Rechercher dans ce blog

Monday, February 7, 2022

Caro bollette, la linea di Franco: possibili nuovi interventi limitati - Corriere della Sera

Nessun dossier come quello dell’energia mette a nudo come l’economia italiana sia entrata in un delicatissimo cambio di stagione. Sono finiti gli anni in cui il governo poteva permettersi di assicurare il settore privato contro ogni problema, a colpi di sussidi quasi senza limiti. Ma non per questo le emergenze sono finite: in questi mesi imprese e famiglie si trovano investite da uno choc sui prezzi del gas dapprima innescato dalla ripresa – che ha fatto rincarare le materie prime – quindi alimentato ad arte dalla Russia, che ne ha approfittato per tagliare le forniture facendone un’arma di pressione geopolitica sull’Europa.

Ora il governo e i partiti di maggioranza sono chiamati, in teoria, a affrontare con i mezzi del bilancio nazionale dinamiche che vanno molto oltre il Paese: secondo l’autorità di settore, Arera, il prezzo della materia prima gas nel mercato tutelato è salito da 28 centesimi per metro cubo nel secondo trimestre del 2021, a 58 nell’ultimo trimestre, fino a 96 centesimi di euro a metro cubo in media dall’inizio nel nuovo anno. Spostamenti del genere mettono il premier Mario Draghi e il suo ministro dell’Economia, Daniele Franco, di fronte a un fenomeno macroeconomico di prima grandezza: nei primi tre mesi del 2021 scorso la fattura totale di elettricità e gas per l’economia italiana era stata di circa 14,5 miliardi; invece, ai prezzi visti fino a venerdì, minaccia di essere di 37,5 solo nel primo trimestre di quest’anno (malgrado sussidi e sgravi da 5,5 miliardi già varati dal governo sul periodo).

Se continuassero sul mercato le tensioni sul mercato del gas viste in gennaio – scenario ad oggi improbabile – famiglie e imprese rischierebbero di pagare nel 2022 varie decine di miliardi in più solo per far fronte alla bolletta energetica. Dunque l’economia in questa fase è messa brutalmente di fronte a una nuova minaccia, dopo la recessione da Covid. Ma non è affatto scontato che la risposta del governo possa essere la stessa data nei primi due anni di pandemia, quando lo Stato ha indennizzato lavoratori e imprese con quasi duecento miliardi. Non lo è perché, tanto nell’Unione europea che sui mercati finanziari, l’atmosfera sta cambiando e per l’Italia le risorse in deficit non sono più illimitate. E non lo è anche perché, vista dal cuore del governo, l’idea che lo Stato debba proteggere del tutto imprese e le famiglie abbienti da qualunque sorpresa aprirebbe la strada a un assistenzialismo nocivo per il Paese. Di conseguenza sia Draghi che Franco restano contrari a uno scostamento di bilancio per indennizzare i privati sul caro energia, anche se non rifiutano affatto nuove misure di sostegno varate senza toccare l’obiettivo di un deficit in calo al 5,6% del prodotto per quest’anno.

Che i tempi siano ormai diversi lo si è visto da giovedì quando Christine Lagarde, la presidente della Banca centrale europea, non ha escluso aumenti dei tassi già quest’anno. In poche ore i rendimenti del debito italiano a dieci anni si sono impennati di 0,5%. Lo spread con la carta tedesca è tornato di colpo dov’era nel luglio del 2020, prima dell’accordo europeo sul Recovery Plan. Quei grafici ora sono marchiati a fuoco nella memoria di chi, al Tesoro, sta valutando quanto deficit in più l’Italia possa ancora permettersi per indennizzare le imprese sul gas. Del resto proprio venerdì il ministro delle Finanze tedesco Christian Lindner era a Roma con un messaggio preciso: visto da Berlino, il tempo di un graduale risanamento dei conti pubblici dopo il Covid è iniziato ed è solo questione di tempo prima che anche Bruxelles invii gli stessi segnali.

Draghi e Franco capiscono però che un’uscita troppo brusca dalla stagione dei sussidi creerebbe un nuovo trauma, dopo gli choc di questi anni. Per i nove mesi fino a marzo 2022 il governo ha già stanziato compensazioni contro il caro energia per quasi 12 miliardi ed è probabile che gli aiuti, per esempio alle famiglie meno abbienti, proseguano dopo marzo. Il bilancio in Italia ha sempre margini che permettono di centrare gli obiettivi anche in caso di spese non previste. Resta da capire se in questo caso siano di uno o due miliardi o, caso meno probabile, arrivino a cinque come chiede per esempio la Lega. Ma è difficile che il Tesoro si precipiti da subito a decidere nuovi sussidi a valere da aprile in poi. Prima si cercherà di capire in quale direzione stiano andando le quotazioni nei prossimi mesi, con l’idea che i ribassi già accennati negli ultimi giorni proseguano almeno fino all’estate. I prezzi sono ancora ai livelli molto elevati di circa un mese fa e emergenza continua, ma in questa fase alcuni segnali incoraggianti si intravedono: la Russia ha ripreso almeno in parte i volumi di fornitura normali, gli Stati Uniti e il Qatar potrebbero inviare più gas liquefatto ai rigassificatori italiani, mentre la buona stagione farà scendere la domanda e con essa i prezzi del gas. Entro metà anno la crisi potrebbe essere quasi riassorbita. Il governo non deciderà quanto compensare famiglie e imprese prima di capire, esattamente, per cosa.

Adblock test (Why?)


Caro bollette, la linea di Franco: possibili nuovi interventi limitati - Corriere della Sera
Read More

No comments:

Post a Comment

Dal Mar Rosso la nuova crisi dei prezzi in Italia: 95 milioni di danni al giorno - Today.it

Lo stretto di Bab el-Mandeb è la porta che da sud conduce al Canale di Suez e al Mar Mediterraneo. Si trova all'imbocco del Mar Rosso  e...