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Monday, January 31, 2022

Istat: Pil 2021 +6,5%, la crescita più alta dal 1976 - Agenzia ANSA

L'economia italiana è cresciuta del 6,5% nel 2021. Lo certifica l'Istat. La variazione acquisita del Pil per il 2022 è +2,4%. Il dato per il 2021 è corretto per le giornate lavorative e destagionalizzato rispetto al 2020, quando l'economia italiana aveva subito un crollo di quasi il 9%. 

Per trovare un tasso di crescita pari al 6,5% registrato nel 2021, "bisogna andare indietro al 1976, circa 45 anni fa". lo ha detto Giovanni Savio, direttore centrale della contabilità nazionale dell'Istat, durante una conferenza stampa sui dati di crescita pubblicati oggi. Istat ha comunque precisato che, sulla base delle serie storiche dell'Istat che vanno indietro fino al 1995, si tratta della crescita più alta di sempre. Viceversa - ha spiegato Savio - occorre andare indietro alla seconda guerra mondiale per trovare un dato del Pil tanto negativo come il 2020.

 Nel quarto trimestre 2021 l'economia italiana ha registrato una crescita dello 0,6% rispetto ai tre mesi precedenti, e del 6,4% su base annua. Lo comunica l'Istat nella sua stima flash, che risulta superiore a gran parte delle previsioni e indica un'espansione sia nell'industria che nei servizi. "Dal lato della domanda - spiega 'Istat - vi è un contributo positivo della componente nazionale (al lordo delle scorte) e un apporto negativo della componente estera netta". 

 "Voglio esprimere la mia soddisfazione per i dati sulla crescita che sono usciti oggi - 6,5% nel 2021", ha affermato il premier, Mario Draghi, in apertura del Cdm di oggi, secondo quanto si apprende. "Sono il prodotto della ripresa globale - ha aggiunto -, ma anche delle misure messe in campo dal governo, a partire dalla campagna di vaccinazione e dalle politiche di sostegno all'economia". 

Nella media del 2021, l'indice delle retribuzioni contrattuali orarie è cresciuto dello 0,6% rispetto all'anno precedente. Al contempo la salita dell'inflazione nel corso dell'anno appena chiuso (in media +1,9%). "Alla luce della dinamica dei prezzi al consumo, in forte accelerazione nella seconda metà dell'anno e pari a circa tre volte quella retributiva, si registra anche una riduzione del potere d'acquisto", commenta l'Istat. Nel solo mese di dicembre 2021, l'indice delle retribuzioni contrattuali registra un aumento dello 0,1% rispetto a novembre e dello 0,7% rispetto a dicembre 2020.

"E' l'edilizia uno dei settori a dare il maggiore contributo all'incremento del Pil nel 2021". E' quanto rileva il Centro Studi di Argenta Soa, organismo di attestazione che certifica le aziende per la partecipazione alle gare pubbliche. Nelle elaborazioni prodotte dal Centro Studi di Argenta Soa emerge come il settore delle costruzioni risulta essere uno dei "motori della ripresa". Sono numeri "straordinari che rivelano la vivacità di un comparto che sta crescendo 4 volte più veloce del Pil", afferma Giovanni Pelazzi Presidente di Argenta Soa e del Centro Studi sugli Appalti Pubblici. "Ed è previsto avanzare anche nel 2022 - aggiunge - grazie non solo agli incentivi per le ristrutturazioni immobiliari, in direzione di una maggiore efficienza energetica, ma anche agli interventi previsti nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza".

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Saipem – 30% in borsa. Nel 2021 perdite superiori ad un terzo del capitale - Il Fatto Quotidiano

Il gruppo Saipem affonda in borsa e chiude in calo del 30% con una capitalizzazione che si riduce a 1,3 miliardi di euro. Il tracollo del gruppo di servizi e infrastrutture per il comparto energetico (gas in particolare) è dovuto all’annuncio di perdite nel 2021 per oltre un terzo del capitale sociale facendo quindi scattare l’obbligo di una ricapitalizzazione come previsto dal codice civile. I soci del gruppo saranno chiamati a versare denaro nella società. Saipem è controllata al 30% da Eni mentre un altro 12,5% fa capo a Cassa depositi e prestiti (in sostanza al Tesoro italiano). Altri azionisti di peso sono Marathon Asset management (5,6%) e Eleva Capital (3%). Secondo alcune valutazioni la società dovrà provvedere ad una ricapitalizzazione da 1-1,5 miliardi di euro.

“Con riferimento a quanto annunciato da Saipem, Eni sta monitorando con attenzione la situazione e svolgerà ogni propria valutazione rispetto alle tematiche e agli scenari che verranno presentati dalla società stessa, in coordinamento con Cdp”, ha affermato stamane un portavoce del gruppo Eni. Ambienti vicino alla Consob (l’autorità di vigilanza sui mercati, ndr) fanno sapere che la commissione sta seguendo la situazione con grande attenzione ma una posizione ufficiale verrà presa solo quando verranno pubblicato il bilancio 2021 e la relazione dei revisori dei conti. Al momento – viene fatto notare – si tratta di previsioni contenute in un comunicato stampa, senza alcuna entità precisa sullo sforamento della soglia critica della perdita di esercizio, e la reazione in Borsa viene considerata del tutto fisiologica dopo il comunicato aziendale.

Saipem ha anche deciso di ritirare gli outlook annunciati il 28 ottobre 2021 (le previsioni sui risultati aziendali). Dopo l’utile ritrovato a fatica a fine 2019, per Saipem è iniziata una lunga serie di trimestri in rosso, dovuta al calo e al rallentamento delle commesse riconducibili anche alla pandemia. Sui conti pesa in particolare il blocco registrato in Mozambico, progetto del valore di 4 miliardi di euro presentato nell’aprile dello scorso anno insieme alla francese Total. In questo caso lo stop è dovuto a ‘cause di forza maggiore, invocate dal gruppo francese, dopo una serie di attacchi terroristici a poca distanza all’impianto. Per Saipem si è trattato di mancati ricavi per 1,4 miliardi fino alla fine del 2021.

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Arvedi-Ast: c'è la firma. Ad Caldonazzo, Burelli out. Nel cda Stringhini, Pizzorno e Menecali - umbriaON

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  1. Arvedi-Ast: c'è la firma. Ad Caldonazzo, Burelli out. Nel cda Stringhini, Pizzorno e Menecali  umbriaON
  2. Arvedi acquisisce la Acciai speciali Terni - Umbria  Agenzia ANSA
  3. Terni: Arvedi ha acquisito l'Ast, nasce così un Gruppo da 7,5 miliardi di euro  Terni in rete
  4. Ast passa ad Arvedi: è il giorno della firma  umbriaON
  5. Arvedi acquisisce la Acciai speciali Terni, il ministro Giorgetti plaude l'intesa  TGCOM
  6. Visualizza la copertura completa su Google News

Arvedi-Ast: c'è la firma. Ad Caldonazzo, Burelli out. Nel cda Stringhini, Pizzorno e Menecali - umbriaON
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Benzina: Qe, prezzo self supera 1,8 euro al litro - Agenzia ANSA

Nuovo aumento dei prezzi dei carburanti: in base all'elaborazione di Quotidiano Energia sui comunicati dai gestori all'Osservaprezzi carburanti del Mise, il prezzo medio nazionale praticato della benzina in modalità self sale a 1,802 euro al litro (venerdì era 1,788), con i diversi marchi compresi tra 1,790 e 1,822 euro al litro (no logo 1,778). Il prezzo medio praticato del diesel self raggiunge 1,676 euro al litro (venerdì 1,661) con le compagnie posizionate tra 1,667 e 1,688 euro al litro (no logo 1,659). Quanto al servito, per la benzina il prezzo medio praticato va a 1,933 euro al litro (venerdì 1,918). 
   

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L'Europa parte al rialzo. Piazza Affari festeggia il Mattarella bis, spread in calo - Il Sole 24 ORE

3' di lettura

(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Andamento positivo per le Borse europee nell'ultima seduta del mese di gennaio. Il FTSE MIB a Milano trova forza anche nella riconferma di Sergio Mattarella alla presidenza della Repubblica, che consente al presidente del Consiglio Mario Draghi di rimanere al suo posto. È in calo lo spread tra BTp e bund. Sono in rialzo anche i principali listini continentali: il CAC 40 a Parigi, il DAX 40 a Francoforte. Il recupero del settore tech alla Borsa di Hong Kong, pur in assenza di indicazioni dai listini della Cina continentale, chiusi per il capodanno lunare, alimenta l'ottimismo degli investitori. I listini puntano a consolidare il recupero in un gennaio che con ogni probabilità si chiuderà con un bilancio negativo: per il Ftse Mib milanese al momento la performance è di -2,86 per cento. A livello macro tuttavia, si confermano i segnali di rallentamento dell'economia cinese: nel week end gli indici Pmi su manifatture e servizi hanno segnalato un'ulteriore frenata pur rimanendo appena sopra la soglia di 50 punti base, che separa idealmente un'economia in espansione da una in contrazione.

