Secondo le proiezioni Ocse, in Italia i salari nominali aumenteranno del 3,7% nel 2023 e del 3,5% nel 2024, mentre l'inflazione dovrebbe attestarsi al 6,4% nel 2023 e al 3% nel 2024. In Italia, i salari fissati dai contratti collettivi sono diminuiti in termini reali di oltre il 6% nel 2022. Si tratta di un calo particolarmente significativo se si considera che, a differenza di altri Paesi, la contrattazione collettiva copre, in teoria, tutti i lavoratori dipendenti.
Le previsioni
L'indicizzazione dei contratti collettivi alle previsioni Istat dell'inflazione al netto dei beni energetici importati (Ipca-Nei), recentemente riviste significativamente al rialzo, fa pensare che i minimi tabellari potranno recuperare parte del terreno perduto nei prossimi trimestri. Tuttavia, i significativi ritardi nel rinnovo dei contratti collettivi (oltre il 50% dei lavoratori è coperto da un contratto scaduto da oltre due anni) rischiano di prolungare la perdita di potere d'acquisto per molti lavoratori.
L'Ocse all'Italia: "Le politiche del lavoro sono un pilastro del Pnrr"
Le politiche attive del mercato del lavoro "sono un pilastro fondamentale del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza", sottolinea ancora l'Ocse. "Se l'obiettivo iniziale di numero di persone in cerca di lavoro da prendere in carico è stato raggiunto, è ora essenziale garantire un sostegno effettivo e adeguato in tutte le regioni e rafforzare la verifica dei percorsi formativi realizzati".
Ocse: in Italia il più forte calo dei salari, a inizio 2023 -7,5% - TGCOM
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