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Monday, July 31, 2023

Per quali beni e soldi regalati ai figli si devono pagare le tasse (poco conosciute) in base a leggi aggiornate - Business Online

Per quali beni se dati ai figli si devono pagare tasse oltre imposte (poco conosciute) su soldi regalati? Decidere di regalare soldi o altri beni implica sempre adempimenti da compiere per effettuare i trasferimenti dei beni in modo corretto e legale. E sono previsti anche costi nei casi di regali ai figli sia di soldi che di altri beni. Vediamo quali sono.

  • Per quali beni se dati ai figli si devono pagare tasse
  • Quali imposte si pagano su soldi regalati

Per quali beni se dati ai figli si devono pagare tasse

Stando a quanto stabilito dalle leggi in vigore, quando avviene un trasferimento di soldi, case o altri beni immobili si pagano le imposte relative ai trasferimenti di immobili come imposta ipotecaria del 2% del valore catastale dell'immobile e imposta catastale dell'1%, e se il donatario riceve il bene come prima casa, le due imposte sono fisse a 200 euro, imposta di bollo da 230 euro e imposta di registro da 200 euro.

Altra spesa da sostenere quando si da ad un figlio una casa o altro bene immobile è quella relativa alla parcella del notaio, il cui atto è obbligatorio per la donazione di un immobile, che non ha un costo fisso ma dipende da diversi fattori come la categoria e la rendita catastale dell’immobile.

Se il valore dei beni immobili o dei soldi dati ai figli è molto elevato, insieme alle imposte sopra citate, si deve pagare anche l’imposta di donazione che prevede aliquote differenti a seconda tra chi avviene la donazione. 

Le imposte che si pagano sulle donazioni sono dovute solo se i beni trasferiti ai figli superano determinate soglie di valore e prevedono diverse aliquote di calcolo per il pagamento che sono del:

  • 4% per coniuge e parenti in linea retta, per una franchigia di 1 milione di euro per ciascun beneficiario, per cui l’imposta solo se la donazione di denaro supera un milione di euro o il valore dell’immobile o degli immobili donati supera un milione di euro;
  • 6% per gli altri parenti fino al quarto grado, affini in linea retta, e affini in linea collaterale fino al terzo grado, per una franchigia di 100 mila euro per ogni fratello o sorella;
  • 8% nei confronti degli altri soggetti.
Se il destinatario della donazione è un soggetto portatore di handicap grave la franchigia per il pagamento dell’imposta sulle donazioni si alza a 1,5 milioni di euro.

Per beni, mobili o immobili dati ai figli, dunque, si paga un'aliquota del 4% sul valore della donazione al netto della franchigia fino un milione di euro.

Quali imposte si pagano su soldi regalati

Quando si regalano soldi ai figli, generalmente non si pagano imposte se si tratta di un trasferimento di soldi di cosiddetto modico valore, cioè se la somma di soldi da dare ai figli non è troppo elevata, e, per evitare controlli e accertamenti, il consiglio è sempre quello di effettuare il trasferimento di soldi ai figli con strumenti tracciabili, come bonifici o assegni, in modo da poter sempre giustificare chiaramente l’operazione.

Non esiste, in realtà, una definizione universale di ‘modico valore’, perché solitamente dipende dalle condizioni economiche di chi regala i soldi. Se, però, il regalo di soldi ai figli non è di modico valore perché è di importo decisamente elevato, allora per evitare di correre rischi di controlli e accertamenti, il consiglio è quello di effettuare la donazione di soldi sempre rivolgendosi ad un notaio per un atto pubblico.

In tal caso si deve pagare l’onorario del notaio e l’imposta sulle donazioni se l’importo di soldi regalato ai figli supera determinate soglie.

Precisiamo che, secondo le leggi attuali, per regali in generale ai figli, non solo soldi, non si paga alcuna imposta nei seguenti casi specifici:

  • per regali di soldi di modico valore;
  • per donazioni di quote o azioni di aziende o rami di aziende, ma solo ed esclusivamente se le donazioni sono a favore di figli o anche coniuge o genitori;
  • per spese di mantenimento, matrimonio, educazione, abbigliamento;
  • per donazioni di automobili o moto, perché stando a quanto stabilito tutte le donazioni che riguardano veicoli iscritti al Pra non sono soggette al pagamento dell’imposta sulle donazioni;
  • per bonifici con uno scopo ben preciso, per esempio l’acquisto di una nuova auto o di una casa (donazione indiretta).
     

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Caro carburanti, cambia tutto: la novità per benzina e diesel - Today.it

Novità per gli automobilisti e per i gestori degli impianti di rifornimento. Da oggi, martedì 1° agosto,  scatta l'obbligo per le stazioni di servizio di esporre in bella vista, oltre ai prezzi dei carburanti, anche quelli medi nazionali, così da consentire agli automobilisti un confronto più agevole. Una misura voluta dal governo nel decreto benzina di inizio anno, ma fortemente contrastata dagli addetti del settore, che per osteggiarla si erano appellati al Tar. Il Tribunale amministrativo del Lazio ha però respinto la richiesta di sospensiva urgente, dando così di fatto il via libera all'esposizione del doppio prezzo.

Carburanti, come funzionano le tabelle comparative

Come previsto dal Decreto Carburanti, che introduce disposizioni in materia di maggior trasparenza dei prezzi ai distributori, da martedì 1° agosto i distributori dovranno mettere in vista accanto ai prezzi praticati nel proprio distributore, anche quelli medi nazionali. Il prezzo medio verrà calcolato dal ministero facendo riferimento alle medie aritmetiche su base regionale per gli impianti sulle reti ordinarie e nazionale per le autostrade. I prezzi medi verranno calcolati dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy (Mimit), che provvederà a elaborare i dati, calcolando la media aritmetica, su base regionale e delle province autonome, dei prezzi comunicati dagli esercenti l’attività di vendita al pubblico di carburante per autotrazione in impianti situati fuori della rete autostradale, nonché la media aritmetica, su base nazionale, di quelli comunicati dagli esercenti operanti lungo la rete autostradale, e ne cura la pubblicazione in formato aperto sul proprio sito internet istituzionale. L'obiettivo è quello di monitorare i prezzi dei carburanti e tutelare gli automobilisti, garantendo una maggiore trasparenza. Potendo confrontare il prezzo del distributore con quello medio, il consumatore potrà fare una scelta consapevole.

Multe fino a 2mila euro e sospensione per i recidivi

Saranno gli stessi gestori delle stazioni di servizio a dover comunicare, con frequenza settimanale, le variazioni del prezzo praticato, anche in assenza di aumenti o diminuzioni. I cartelloni con prezzi praticati e medi dovranno essere esposti in evidenza. In caso di violazione degli obblighi di comunicazione dei prezzi dei carburanti, i gestori rischiano una sanzione da 200 euro a 2mila euro, che tiene conto anche del fatturato dell’esercente, per il giorno in cui la violazione si è consumata. Se la violazione viene reiterata per più di quattro volte, anche non consecutive e nell'arco di 60 giorni, può essere disposta la sospensione dell’attività per un periodo da 1 a 30 giorni.Tale sanzione si applica, con i medesimi importi e modalità, anche in caso di violazione dell’obbligo di esporre il prezzo medio. L’accertamento delle violazioni spetta alla Guardia di finanza, mentre all’irrogazione delle sanzioni provvede il Prefetto.

I gestori pronti a fare ricorso

Nonostante il no alle loro richieste arrivato dal Tar, i gestori però non si arrendono e annunciano il ricorso al Consiglio di Stato. Fegica e Figisc si dicono determinati a tutelare, "in ogni sede, i legittimi diritti di una categoria che non ha nessuna possibilità di incidere sul prezzo finale dei carburanti". Le due associazioni continuano a sostenere che il cartello del prezzo medio "non porterà alcun vantaggio ai consumatori", essendo peraltro incompatibile con le norme sulla concorrenza. Una tesi questa condivisa anche dall'Unione nazionale consumatori, che definisce quella dei 'benza-cartelloni', una "scelta sciagurata che ridurrà la concorrenza". Anche l'Antitrust, afferma l'Unc, ha non a caso espresso un parere contrario alla pubblicazione del prezzo medio. Di tutt'altro avviso Assoutenti, secondo cui invece "tutto ciò che favorisce la trasparenza e la semplificazione nella comunicazione dei prezzi ai consumatori è positivo. Il faro però va puntato sulle speculazioni che avvengono prima dell'arrivo dei carburanti ai distributori".