Andamento Piazza Affari FTSE Mib

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Il Pil dell'Italia è salito del 6,4% nel 2021

Nel quarto trimestre del 2021 l'Istat stima che il prodotto interno lordo, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, sia aumentato dello 0,6% rispetto al trimestre precedente e del 6,4% in termini tendenziali. Lo comunica l'Istat aggiungendo che il quarto trimestre del 2021 ha avuto due giornate lavorative in meno rispetto al trimestre precedente e lo stesso numero di giornate lavorative rispetto al quarto trimestre del 2020. Nel 2021, prosegue l'Istat, il Pil corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, è aumentato del 6,5% rispetto al 2020. La variazione acquisita per il 2022 è pari a +2,4%, conclude la nota Istat.
L’agenda macroeconomica oggi prevede anche il rilascio dell’inflazione tedesca di gennaio. A dicembre era a +0,5% mensile e a +5,3% su base annua.

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In evidenza i finanziari, tonfo Saipem dopo allarme utili

Tra i titoli milanesi a maggiore capitalizzazione, la prospettiva di una maggiore stabilità politica e la discesa dei rendimenti dei BTp premiano i titoli finanziari: sono in rialzo Nexi, Banco Bpm e Banca Pop Er. Bene anche Poste Italiane, al momento maglia rosa. In avvio, non è riuscito a fare prezzo Saipem, che poi ha avviato le contrattazioni in forte calo, dopo aver annunciato un nuovo profit warning e ha avviato contatti «con gli azionisti che esercitano il controllo congiunto sulla società, Eni e Cdp Industria, al fine di verificare anche la loro disponibilità a partecipare a una tempestiva e adeguata manovra finanziaria». La performance teorica vede un tracollo del 20%, che penalizza anche Eni.

Cambi poco mossi, petrolio ancora in rialzo

Sul mercato dei cambi, euro poco mosso a 1,1173 dollari da 1,1163 venerdì in chiusura. La moneta unica vale anche 128,97 yen (128,68 venerdì), mentre il rapporto dollaro/yen è a 115,42 (115,22). Continua a salire il prezzo del petrolio, sostenuto dalle tensioni in Ucraina. Il future marzo sul Wti guadagna l'1,26% a 87,91 dollari al barile, mentre l'analoga consegna sul Brent prende l'1,3% a 91,20 dollari.

Spread in calo a 133 punti base, rendimento all'1,30%

Apertura in calo per lo spread tra BTp e Bund sul mercato telematico secondario Mts dei titoli di Stato europei, dopo la risoluzione del nodo presidente della Repubblica, con la conferma di Sergio Mattarella. In apertura il differenziale di rendimento tra il decennale benchmark italiano e il pari scadenza tedesco è indicato a 133 punti base, cinque in meno rispetto ai 138 punti base dell'ultimo closing. In ribasso anche il rendimento del BTp decennale benchmark, all'1,30% dall'1,35% del riferimento precedente.

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Superbonus 110%: Arriva la stretta sui bonus edilizi a causa dello stop alla cessione del credito infinita - SeguoNews

Redazione
30 Gennaio 2022 12:43

Dal 7 febbraio 2022 stop alla cessione del credito infinita. In arrivo anche un prezziario del Ministero della transizione energetica che servirà ad individuare i massimali di spesa per alcune categorie di lavorazioni. Insorgono le associazioni. 
La pubblicazione in Gazzetta ufficiale del decreto Sostegni ter sta creando un pò di scompiglio nel settore delle costruzioni, viste le novità introdotte sul superbonus 110% e sui bonus edilizi considerate troppo stringenti e deleterie per la ripresa economica nazionale. Vediamo insieme come cambia il superbonus 110% e le critiche all'operato del governo mosse da partiti e associazioni. 

Dal 7 febbraio 2022 stop alla cessione del credito infinita
A fronte delle numerose frodi scoperte sui bonus edilizi (superbonus, ecobonus, bonus ristrutturazioni, sismabonus, bonus facciate), il governo si è trovato costretto a correre ai ripari e ad adottare misure più stringenti con il nuovo decreto Sostegni 2022. Il provvedimento, pubblicato il 27 gennaio 2022 in Gazzetta ufficiale, apporta importanti modifiche a tutti i bonus previsti nel settore dell'edilizia con il primo decreto Rilancio, quello del 2020, compreso il bonus 110%.
Cosa cambia?
La cessione del credito, con il tax credit che potrà essere ceduto una sola volta sia da parte dei  beneficiari della detrazione, sia da parte dei fornitori che ricevono il credito. Con l'eliminazione della facoltà di passaggi successivi, non sono più possibili ulteriori cessioni del credito, sia che si operi con sconto in fattura sia senza. Le nuove disposizioni, che entreranno in vigore dal 7 febbraio 2022, hanno già fatto partire la corsa alla cessione. Prima di questa data la cessione del credito d'imposta non avrà limiti mentre dopo potrà avvenire ancora per una sola volta. Va ricordato che banche ed intermediari finanziari rientrano tra i soggetti cui si può cedere il credito d'imposta. 

In arrivo il prezzario del Mite
Tra le altre novità c'è il visto di conformità, ossia una attestazione che garantisce l'esistenza dei presupposti per richiedere la detrazione d'imposta, e l'asseverazione, una attestazione per verificare la congruità delle spese sostenute secondo i valori stabiliti per alcune categorie di beni. Entro il 9 febbraio 2022, il ministero della transizione ecologica dovrebbe approvare un decreto con un apposito prezzario composto da 35 voci, che servirà ad individuare i valori massimi di spesa per alcune categorie di lavorazioni.

Previsti massimali per:
la riqualificazione energetica degli edifici;
l'isolamento di coperture, pavimenti e pareti perimetrali;
la sostituzione degli infissi (per zone climatiche);
l'installazione di schermature solari;
le caldaie a condensazione;
microcogeneratori;
pompe di calore;
generatori a biomasse;
tecnologie di building automation.

Movimento 5 Stelle: è da irresponsabili bloccare il funzionamento del bonus 110%
Insoddisfatti dalle nuove misure introdotte per il superbonus 110% anche alcuni deputati del Movimento 5 stelle. Patrizia Terzoni, Riccardo Fraccaro e Luca Sut dichiarano che "ancora una volta il ministro dell'economia, Daniele Franco, ha voluto cambiare le regole in corsa, con il risultato di bloccare, anche retroattivamente, le anticipazioni bancarie e quindi i cantieri, suscitando il legittimo malcontento di famiglie, imprese, tecnici e istituti di credito". L'atteggiamento del governo è da "irresponsabili": non è possibile "bloccare il funzionamento di una misura determinante per la ripresa economica" in un momento così delicato per il Paese. I 5 Stelle promettono battaglia: "I nostri emendamenti per reintrodurre la possibilità di cessioni successive alla prima sono già pronti per il deposito e per il confronto con le altre forze politiche, ma resta il fatto che un intero comparto e centinaia di migliaia di famiglie dovranno attendere il completamento dell'iter di conversione, quindi due mesi circa, per poter ripartire con i cantieri. Per questa ragione, contestualmente alla reintroduzione della possibilità di cedere più volte il credito, proporremo l'eliminazione del vincolo del 30% di lavori realizzati entro il 30 giugno per le unifamiliari, con un decalage (riduzione nel tempo, ndr) dedicato anche a questa tipologia di edifici a partire dal 2024. Non accetteremo che il Mef penalizzi cittadini e imprese impedendo loro di ricorrere alla nostra maxi agevolazione". 

Le proteste delle associazioni
Insorgono anche le associazioni di categoria, preoccupate per la ripresa economica. "Artigiani e piccole imprese esprimono profonda delusione per l'indisponibilità del Governo a trovare soluzioni diverse per contrastare le frodi, utilizzando tutti gli strumenti per individuare e perseguire i responsabili. Le nuove pesanti restrizioni all'utilizzo dei bonus edilizi, introdotte dall'art. 28 del decreto Sostegni ter, - scrive in una nota la Confederazione nazionale dell'artigianato (Cna) - stanno provocando il disimpegno degli intermediari nell'acquisto dei crediti di imposta. Una situazione improvvisa e grave, destinata ad imprimere una drastica frenata alla realizzazione dei lavori di riqualificazione e efficientamento energetico degli immobili, penalizzando cittadini e imprese onesti e rallentando la crescita economica e il positivo utilizzo delle risorse del Pnrr". Pertanto, la Cna chiede al Parlamento di superare, in sede di conversione, le restrizioni "così da assicurare continuità e certezza al meccanismo della cessione e garantire la necessaria stabilità al funzionamento dei bonus".

Fonte: Today.it

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Saipem prevede 2021 con perdite superiori al terzo del capitale. Ritirati gli outlook - Borsa Italiana

News Image (Teleborsa) - Il bilancio civilistico 2021 di Saipem è previsto chiudersi con perdite superiori al terzo del capitale sociale (integrando i presupposti previsti dall'art. 2446 del codice civile) e la società ha quindi avviato contatti preliminari con le controparti bancarie per intervenire in via anticipata sui potenziali effetti sui contratti di finanziamento, oltre che con gli azionisti che esercitano il controllo congiunto (ENI e CDP Industria) per verificare la loro disponibilità a partecipare a una tempestiva e adeguata manovra finanziaria. La società di servizi e soluzioni per il settore energia e infrastrutture ha registrato "un significativo deterioramento dei margini economici", spiega una nota, che ha portato il CdA a ritirare gli outlook annunciati il 28 ottobre 2021.

