp Paribas sotto pressione a Parigi insieme a Société Générale, a Francoforte pesante Commerzbank.
Vendite generalizzate sul resto del listino milanese, male petroliferi e automotive: Tenaris ed Eni nell'industria oil, Cnh Industrial, Pirelli & C e Stellantis nel comparto auto. Energia in evidenza a cominciare da Erg che ha raggiunto un utile di 308 milioni nel 2022 e aggiornato il piano industriale al 2026, bene anche Enel, Hera e A2a. In rialzo Telecom Italia nel giorno del cda che inizierà ad esaminare le due offerte arrivate per la rete.
Borse in rosso, banche nella bufera dopo crollo Credit Suisse - Il Sole 24 ORE
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