Le azioni dell’area asiatica continuano a soffrire per le difficoltà economiche e finanziarie della Cina, portandosi ai livelli di marzo. La tensione finanziaria intorno a Pechino è ben raccontata dai numeri raccolti dal Financial Times, secondo il quale gli investitori stranieri hanno scaricato azioni e obbligazioni cinesi, chiudendo la scommessa sulle promesse del Partito di dare un maggiore sostegno alla ripresa economica del Paese. Basandosi sul sistema di scambio Hong Kong Stock Connect, gli investitori hanno quasi completamente azzerato gli acquisti netti di azioni cinesi per 7,4 miliardi di dollari che avevano scattati dopo la promessa del 24 luglio del Politburo di aumentare i propri stimoli. Anche le consistenze obbligazionarie sono state ridotte: per i gestori, le vendite sono aumentate ad agosto e probabilmente accelereranno sulla scia del taglio a sorpresa dei tassi appena decretato. Una inversione di flussi, sentenzia il quotidiano della City, che riflette il crollo della fiducia nelle promesse fatte alla fine del mese scorso dai leader del partito. La Banca centrale ha provato ancora in queste ore a dare segnali: ha fissato il cambio fixing per lo yuan a 7,2076 per dollaro, contro una stima media di 7,2994 in un sondaggio di Bloomberg: il più grande gap da ottobre nel tentativo di rilanciare la valuta. E ha poi assicurato che adeguerà e ottimizzerà "le politiche immobiliari tempestivamente", adottando "misure globali per stabilizzare le aspettative" sullo yuan "a livello ragionevole ed equilibrato", evitando "gli aggiustamenti eccessivi". Oltre alla "liquidità ragionevolmente ampia" e alla lotta ai "rischi finanziari sistemici", tra gli obiettivi c'è la promozione di consumi, la stabilizzazione degli investimenti e l'espansione della domanda.
Per quel che riguarda le Borse occidentali, aperture in calo in Europa dopo i verbali Fed. Alto il rendimento dei titoli di Stato americani: il decennale, intorno al 4,3%, è ai massimi dal 2008.
Wall Street tenta il rimbalzo
Apertura in rialzo per Wall Street dopo la pubblicazione dei verbali della Fed che hanno lasciato aperta la possibilità di nuove strette monetarie. Gli indici hanno risentito anche della diminuzione delle richieste di sussidi di disoccupazione (-11.000 a 239.000) e dell'aumento a sorpresa dell'indice Philadelphia Fed Manufacturing. Il Dow Jones sale dello 0,18% a 34.829 punti, il Nasdaq dello 0,29% a 13.510 punti, lo S&P 500 dello 0,26% a 4.415 punti.
I sussidi di disoccupazione negli Usa scendono più del previsto
Le richieste iniziali di disoccupazione negli Stati Uniti sono scese di 11mila unità a 239mila nella settimana conclusasi il 12 agosto, rispetto alle 250mila della settimana precedente. Gli analisti si aspettavano un calo a 240mila unità. La media delle domande a 4 settimane è aumentata a 234,25mila unità rispetto alle 231,50mila unità della settimana precedente. Tra i dati americani di giornata, il Philadelphia Fed Manufacturing Index è salito a 12 punti ad agosto dai -13,5 punti di luglio. Gli analisti avevano previsto un -10.
Mercati attendisti sul lavoro Usa
Momento di attesa per i mercati azionari del Vecchio continente, che aspettano i dati dal mondo del lavoro dagli Stati Uniti, a partire dalle richieste di disoccupazione che saranno diffuse nel primissimo pomeriggio. La Borsa peggiore in Europa resta quella di Amsterdam, che cede l'1,2% affossata da Adyen, la società di pagamento il cui titolo perde il 28% dopo conti sotto le attese. Gli altri listini azionari oscillano invece attorno alla parità, con ancora qualche tensione sul mercato dei titoli di Stato, dove il rendimento del Btp decennale cresce da inizio seduta di cinque punti base al 4,39%. In Piazza Affari, tra i titoli principali, Nexi cede due punti percentuali, solide Eni e Saipem (+1%), mentre migliorano le banche, con un rialzo dell'1,2% per Unicredit e dell'1,5% per Banco Bpm che ha azzerato le commissioni PagoBancomat sui bassi importi
La Norvegia alza i tassi
La banca di Norvegia, per la dodicesima volta in meno di due anni, ha alzato giovedì il suo tasso di riferimento di 0,25 punti, al 4%, e ha accennato a un ulteriore aumento a settembre. Il comitato per la politica monetaria e la stabilità finanziaria della Norges bank ha deciso all'unanimità di aumentare il tasso ufficiale di 0,25 punti percentuali al 4%, si legge nel comunicato. "L'inflazione dei prezzi al consumo è diminuita, ma rimane elevata e nettamente superiore all'obiettivo. L'inflazione sottostante è rimasta elevata. Il comitato ritiene che sia necessario un tasso ufficiale leggermente più alto per riportare l'inflazione al target". 'Il futuro percorso dei tassi ufficiali dipendera' dagli sviluppi economici. Se l'economia si evolverà come attualmente previsto, il tasso ufficiale sarà ulteriormente aumentato a settembrè, afferma il governatore Ida Wolden Bache.
Tornano a recuperare terreno i prezzi del petrolio
I prezzi del petrolio hanno recuperato terreno dopo tre sessioni di ribassi, grazie alla tenuta dell'economia statunitense e della sua domanda che ha compensato le preoccupazioni sulla salute economica della Cina. I future sul Brent del Mare del Nord con consegna a ottobre guadagnano lo 0,94% a 84,23 dollari al barile mentre quelli del West Texas Intermediate, con consegna a settembre, avanzano di oltre l'1% a 80,18 dollari al barile.