Il peggioramento dei margini economici è relativo ad alcuni progetti relativi all'E&C Onshore e all'Offshore wind con conseguente effetto sui risultati economici consolidati del gruppo. Saipem imputa le difficoltà al perdurare del contesto della pandemia, all'aumento (attuale e prospettico) dei costi delle materie prime e della logistica.

Le stime preliminari evidenziano, rispetto all'outlook comunicato al mercato il 28 ottobre 2021, un EBITDA adjusted consolidato del secondo semestre 2021 in riduzione di circa 1 miliardo di euro rispetto all'outlook di EBITDA adjusted consolidato positivo; la riduzione è interamente riconducibile alla backlog review per progetti E&C Onshore per i quali l'incremento dei costi per materiali e logistica è solo parzialmente recuperabile e alle recenti ulteriori difficoltà di progetti offshore wind, dove si combinano impatti da forniture critiche con revisione di stime di tempi e costi di esecuzione.

Saipem annuncia poi una contrazione dei ricavi consolidati del secondo semestre 2021 da 4,5 miliardi di euro a 3,5 miliardi di euro. La previsione di aumento dei costi a vita intera sopra illustrata comporta una diminuita marginalità dei progetti che, per effetto dell'applicazione dei principi contabili internazionali, si riflette anche in una riduzione dei ricavi, spiega la società. Il capex è previsto a circa 0,16 miliardi di euro, rispetto all'outlook di circa 0,25 miliardi di euro per il secondo semestre 2021. Risulta invece in miglioramento la posizione finanziaria netta a fine 2021, pari a circa 1,5 miliardi di euro rispetto all'outlook di circa 1,7 miliardi di euro.

(Teleborsa) 31-01-2022 08:02

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Sunday, January 30, 2022

Nuovo diesel Euro 7 Stellantis: come e dove potrebbe essere utilizzato - Quattroruote.it - Quattroruote

In un’epoca in cui si parla prevalentemente di lanci d’inediti modelli a corrente, fa notizia l’annuncio di un nuovo motore diesel omologato Euro 7, italiano, da realizzare nello stabilimento di Pratola Serra (Avellino). A svelarlo è stato il gran capo di Stellantis in persona, Carlos Tavares, in occasione di una visita presso l’impianto campano. Un progetto tecnico che vedrà la luce nel giro di 14-15 mesi e potrebbe aprire tutta una serie di prospettive commerciali inaspettate in quest’era di programmi quasi interamente incentrati sulla propulsione elettrica. Siamo nel campo delle ipotesi, perché non è ancora trapelato nulla di ufficiale da parte di Stellantis circa le opportunità d’impiego di questo Euro 7 sulle auto del gruppo. Ma resta il fatto che il tanto (da alcuni) vituperato diesel, in versione rinnovata e ancora più pulita, può tornare sotto i riflettori e dare il suo contributo alla riduzione delle emissioni nocive, “allungando” così la vita dell’intero comparto “tradizionale”. La notizia qui implica un cambio di strategia non tanto nella pianificazione prodotto, perché questo propulsore è stato evidentemente deliberato tempo fa, quanto nella comunicazione: il diesel può uscire dal limbo, può tornare ad avere un ruolo nell’agenda dei grandi gruppi, senza vergogna e senza censura. Il resto lo dirà il mercato.

Diesel, strada aperta. Detto ciò, cerchiamo di capire qualcosa in più di questo motore a gasolio Euro 7 in arrivo nel corso del 2023. Lo ripetiamo: non è stato ancora confermato ufficialmente il possibile utilizzo di questa unità nel comparto automobilistico del gruppo franco-italiano. Dunque, possiamo solo fare dei ragionamenti, che andranno poi sottoposti alla prova dei fatti. Intanto, però, il progetto c’è, e potrebbe far ben sperare chi, nel frattempo, continua a macinare tanta strada ogni giorno, senza aver trovato sul mercato nessuna alternativa al caro, “vecchio” diesel.

Minori emissioni. Il nuovo “Euro 7” avrà, di base, alcuni punti di convergenza con l’attuale, doppia produzione di Pratola Serra: ci riferiamo ai recentissimi 2.2 a gasolio omologati Euro 6d-Final destinati ai veicoli commerciali e a quelli di analoga cilindrata, ma diversi per struttura e alcuni particolari, in dotazione alle Alfa Romeo Giulia e Stelvio. In comune con tutti questi propulsori, la nuova unità avrebbe alcune caratteristiche di fondo, come il tipo di frazionamento a quattro cilindri, la cubatura di 2.2 litri (anche se leggermente più elevata da quella di oggi: cioè, 2.184 cm3 contro 2.143), mentre le parti in movimento e gli accessori dovrebbero essere nuovi o profondamente evoluti. Una serie di modifiche e un aggiornamento così corposo, da far parlare, sì, di discendenza, come pure di un’unità completamente nuova.

Dal Ducato in avanti. Il motore con cui l’inedito Euro 7 condividerebbe più cose, comunque, dovrebbe essere il recentissimo propulsore a gasolio che equipaggia l’ultima evoluzione del Fiat Ducato: il 2.2 Multijet3, di 2.184 cm3 appunto, che si presenta come un bel passo avanti rispetto al precedente 2.3, continuamente evoluto, ma ormai di origine lontana (Sofim/Fpt). Il 2.2 commerciale viene offerto con diversi livelli di potenza (120, 140, 160 e 180 CV) e alcune soluzioni interessanti, come la doppia iniezione di AdBlue, la valvola Low pressure Egr e il Wcac (Water charge air cooler). Ricordiamolo, questa nuova famiglia di motori a gasolio è dotata di basamento di ghisa, mentre i 2.2 che equipaggiano le Alfa Romeo Giulia e Stelvio presentano quello di alluminio. Insomma, nello stabilimento di Pratola Serra sono già presenti tutti gli “elementi” e il know-how per realizzare, se così sarà deciso, un’unità rinnovata Euro 7 che potrebbe essere destinata anche alle vetture. Forte di misure simili, nel campo delle dimensioni e dell’interasse cilindri, che lo renderebbero “compatibile” alla produzione sulle stesse linee in cui ora vengono assemblati i propulsori del furgone Fiat Ducato e delle vetture Alfa Romeo.

Soluzione ancora valida. Dicevamo del diesel pulito. Lo è già oggi, come non mai, anche perché l’evoluzione di questo tipo di motore non si è mai fermata e il livello di efficienza raggiunto (oltre che di prestazioni) è davvero elevato (sul tema, vi consigliamo il seguente articolo Q Premium). Le Case lo sanno bene e infatti alcune di esse hanno continuato a investire molti denari sui motori a gasolio (nonostante la campagna denigratoria di cui è oggetto e le iniziative di bando alla circolazione di alcune metropoli europee). Senza fare, però, pubblicità alla cosa. Insomma, se fino a oggi le Case hanno sottolineato il loro impegno sul fronte dell’elettrificazione, adesso i riscontri tiepidi del mercato e i prolungati effetti della pandemia sommati a quelli della crisi dei microchip hanno indotto i quartieri generali dell’automotive a rivedere le proprie strategie di comunicazione, troppo incentrate su un’unica strada: il full electric. In un mercato che vedrà, con ogni probabilità, uno slittamento dei piani di diffusione di massa delle vetture a corrente – perché quello delle Bev resta comunque l’obiettivo finale, unico per tutti – non si possono più escludere dal tavolo quelle alimentazioni endotermiche, ulteriormente rinnovate, che il mercato ancora chiede.

Più indizi... Insomma, quello del diesel Euro 7 di Pratola Serra potrebbe essere un segnale forte che si somma ad altri – come quello, per esempio, che viene della Volkswagen sull’utilizzo di carburanti sintetici sui motori TDI di ultima generazione –, indicando una cosa: c’è ancora vita per le motorizzazioni tradizionali, in tante forme. Staremo a vedere. Senza dimenticare una cosa: se si deciderà, per esempio, di destinare questo diesel Euro 7 anche alle vetture del gruppo Stellantis, si confermerà una risposta adeguata a un’esigenza di mercato ancora consistente in Italia e in alcuni Paesi del Vecchio Continente, seppur in forte calo rispetto agli anni d’oro.

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Fiat B-Suv 2022, la nuova punta di diamante. Ecco quello che sappiamo - Business Online

Le intenzione di Fiat, oggi assorbita nel gruppo Stellantis, sono quelle di farsi largo nel mercato dei B-Suv 2022. E non potrebbe essere diversamente, considerando che si tratta del segmento di auto in maggiore crescita ovvero quello in cui si stanno concentrando gli interessi gli automobilisti.

Prima di entrare nei dettagli delle strategie del costruttore, ricordiamo che B-Suv è il termine usato per comprendere i crossover compatti.