Urso: "Da domani i cittadini potranno decidere"

Sul tema è intervenuto stamattina il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, durante una conferenza stampa con il garante per i prezzi, Benedetto Mineo, sull'incremento registrato negli ultimi giorni: ''Ogni cittadino può verificare da solo se il prezzo del benzinaio è in linea con il prezzo medio e quindi può decidere se fare rifornimento. Se il prezzo si discosta molto dal prezzo medio può denunciarlo al ministero''. Il ministro ha parlato anche dei rincari: "Il prezzo dei carburanti è cresciuto di 4 centesimi nell'ultima settimana". "Secondo i dati di questa mattina - ha aggiunto Mineo - la tendenza che si era già manifestata da metà maggio nelle ultime due settimane ha subito accelerazione: abbiamo la benzina a 1,91 centesimi e il gasolio 1,76 cent". Ma, spiega invece Urso, "i recenti aumenti, di 4 centesimi del prezzo medio, sono conseguenza dell'incremento delle quotazioni internazionali, che comunque rimangono ben lontane da quelle precedenti al momento in cui siamo riusciti a convincere la Commissione Ue sul tetto al prezzo del gas". ''Il prezzo medio a oggi è di 1,91 euro per la benzina e 1,76 euro per il diesel - ha concluso Urso - Domani (oggi, ndr) con i cartelli dovranno indicare questi prezzi e quindi il cittadino potrà decidere se fare benzina da chi fa un prezzo più alto. È una operazione di trasparenza. L'intervento sulle accise su fatto dal governo precedente fu fatto per l'aumento forte dei carburanti e del gas in occasione della guerra in Ucraina e non è questo il caso di oggi''.

I prezzi aggiornati: benzina sopra i 2 euro al litro

Nel frattempo arriva un nuovo balzo delle quotazioni dei prodotti raffinati, che si traduce in un nuovo aumento per i prezzi dei carburanti, benzina e gasolio, alla pompa. In forte rialzo le medie nazionali dei prezzi praticati nei distributori: la verde in “fai da te” supera quota 1,9 euro/litro, il diesel 1,76 euro/litro. Per la benzina siamo ai massimi da fine luglio 2022 (quando però era in vigore lo sconto sull'accisa di 30 centesimi al litro, al netto dello sconto siamo ai massimi dai primi di dicembre 2022), per il gasolio siamo ai massimi da metà aprile. Sono i dati della rilevazione di Staffetta Quotidiana, in base alla quale sabato Eni ha aumentato di due centesimi al litro i prezzi consigliati di benzina e gasolio. Per Q8 si registra un rialzo di due centesimi al litro sul gasolio, per Tamoil di un centesimo al litro.

Queste sono le medie dei prezzi praticati comunicati dai gestori all'Osservatorio prezzi del ministero delle Imprese e del made in Italy ed elaborati dalla Staffetta, rilevati alle 8 di ieri mattina su circa 18mila impianti: benzina self service a 1,908 euro/litro (+17 millesimi, compagnie 1,917, pompe bianche 1,891), diesel self service a 1,762 euro/litro (+23, compagnie 1,771, pompe bianche 1,741). Benzina servito a 2,042 euro/litro (+19, compagnie 2,088, pompe bianche 1,950), diesel servito a 1,896 euro/litro (+22, compagnie 1,943, pompe bianche 1,802). Gpl servito a 0,700 euro/litro (invariato, compagnie 0,710, pompe bianche 0,687), metano servito a 1,414 euro/kg (-3, compagnie 1,417, pompe bianche 1,411), Gnl 1,242 euro/kg (invariato, compagnie 1,252 euro/kg, pompe bianche 1,236 euro/kg). Questi sono i prezzi sulle autostrade: benzina self service 1,981 euro/litro (servito 2,227), gasolio self service 1,847 euro/litro (servito 2,102), Gpl 0,836 euro/litro, metano 1,540 euro/kg, Gnl 1,331 euro/kg.

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Giovani miliardari italiani crescono: dai figli di Berlusconi a Clemente Del Vecchio (19 anni) - Corriere della Sera

Cinque nuovi miliardari in Italia

Anche se un po’ meno ricchi, i paperoni in Italia stanno aumentando. Lo si evince dalla classifica elaborata da Forbes dei miliardari in tutto il mondo, aggiornata in tempo reale. Nel nostro Paese, alcuni cambi generazionali e passaggi di eredità nelle grandi imprese familiari - il caso più recente è stato la scomparsa di Berlusconi e la suddivisione tra i figli del gruppo Fininvest, ma anche Luxottica, Esselunga, Mediolanum e Benetton), hanno portato il numero di persone con un patrimonio oltre il miliardo di dollari (circa 900 milioni di euro) a 69, ben cinque in più rispetto alla scorsa primavera e 20 nuovi dai 49 in lista nel 2021.
Vediamo quali sono le novità per i ricconi italiani.

Leggi anche: Anche i ricchi piangono: la ricchezza finanziaria globale cala dopo 15 anni

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Prezzo benzina: cosa cambia da oggi, la mappa dei rincari e come risparmiare - Corriere della Sera

Prezzo benzina: cosa cambia da oggi, la mappa dei rincari e come risparmiare

A sgombrare il campo dalla furia delle associazioni dei consumatori ci pensa per primo il ministero delle Imprese e del made in Italy: «In merito a notizie di stampa relative a casi isolati di stazioni di rifornimento lungo la rete autostradale in cui sono stati rilevati prezzi limite a 2,5 euro al litro per la benzina senza piombo in modalità servito — riporta una nota diffusa ieri — si precisa che i prezzi medi nazionali del gasolio e della benzina sono ben al di sotto dei 2 euro al litro, come rilevato dall’elaborazione effettuata dall’Osservatorio prezzi carburanti del Mimit».

I prezzi della settimana che si è chiusa ieri — riporta in ministero guidato da Adolfo Urso — si attestano a valori medi di 1,89 euro al litro per la benzina e di 1,74 euro al litro per il gasolio. Insomma, un conto sono i picchi e un altro sono i prezzi medi. «Sappiamo bene che i prezzi a 2,5 euro al litro sono casi limite — ha replicato il presidente di Assoutenti, Furio Truzzi — ma non è certo questo il problema. La questione principale è la forte salita dei listini in occasione delle partenze estive degli italiani».

L’aumento delle quotazioni

Anche qui, guardiamo ai dati. «L’attuale crescita del prezzo medio, di circa 0,03 euro al litro nella scorsa settimana — ha quantificato il ministero delle Imprese — è determinata da quanto si sta osservando nei mercati internazionali, a causa dell’aumento delle quotazioni sia del petrolio sia dei prodotti raffinati». E una spiegazione l’ha data anche l’Unem, l’associazione delle imprese che della raffinazione, della logistica e della distribuzione di prodotti petroliferi. «Negli ultimi 10-15 giorni ci sono stati nuovi aumenti per una serie di motivi contingenti — cali ripetuti nelle scorte Usa, fermata di alcune raffinerie in Europa, domanda abbastanza sostenuta — che hanno alimentato la tensione sui mercati spot, con quotazioni internazionali cresciute di 6-7 centesimi mentre i nostri prezzi industriali sono aumentati di meno della metà. Il comportamento delle aziende è stato più virtuoso di Paesi come Francia e Germania. Oggi il nostro prezzo industriale (alla pompa al netto delle accise, ndr) della benzina è inferiore di 4-5 centesimi rispetto a questi Paesi, con punte di quasi 7 centesimi per il gasolio». I rincari, per l’Unem, coincidono dunque con il rialzo delle quotazioni del greggio.

Le differenze

Però restano differenze di prezzo, con forchette anche ampie tra quello più basso e quello massimo. Da che cosa dipendono? Posto che le compagnie indicano un prezzo consigliato, ma non possono imporlo perché il gestore sulla carta è libero, al di là della politica commerciale che lo stesso distributore vuole fare, ci sono condizioni oggettive diverse. Innanzitutto in autostrada le concessioni costano di più ed è per questo che i carburanti sono più cari. Poi tutti sanno che la modalità servita è più cara perché si paga il costo del dipendente della stazione di servizio. Inoltre — dice Azzurra Pacces, esperta di Staffetta Quotidiana — i costi operativi sono diversi e dipendono per esempio dalla vicinanza a infrastrutture logistiche come i depositi e le raffinerie: più si è lontani e più costa il trasporto».

Siamo nel libero mercato e se c’è qualcuno che esagera con i rincari basta andare dal concorrente che ha prezzi più bassi. Oltre alle App che danno la mappa nazionale, avremo presto un aiuto in più: da domani entrerà in vigore l’obbligo di esposizione del cartello che, oltre ai prezzi praticati, dovrà contenere anche il prezzo medio regionale, se sulla viabilità stradale, e il prezzo medio nazionale se in autostrada.

Insomma, a parte qualche caso isolato, i rincari sono dipesi dal rialzo del greggio. Ci attendono ulteriori rincari? «Le quotazioni — sostiene Massimo Nicolazzi docente di Economia delle risorse energetiche all’università di Torino — dipenderanno dall’evoluzione della domanda, in particolare della Cina».

