Continua nel pre-mercato di Wall Street la discesa di Tesla. Il gruppo delle auto elettriche perde più del 3% (a 105 dollari) dopo aver terminato ieri una delle giornate peggiori dell’anno in calo dell’11%. Il carmaker «elettrico» si avvia a chiudere così il peggiore anno della sua storia, con i titoli in calo del 70% del picco del novembre 2021.
Le cause
Quali sono i motivi di questa crisi? Non ce n’è uno soltanto, ma un insieme di fattori che hanno portato la capitalizzazione sotto i 390 miliardi di dollari, quando all’inizio dell’anno valeva oltre 1.000 miliardi. Il primo a finire sul banco degli imputati è lo stesso Elon Musk: a poco sono servite le rassicurazioni che non aveva intenzione di vendere altre azioni Tesla (dopo aver ceduto titoli per 39 miliardi di dollari) per sostenere l’acquisto di Twitter da 44 miliardi di dollari. Ma lui ha negato di avere trascurato la guida di Tesla per concentrarsi su Twitter.
In questi giorni, a influenzare il sell-off è la notizia che la società ridurrà la produzione nella gigafactory di Shanghai, da gennaio, dopo la chiusura imposta per l’ultima settimana di dicembre. Tesla deve affrontare insieme l’aumento dei contagi da Covid-19 e un calo della domanda in Cina, il maggior mercato automobilistico mondiale. Nelle scorse settimane, la società ha offerto incentivi agli acquirenti delle sue macchine nel Paese del Dragone tagliando del 9% i prezzi delle Model 3 e delle Model Y.
Le colpe
Eppure, secondo Musk, la colpa del crollo del titolo è della Fed, che alza i tassi d’interesse e spinge l’economia alla recessione. In ogni caso, il 2023 non si preannuncia di facile gestione: secondo fonti di stampa, si prevedono licenziamenti nel primo trimestre per il gruppo che vorrebbe inoltre congelare le assunzioni. Si fa sentire forte la concorrenza degli altri operatori del settore.
Tesla, nel 2022 in Borsa ha perso il 70%: ecco perché Wall Street boccia Musk - Corriere della Sera
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