Anche se va ricordato che i Suv coprono diversi segmenti di veicoli. Proprio quelle del segmento B o compatte sono quelle che stanno avendo la maggior richiesta. Calendario alla mano, la presentazione di Fiat B-Suv 2022 è attesa proprio entro la fine dell'anno con l'avvio delle vendite nei primi mesi dell'anno successivo. Approfondiamo quindi

  • La nuova punta di diamante sul mercato è il nuovo Fiat B-Suv 2022
  • Perché scegliere il nuovo Fiat B-Suv 2022 come prossimo modello

La nuova punta di diamante sul mercato è il nuovo Fiat B-Suv 2022

Le idee del gruppo Stellantis sono quindi chiare: creare una corsia preferenziale per i modelli B-Suv con Fiat destinata a ricavare una quota di mercato in Italia. Restano naturalmente tantissimi dettagli da scoprire di quello che sarà la nuova punta di diamante del marchio, ma è atteso un Fiat B-Suv 2022 con dimensioni aumentate rispetto ai modelli fin qui prodotti e con una maggiore altezza da terra.

Sarà quindi un veicolo multiuso con un carattere sia familiare e sua campestre ma senza rinunciare (seppure in misura leggera) a qualche proprietà tipiche di un fuoristrada. Fiat B-Suv 2022 potrebbe avere una lunghezza di 4,25 metri con motori a tre o a quattro cilindri con una cilindrata di due litri. Tuttavia, l'ampia gamma di modelli SUV fa sì che il confine tra B-SUV e C-SUV non sia sempre facile da definire.

Perché scegliere il nuovo Fiat B-Suv 2022 come prossimo modello

Ci sono diversi motivi per cui il nuovo Fiat B-Suv 2022 è particolarmente attese come prossimo modello. I motivi principali sono l'immagine robusta, la maggiore sicurezza al volante, il carattere sportivo e giovanile di questo tipo di veicolo, le sue dimensioni compatte, l'abitabilità e i suoi benefici, la sua tecnologia, la dotazione, la possibilità di personalizzazione, la combinazione di colori e il prezzo solitamente interessante per i veicoli a firma Fiat.

Il marchio che ha avviato lo sviluppo del segmento dei suv è stato Toyota con la sua R4V4. All'epoca nessuno poteva prevedere il travolgente successo di questo tipo di veicolo. Negli anni '90 chi decise di acquistare un Suv fu per l'immagine, per la maggiore maneggevolezza e per le sue dimensioni pratiche. La cosa divertente è che se dovesse essere classificata oggi, la Toyota R4V4 apparterrebbe al segmento B-Suv.

In altre parole, è il segmento di mercato in cui si trovano i Suv di tipo più urbano e di dimensioni più ridotte . Inoltre, contro tutte le previsioni iniziali, i B-Suv hanno attualmente accelerato le vendite ed è uno dei segmenti che incorpora più novità. Infatti è diventato il veicolo preferito dei più giovani. Sarà così anche il nuovo Fiat B-Suv 2022?

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Saturday, January 29, 2022

Faq e canale sconto/cessione. Una nota dell'Agenzia - Guida Finestra

Pubblicate sei FAQ su bonus e superbonus. L’ente preannuncia che il 4 febbraio verrà aggiornato il canale per la trasmissione delle comunicazioni delle opzioni di cessione o sconto in fattura

L’Agenzia delle Entrate pubblica sul proprio sito sei FAQ relative a bonus e superbonus relative alle modifiche introdotte dalla legge di Bilancio 2022. Contemporaneamente annuncia che il 4 febbraio sarà aggiornato il canale per la trasmissione delle comunicazioni delle opzioni di cessione o sconto in fattura relative ai bonus edilizi alla luce della Legge di Bilancio 2022.

Aggiornamento del canale AdE

La nota precisa che in seguito agli adeguamenti delle procedure, i contribuenti potranno comunicare le opzioni esercitate per gli interventi di importo complessivo non superiore a 10mila euro e per i lavori in edilizia libera, senza necessità del visto di conformità. Permane, invece, l’obbligo del visto di conformità per Bonus facciate e Superbonus. Pronte anche nuove FAQ che rispondono ai dubbi di cittadini, imprese e professionisti.

Sempre a partire dalla stessa giornata sarà possibile anche trasmettere le comunicazioni relative alle spese sostenute nel 2022. In esse verrà tenuto conto delle novità introdotte dalla legge di bilancio 2022.

L’Agenzia preannuncia che in seguito la procedura sarà adeguata anche per gli interventi finalizzati al superamento e all’eliminazione di barriere architettoniche in edifici già esistenti.

Sei FAQ su bonus e superbonus

Nelle Faq appena pubblicate sul proprio sito istituzionale, inoltre, le Entrate rispondono ai dubbi di cittadini, imprese e professionisti alla luce della legge di Bilancio 2022.

Vista la verbosità fiscale e lo stile burocratico delle risposte ci pare assai difficile che i normali cittadini riescano a comprendere la complessità delle Faq. Comprendiamo pienamente che la legislazione fiscale sia diventata complessa per tutti. Tuttavia ci permettiamo di suggerire l’adozione di uno stile più chiaro e comprensibile ai normali umani. Sarebbe un bel passo avanti!

a cura di EB

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Faq e canale sconto/cessione. Una nota dell'Agenzia - Guida Finestra
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Domanda bonus bici e monopattini 2022: come risparmiare fino a 750 euro - Money.it

Torna il bonus bici e monopattini nel 2022: l’Agenzia delle Entrate ha pubblicato il provvedimento con le istruzioni per fare domanda il 28 gennaio. Il bonus può essere richiesto solo da chi ha acquistato dei mezzi con determinati requisiti dopo aver rottamato un vecchio veicolo. Il bonus si può usare solo in dichiarazione dei redditi, e consente un risparmio sulle imposte dovute fino a 750 euro.

L’agevolazione viene finanziata con 5 milioni di euro, e la percentuale del credito d’imposta spettante verrà resa nota entro 10 giorni dalla scadenza per presentare domanda.

Il bonus è stato introdotto nel 2020 dal decreto Rilancio, che ne ha previsto il cambiamento da sconto per l’acquisto di biciclette e monopattini a credito d’imposta per la rottamazione di un veicolo inquinante. Il credito si può usare solo in dichiarazione dei redditi ed esclusivamente per l’anno di imposta 2022.

Bonus bici e monopattini 2022: i requisiti per risparmiare fino a 750 euro

Il provvedimento dell’Agenzia delle Entrate del 28 gennaio stabilisce le regole per usufruire del nuovo bonus bici e monopattini, l’incentivo per la mobilità sostenibile per l’acquisto di biciclette, monopattini elettrici, e-bike, abbonamenti al trasporto pubblico, servizi di mobilità elettrica in condivisione.

Provvedimento Agenzia delle Entrate del 28 gennaio 2022
Definizione delle modalità, dei termini di presentazione e del contenuto dell’istanza per il riconoscimento del credito d’imposta di cui all’articolo 44, comma 1-septies, del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 luglio 2020, n. 77, per le spese sostenute dal 1° agosto 2020 al 31 dicembre 2020 per l’acquisto di monopattini elettrici, biciclette elettriche o muscolari, abbonamenti al trasporto pubblico, servizi di mobilità elettrica in condivisione o sostenibile

Il bonus può essere richiesto solo dalle persone fisiche che hanno sostenuto spese per l’acquisto di biciclette, monopattini elettrici, biciclette elettriche o muscolari, abbonamenti al trasporto pubblico, servizi di mobilità elettrica in condivisione (sharing) o sostenibile nel periodo compreso tra il 1° agosto e il 31 dicembre 2020.

Insieme all’acquisto di un veicolo, anche usato, con emissioni di CO2 comprese tra 0 e 110 g/km, il richiedente deve anche aver consegnato per la rottamazione un secondo veicolo di categoria M1 rientrante tra quelli previsti dalla legge di bilancio 2019, all’articolo 1, comma 1032.

Domanda bonus bici e monopattini al via dal 13 aprile 2022: scadenza e istruzioni

La domanda per ottenere il credito d’imposta va presentata usando il modello approvato con il provvedimento delle Entrate del 28 gennaio. L’istanza può essere inviata direttamente dal contribuente oppure da un incaricato abilitato alla trasmissione delle dichiarazioni.

ISTANZA PER IL RICONOSCIMENTO DEL CREDITO D’IMPOSTA PER LE SPESE SOSTENUTE PER L’ACQUISTO DI MEZZI E SERVIZI DI MOBILITÀ SOSTENIBILE
Clicca qui per scaricare il file.

L’invio della domanda va fatto online attraverso il servizio web nell’area riservata o i canali telematici dell’Agenzia delle entrate, seguendo le istruzioni, a partire dal 13 aprile e fino alla scadenza del 13 maggio.

Istruzioni per la compilazione della domanda per il bonus bici e monopattini
Clicca qui per scaricare il file.

Il bonus viene riconosciuto come credito d’imposta da usare unicamente nella dichiarazione dei redditi, in diminuzione delle imposte dovute, e fruito non oltre il periodo d’imposta 2022 (quindi verrà usato per il modello 730/2023).

Il credito d’imposta può arrivare fino a un massimo di 750 euro, ma per sapere l’importo effettivo spettante bisognerà attendere la scadenza del termine di presentazione delle domande. Entro dieci giorni dal 13 maggio verrà resa nota la percentuale di bonus effettivamente spettante, stabilita in base alle richieste ricevute rapportate ai 5 milioni di euro stanziati per coprire la misura.