I voli

Caro-benzina a parte, che per fortuna capita quando ormai i prezzi del gas (e delle bollette) sono scesi (il metano sul mercato europeo di riferimento oggi è a 25 euro al MWh, ad agosto 2022 viaggiava attorno ai 300 euro), tante altre «voci di costo» degli italiani stanno salendo. Come, per rimanere in tema di partenze, gli aerei. A rincarare di più sono stati i voli domestici e i pacchetti turistici nazionali. In base a un’indagine del «Corriere», l’aumento del prezzo medio dei voli in Italia è del 40% rispetto al 2022, con vette superiori al 70% in alcune tratte, in particolare verso le isole (Sicilia e Sardegna). Le compagnie aeree si difendono tirando in ballo il caro-cherosene e un’offerta che supera la domanda. Motivazioni che non hanno convinto il ministero delle Imprese, che vuole vederci chiaro sul funzionamento dell’algoritmo delle ricerche dei voli online.

Le vacanze

L’inflazione pesa sul settore delle vacanze e - in base a un’analisi dell’Istituto Demoskopika - nel 2023 i prezzi nel turismo saliranno dell’8,9% rispetto all’anno precedente con un differenziale pari +3,3 punti percentuali rispetto all’inflazione acquisita per l’indice generale calcolato dall’Istat al 5,6 per cento. In pratica, se la vita sta diventando più cara, il costo delle vacanze sta aumentando a un tasso superiore. A salire secondo Demoskopika oltre al trasporto aereo (+23,5%), sono i pacchetti vacanza (+17,7%) e gli alloggi (+12,8%). «I numeri diffusi da Demoskopika - ha commentato tre giorni fa la ministra del Turismo Daniela Santanchè -indicano che c’è un problema di inflazione anche nel turismo».

Gli alimentari

Ma la vita costa di più anche se si sta a casa. Con +11% su anno, alimentari e bevande analcoliche sono la categoria che rincara di più, in base alla tabella Istat sull’indice dei prezzi al consumo a giugno 2023. E il piatto italiano per eccellenza, la pasta, da giugno 2022 a giugno di quest’anno costa il 6% in più secondo dati di Altroconsumo. Ma c’è un particolare: se si guarda al rincaro dal 2021 siamo al 32%.

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Sunday, July 30, 2023

Guida all'acquisto di un'auto ibrida o elettrica: vantaggi e considerazioni - Autospecial

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Guida all'acquisto di un'auto ibrida o elettrica: vantaggi e considerazioni  Autospecial
Guida all'acquisto di un'auto ibrida o elettrica: vantaggi e considerazioni - Autospecial
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Aumenti della benzina, stangata sulle vacanze. Con l'esodo salgono i prezzi alla pompa - L'Eco di Bergamo

«Come puntualmente si verifica ogni anno, in occasione delle partenze estive degli italiani i listini di benzina e gasolio salgono repentinamente - spiega il presidente Carlo Rienzi -. I prezzi della verde sono tornati ai livelli di un anno fa, ma raggiungono punte di 2,2 euro in autostrada, portando il costo di un pieno a toccare quota 110 euro. Se poi si allarga il confronto allo stesso periodo del 2021, si scopre che benzina e gasolio costano oggi circa il 14% in più, con un aggravio di spesa di oltre 11 euro a pieno. Considerato che milioni di cittadini si sposteranno in auto durante le prossime settimane e dovranno far fronte ai rifornimenti per l’esodo e il contro-esodo, la stangata raggiungerà la ragguardevole cifra di 800 milioni di euro a titolo di maggiore spesa per il carburante rispetto a due anni fa», conclude Rienzi.

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Saturday, July 29, 2023

Borsa Italiana, il commento della seduta del 28 luglio 2023 - SoldiOnline.it

ENI ha registrato un frazionale calo dopo la semestrale. Performance positiva, invece, per IntesaSanpaolo. Spiccano i ribassi di CNH Industrial ed ERG

piazza-affari-rossoI maggiori indici di Borsa Italiana e le principali piazze finanziarie europee hanno registrato variazioni frazionali nell'ultima seduta della settimana, dopo i forti rialzi messi a segno nella precedente giornata.

Il FTSEMib ha chiuso in calo dello 0,33% a 29.500 punti, dopo aver oscillato tra un minimo di 29.448 punti e un massimo di 29.599 punti; tuttavia, nell'intera settimana il principale indice di Borsa Italiana ha guadagnato il 2,24%. Il FTSE Italia All Share ha perso lo 0,29%. Andamento opposto per il FTSE Italia Mid Cap (+0,08%) e per il FTSE Italia Star (-0,09%). Nella seduta del 28 luglio il controvalore degli scambi è sceso a 3,13 miliardi di euro, rispetto ai 3,63 miliardi di giovedì.

Il bitcoin si è avvicinato ai 29.500 dollari (oltre 26.500 euro).

Lo spread Btp-Bund ha oscillato tra i 160 e i 165 punti, con il rendimento del Btp decennale che ha toccato il 4,1%.

L’euro si è avvicinato agli 1,105 dollari.

ENI ha registrato un frazionale ribasso dello 0,52% a 13,658 euro. Il Cane a sei zampe ha comunicato i risultati finanziari del 1° semestre 2023, periodo in cui il colosso petrolifero ha risentito di un contesto economico meno favorevole. Di conseguenza, il Cane a sei zampe ha evidenziato una flessione dei ricavi e della redditività. Tuttavia, i principali dati del 2° trimestre sono stati migliori del consensus degli analisti. Il management ha fornito anche le indicazioni finanziarie e operative per l’intero 2023.

In progresso IntesaSanpaolo (+1,42% a 2,6095 euro). L'istituto guidato da Carlo Messina ha comunicato i risultati finanziari del 1° semestre 2023, che, a detta del management, hanno confermato la capacità dell’istituto di generare una redditività sostenibile anche in contesti complessi, con un utile netto trainato dagli interessi netti che ha raggiunto i 4,2 miliardi di euro. IntesaSanpaolo ha fornito anche un aggiornamento sulle stime finanziarie per il 2023 e sulla politica di remunerazione degli azionisti.

Male CNH Industrial (-6,25% a 13,135 euro), dopo la diffusione dei risultati finanziari del 1° semestre 2023. La società ha terminato il periodo in esame con ricavi e redditività in forte miglioramento. Il management ha confermato le indicazioni finanziarie per il 2023, relative alle attività industriali.

Pirelli in rialzo (+1,59% a 4,917 euro). La società ha diffuso i risultati finanziari del 1° semestre del 2023, periodo che visto una crescita dei principali indicatori economici, risultati anche migliori del consensus degli analisti. Alla luce della performance registrata nella prima metà dell’anno e di un quadro macroeconomico che per il 2023 resta volatile, il management di Pirelli ha rivisto alcuni target finanziari per l'intero esercizio.

Prese di beneficio su STM (-4,1%) dopo il forte rialzo messo a segno nella seduta precedente.

In progresso, invece, Azimut Holding (+2,32%) e Banca Generali (+2,86%).

Male ERG (-6,55% a 25,66 euro), dopo la diffusione dei risultati semestrali. La società energetica ha rivisto al ribasso la stima sul margine operativo lordo per l'imtero 2023, ora fissata nell'intervallo compreso tra 480 e 520 milioni di euro, in calo rispetto al range precedente di 500-550 milioni di euro, a seguito dei minori volumi registrati nel secondo trimestre e del perdurare di uno scenario prezzi in ribasso.

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La BCE è pronta a non alzare il costo del denaro - Il Riformista

Sia in giugno che ora in luglio la BCE ha deciso di alzare i tassi di interesse da essa controllati di 25 punti base, cioè dello 0,25%. Entrambe le decisioni erano largamente attese da parte degli economisti e degli operatori sui mercati finanziari.

Tuttavia, a differenza di giugno Christine Lagarde ha detto parole da colomba o semi-colomba riguardo alla possibilità di non alzare i tassi a settembre, pur escludendo esplicitamente l’ipotesi di abbassarli. In termini generali, non è soltanto rilevante la decisione per se stessa che la banca centrale prende intorno ai tassi di interesse in suo controllo, ma anche le spiegazioni aggiuntive date dal suo presidente nel comunicato stampa e poco dopo nella conferenza stampa, talora in risposta alle domande dei giornalisti presenti. L’aspetto cruciale delle dichiarazioni è che -oltre a spiegare la decisione presa- il presidente della BCE può altresì fornire dettagli sulle decisioni future, e sugli eventuali elementi aggiuntivi che possano influenzare il corso di queste azioni future.

Si tratta del famoso approccio di “forward guidance” (guida in avanti), il quale è utile perché -nella misura in cui le parole del suo presidente sono credute e ritenute credibili da imprese, cittadini, investitori e altri soggetti finanziari, risulta più facile per la BCE influenzare anche i tassi a lungo termine. Essi infatti sono una media tra i tassi a breve termine attuali (manovrati direttamente dalla BCE, come si diceva sopra) e i tassi di interesse a breve futuri, così come previsti dai diversi agenti economici e finanziari. Ecco perché le attese di costoro, a loro volta influenzate da ciò che il banchiere centrale dice (o non dice), sono un ingrediente necessario nel processo che determina il costo del denaro a lungo termine, dove il lungo termine è l’orizzonte temporale più rilevante per le decisioni di investimento delle imprese e di prestito da parte delle banche.