Salgono i rendimenti dei titoli di Stato. Lo spread sopra 170 punti
Lo spread tra Btp e Bund tedesco è in rialzo a 171 punti base, con il rendimento del decennale italiano in rialzo di 5 punti base al 4,39% sul mercato secondario. Aumenta di 4 punti il rendimento del Bund al 2,68%.
Il movimento di rialzo dei rendimenti dei titoli di Stato riguarda tutto lo scenario occidentale. Sale di 5 punti il rendimento dei Bonos spagnoli al 3,73%, e quello dei decennali della Grecia di 3 punti al 3,95%. Negli Stati Uniti, dopo i verbali della Fed che hanno tenuta alta la tensione sul fronte della lotta all’inflazione, i rendimenti del decennale sono saliti al 4,31% sfiorando i picchi di ottobre, che poi erano i massimi dal 2007.
Stellantis investe 100 milioni nel litio geotermico in California
Stellantis investe oltre 100 milioni di dollari nello sviluppo di un progetto per la produzione di litio geotermico in California e per promuovere la decarbonizzazione della filiera dei veicoli elettrici a batteria. Lo comunica il gruppo in una nota, specificando che Stellantis ha esteso l'accordo con Controlled Thermal Resources Holdings. Ora Ctr si è impegnata a fornire fino a 65.000 tonnellate di idrossido di litio per batterie (Lhm) all'anno per i dieci anni di durata del contratto. Il nuovo accordo incorpora il contratto originale, firmato a giugno 2022, che prevedeva la fornitura di fino a 25.000 tonnellate di Lhm all'anno.
Gli indici Ue riducono le perdite
I titoli finanziari e minerari stanno riportando gli indici azionari europei vicini alla parità dopo una partenza sottotono. Madrid ha già azzerato le perdite, Francoforte e Parigi segnano -0,2%, Milano -0,3% e Londra -0,4%. Le banche, le assicurazioni e le società delle materie prime sono i settori che sostengono il recupero e a milano Banco Bpm (+0,9%) e Mps (+0,5%) sono le migliori tra gli istituti di credito. Nel settore finanziario il supporto arriva anche dal +0,8% di Generali e dal +0,3% di Poste. Riprende a salire Tim (+0,3%). Giù invece titoli industriali. Sul mercato dei cambi, se il rapporto tra euro e dollaro scende a 1,087, il rublo recupera ancora posizioni nei confronti della moneta americana ed è scambiato a 94,1 per un dollaro. In contenuto rialzo i prezzi del greggio con il brent ottobre a 83,6 dollari al barile e il wti settembre a 79,6 dollari al barile.
Apertura in calo per i listini europei
Apertura in calo per le Borse europee. A Francoforte il Dax va a meno 0,44%, a Londra l'Ftse 100 scende a -0,42%, a Parigi il Cac 40 è in calo dello 0,43%, a Madrid l'Ibex-35 scende dello 0,42%.
La Borsa di Milano apre debole
Piazza Affari nei primi scambi conferma la partenza in calo: l'indice Ftse Mib in un clima molto volatile ha toccato un ribasso dell'1% per poi migliorare leggermente, con i mercati europei deboli dopo i verbali dell'ultima riunione della Federal Reserve e i dati economici cinesi che restano preoccupanti. Tra i titoli principali, Nexi è il più pesante e cede il 2,6%, con Prysmian, Iveco e Interpump che scendono di due punti percentuali. In calo dell'1,5% Mps dopo una partenza positiva, generalmente deboli le banche. Tim perde lo 0,8% a 0,28 euro, mentre Eni e Generali provano a tenere con cali dello 0,2%. Qualche tensione sui titoli di Stato, con il rendimento del Btp decennale che tocca il 4,4%.
Il gas europeo torna a calare
Il prezzo del gas europeo apre in calo a 37,285 euro al Megawattora (MWh). Al mercato olandese al Ttf il gas ieri aveva chiuso a 37,784 euro al MWh. Dopo aver toccato i 37,445 euro al MWh, adesso è in calo a 36,480 euro al MWh.
Cambio euro-dollaro stabile in avvio
Apertura stabile per l'euro sul dollaro sopra quota 1,08. La moneta unica passa di mano a 1,0872 dollari. Euro poco mosso anche nei confronti dello yen a 159,18. Dollaro/yen a 146,37 (+0,02%).
Oro stabile
Oro stabile in avvio di giornata: il contratto spot è a 1.893,52 dollari l'oncia con un aumento dello 0,09%.
Petrolio in ribasso sui mercati internazionali
Apertura di giornata in ribasso per il petrolio. Il Wti del Texas ha una quotazione di 79,15 dollari al barile a meno 0,29%; mentre il Brent del mare del Nord viaggia a 83,29 dollari al barile a meno 0,19%.
Asia in calo
Le Borse asiatiche procedono in calo: restano le preoccupazioni per il rallentamento della crescita in Cina e per i possibili ulteriori aumenti dei tassi di interesse negli Stati Uniti.
A Hong Kong l'indice Hang Seng cede lo 0,50%, mentre il Kospi di Seul cala dello 0,28%. In Cina l'indice composito di Shanghai scende dell0 0,17%, mentre lo Shenzhen avanza dello 0,46%. Negativa invece la Borsa di Tokyo con il Nikkei che perde lo 0,45%.
Le Borse di oggi, 17 agosto. Gli investitori stranieri “scaricano” la Cina, la Banca centrale promette sostegni. Su i rendimenti dei titoli di Stato - la Repubblica
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