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Cessione del credito 2022, comunicazione sbloccata dal 4 febbraio e nuove FAQ delle Entrate - Informazione Fiscale

Cessione del credito 2022, comunicazioni relative ai bonus edilizi sbloccate a partire dal prossimo 4 febbraio, data di aggiornamento del canale alle novità della Legge di Bilancio 2022. Niente obbligo di visto di conformità per gli interventi sotto i 10 mila euro e di edilizia libera, con esclusione del bonus facciate: conta la data di comunicazione dell'opzione, come indicato nelle FAQ aggiornate.

Cessione del credito 2022, la ripresa dell’invio delle comunicazioni all’Agenzia delle Entrate è prevista per il 4 febbraio 2022.

Lo fa sapere la stessa Amministrazione finanziaria nel comunicato stampa del 28 gennaio: nella data indicata è previsto l’aggiornamento del canale di comunicazione, per recepire le novità introdotte dalla Legge di Bilancio 2022 in merito alla cessione del credito e allo sconto in fattura dei bonus edilizi.

Lo stesso comunicato stampa rende noto l’aggiornamento delle FAQ relative alle agevolazioni.

Tra i chiarimenti anche quelli relativi alle deroghe a favore dell’edilizia libera e degli interventi di importo inferiore a 10 mila euro, con esclusione del bonus facciate.

Non c’è obbligo di visto di conformità per le cessioni la cui comunicazione viene inviata a partire dal 1° gennaio 2022: non rileva la data di effettuazione delle spese ma quella della comunicazione.

Cessione del credito 2022, comunicazione sbloccata dal 4 febbraio e nuove FAQ delle Entrate

Sulla cessione del credito 2022 per i bonus edilizi dall’Agenzia delle Entrate arriva un pieno di novità.

La prima, attesa da qualche giorno, riguarda la ripresa dell’operatività del portale per le comunicazioni all’Amministrazione finanziaria.

La procedura è infatti bloccata perché il modello deve essere adeguato alle novità normative introdotte dalla Legge di Bilancio 2022 e in vigore dal 1° gennaio scorso.

L’aggiornamento del canale di comunicazione sarà effettuato nella giornata del 4 febbraio 2022 e, da tale data, potranno riprendere le comunicazioni della cessione dei credito e dello sconto in fattura dei bonus edilizi.

Dopo gli adeguamenti effettuati dal partner tecnologico Sogei, la procedura è implementata per permettere di comunicare le opzioni esercitate per gli interventi di importo complessivo non superiore a 10 mila euro e per i lavori in edilizia libera, senza necessità del visto di conformità.

A renderlo noto è il comunicato stampa del 28 gennaio 2022, che mette al corrente anche dell’aggiornamento delle FAQ relative alle agevolazioni edilizie.

In merito all’aggiornamento del 4 febbraio, il comunicato stampa spiega inoltre quanto segue:

Successivamente, la procedura sarà adeguata anche per consentire la trasmissione delle comunicazioni delle opzioni relative alle spese sostenute nel 2022 per gli interventi finalizzati al superamento e all’eliminazione di barriere architettoniche in edifici già esistenti.

Agenzia delle Entrate - Comunicato stampa del 28 gennaio 2022
Bonus edilizi. Dal 4 febbraio aggiornato il canale per la comunicazione dell’opzione. Alcune Faq forniscono primi chiarimenti in merito alle novità introdotte dalla legge di Bilancio.

Cessione del credito 2022: nessun obbligo di visto di conformità per l’edilizia libera

Oltre all’atteso sblocco del canale di comunicazione della cessione del credito e dello sconto in fattura relativi ai bonus edilizi, l’Agenzia delle Entrate fornisce i primi chiarimenti sulle novità introdotte dalla Legge di Bilancio 2022.

Le delucidazioni sono sintetizzate nelle apposite FAQ aggiornate, presenti sul sito dell’Amministrazione finanziaria.

La prima risposta alle domande più frequenti riguarda gli interventi di edilizia libera o di importo complessivo non superiore ai 10 mila euro, per i quali i contribuenti intendono scegliere la cessione del credito o lo sconto in fattura.

In estrema sintesi, per l’obbligo di visto di conformità non si deve fare riferimento alla data in cui sono state sostenute le spese ma a quella in cui avviene la comunicazione dell’esercizio dell’opzione di fruizione indiretta dell’agevolazione.

Niente visto, quindi, per le spese relative a comunicazioni effettuate nel 2022.

Per chiarire, l’esempio riportato dall’Agenzia delle Entrate è quello di un contribuente che ha effettuato i lavori all’inizio del 2021 e intende esercitare l’opzione. Se lo stesso effettua la comunicazione a partire dal 3 gennaio 2022 non sussiste l’obbligo di visto di conformità e attestazione della congruità delle spese.

Viene quindi limitato l’effetto del decreto antifrodi, in vigore dal 12 novembre 2021 e confluito nel testo della Legge di Bilancio 2022.

A partire dal 1° gennaio, infatti, nel caso di opzione per lo sconto in fattura o la cessione del credito l’obbligo di visto di conformità o dell’asseverazione di congruità delle spese non si applica a interventi di importo inferiore a 10 mila euro e in edilizia libera.

Fa eccezione il bonus facciate: gli interventi rientranti nell’agevolazione non beneficiano della semplificazione.

In ogni caso si deve fare riferimento alla data di comunicazione dell’opzione, come sottolineato nella parte finale della risposta dell’Agenzia delle Entrate al caso portato come esempio:

“Considerato che tale disposizione normativa entra in vigore il 1° gennaio 2022 si ritiene che la stessa trovi applicazione con riferimento alle comunicazioni di opzione per lo sconto in fattura o per la cessione del credito trasmesse all’Agenzia delle entrate a decorrere da tale data.

Ne deriva che per la spesa sostenuta, anche mediante lo sconto in fattura, il 1° dicembre 2021 per i sopra citati interventi agevolabili in edilizia libera o di importo complessivo non superiore a 10.000 euro (come detto, fatta eccezione per gli interventi ammessi al Bonus facciate), non ricorre l’obbligo del visto di conformità e dell’attestazione della congruità delle spese se la comunicazione di cessione è trasmessa all’Agenzia delle entrate a decorrere dal 1° gennaio 2022.”

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Bosch e Marelli, 1.200 esuberi. L'elettrico fa le prime "vittime" - ilGiornale.it

Piano Ue «Fit for 55», che prevede lo stop nel 2035 alla produzione dei motori endotermici, transizione verso l'elettrico, crisi dei chip e prezzi alle stelle di materie prime ed energia cominciano a mietere vittime tra gli occupati. È il caso di Bosch e Marelli. Entrambi i gruppi hanno annunciato esuberi e a essere interessati sono 700 dei 1.700 lavoratori dell'impianto Bosch di Bari e 550, tra impiegati e quadri, su un totale di 7.900 occupati in Italia, per Marelli. La fabbrica Bosch, attiva dal 1999 a Modugno, produce componenti per i motori Diesel ed è la più grande tra quelle del gruppo in Italia. Negli ultimi anni il colosso tedesco vi ha investito un'ottantina di milioni, avviando anche un tentativo di riconversione produttiva. Una linea è stata adattata a realizzare motorini elettrici per e-bike, ma non è bastato.

Marelli, che la giapponese CK Holdings ha rilevato nel 2019 da Fca, si è detta disponibile a concordare con il sindacato strumenti basati sulla volontarietà o che, comunque, escludano i licenziamenti. Lo stesso gruppo ribadisce anche l'impegno a realizzare un piano di investimenti di oltre 77 milioni nel 2022 nonostante le condizioni avverse del mercato automotive e la riduzione dei volumi dei clienti.

Anche Bosch ha dato la disponibilità a governo e sindacati per trovare il modo di gestire al meglio la situazione. Per il colosso tedesco il piano di esuberi, da completare in 5 anni, è la causa diretta della fine annunciata dei motori Diesel, anche se tutto deve essere ancora politicamente definito, la cui quota di mercato, solo in Italia, dal 2016 (anno del Dieselgate Volkswagen) è scesa dal 57% al 21%. Le stime dell'azienda sulle produzioni sono in forte contrazione: per uno dei componenti si passerà da 2,1 milioni di pezzi sfornati nel 2017 a 400mila quest'anno, con azzeramento nel 2027; per un altro dei sistemi, dagli attuali 720mila a 455mila sempre nel 2027.

Il caso Bosch di Bari è da mesi sul tavolo del ministro allo Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, che ha pure visitato l'impianto e che, in una nota, ribadisce come «la fase della transizione deve essere compatibile non solo con le esigenze ambientali, ma anche con quelle sociali ed economiche. Senza questo equilibrio - aggiunge - il conto da pagare può diventare insostenibile». «Questi esuberi - afferma Roberto Benaglia (Fim-Cisl) - sono un messaggio ai 1.009 grandi elettori: al Paese serve un governo che faccia politica industriale e tuteli il lavoro. E non in campagna elettorale».

«Il problema Bosch - precisa la Uilm - è perfino più grave: le missioni produttive non Diesel a Bari saranno in grado di dare lavoro a circa 450 persone, mettendo a repentaglio l'esistenza stessa del sito».

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Friday, January 28, 2022

Gazzetta Ufficiale: pubblicato il Decreto Legge Sostegni ter - Lavori Pubblici

Pubblicato sulla Gazzetta ufficiale n. 21 di ieri 27 gennaio 2022 il Decreto-legge 27 gennaio 2022, n. 4 recante “Misure urgenti in materia di sostegno alle i mprese e agli operatori economici, di lavoro, salute e servizi territoriali, connesse all’emergenza da COVID-19, nonché per il contenimento degli effetti degli aumenti dei prezzi nel settore elettrico” (cosiddetto “Sostegni ter”).