Tornando all’attualità dell’ultima conferenza stampa, qui si apre per l’appunto la strada alla possibilità che i tassi di interesse manovrati dalla BCE smettano di salire, se è vero che – come spiegato da Christine Lagarde – l’inflazione tenderà a scendere in maniera continuativa e i rischi di recessione diventeranno più corposi.

Pur apprezzando l’approccio da falco quasi pentito da parte di Christine Lagarde, restano a mio parere i dubbi relativi al rischio di una lentezza dalla BCE nell’allentare il costo del denaro, come fu lenta insieme alla FED nell’alzarlo due anni fa. Una doppia lentezza non fa una velocità di reazione appropriata.

Riccardo Puglisi

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Friday, July 28, 2023

Stress test, banche italiane promosse a pieni voti: meglio di Francia e Germania - Il Sole 24 ORE

2' di lettura

Disco verde anche per le banche italiane nel nuovo round di stress test condotto dall’European Banking Authority (Eba) e dalla Bce , i cui risultati sono stati diffusi nel pomeriggio di venerdì. Un esame atteso forse con minor trepidazione rispetto a quello di due anni fa, dove Mps era finita in coda alla classifica europea, grazie all’opera di rafforzamento dei requisiti di capitale che nel frattempo gli istituti italiani hanno portato avanti. Ma anche per la situazione che si è creata con il ritorno...

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Andamento positivo per i listini europei. Debole Milano - Borsa Italiana

News Image (Teleborsa) - Tutti segni più per i listini europei, ad eccezione di Piazza Affari, che termina una seduta all'insegna della debolezza. Intanto, la borsa di New York continua a guadagnare terreno, con l'S&P-500 che avanza dell'1,04%.

Lieve aumento per l'Euro / Dollaro USA, che mostra un rialzo dello 0,56%. Segno più per l'oro, che mostra un aumento dello 0,81%. Il Petrolio (Light Sweet Crude Oil) è sostanzialmente stabile su 80,05 dollari per barile.

Sulla parità lo spread, che rimane a quota +163 punti base, con il rendimento del BTP decennale che si posiziona al 4,09%.

Tra le principali Borse europee resistente Francoforte, che segna un piccolo aumento dello 0,39%, andamento cauto per Londra, che mostra una performance pari a +0,02%, e poco mosso Parigi, che mostra un +0,15%.

Chiude in frazionale ribasso Piazza Affari, con il FTSE MIB che sta lasciando sul parterre lo 0,32%, arrestando la serie di otto rialzi consecutivi, avviata il 18 di questo mese; sulla stessa linea, cede alle vendite il FTSE Italia All-Share, che retrocede a 31.530 punti.

Pressoché invariato il FTSE Italia Mid Cap (+0,08%); sulla stessa linea, sui livelli della vigilia il FTSE Italia Star (-0,09%).

Tra i best performers di Milano, in evidenza Banca Generali (+2,86%), Iveco (+2,78%), Stellantis (+2,38%) e Azimut (+2,32%).

I più forti ribassi, invece, si verificano su ERG, che termina la seduta con -6,55%.

In rosso CNH Industrial, che evidenzia un deciso ribasso del 6,25%.

Seduta negativa per STMicroelectronics, che scende del 4,10%.

Spicca la prestazione negativa di Prysmian, che scende dell'1,98%.

Tra i migliori titoli del FTSE MidCap, Eurogroup Laminations (+3,10%), Fincantieri (+2,91%), MFE A (+2,82%) e Caltagirone SpA (+2,79%).

Le peggiori performance, invece, si registrano su Alerion Clean Power, che ottiene -4,55%.

Brembo scende del 2,49%.

Calo deciso per Piaggio, che segna un -2,42%.

Sotto pressione Maire Tecnimont, con un forte ribasso dell'1,71%.

(Teleborsa) 28-07-2023 18:02

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Andamento positivo per i listini europei. Debole Milano - Borsa Italiana
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Cosa cambia in autostrada ora a luglio-agosto tra autovelox, prezzi benzina e diesel, tratte, pedaggi - Business Online

Il mese di luglio segna l'introduzione di alcune importanti novità per i viaggiatori che utilizzano le autostrade. Tra queste, nuove politiche di sconti e promozioni che rendono i pedaggi autostradali più vantaggiosi dal punto di vista economico.

Queste misure positive sono accompagnate da alcune notizie negative, come la presenza di cantieri stradali in corso, il traffico intenso e le code che si verificano su determinati tratti autostradali, senza dimenticare la costante polemica sul prezzo dei carburanti fino ad arrivare alle nuove disposizioni sugli autovelox. Ecco tutte le novità:

  • Pedaggi in autostrada, cosa cambia
  • Tratte autostradali in emergenza
  • La rivoluzione degli autovelox
  • Prezzi benzina e diesel: cambia tutto

Pedaggi in autostrada, cosa cambia

Telepass è il sistema che elimina la necessità di utilizzare monete o pagamenti in contanti presso i caselli autostradali, consentendo un transito più fluido senza interruzioni o ritardi nel tempo di percorrenza. Il dispositivo è associato a un singolo veicolo, garantendo un addebito corretto delle tariffe autostradali. Un aspetto interessante è la possibilità di ottenere sconti utilizzando il Telepass, che possono arrivare fino al 30% del costo del pedaggio autostradale. Per beneficiarne è necessario attivare un'offerta o promozione specifica collegata al servizio Telepass.

Nel dettaglio, Telepass Plus è un'offerta dedicata ai viaggiatori frequenti e sarà disponibile fino al 31 luglio. Questa offerta offre un cashback del 30% su ogni pedaggio autostradale effettuato entro il 15 settembre, che può essere utilizzato per il servizio di rifornimento carburante o ricarica elettrica entro il 30 settembre. Oltre a questo beneficio, i sottoscrittori di Telepass Plus possono usufruire di un anno di utilizzo senza alcun canone da pagare.

Per ottenere il cashback sui pedaggi, è necessario aderire all'offerta Telepass Plus entro il 31 luglio, viaggiare in autostrada fino al 15 settembre e per ogni pedaggio autostradale effettuato con il Telepass, verrà ottenuto il 30% di cashback, che verrà scalato dalle transazioni di carburante o ricarica elettrica entro il 30 settembre.

Tratte autostradali in emergenza

La prima novità da segnalare è l'implementazione della quarta corsia dinamica come misura per gestire il traffico intenso durante i periodi di congestione, in base alla segnaletica stradale. Questa soluzione è stata adottata al fine di aumentare la capacità di una rilevante arteria stradale che registra un elevato volume di traffico giornaliero, con picchi che raggiungono i 200.000 veicoli al giorno, con un impatto dei mezzi pesanti.

Considerando la presenza di insediamenti abitativi e industriali che impediscono l'ampliamento della carreggiata, la quarta corsia dinamica rappresenta una soluzione efficace per gestire la congestione senza richiedere modifiche strutturali permanenti.

Dopodiché, analizzando le condizioni delle tratte autostradali, Altroconsumo ha rilevato alcune criticità significative. Ad esempio, sulla A1 Milano-Bologna, è stato individuato un tratto di circa 10 chilometri privo di corsia di emergenza, oltre a 13 cantieri su un totale di 180 chilometri. Anche la A14 Bologna-Pescara presenta problematiche, con la presenza di 30 cantieri distribuiti su quasi 360 chilometri, corrispondenti a una media di un cantiere ogni 12 chilometri. Complessivamente, circa 34 chilometri di questa autostrada sono interessati da lavori stradali. Nella tratta che collega le regioni delle Marche e dell'Abruzzo, su 150 chilometri di autostrada, circa 17 chilometri vengono percorsi su una sola corsia.

Per quanto riguarda la A24 e A25, sono stati segnalati 10 cantieri lungo un percorso di 200 chilometri, con una tratta di quasi 7 chilometri percorsa su una sola corsia e 6,5 chilometri senza la presenza di una corsia di emergenza. Durante il percorso di ritorno sulla A1, tra Roma e Firenze, sono stati segnalati 26 cantieri distribuiti su soli 24 chilometri di autostrada, con la corsia di emergenza chiusa per l'intero tratto.

Sulla A12 Viareggio-Genova, lungo poco più di 80 chilometri di autostrada, sono stati individuati 4 cantieri. Nel tratto da La Spezia a Milano, attraversando la A12 in direzione nord e la A7 Genova-Milano, sono stati segnalati complessivamente 11 cantieri sulla A12, per un totale di circa 16 chilometri. Durante questo percorso, si viaggia su una sola corsia con interruzioni di tratti di carreggiata, anche all'interno di gallerie e viadotti, e la velocità massima consentita è di 60 chilometri all'ora. Infine, il tratto più problematico è stato quello sulla A7 da Genova a Milano, con 19 cantieri segnalati su circa 120 chilometri, interessando il 32% del percorso complessivo.

