Si è azzerata nel corso della giornata la performance positiva di Piazza Affari, che ha chiuso in parità. Occhi su Enel, che ha presentato il suo piano al 2026, e sui bancari
Si è azzerata nel corso della giornata la performance positiva di Piazza Affari, che ha chiuso sulla parità. A Milano occhi su Enel, che ha presentato il suo piano al 2026 con tutti i relativi target, e sui bancari, dopo le vendite che li hanno colpiti nella giornata precedente in scia al collocamento del 25% del capitale di Mps da parte del Tesoro.
Il FTSEMib ha così chiuso con un progresso dello 0,01% a 29.155 punti, dopo aver oscillato tra un minimo di 29.098 punti e un massimo di 29.361 punti. Variazione simile per il FTSE Italia All Share (+0,02%). Performance lievemente migliori per il FTSE Italia Mid Cap (+0,21%) e per il FTSE Italia Star (+0,61%). Nella seduta del 22 novembre 2023 il controvalore degli scambi è sceso a 1,8 miliardi di euro, rispetto ai 2,22 miliardi di martedì.
Il bitcoin è sceso sotto i 37.000 dollari (poco più di 33.500 euro).
Lo spread Btp-Bund è rimsto intorno quota 175 punti.
L’euro è calato sotto gli 1,09 dollari.
Tra i principali titoli milanesi in calo Enel (-0,25%), che ha presentato il proprio piano strategico 2024-2026 e i target finanziari per il periodo. La società elettrica prevede di chiudere il 2023 con un margine operativo lordo ordinario tra i 21,5 e i 22,5 miliardi di euro, con una stima al 2026 tra i 23,6 e i 24,3 miliardi di euro. L'utile netto ordinario per il 2023 è stimato intorno ai 6,4 e i 6,7 miliardi di euro. Nel 2026 l'utile è previsto in rialzo tra i 7,1 e i 7,3 miliardi di euro. Per quanto riguarda la politica dei dividendi, Enel prevede di mantenere un dividendo per azione fisso minimo pari a 0,43 euro per il periodo 2024-2026, con aumento potenziale fino a un payout del 70% sull'utile netto ordinario in caso di raggiungimento della neutralità dei flussi di cassa. Enel prevede inoltre, tra il 2024 e il 2026, investimenti totali lordi per 35,8 miliardi di euro, tra cui: 18,6 miliardi nelle reti, 12,1 miliardi di euro nelle rinnovabili e 3 miliardi di euro circa nella gestione del portafoglio clienti.
Tra i bancari è rimbalzata leggermente, ben lontana dal colmare il gap rispetto al ribasso precedente, Monte dei Paschi di Siena (+2,19) dopo lo scivolone di ieri. L'agenzia Moody's ha migliorato i rating sulla banca, portando il standalone baseline credit assessment a 'ba3' da 'b1', il long-term deposit rating a 'Ba1' da 'Ba2' e il long-term senior unsecured debt a 'Ba3' da 'B1'. L’outlook sui rating di lungo termine dei depositi e del debito senior unsecured di MPS è stato confermato a positivo. La decisione di Moody's si inserisce in un’ampia revisione dei rating di alcune banche italiane e fa seguito all’azione di rating sull’Italia del 17 novembre scorso. Il nuovo upgrade del rating standalone riflette anche, secondo Moody’s, i progressi compiuti dall'istituto bancario nella ristrutturazione, la maggiore capacità di generare utili e la riduzione del profilo di rischio, in un contesto operativo più favorevole.
Moody's ha poi rivisto a rialzo anche i rating di BancoBPM (-0,86%), collocandoli nell'area investment grade. In particolare, l'agenzia ha rivisto il baseline credit assessment da 'ba2' a 'baa3', il rating a lungo termine del debito senior unsecured da 'Ba1' a 'Baa2' e il rating sui depositi a lungo termine da 'Baa2' a 'Baa1'. L'incremento dei rating riflette i significativi miglioramenti della qualità degli attivi e della redditività, insieme alla rafforzata posizione patrimonionale e al solido profilo di liquidità e funding. L'outlook dei rating a lungo termine è stabile. Sotto i riflettori di Moody's anche altri bancari come IntesaSanpaolo (+0,85%) e UniCredit (-0,26%) ma anche utilities come Snam (-0,78%), Terna (-0,56%) e Italgas (-0,8%).
In deciso rosso i titoli con business legati al petrolio come ENI (-1,26%) e Tenaris (-2,03%).
Leonardo ha perso l'1,98%. Il gruppo ha annunciato il completamento dell'offerta al pubblico negli Stati Uniti da parte della propria controllata Leonardo US di una quota minoritaria pari a 20.700.000 azioni ordinarie di Leonardo DRS a un prezzo di 17,75 dollari per azione. L'ammontare delle azioni vendute comprende le 18.000.000 azioni ordinarie offerte inizialmente nonché ulteriori 2.700.000 azioni oggetto di esercizio integrale dell’opzione di acquisto. A seguito del completamento dell’offerta, essendo stata esercitata interamente l’opzione per l’acquisto di ulteriori 2.700.000 azioni, Leonardo detiene circa il 72,3% delle azioni ordinarie emesse e in circolazione di DRS.
Borsa Italiana, il commento della seduta del 22 novembre 2023 - SoldiOnline.it
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