L'articolato del decreto

Il decreto è costituito dai seguenti 33 articoli suddivisi in 5 titoli e con un allegato.

  • Titolo I - Sostegno alle imprese e all’economia in relazione all’emergenza covid-19
    • Art. 1 - Misure di sostegno per le attività chiuse
    • Art. 2 - Fondo per il rilancio delle attività economiche di commercio al dettaglio
    • Art. 3 - Ulteriori misure di sostegno per attività economiche particolarmente colpite dall’emergenza epidemiologica
    • Art. 4 - Fondo Unico Nazionale Turismo
    • Art. 5 - Credito d’imposta in favore di imprese turistiche per canoni di locazione di immobili
    • Art. 6 - Buoni per servizi termali
    • Art. 7 - Disposizioni in materia di trattamenti di integrazione salariale
    • Art. 8 - Misure urgenti di sostegno per il settore della cultura
    • Art. 9 - Disposizioni urgenti in materia di sport
    • Art. 10 - Piano transizione 4.0
  • Titolo II – Regioni ed Enti territoriali
    • Art. 11 - Contributo statale alle spese sanitarie collegate all’emergenza COVID-19 sostenute dalle regioni e dalle province autonome
    • Art. 12 - Incremento contributo mancato incasso imposta di soggiorno
    • Art. 13 - Utilizzo nell’anno 2022 delle risorse assegnate agli Enti locali negli anni 2020 e 2021
  • Titolo III – Misure urgenti per il contenimento dei costi dell’energia elettrica
    • Art. 14 - Riduzione oneri di sistema per il primo trimestre 2022 per le utenze con potenza disponibile pari o superiore a 16,5 kW
    • Art. 15 - Contributo straordinario, sotto forma di credito d’imposta, a favore delle imprese energivore
    • Art. 16 - Interventi sull’elettricità prodotta da impianti a fonti rinnovabili
    • Art. 17 - Modifiche alla disciplina della Commissione Tecnica PNRR-PNIEC
    • Art. 18 - Riduzione dei sussidi ambientalmente dannosi
  • Titolo IV – Altre misure urgenti
    • Art. 19 - Misure urgenti per la scuola, l’università e la famiglia
    • Art. 20 - Disposizioni in materia di vaccini anti Sars-CoV2 e misure per assicurare la continuità delle prestazioni connesse alla diagnostica molecolare
    • Art. 21 - Misure in materia di fascicolo sanitario elettronico e governo della sanità digitale0
    • Art. 22 - Proroga del trattamento di integrazione salariale in favore di imprese di rilevante interesse strategico nazionale e della sospensione dei mutui nei comuni del cratere Centro Italia
    • Art. 23 - Modifiche al decreto legislativo 14 settembre 2015, n. 148 in materia di ammortizzatori sociali in costanza di rapporto di lavoro
    • Art. 24 - Disposizioni urgenti in materia di trasporto pubblico locale e di trasporto di persone su strada
    • Art. 25 - Misure urgenti per il settore ferroviario
    • Art. 26 - Misure urgenti a sostegno del settore suinicolo
    • Art. 27 - Disposizioni urgenti di adeguamento alla normativa europea
    • Art. 28 - Misure di contrasto alle frodi nel settore delle agevolazioni fiscali ed economiche
    • Art. 29 - Disposizioni urgenti in materia di contratti pubblici
    • Art. 30 - Ulteriori disposizioni urgenti per la gestione dei contagi da SARS-CoV-2 a scuola
    • Art. 31 - Commissario straordinario per le celebrazioni del Giubileo della Chiesa cattolica per il 2025 nella città di Roma
  • Titolo V – Disposizioni finali e finanziarie
    • Art. 32 – Disposizioni finanziarie
    • Art. 33 – Entrata in vigore   

Contrasto alle frodi nella cessione dei  crediti

L’articolo 28 rubricato Misure di contrasto alle frodi nel settore delle agevolazioni fiscali ed economiche” del decreto legge interviene con il comma 1 con alcume modifiche agli articoli 121 e 122 del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34 comvertito dalla legge 17 luglio 2020, n. 7. In dettaglio non saranno più possibili ulteriori cessioni di credito oltre la prima ed in questo spiritosono modificati:

  • nell’articolo 121, comma 1:
    • la lettera a) in cui le parole «con facoltà di successiva cessione del credito» sono sostituite dalle seguenti: «cedibile dai medesimi» e dopo le parole «gli altri intermediari finanziari» sono inserite le seguenti: «, senza facoltà di successiva cessione»;
    • la lettera b) in cui le parole «, con facoltà di successiva cessione» sono soppresse e dopo le parole «gli altri intermediari finanziari» sono inserite le seguenti: «, senzafacoltà di successiva cessione»;
  • nell’articolo 122, comma 1 in cui dopo le parole «altri intermediari finanziari» sono inserite le seguenti: «, senza facoltà di successiva cessione».

Con il comma 2 dello stesso articolo 27 del decreto-legge è inserito un periodo transitorio per i crediti che alla data del 7 febbraio 2022 sono stati precedentemente oggetto di una delle opzioni di cui al comma 1 dell’articolo 121 del decreto-legge n. 34 del 2020, ovvero dell’opzione di cui al comma 1 dell’articolo 122 del medesimo decreto-legge n. 34 del 2020 ed è precisato che gli stessi possono costituire oggetto esclusivamente di una ulteriore cessione ad altri soggetti, compresi gli istituti di credito e gli altri intermediari finanziari, nei termini ivi previsti.

Per ultimo con il comma 3 del citato articolo 27 diventano nulli:

  • i contratti di cessione conclusi in violazione delle disposizioni di cui all’articolo 121, comma 1, del decreto-legge n. 34 del 2020, come modificato dal comma 1, lettera a) , dell’articolo 28 del decreto-legge n. 4/2022;
  • i contratti di cessione conclusi in violazione delle disposizioni di cui all’articolo 122, comma 1, del decreto-legge n. 34 del 2020, come modificato dal comma 1, lettera b), del decreto-legge n. 4/2022;
  • i contratti di cessione conclusi in violazione delle disposizioni di cui al comma 2, sempre,del decreto-legge n. 4/2022.

Revisione prezzi

Fino al 31 dicembre 202 nelle procedure di affidamento dei contratti pubblici, i cui bandi o avvisi con cui si indice la procedura di scelta del contraente siano pubblicati successivamente alla data del 28  gennaio 2022, nonché, in caso di contratti senza pubblicazione di bandi o di avvisi, qualora l’invio degli inviti a presentare le offerte sia effettuato successivamente del 28 gennaio 2022, si applicano le seguenti disposizioni:

  • è obbligatorio l’inserimento, nei documenti di gara iniziali, delle clausole di revisione dei prezzi previste dall’articolo 106, comma 1, lettera a) , primo periodo, del Codice dei contratto di cui al d.lgs. n. 50/2016, fermo restando quanto previsto dal secondo e dal terzo periodo del medesimo comma 1;
  • per i contratti relativi ai lavori, in deroga all’articolo 106, comma 1, lettera a) , quarto periodo, del Codice dei contratti (d.lgs. n. 50/2016), le variazioni di prezzo dei singoli materiali da costruzione, in aumento o in diminuzione, sono valutate dalla stazione appaltante soltanto se tali variazioni risultano superiori al cinque per cento rispetto al prezzo, rilevato nell’anno di presentazione dell’offerta, anche tenendo conto di quanto previsto dal decreto del Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili di cui al comma 2, secondo periodo dell’articolo 29 del decreto-legge n. 4/2022. In tal caso si procede a compensazione, in aumento o in diminuzione, per la percentuale eccedente il cinque per cento e comunque in misura pari all’80 per cento di detta eccedenza.

La compensazione non è soggetta al ribasso d’asta ed è al netto delle eventuali compensazioni precedentemente accordate e per la compensazone stessa possono essere utilizzate le somme appositamente accantonate per imprevisti, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica, nel quadro economico di ogni intervento, in misura non inferiore all’1 per cento del totale dell’importo dei lavori, fatte salve le somme relative agli impegni contrattuali già assunti, nonché le eventuali ulteriori somme a disposizione della stazione appaltante per lo stesso intervento nei limiti della relativa autorizzazione annuale di spesa.

Settori in difficoltà

Il decreto interviene a sostegno dei settori che sono stati chiusi a seguito della pandemia o ne sono stati fortemente danneggiato. Tra essi i seguenti settori:

  • parchi tematici, acquari, parchi geologici e giardini zoologici. 
  • attività di organizzazione di feste e cerimonie, wedding, hotellerie, ristorazione, catering, bar-caffè e gestione di piscine
  • commercio dei prodotti tessili, della moda, del calzaturiero e della pelletteria, articoli di abbigliamento, calzature e articoli in pelle.
  • turismo, alloggi turistici, agenzie e tour operator, parchi divertimenti e parchi tematici, stabilimenti termali
  • discoteche, sale giochi e biliardi, sale Bingo, musei e gestioni di stazioni per autobus, funicolari e seggiovie 
  • spettacolo, cinema e audiovisivo
  • sport

Interventi sull'elettricità prodotta da impianti a fonti rinnovabili

Il decreto interviene anche per far fronte al caro bollette. L’esecutivo era già intervenuto sul primo trimestre 2022 stanziando 3,8 miliardi al fine di mitigare il rincaro del costo dell’energia, in particolar modo per le famiglie. Con il provvedimento di oggi, il governo interviene nuovamente con un ulteriore 1,7 miliardi, un totale nel periodo gennaio/marzo 2022 di 5,5 miliardi. Questo intervento odierno è maggiormente mirato a sostenere il mondo delle imprese.