La rivoluzione degli autovelox

Fino a oggi, le amministrazioni pubbliche hanno utilizzato autovelox omologati per la rilevazione delle infrazioni stradali. Le recenti modifiche del Consiglio dei ministri hanno semplificato il processo di approvazione degli autovelox, eliminando la rigorosa procedura di omologazione richiesta dal Codice della strada. Di conseguenza, potrebbe essere consentito alle amministrazioni pubbliche l'utilizzo di strumentazioni che non hanno superato prove sul campo certificate e affidabili.

Come evidenziato da numerosi esperti, questo cambiamento comporta un aumento potenziale del numero di multe. La ragione risiede nella possibile minore accuratezza nella rilevazione della velocità da parte degli autovelox, poiché non è più richiesta l'omologazione conforme alle procedure rigorose precedentemente previste. Si potrebbe verificare una maggiore difficoltà per gli automobilisti nel presentare ricorsi contro le multe, poiché mancherebbero argomentazioni solide e uniformi.

Prezzi benzina e diesel: cambia tutto

Mentre assistiamo ai ritocchi verso l'alto dei prezzi di benzina e diesel, il Ministero delle Imprese e del Made in Italy riceve le comunicazioni dei prezzi dei carburanti dai distributori e si occupa di elaborare i dati ottenuti. Effettua il calcolo della media aritmetica dei prezzi comunicati dagli esercenti delle stazioni di servizio al di fuori della rete autostradale, suddividendoli per regioni e province autonome. Successivamente, pubblica i dati in formato aperto sul proprio sito web istituzionale.

Le modalità di comunicazione dei prezzi, che devono essere effettuate in caso di variazioni, sia in aumento che in diminuzione, sono definite da un decreto attuativo del Ministero delle Imprese e del Made in Italy. Inoltre, vengono stabilite le caratteristiche e le modalità di esposizione dei cartelloni contenenti le informazioni sui prezzi medi.

Gli esercenti delle stazioni di servizio, inclusi quelli situati lungo la rete autostradale, devono esporre in modo evidente i cartelloni contenenti i prezzi medi di riferimento forniti dal MIMIT. Al fine di garantire una corretta diffusione dei dati comunicati e delle medie dei prezzi pubblicate, il MIMIT sviluppa e mette a disposizione gratuitamente un'applicazione per dispositivi mobili che permette agli utenti di consultare i prezzi medi e i prezzi effettivamente praticati dai singoli esercenti.

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Thursday, July 27, 2023

Borse europee in rally dopo Bce e PIL USA, Milano vola oltre quota 29.500 Di FinanciaLounge - Investing.com Italia

Borse europee in rally dopo Bce e PIL USA, Milano vola oltre quota 29.500 © Reuters. Borse europee in rally dopo Bce e PIL USA, Milano vola oltre quota 29.500

I mercati azionari del vecchio continente digeriscono le mosse delle banche centrali, supportati da una serie di buone trimestrali, mentre dagli USA è arrivato il dato di una crescita sopra le attese nel secondo trimestre

Le principali piazze azionarie europee viaggiano in rally con gli investitori che digeriscono gli ultimi rialzi annunciati da Fed e Bce, che ha lasciato la porta aperta a ulteriori strette. Il sentiment è supportato da una serie di buone trimestrali, arrivate in particolare da Nestle, Airbus e Renault (EPA:). Brilla Milano che guadagna intorno ai due punti percentuali con l’Ftse che sfonda di slancio la soglia dei 29.500 punti con Moncler (BIT:) che rimbalza su buoni risultati, seguita da Hera (BIT:), Stellantis (BIT:) e Enel (BIT:).

Intanto dagli USA è arrivato un dato migliore delle attese sul PIL del secondo trimestre, cresciuto del 2,4% contro il 2% del primo e stime degli analisti di un rialzo contenuto all’1,8%. La crescita è stata supportata sia dagli investimenti delle aziende che dai consumi, ma le condizioni del mercato del lavoro restano tirate.

Sul mercato valutario l’euro tenta di restare agganciato al livello di 1,10 contro un dollaro spinto al rialzo dal dato sulla crescita USA. I rendimenti dei principali titoli di Stato sono praticamente fermi con il BTP italiano sempre sopra il 4% e il tedesco sopra il 2,4%.

Nel mercato delle commodity il prezzo del petrolio riprende il recupero con il che scambia appena sotto gli 80 dollari e il che viaggia a poca distanza dagli 84 dollari. L’oro invece si indebolisce ed è scambiato sotto i 1.950 dollari l’oncia.

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** Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge


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La Bce alza i tassi al 4,25% e impatta su mutui, prestiti (più difficili) e rendimento dei conti | Patuelli (Abi): "Dubbi sull'effettiva efficacia" - Il Riformista

Il nuovo rialzo dei tassi della Bce comporta una serie di effetti sull’economia, i mercati e la vita quotidiana degli europei. Dai mutui ai conti deposito, agli investimenti e ai bilanci degli stati, la politica di Francoforte riduce l’inflazione e i suoi effetti negativi specie sugli strati più deboli della popolazione ma provoca anche una serie di impatti di diverso tipo.

La corsa ai mutui variabili –  I finanziamenti di questo tipo in Italia oramai sono superiori di 100 punti a quelli fissi e raggiungono il 4,74%. Come si ricava dai dati di Mutuionline.it, per chi ha acceso un mutuo variabile la rata è salita dal 60 al 69% con incrementi di centinaia di euro a seconda della durata del prestito. E’ possibile allungare il finanziamento per far calare la rata pagando però più interessi o, in alternativa, surrogare. Se si è in difficoltà o si è perso il lavoro, si può sempre ricorrere al fondo Gasparrini per sospendere i pagamenti.

Cala la domanda e prestiti più difficili – La trasmissione della politica monetaria all’economia, dopo qualche mese ha iniziato a funzionare e come emerge dai sondaggi della Bce e di Banca d’Italia la domanda da parte delle imprese è scesa ai minimi. Inoltre le banche hanno inasprito le condizioni di concessione dei finanziamenti. Condizioni che contribuiscono a ‘raffreddare’ l’inflazione ma che potrebbero causare un credit crunch, gravi danni al mercato immobiliare ed effetti recessivi duraturi sull’economia, ad esempio negli investimenti sull’innovazione.

Caccia ai rendimenti dei conti – Le banche e le società finanziarie, su pressione dei clienti, stanno adeguando verso l’alto i tassi su conti deposito e gli investimenti finanziari dopo un decennio di tassi zero. L’adeguamento, al principio timido, è ora veloce ma ovviamente non ha interessato l’intero stock del risparmio. In prospettiva questo peserà sui bilanci delle banche con un maggior costo della raccolta.

Costo più salato per le casse pubbliche – I tassi pesano anche per lo Stato, a causa degli interessi che dovrà corrispondere sul debito pubblico balzato a 2.817 miliardi di euro a maggio 2023. La spesa per interessi potrebbe collocarsi intorno ai 100 miliardi di euro (40 miliardi in più rispetto al 2020). Nelle aste di Bot e i Btp i rendimenti medi, come si ricava dall’indice Rendistato calcolato dalla Banca d’Italia, è a giugno al 3,8% contro il 3,6% di gennaio. I Btp a 10 anni sono oramai stabilmente sopra il 4%.

Il presidente dell’Abi, Antonio Patuelli, ha dichiarato che il tempo verificherà l’efficacia e le conseguenze dirette ed indirette del preannunciato aumento di 25 centesimi dei tassi decisi oggi dalla Bce che, a sorpresa, ha deciso anche di azzerare la remunerazione per le banche della riserva obbligatoria che in precedenza era del 3,5%. Questa decisione di oggi della Bce, ha aggiunto Patuelli, “da ora costerà alle banche, così come è stata ed è onerosa la decisione della Bce dell’autunno scorso di rendere significativamente costosa la residua liquidità concessa dalla Bce alle banche attraverso i piani di finanziamento a lungo termine Tltro”.

Lagarde: “Prospettive dell’economia si sono deteriorate”- Secondo il presidente della Bce, Christine Lagarde, che ha preso la parola al termine del Consigilio direttivo, “le prospettive a breve termine dell’attività economica si sono deteriorate molto a causa della domanda più debole che pesa sulla manifattura, e anche gli investimenti mostrano segni di peggioramento. I servizi restano forti ma si sta perdendo slancio. L’economia resta debole a breve termine. Il mercato del lavoro resta robusto, con la disoccupazione ai minimi, ma alcuni indicatori mostrano che il trend può rallentare a causa del calo della manifattura”, ha aggiunto.

