In un mercato ad alta volatilità, i dividendi restano un faro in mezzo alla tempesta. Tra aprile, maggio e giugno le principali società del Ftse Mib staccheranno dividendi a raffica, in aumento sul 2022. Secondo la stima di Edoardo Fusco Femiano, fondatore di Dld Capital Scf, «il Ftse Mib - che capitalizza poco più di 590 miliardi, con un dividend yield annuo atteso del 5,28% - pagherà agli azionisti 31,14 miliardi di euro».
Quasi 10 miliardi in più del 2022 quando si toccarono i 23 miliardi. Siamo anni luce distanti dall'annus horribilis del Covid che mandò in fumo a livello mondiale 247 miliardi di dollari di dividendi. In Italia le cancellazioni eccellenti furono tante e solo tra le banche superarono i 5 miliardi. Un altro mondo che, anche alla luce dell'alta volatilità che sta colpendo i mercati, si rivela un asso nella manica degli investitori: alcuni investitori e asset manager costruiscono addirittura alcuni portafogli guardando alla rendita da dividendo.
Il 24 aprile e il 22 maggio saranno i giorni a maggiore concentrazione, ovvero le giornate in cui si staccheranno più assegni per gli azionisti.
Partendo dal mese in corso, il 24 aprile saranno di scena Banca Mediolanum, Banco Bpm, Campari, Cnh, Ferrari, Prysmian, Stellantis, Unicredit. Poi, ci sarà la tornata di maggio: A2a, Amplifon, Azimut, Banca Generali, Bper, Diasorin, Eni, Erg, Fineco, Generali, Interpump, Intesa, Inwit, Italgas, Leonardo, Moncler, Recordati, Tenaris e Unipol. Appuntamento invece a giugno e luglio per Poste, il gruppo guidato da Matteo Del Fante, per Pirelli, StM e le due società regolate Snam e Terna.
Le società che pagheranno un dividendo sopra 1 euro sono le due società di casa Agnelli, presiedute e guidate da John Elkann: Ferrari (1,81) e Stellantis (1,34). Nell'energia green la Erg dei Garrone che ha chiuso il 2022 con utili a 308 milioni, in aumento del 56% (dividendo a 1 euro); la galassia Generali (Banca Generali 1,65 e Generali 1,16); Azimut (1,3). Nel «mondo medico» Diasorin (1,1) e Recordati (1,15), infine Moncler (1,12).
Guardando invece ai titoli a migliore dividend yield, (il rapporto tra l'ultimo dividendo annuo per azione e il prezzo del titolo, al 6 aprile) troviamo il gruppo automobilistico Stellantis, il cui dividendo va oltre 8 punti percentuali (8,3%). Il 2022, d'altra parte, si è chiuso bene con ricavi in aumento del 22% e un utile netto sui massimi da 10 anni
Poco distante c'è Mediobanca con il suo 8,1% e Unipol con un 7,9. Numeri importanti anche nell'energia: da Eni ed Enel, i cui dividend yield rispettivamente si attestano al 7,5 ed al 7,3 per cento. Per la società guidata da Claudio Descalzi, il dividendo 2023 sarà di 0,94 euro distribuiti in quattro tranche dopo un 2022 da incorniciare: l'utile è cresciuto di 9 miliardi a quota 13 miliardi di euro.
Nel mondo delle banche seguono UnipolSai (+7,1%) ed Intesa Sanpaolo (6,8%).
Tra i gruppi che nel 2023 non distribuiranno alcun dividendo figurano invece Banca Mps, Iveco, Nexi, Saipem e Telecom Italia. Il gruppo guidato da Pietro Labriola ha un debito elevato ed è alle prese con un difficile riassetto, Saipem, dal canto suo, è appena uscita da un salvataggio e da una maxi-ricapitalizzazione andata in scena a metà del 2022. La banca guidata da Luigi Lovaglio ha chiuso il bilancio in rosso; il gruppo della galassia Exor ha escluso il dividendo nel 2023, ma ha previsto una politica dei dividendi nei prossimi anni. Cauta la società dei pagamenti elettronici che ha archiviato comunque l'anno in positivo.
È il tempo delle cedole: in arrivo 31 miliardi dalle big di Piazza Affari - ilGiornale.it
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