Azzeramento oneri di sistema

La disposizione prevede che l’Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente – ARERA, al fine di ridurre ulteriormente gli effetti degli aumenti dei prezzi nel settore elettrico, provveda ad annullare, per il primo trimestre 2022, le aliquote relative agli oneri generali di sistema applicate alle utenze con potenza disponibile pari o superiore a 16,5 Kw, anche connesse in media e alta/altissima tensione o per usi di illuminazione pubblica o di ricarica di veicoli elettrici in luoghi accessibili al pubblico. 

Contributo d’imposta per energivori

La norma è volta a garantire alle imprese energivore una parziale compensazione degli extra costi per l’eccezionale innalzamento dei costi dell’energia. A quelle che hanno subito un incremento del costo per KWh superiore al 30 per cento al medesimo periodo dell’anno 2019, derivante dalla particolare contingenza dovuta dall’innalzamento dei costi dell’energia in questione, è riconosciuto un contributo straordinario, sotto forma di credito di imposta, a parziale compensazione dei maggiori oneri sostenuti. Il beneficio è quantificato in misura pari al 20 per cento delle spese sostenute per la componente energetica acquistata ed effettivamente utilizzata nel primo trimestre 2022.

Extraprofitti rinnovabili

La norma vincola gli operatori che stanno producendo energia senza sopportare gli effetti dell’eccezionale aumento del prezzo dell’energia versino una differenza calcolata tenendo conto di prezzi equi ante-crisi. Data la logica emergenziale a cui è ispirato, l’intervento ha una durata limitata. A partire dal 1° febbraio 2022 e fino al 31 dicembre 2022, sull’energia elettrica prodotta da impianti fotovoltaici di potenza superiore a 20 kW che beneficiano di tariffe fisse derivanti dal meccanismo del Conto Energia, non dipendenti dai prezzi di mercato, nonché sull’energia elettrica prodotta da impianti alimentati da fonte idroelettrica, geotermoelettrica ed eolica che non accedono a meccanismi di incentivazione tariffaria per differenza, è applicato un meccanismo di compensazione a due vie sul prezzo dell’energia affidato al GSE, il Gestore dei Servizi Energetici. 

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Alfa Romeo Tonale: dettagli, interni, video - Quattroruote.it - Quattroruote

Piccoli indizi per un modello cruciale. La Tonale sfoggia orgogliosamente il tricolore in un particolare che non appare ancora ben definito (potrebbe essere lo specchietto). Inoltre, pelle liscia e traforata si alternano sulle razze del volante. Sono pochissimi particolari aggiunti da questo video teaser, eppure ogni dettaglio contribuisce a creare una grande aspettativa per quello che l'Alfa Romeo definisce il modello della "metamorfosi". La nuova Suv sarà infatti la prima a portare sul mercato uno stile ulteriormente evoluto nonché la prima della storia del Biscione a offrire un powertrain plug-in hybrid, grazie alle sinergie interne al gruppo Stellantis. In questo caso, la Tonale sfrutterà la base della Jeep Compass 4xe, adottando però una messa a punto specifica, pensata per esaltare il piacere di guida tipico del marchio Alfa Romeo.

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Generali, Caltagirone esce dal patto e presenta una lista propria per il cda - Corriere della Sera

Le società del gruppo Caltagirone aderenti al patto parasociale di consultazione su Generali con Delfin, holding lussemburghese della famiglia Del Vecchio, e Fondazione Crt, fondazione di origine bancaria che oggi raccoglie oltre il 16% del capitale del Leone, ha comunicato ai due soggetti il recesso «unilaterale e immediato», come si legge nella nota, dall’accordo.

Una propria lista per il rinnovo del cda

In una lettera inviata all’amministratore delegato di Delfin, Romolo Bardin, e al presidente di Fondazione Crt, Giovanni Quaglia - le società con le quali Francesco Gaetano Caltagirone è primo azionista privato di Generali, il gruppo Caltagirone spiega di ritenere «ormai superata la funzione cui il patto era preordinato», per si intende «favorire la consultazione delle parti in vista delle determinazioni da assumere in occasione della prossima assemblea di Generali». Riguardo alla presentazione di liste di maggioranza o di minoranza non era stato preso nessun impegno, né in merito al voto nell’assemblea del Leone. A questo proposito, il gruppo Caltagirone ha deciso di presentare una propria lista per il rinnovo del consiglio di amministrazione. Nella nota si legge: «Le società del gruppo Caltagirone hanno maturato la decisione di presentare una propria lista per il rinnovo del cda di Assicurazioni Generali, sebbene non sia stata ancora assunta una univoca determinazione circa la promozione di una lista cosiddetta “lunga” oppure “corta”». Questi i motivi alla base della decisione da sciogliersi dagli impegni di consultazione.

La volontà di perseguire le proprie strategie del gruppo Caltagirone

La finalità espressa nel patto, si legge ancora nella lettera, riguardava più una stretta collaborazione informativa - anche attraverso il costruttivo confronto con gli organi della compagnia e i soci strategici della stessa - nell’ottica di una più profittevole ed efficace gestione della società. Non è mai emersa da parte della compagnia «alcuna effettiva disponibilità al confronto rispetto alle finalità condivisa dai pattisti». Un esempio è la volontà di confermare il ceo Philippe Donnet, che «è stata resa nota prima e a prescindere da alcuna adeguata interlocuzione e per di più prima dell’approvazione della procedura, assai censurabile nei contenuti, per la presentazione di una lista del consiglio, scelta che non è sorretta da alcuna giustificata motivazione». Si sottolinea, inoltre, che Generali «ignora le istanze di cambiamento condivise dagli aderenti al patto e ha presentato un piano nel solco della gestione sino ad ora portata avanti» e dal patto stesso ritenuta «insoddisfacente». Nonostante questo, «continuano a essere diffuse dalla stampa illazioni circa diversi e ulteriori obiettivi che i paciscenti avrebbero inteso perseguire». Ecco perché la decisione di recedere immediatamente dal patto: da parte del gruppo Caltagirone per «perseguire le proprie strategie e prescegliere le proprie politiche di voto e di esercizio delle prerogative di azionista in modo aperto al confronto con il mercato e la generalità degli investitori».

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Generali, Caltagirone esce dal patto e presenta una lista propria per il cda - Corriere della Sera
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Generali, il gruppo Caltagirone recede dal patto - ANSA Nuova Europa

Il patto su Generali stretto fra Francesco Gaetano Caltagirone e Leonardo Del Vecchio, cui ha aderito anche Fondazione Crt, va in soffitta. Il costruttore romano esce dall'accordo di consultazione, siglato lo scorso settembre in vista dell'assemblea di aprile per il rinnovo del cda, e si prepara a presentare una propria lista, che potrebbe anche essere 'corta', quindi in grado di portare un numero di consiglieri inferiore alla maggioranza del consiglio, sebbene resti sul tavolo l'opzione di una lista 'lunga'. Non è quindi chiaro se si tratta della fine di un progetto comune o di una mossa che modifica solo l'assetto dell'alleanza in modo da non andare incontro a rischi legali oppure dal rischio di uscire non vincenti all'assemblea contro la lista del cda uscente appoggiata da Mediobanca. Dagli ambienti vicini a Delfin si conferma infatti il clima di sintonia. Le società attraverso le quali Caltagirone è il primo azionista privato di Generali (all'ultimo aggiornamento era già oltre l'8%) hanno comunicato a Delfin, la holding di Del Vecchio, e a Crt il proprio recesso dal patto stretto su Generali. Hanno inoltre "maturato la decisione di presentare una propria lista per il rinnovo del cda" "sebbene non sia stata ancora assunta una univoca determinazione circa la promozione di una lista cosiddetta 'lunga' oppure 'corta'". In quest'ottica ritengono "oramai superata la funzione cui il patto era preordinato". Nella lettera di tre pagine indirizzata all'amministratore delegato di Delfin Romolo Bardin e al presidente dell'ente torinese, Giovanni Quaglia, il gruppo Caltagirone premette che "il patto è stato sottoscritto essenzialmente per favorire la consultazione delle parti in vista delle determinazioni da assumere in occasione della prossima assemblea" e sottolinea che nessun impegno era stato assunto riguardo "alla presentazione di liste di maggioranza o di minoranza, né tantomeno con riguardo al voto nella assemblea" del prossimo 29 aprile.

   

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Generali, il gruppo Caltagirone recede dal patto - ANSA Nuova Europa
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Thursday, January 27, 2022

Stellantis pronta a restituire in anticipo il prestito con garanzia Sace - Il Fatto Quotidiano

Borse europee in calo dopo annuncio Fed su aumento tassi Da Investing.com - Investing.com

Borse europee in calo dopo annuncio Fed su aumento tassi © Reuters.

