La Rivian debutta col botto al Nasdaq di New York: mercoledì 10 novembre, le azioni sono entrate agli scambi a un prezzo di 106,76 dollari, il 36,9% in più rispetto ai 78 dollari del valore di collocamento, per poi chiudere la seduta a 100,73 dollari (+29,1%). La quotazione - la maggiore Ipo dell’anno e tra le 10 più alte di sempre - si è così rivelata un successo per la startup, con l’ennesima dimostrazione del forte interesse del mercato dei capitali per un’azienda considerata, insieme alla Lucid, tra le migliori candidate a diventare la prossima Tesla.
Raccolta e valutazioni. D’altro canto, l’interesse si è palesato sin da subito con l’acquisto di almeno 5 miliardi di dollari di azioni da parte di alcuni investitori chiave, tra cui Amazon, già titolare del 20% del capitale, e colossi finanziari come Blackstone e Soros Fund. Inoltre, durante il processo di offerta, le elevate richieste hanno portato a piazzare 153 milioni di titoli al di sopra della forchetta indicativa compresa prima tra 57 e 62 dollari e poi tra 72 e 74. L’azienda, guidata da R.J. Scaringe e partecipata dalla Ford con il 5% del capitale, ha così raccolto 11,9 miliardi di dollari, ma potrebbe incassare altri proventi con l'esercizio dell’opzione "greenshoe" su ulteriori 22,95 milioni di azioni. La Rivian è riuscita a spuntare una valutazione di 76,4 miliardi di dollari, quasi 3 volte i 27,6 miliardi raggiunti a gennaio con un round di finanziamenti da 2,65 miliardi e poco meno dell'obiettivo degli 80 miliardi indicato all’avvio del processo di quotazione ad agosto, ma al prezzo di debutto, corrispondente a una capitalizzazione di circa 93 miliardi, ha superato gli 80 miliardi circa della Ford e gli oltre 86 miliardi della General Motors.
Una lunga strada. La Rivian, che per la sua Ipo si è affidata alle principali banche d’affari di Wall Street (Morgan Stanley, Goldman Sachs e Jp Morgan) e ad altri 20 intermediari, deve ovviamente fare ancora molta strada per competere con le Big di Detroit o la Tesla. Fondata da Scaringe nel 2009, ha presentato i primi prototipi nel 2018 e ha avviato la produzione del suo primo veicolo elettrico, il pickup R1T, verso la metà dello scorso settembre iniziando le consegne una decina di giorni dopo (alla fine di ottobre risultavano consegnati solo 156 esemplari). Per quest’anno è previsto che lo stabilimento di Normal (Illinois) sforni non più di 1.200 veicoli, ma la Rivian conta di arrivare a 150 mila entro due anni e ad almeno 1 milione per il 2030. Saranno i capitali raccolti con l’Ipo a finanziare l’aumento della capacità dell’impianto e una strategia di espansione che prevede la realizzazione di altri tre stabilimenti: sono in programma investimenti da 5 miliardi di dollari per un secondo sito in Texas e sono allo studio una terza fabbrica in Cina e una quarta in un Paese tra Olanda, Germania e Inghilterra.
Forti perdite. In ogni caso, come già avvenuto in passato con la Tesla, l’espansione delle attività e il relativo assorbimento di cassa non consentiranno all'azienda di registrare utili nel breve termine. Lo dimostrano i risultati di bilancio più recenti: nel primo semestre del 2021 la società ha perso 994 milioni di dollari, poco meno del rosso di 1,02 miliardi dell’intero 2020, mentre il terzo trimestre dovrebbe mostrare una perdita di 1,28 miliardi a causa degli oneri per all’avvio della produzione dell’R1T. A ogni modo, la Rivian può finora contare su oltre 55 mila prenotazioni per il pickup e per la Suv R1S (le consegne inizieranno a dicembre) e sui 100 mila furgoni per il trasporto merci ordinati da Amazon.
Rivian, debutto con il botto in Borsa: superate Ford e GM - Quattroruote.it - Quattroruote
Read More
No comments:
Post a Comment