“A settembre pausa o rialzo dei tassi, ma di certo non un taglio” – “Ora ci muoviamo in un territorio dove dipendiamo dai dati, e sulla base di quello determiniamo se rialziamo o se ci fermiamo. Ma certamente non tagliamo i tassi – ha proseguito la Lagarde -. A settembre “può esserci un rialzo o una pausa, ma una pausa potrebbe non essere per un periodo esteso, perché dipende dai dati”, ha detto ancora, sottolineando di avere “l’assoluto sostegno del Consiglio direttivo”.

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Prezzi dei carburanti ancora in rialzo, benzina ai massimi da un anno. Il ministero: “Vigiliamo” - Il Fatto Quotidiano

A ridosso del grande esodo estivo i prezzi di benzina e gasolio tornano a surriscaldarsi. Le ultime rilevazioni registrano un nuovo giro di rialzi: la benzina in modalità self service supera quota 1,88 euro al litro, ai massimi da un anno fa, quando era in vigore lo sconto sull’accisa di 30 centesimi al litro. Il gasolio è a 1,73 euro/litro, ai massimi dallo scorso aprile. Eni ha aumentato di due centesimi al litro i prezzi consigliati di benzina e gasolio. Per Q8 si registra un rialzo di un centesimo al litro. La benzina al servito in autostrada è a 2,2 euro. Nell’ultimo mese il costo di un barile di petrolio è salito di oltre il 10% passando da 72 a 83 dollari. Dallo scorso gennaioil governo Meloni ha azzerato gli sconti fiscali sui carburanti che erano stati introdotti dal precedente Esecutivo.

Per i carburanti “le dinamiche alla pompa sono coerenti con quanto si osserva nei mercati internazionali, su cui peraltro anche negli ultimi giorni ci sono accelerazioni delle quotazioni. Nonostante dall’inizio del 2023 il prezzo industriale di benzina e gasolio, al netto della tassazione, in Italia sia stabilmente più basso di Spagna, Germania e Francia, le recenti tensioni rendono necessarie la massima attenzione e la prosecuzione del monitoraggio dei prezzi nelle varie fasi della filiera, per verificare l’assenza di fenomeni speculativi nelle settimane di massima concentrazione degli spostamenti”, fa sapere il ministero delle Imprese e del Made in Italy.

Assoutenti ricorda che dal prossimo 1 agosto scatterà l’obbligo per i distributori di indicare i prezzi medi regionali dei carburanti, attraverso un cartellone che dovrà essere esposto in modo ben visibile all’interno dell’area di rifornimento, pena una sanzione da 200 a 2000 euro per i trasgressori. Una novità che rischia tuttavia di trasformarsi in una falsa partenza, con i benzinai che denunciano ritardi nella consegna degli appositi tabelloni da parte delle compagnie petrolifere.

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Wall Street, l'andamento nella seduta del 27 luglio 2023 - SoldiOnline.it

america_2I principali indici azionari statunitensi hanno terminato la giornata in territorio negativo, dopo le decisioni di politica monetaria della BCE e del dato migliore delle attese del Pil statunitense nel 2° trimestre 2023.

Il Dow Jones ha perso lo 0,67% a 35.283 punti, mentre l’S&P500 ha chiuso in ribasso dello 0,64% a 4.537 punti. Performance negativa anche per il Nasdaq (-0,55% a 14.050 punti).

Giornata decisamente positiva per META Platforms (+4,4% a 311,71 dollari), dopo la diffusione dei risultati finanziari del 2° trimestre 2023.

Questo scritto è redatto a solo scopo informativo, può essere modificato in qualsiasi momento e NON può essere considerato sollecitazione al pubblico risparmio. Il sito web non garantisce la correttezza e non si assume la responsabilità in merito all’uso delle informazioni ivi riportate.

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Borsa Italiana, il commento della seduta del 27 luglio 2023 - SoldiOnline.it

Gli operatori attendono le indicazioni di politica monetaria della BCE, scontando un incremento dei tassi di interesse di 25 punti base.

piazza-affari-positivaI maggiori indici di Borsa Italiana e le principali piazze finanziarie europee dovrebbero iniziare la giornata con progressi frazionali. Gli operatori attendono le indicazioni di politica monetaria della BCE, scontando un incremento dei tassi di interesse di 25 punti base.

I principali indici azionari statunitensi hanno registrato frazionali dopo le indicazioni di politica monetaria della FED. La banca centrale statunitense ha aumentato i tassi di interesse di 25 punti base, in linea con il consensus degli analisti. Il Dow Jones ha messo a segno un rialzo dello 0,23% a 35.520 punti, mentre l’S&P500 ha chiuso in calo dello 0,02% a 4.567 punti. Performance negativa anche per il Nasdaq (-0,12% a 14.127 punti).

Giornata positiva per la borsa di Tokyo. L’indice Nikkei ha guadagnato lo 0,68% a 32.891 punti, dopo aver oscillato tra un minimo di 32.504 punti e un massimo di 32.939 punti.

Il bitcoin si è avvicinato ai 29.500 dollari (circa 26.500 euro).

L’euro ha sfiorato gli 1,11 dollari.

Enel potrebbe registrare variazioni importanti in avvio di giornata. Il colosso elettrico ha comunicato i risultati finanziari del 1° semestre del 2023, periodo che ha visto un calo dei ricavi e aumento della redditività. In crescita l’indebitamento. Il management di Enel ha confermato i target finanziari relativi all’esercizio 2023.

Sotto i riflettori anche Saipem. La società di ingegneristica ha diffuso i risultati finanziari del 1° semestre del 2023, periodo chiuso con un miglioramento del fatturato e della redditività.

Focus su STM. La società ha comunicato i risultati finanziari del 2° trimestre del 2023, periodo chiuso con un forte aumento dei ricavi e della marginalità; il giro d’affari è stato migliore rispetto alle stime del management. I vertici del gruppo italofrancese hanno fornito anche alcune stime finanziarie per il trimestre in corso e per l’intero 2023.

Tra i protagonisti di giornata dovrebbe esserci anche Moncler. Il gruppo dei piumini ha chiuso il 1° semestre 2023 con ricavi e risultato operativo in aumento. Nel corso del 2023 l’azienda lavorerà per rafforzare ulteriormente le tre dimensioni del marchio Moncler (Moncler Collection, Moncler Grenoble e Moncler Genius) attraverso eventi distintivi e strategie di comunicazione mirate. Stone Island, invece, continuerà il percorso di rafforzamento dei mercati core, come i paesi europei, e di penetrazione in mercati meno maturi ma con elevate potenzialità.

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Wednesday, July 26, 2023

Wall Street resta debole dopo mossa Fed - Teleborsa

(Teleborsa) - Si conferma poco mossa la borsa di Wall Street dopo che la Federal Reserve ha alzato i tassi di interesse ai massimi da 22 anni e non ha escluso altri ritocchi all'insù del costo del denaro, ma ha ribadito che per le future decisioni terrà conto degli effetti della energica manovra di rialzo già operata.

Tra gli indici statunitensi, il Dow Jones si attesta sui valori della vigilia a 35.467 punti; sulla stessa linea, resta piatto l'S&P-500, con le quotazioni che si posizionano a 4.560 punti. Leggermente negativo il Nasdaq 100 (-0,53%); sui livelli della vigilia l'S&P 100 (-0,14%).

Nell'S&P 500, buona la performance dei comparti telecomunicazioni (+2,62%) e finanziario (+0,45%). Nel listino, le peggiori performance sono quelle dei settori informatica (-1,50%) e materiali (-0,62%).


Tra i protagonisti del Dow Jones, Boeing (+7,19%), 3M (+1,91%), Travelers Company (+1,02%) e Home Depot (+1,01%).

Le più forti vendite, invece, si manifestano su Microsoft, che prosegue le contrattazioni a -4,53%.

Piccola perdita per Caterpillar, che scambia con un -1,34%.

Tentenna Visa, che cede l'1,17%.

Sostanzialmente debole Chevron, che registra una flessione dello 0,94%.

Tra i best performers del Nasdaq 100, Alphabet (+5,98%), Alphabet (+5,78%), Old Dominion Freight Line (+5,60%) e Automatic Data Processing (+5,14%).

Le più forti vendite, invece, si manifestano su CoStar, che prosegue le contrattazioni a -7,54%.

Vendite a piene mani su Texas Instruments, che soffre un decremento del 5,72%.

Pessima performance per Microsoft, che registra un ribasso del 4,53%.

Sessione nera per Datadog, che lascia sul tappeto una perdita del 4,45%.