Di Alessandro Albano

Investing.com - Borse europee in netto calo in scia a Wall Street, dopo la conferma di un imminente aumento dei tassi d'interesse da parte della Federal Reserve mercoledì sera, che sarà seguito subito dopo dalla riduzione del bilancio della banca.

Al momento, il perde lo 0,6% (-164 punti) con UniCredit (MI:) in riunione per approvare i conti trimestrali, il cede l'1,4%, il Cac cala al -0,9%, mentre l' registra il -1,3%.

In Usa, lo S&P 500 ha invertito la rotta positiva e ha perso lo 0,2%, il ha perso lo 0,4%, mentre il ha chiuso sulla parità. Andamento negativo anche per le borse asiatiche, con in calo del 3,1%, ASX 200 in rosso dell'1,8%, al -2,4% e al -1,8%.

Si segnala il movimento del titolo decennale, attestatosi intorno all’1,85% dopo l'annuncio del Marriner S.Eccles Building, mentre lo tra i rendimenti dei titoli a cinque e 30 anni si è abbassato ai minimi dal 2019.

La banca centrale statunitense ha annunciato ieri sera di essere "pronta ad alzare i tassi" nel mese di marzo, e subito dopo, con la fine degli acquisti obbligazionari ad inizio mese, darà inizio al processo di riduzione del bilancio, un segnale della fine delle politiche ultra-espansive che hanno contraddistinto il biennio pandemico.

"Con un'inflazione ben al di sopra del 2 per cento e un mercato del lavoro forte, il Comitato (FOMC) prevede che presto sarà opportuno aumentare l'intervallo dei tassi sui fondi federali", si legge nella nota diffusa a margine della decisione. Il programma di acquisti verrà terminato "all'inizio di marzo", mentre la riduzione della dimensione del bilancio comincerà "dopo l'inizio del processo di aumento dei tassi d'interesse". Il roll-off, precisa la banca in uno statement separato, verrà attuato "in modo prevedibile" e "adeguato".

La parola più usata da Powell durante la conferenza stampa , afferma in una nota di ricerca Antonio Tognoli, head of research di Integrae SIM, "è stata flessibilità". "L’azione della FED nei prossimi mesi non è quindi preordinata, ma sarà guidata dal flusso di dati. In sostanza non è possibile prevedere quanti rialzi dei tassi ci saranno nel 2022", afferma l'esperto, ma la Fed "è consapevole di trovarsi tra l’incudine dell’inflazione e il martello della crescita economica".

Nel mercato FX, l' rompe il supporto di 1,12, perde lo 0,3% a 1,3415, mentre avanza al +0,3% una rea 115, con in aumento dello 0,9% a 96,83 ai massimi di un anno e mezzo.

Tra le materie prime, il arretra dello 0,1% a $88,63$ per barile, mentre il è pressoché fermo a $87,60, con l'oro a $1.812 l'oncia dai $1.850 di due giorni fa.

"Non è il 2015, certo. Il debito degli stati è esploso e i debiti qualcuno li deve pagare Powell ha però tenuto a ribadire che l’andamento economico attuale è molto più forte rispetto a quello del 2015, il mercato del lavoro è più solido, ma l’inflazione è decisamente più alta. Grazie alla forza dei fondamentali economici, l’aumento dei tassi non dovrebbe tuttavia danneggiare in modo grave la crescita del PIL e il mercato del lavoro, anche se le differenze tra i due periodi avranno ovviamente un peso nelle decisioni", ha aggiunto Tognoli di Integrae SIM.

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Borse europee in calo dopo annuncio Fed su aumento tassi Da Investing.com - Investing.com
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Le Borse di oggi, 27 gennaio 2022. Pil Usa oltre le attese: +6,9% nel quarto trimestre, crescita record dal 1… - La Repubblica

MILANO -  Le Borse europee accelerano sulla scia dei dati incoraggianti arrivati dell'ecnomia Usa, con il Pil cresciuto del 6,9% del quarto trimestre, oltre le attese, portando il dato complessivo sul 2021 a quota 5,7%, record dal 1984. Una spinta al rialzo dopo una partenza fiacca all'indomani delle decisioni della Fed. La banca centrale Usa ha confermato di fatto l'imminente aumento dei tassi e lo stop agli acquisti del programma straordinario per risollevare l'economia e i mercati hanno letto le parole del governatore Powell come un posizionamento da "falco". I listini terminano così tutti in in buon rialzo Milano cresce dello 0,99%, Londra sale dell'1,16%, Parigi avanza delo 0,6%, Francoforte lo 0,4% Anche Wall Street procede in buon spolvero, con il Dow Jones che sale dell'1,46% e il Nasdaq che cresce dello 0,79%

Powell ha rafforzato la determinazione della Fed a combattere l'inflazione, che ormai è ben sopra il 2% da molto tempo, e ribadito che la ripresa economica in atto lo consente, visto che - ed è un nuovo segnale nella dialettica della Fed - anche il mondo del lavoro ha compiuto il suo recupero. E così la banca centrale Usa è pronta ad alzare i tassi nel mese di marzo e subito dopo, con la fine degli acquisti obbligazionari a inizio mese, avvierà il processo di riduzione del bilancio. Luca Tobagi, investment strategist di Invesco, rimarca che "il pregio principale delle comunicazioni di Powell è stata la chiarezza: si è aperta la strada a un primo rialzo per marzo, come largamente atteso, ed è stato chiarito a un mondo in cui la gestione dei tassi è lo strumento principale per la politica monetaria". Ma il "messaggio più importante" è arrivato sulle politiche non convenzionali: "La Fed ha chiarito che la riduzione della dimensione del bilancio non avverrà attraverso vendita diretta dei titoli nel portafoglio ma attraverso i non reinvestimenti dei titoli che andranno a scadenza". Il processo sarà dunque graduale.

I rendimenti dei titoli di Stato americani a due anni sono balzati ai massimi dall'inizio della pandemia, durante il suo discorso, e la curva dei rendimenti americani si è appiattita (ovvero si sono ridotte le distanze tra i rendimenti a breve e lungo termine): un segnale che le aspettative di crescita sono intaccate dalla posizione della Fed. Come notano gli analisti a Bloomberg, il messaggio che i trader hanno raccolto dalla conferenza di ieri è che i mercati sono sostanzialmente lasciati a loro stessi dalla Banca centrale, che non vede la necessità di addolcire i propri messaggi e le proprie azioni per evitare particolari reazioni nelle sale operative.

In mattinata, le Borse asiatiche hanno trattato in calo sulla scia della chiusura negativa negli Usa: l'indice Hang Seng è crollato dell'1,99% a 23.807 puntiu, recuperando qualcosa rispetto ai minimi di giornata. In Cina lo Shanghai Composite Index è sceso dell'1,78% a 3.394,25 punti, mentre lo Shenzhen Composite Index sulla seconda borsa del paese ha perso il 2,87% a 2.262,41 punti. Ancora peggio Seul con l'indice Kospi a -3,50%, mentre a Mumbai il Bse Sensex segna ora un -1,51%. Il Nikkei a Tokyo termina in calo del 3,11% a 26.170,30 punti.

Attenzione alta nel mondo bancario. Ieri sera è emerso che la Bce ha avvertito gli istituti di credito europei con una significativa esposizione in Russia di prepararsi all'imposizione di sanzioni internazionali contro Mosca nel caso in cui dovesse invadere l'Ucraina. L'avvertimento della Bce, scrive il Financial Times, che supervisiona 115 delle più grandi banche della zona euro, arriva il giorno dopo l'avvertimento Usa di "conseguenze enormi" se la Russia dovesse invadere l'Ucraina. Le sanzioni aumenterebbero i rischi per le banche internazionali con un'ampia esposizione in Russia come la statunitense Citi, la francese Sociètè Gènèrale, l'austriaca Raiffeisen e l'italiana UniCredit. I funzionari della Bce hanno chiesto dettagli su come le banche gestirebbero i diversi scenari e su come impedire alle banche russe di accedere al sistema di pagamenti internazionali Swift.

Tra le materie prime, il petrolio continua ad avabzare nel corso della giornata. I future sul greggio Wti avanzano dello 0,42% a 87,72 dollari e quelli sul Brent salgono dell'0,30% a 90,23 dollari

Il dollaro si rafforza sui mercati valutari dopo le indicazioni sui prossimi rialzi dei tassi arrivate ieri sera dalla Fed. L'euro ha terminato la giornata debole, in zona 1,1145 dollari sui minimi da inizio giugno 2020. Si allenta la tensione della prima parte della mattinata sui titoli di Stato del Vecchio continente e in particolare sui bond italiani: lo spread Btp-Bund, dopo aver raggiunto un massimo di giornata a quota 142 ritoccando i record da settembre segnati ieri, si è fermato sui 134 punti base. Il rendimento del prodotto del Tesoro è sceso all'1,28%.

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Dal Mar Rosso la nuova crisi dei prezzi in Italia: 95 milioni di danni al giorno - Today.it

Lo stretto di Bab el-Mandeb è la porta che da sud conduce al Canale di Suez e al Mar Mediterraneo. Si trova all'imbocco del Mar Rosso  e...