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Stellantis, Tavares: “Le norme Euro 7 mettono a rischio la nuova Panda” - La Gazzetta dello Sport

Commentando i brillanti risultati finanziari, l’amministratore delegato prevede una lotta aperta con i marchi cinesi, redditività migliore di quella di Tesla, ma anche gli effetti delle nuove regole sulle emissioni

Gianluigi Giannetti 

Un passaggio che non riguarda la singola azienda, ma la sostenibilità dell’industria automobilistica di fronte alla concorrenza cinese e alle performance sempre più brillanti sul piano delle vendite di un nome come Tesla. Commentando i risultati finanziari del gruppo Stellantis nel primo semestre 2023, con un utile netto a quota 10,9 miliardi di euro (+37%) e ricavi pari a 98,4 miliardi di euro (+12%), l’amministratore delegato Carlos Tavares incontra la stampa facendo passare un messaggio piuttosto chiaro. Ogni costruttore tradizionale può affrontare la transizione cambiando senza stravolgere, senza dover spaccare a metà la propria azienda con divisioni dedicate specificatamente all’elettrico. “La redditività di Tesla è scesa alla fine del primo semestre è al 10,5%, mentre un anno fa era sopra il 17%. Ora sono meno redditizi di noi che abbiamo un margine al 14,4%”. Tavares tiene per Stellantis al ruolo di “Anti Tesla”, e non è casuale l’annuncio in contemporanea della nascita di una nuova joint venture per che amplierà in modo significativo l’accesso all’auto elettrica in Nord America. Stellantis insieme a Bmw Group, General Motors, Honda, Hyundai, Kia e Mercedes-Benz Group svilupperanno nei prossimi anni una nuova rete di ricarica ad alta potenza con almeno 30.000 punti di ricarica destinata potenzialmente a milioni di clienti.

tempo scaduto

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“L'offensiva cinese ha raggiunto l'Europa. Noi, dal canto nostro, combatteremo. Sono molto curioso di vedere cosa succede e Stellantis è un racing team. Gareggeremo forte e vedremo". Guardando ad orizzonti più vicini, Carlos Tavares non ha molti dubbi nella sua analisi che riguarda il gran numero di marchi automobilistici orientali che stanno sbarcando sul mercato del Vecchio Continente: “Il tempo per azioni protezionistiche è scaduto, oggi non ho nulla da raccomandare all'Europa, ho già detto tutto quello che dovevo dire anni fa. È meglio mettere la nostra energia nel combattere il nemico invece di convincere chi non vuole ascoltare. C'è solo una cosa che non possiamo permetterci, ed è essere statici". L’accenno è evidentemente alle ipotesi di dazi doganali alle auto cinesi in vendita in Europa, come ventilate nelle scorse settimane da più fonti, ma che l’amministratore delegato di Stellantis ritiene ormai inutili, come del resto gli allarmi degli scorsi mesi : "La situazione sui semiconduttori sta tornando completamente alla normalità. La produzione di chip è regolare. Nel primo semestre è aumentata dell'11% rispetto allo scorso anno". La competitività che ancora manca nel periodo di convivenza tra l’auto tradizionale e l’auto elettrica, va evidentemente trovata altrove.

Panda contro Euro 7

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Il governo deve agire sulle dimensioni del mercato sostenendo l'acquisto di veicoli a basse emissioni da parte della classe media e non deve mettere regole che ostacolano la mobilità privata come quelle che impediscono l'accesso delle auto nei centri urbani. Non si può essere autofobici se vogliamo raggiungere l'obiettivo, non è una questione solo italiana”. Tavares riprende ancora una volta i temi di critica alle normative europee in via di approvazione e all’impatto sociale che comportano: “Bisogna inoltre combattere norme come l'Euro 7 che hanno un impatto marginale in termini ambientali, ma rischiano di uccidere modelli iconici come la Panda". Ovvero la protagonista del mercato italiano pronta all’arrivo di un nuovo modello nel prossimo anno, con la possibilità che venga realizzato anche a Pomigliano d’Arco: "Produrremo la nuova Fiat Panda in più stabilimenti, non in uno solo, e sarà una vettura iconica del lifestyle italiano”.

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Tuesday, July 25, 2023

Borsa: l'Europa resta alla finestra in attesa di Fed e Bce - QUOTIDIANO NAZIONALE

Le Borse europee proseguono la seduta all'insegna della cautela in attesa delle decisioni della Fed domani e di quelle della Bce giovedì mentre un indice Ifo in calo oltre le attese a luglio alimenta i timori sulla ripresa dell'economia tedesca e la stretta monetaria della Bce spedisce la richiesta di prestiti nell'Eurozona ai minimi almeno dal 2003. Londra, Parigi, Francoforte e Milano avanzano dello 0,2% mentre Madrid (-0,3%) continua a scontare un risultato elettorale incerto. A New York salgono i future sul Nasdaq (+0,3%) mentre sono poco mossi quelli su Dow Jones e S&P 500. In posizione di attesa anche i titoli di Stato, i cui rendimenti sono in leggero rialzo: lo spread Btp-Bund si apre di un punto, a quota 161, mentre il rendimento del decennale italiano sale di 4 punti al 4,062%. A Piazza Affari brillano Diasorin (+1,6%), Stm (+1,5%) e Poste (+1,2%), dopo la semestrale, mentre scivolano Recordati (-1,4%), Interpump (-1,1%) e A2A (-1%). I conti movimentano il mercato azionario anche in Europa, dove riparte Bayer (+4,7%) nonostante l'atteso taglio delle stime 2023, mentre Dassault Systemes cede il 3,2% per il rallentamento della crescita in alcune aree chiave. la stagione delle trimestrali vedrà oggi scendere in campo alcuni pesi massimi come Lvmh, Alphabet, Microsfot e Essilorluxottica.

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Già nei prezzi il miglior scenario possibile? Ecco perchè la Fed rimarrà hawkish Di Investing.com - Investing.com Italia

Già nei prezzi il miglior scenario possibile? Ecco perchè la Fed rimarrà hawkish © Reuters

lash Report a cura di Carlo De Luca (Respnsabile AM) e Alessio Garzone (Senior Analyst) di Gamma Capital Markets

Il ribilanciamento dei pesi di Big Tech all’interno dell’indice non ci preoccupa assolutamente in quanto c’è tempo fino al 31 luglio per sistemare le allocazioni da parte di fondi ed ETF. In aggiunta a questo, qualora nelle trimestrali in corso dovessero venire annunciati nuovi e importanti buy back (come quello da 70 miliardi di dollari realizzato da Alphabet (NASDAQ:) nel corso del primo trimestre 2023), ce ne sarebbe già abbastanza per far passare il reshuffle in secondo piano.

Eppure, potremmo trovarci di fronte comunque ad un vero e proprio “sell on the news”, persino di fronte a buyback importanti, in quanto le notizie positive sono già incorporate nei prezzi.

Piuttosto, quella che stiamo attraversando è una settimana cruciale per gli aggiornamenti che arriveranno dalle banche centrali (il FOMC si riunisce mercoledì 26 e la BCE giovedì 27 luglio) e da alcune delle maggiori società americane che pubblicheranno i bilanci del secondo semestre dell’anno. Sarà molto importante riuscire a decodificare i messaggi che arriveranno da Corporate America, in particolare capire se vedremo risultati che superano nuovamente le aspettative e soprattutto se saranno in grado di fornire una spinta ulteriore al mercato. A guardarlo ad una certa distanza, infatti, non sembra che vi sia una bolla, piuttosto, semplicemente che le buone notizie siano già state scontate. Non crediamo che riesca a formarsi una vera recessione. Dal punto di vista dell’analisi tecnica, gli indici continuano a strappare al rialzo e questo genera il pericolo che di fronte ad una risalita continua, il primo dato in uscita che sorprenda negativamente possa prendere davvero tutti in contropiede e segnare a porta vuota.  Quanto visto su IBM, Tesla (NASDAQ:) e Netflix (NASDAQ:) (delusione nonostante i risultati abbiano battuto le stime) è il classico sell on the news. Un film che rischiamo di rivedere anche questa settimana con altri titoli.

Per tutti gli operatori – Presidente della Fed in primis – è sempre meglio trovarsi a gestire delle crescite graduali piuttosto che dei bruschi movimenti in entrambe le direzioni. Infatti non dimentichiamoci che il convitato di pietra rimane sempre l’inflazione. Oggi la Fed tende ad osservare, per quanto in maniera “ufficiosa”, anche i mercati finanziari e a calmierare i movimenti dell’eurodollaro e di Borse passate dall’eccesso di panico all’eccesso di euforia attuale. L’inflazione è davvero sotto controllo? O si tratta semplicemente di un riaggiustamento della componente energetica? Cosa succederebbe se i prezzi del petrolio e del gas dovessero improvvisamente risalire per cause esogene? O per un improvviso rimbalzo dei consumi in Cina? Senza dimenticare che, a causa dei divieti incrociati, la guerra dei chip tra Usa e Cina prosegue determinando ulteriori colli di bottiglia e surriscaldamenti nei prezzi dei semiconduttori, vitali per tutta l’industria avanzata dell’Intelligenza artificiale. Schermaglie all’interno di una partita sulla quale si gioca la leadership mondiale

Le nostre gestioni attualmente hanno registrato un’uscita dalle Giant cap tecnologiche per entrare sui titoli dei semiconduttori e dell’I.A. che riteniamo più sottovalutati.

Insieme alle decisioni delle banche centrali, da monitorare con estrema attenzione anche il prossimo dato sull’inflazione Usa che uscirà giovedì 10 agosto.

Ci troviamo ancora all’interno di una situazione straordinaria dovuta al fatto che il movimento al rialzo del 2023 si è rivelato troppo repentino tanto che i prezzi attuali scontano già il miglior scenario possibile per l’anno in corso. Qualsiasi sassolino dovesse entrare malauguratamente in questo ingranaggio potrebbe incepparlo.

Noi non ci stupiremmo, ad esempio, se la Fed dovesse anticipare l’andamento puntuale dell’inflazione già questa settimana per giustificare il suo immobilismo sui tassi e un tono un po’ più aggressivo. A mettersi nei panni del diavolo Powell, a cosa gli gioverebbe vestire quelli della candida colomba in questo momento?

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Già nei prezzi il miglior scenario possibile? Ecco perchè la Fed rimarrà hawkish Di Investing.com - Investing.com Italia
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Del Fante: 'Per Poste ancora risultati in forte crescita' - QUOTIDIANO NAZIONALE

"Siamo lieti di annunciare un'altra serie di risultati in forte crescita. Ancora una volta, abbiamo realizzato una performance trimestrale solida e chiuso la prima metà dell'anno in modo molto positivo, con una crescita sostanziale dei ricavi e della redditività rispetto allo stesso periodo del 2022". L'a.d. di Poste Italiane, Matteo Del Fante, lo sottolinea commentando i risultati del primo semestre e del secondo trimestre 2023. La società chiude i conti del primo semestre 2023 con un utile netto in aumento del 16% a 1,1 miliardi: il risultato è in accelerazione nel secondo trimestre con un più 22% a 601 milioni. Nei primi sei mesi dell'anno il risultato operativo segna "un nuovo record", migliora del 10,5% a 1,6 miliardi (+9,9% nel trimestre), ed i ricavi sono in "rilevante crescita": +8,3% a 6,1 miliardi (+8,5% nel trimestre). "Il nostro bilancio si conferma solido, con una posizione finanziaria netta in miglioramento di anno in anno e saldi coefficienti patrimoniali, che per il futuro ci offrono flessibilità sulla remunerazione dei nostri azionisti", dice l'a.d. "Continuo a vedere un futuro brillante per Poste Italiane grazie ad investimenti volti a migliorare ulteriormente le nostre capacità in termini di tecnologia, prodotti, persone. Siamo in una posizione unica per cogliere le opportunità future, in tutti i nostri settori di business", dice ancora Del Fante, e spiega: "Stiamo lavorando al nostro nuovo piano strategico, che presenteremo nei prossimi mesi, in modo da disporre di tutti i driver di crescita per gli anni a venire".

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Borsa Milano poco mossa in attesa trimestrali, banche centrali, corre Poste Italiane Di Reuters - Investing.com Italia

Borsa Milano poco mossa in attesa trimestrali, banche centrali, corre Poste Italiane © Reuters. Una donna davanti all'ingresso della Borsa di Milano. REUTERS/Flavio Lo Scalzo

MILANO (Reuters) - Piazza Affari apre poco mossa mentre entra nel vivo una settimana densa di eventi, sia sul fronte banche centrali che su quello dei risultati societari.

Un leggero sostegno in questa prima parte di seduta arriva dal rally dei mercati asiatici in scia alle promesse di sostegno dell'economia cinese contenute nel resoconto della riunione del Politburo, decisa ad alimentare attivamente la domanda domestica e rafforzare le misure anticicliche.

Parte oggi la due giorni di riunione delle Fed che domani comunicherà al propria decisione sui tassi, e che sarà seguita giovedì dalla Bce e venerdì dalla Bank of Japan.

Importanti indicazioni sull'andamento e le prospettive dell'economia sono invece attese dall'ondata di trimestrali in arrivo, con alcuni colossi Usa come Microsoft (NASDAQ:), Alphabet (NASDAQ:), Visa, GE e 3M in agenda per oggi.

Nel Vecchio Continente Unilever (LON:), Lvmh ed EssilorLuxottica potranno offrire segnali sui settori retail e lusso.

Alle 9,30 il è sostanzialmente poco mossa con un frazionale calo dello 0,05%

Spicca Poste Italiane (BIT:) con un balzo del 2,8% dopo la trimestrale che ha visto una decisa crescita dell'utile netto.

Qualche rialzo tra i finanziari con Banca Generali (BIT:) e Mediolanum (BIT:) in progresso di circa un punto percentuale, mentre le prese di profitto penalizzano le utilities.

(Andrea Mandalà, editing Claudia Cristoferi)

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Monday, July 24, 2023

Nuova Tesla Model 2 2023, la city car-berlina tanto attesa a 20mila è sempre più vicina (ed ecco come sarà) - Business Online

Tesla Model 2 è progettata come una city car-berlina elettrica compatta. Sebbene possa essere di dimensioni contenute, le sue caratteristiche saranno diverse, e il veicolo si preannuncia performante. La produzione della Model 2 avverrà negli stabilimenti Tesla situati negli Stati Uniti, in Germania e in Cina. I

Elon Musk ha enfatizzato più volte l'impegno di Tesla nel sviluppare modelli sempre più efficienti ed economici, sfruttando la piattaforma Gen 3 e le nuove batterie ad alta autonomia a basso costo. Fonti anonime cinesi hanno fornito indicazioni sulle dimensioni del nuovo veicolo. Model 2 potrebbe allora essere una versione compatta dell'attuale best seller di Tesla, Model Y. Quest'ultima è una crossover con una combinazione di elementi tipici di una berlina e di un suv, caratterizzata da una carrozzeria leggermente rialzata dal suolo.

L'arrivo della Model 2 rappresenta un passo importante per Tesla nel perseguire l'obiettivo di democratizzare la mobilità elettrica, rendendo accessibili le tecnologie avanzate dell'azienda a una gamma più ampia di consumatori. Con l'introduzione della Model 2, Tesla potrebbe raggiungere una nuova fascia di mercato, attirando potenziali clienti interessati a un veicolo elettrico compatto e performante per l'utilizzo urbano e suburbano. Questa mossa strategica consentirebbe a Tesla di consolidare la sua posizione leader nel settore dell'auto elettrica e di ampliare la propria presenza globale.

  • Prende sempre più forma la nuova Tesla Model 2
  • Tesla Model 2, tanti motivi per fare centro

Prende sempre più forma la nuova Tesla Model 2

Tesla Model 2 è il nome ipotizzato per la futura entry level della casa automobilistica di Elon Musk, la cui vendita è prevista nei prossimi anni. La società potrebbe ampliare la produzione della vettura non solo in Cina e Messico, ma anche in India, a condizione che venga trovato un accordo favorevole con il governo indiano per rendere l'investimento conveniente.

Tesla Model 2 potrebbe essere una versione compatta della Model Y per cui si stima un prezzo di partenza di circa 20.000 euro per la versione entry level. L'auto potrebbe essere accompagnata da un'altra vettura compatta, anch'essa basata sulla medesima piattaforma, configurata come una berlina compatta. Con queste due nuove auto, Tesla mira ad aumentare le vendite a livello globale, includendo anche il segmento delle auto elettriche più economiche. Oggi Tesla non dispone di alcun modello in questa fascia di mercato, lasciando campo libero ai rivali.

L'espansione della gamma di Tesla verso modelli entry level rappresenta una strategia fondamentale per incrementare la penetrazione dei veicoli elettrici nel mercato automobilistico globale. Offrire auto elettriche più accessibili e convenienti può contribuire a favorire la transizione verso una mobilità sostenibile e a promuovere l'adozione su larga scala di veicoli elettrici.

Tesla Model 2, tanti motivi per fare centro

Tesla sta allora puntando con decisione sulla progettazione della Model 2, elettrica di dimensioni compatte, con l'obiettivo di produrre 4 milioni di unità all'anno. Questa cifra rappresenterebbe il doppio dell'intera produzione prevista dalla casa automobilistica statunitense per il 2023.

Anche se le specifiche tecniche precise della nuova entry-level non sono ancora state rese pubbliche, sembra che Tesla abbia definito una strategia di produzione ben definita: prevede di produrre 2 milioni di unità all'anno nella nuova fabbrica in Messico, mentre i restanti 2 milioni saranno suddivisi tra Giga Berlin e Giga Shanghai. L'apertura della fabbrica messicana sarà un elemento cruciale per stabilire la data di lancio della Model 2.

Il progetto della Model 2 fa parte del più ampio programma di espansione denominato Master Plan 3 di Tesla per la standardizzazione e flessibilità della produzione attraverso l'impiego di una piattaforma avanzata.

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Dal Mar Rosso la nuova crisi dei prezzi in Italia: 95 milioni di danni al giorno - Today.it

Lo stretto di Bab el-Mandeb è la porta che da sud conduce al Canale di Suez e al Mar Mediterraneo. Si trova all'imbocco del Mar Rosso  e...